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Vecchio 11-03-2009, 19:33   #1
Avanzato
 

Credo di aver capito un altro punto su cui lavorare per migliorarmi...un punto fondamentale che mi sfuggiva: il Perfezionismo.

E' parte integrante del mio carattere, e sommata ai problemi in campo sociale ha prodotto in me un mix terribile.
In pratica aspetto sempre "lo stato giusto" per far le cose...le rimando perché non assumo lo stato ideale per fare le cose. Inoltre non sento mai adeguato quello che faccio perché non è come vorrei che fosse e potrei fare.

E quanto più è complicato il compito, quanto più divento perffezionista...gli esami universitari sono il paradigma di tutto ciò, ne do pochi ma con voti altissimi...

Però il problema è che quando ho a che fare con i rapporti umani, aspetto sempre la "situazione perfetta", dove non ci sono contrattempi

Un esempio tipico: devo fare una determinata cosa che implica contatto sociale...ma quando magari la sera prima mi sento carico e pronto...e dico: vai, domattina l'ho risolta.
Ma arrivo alla mattina dopo che invece sono scoraggiatissimo e non mi sembra per niente "il momento adatto"...e allora la rimando un'altra volta.

Ora ho focalizzato il perchè di questo mio comportamento: il perfezionismo. Mi sento inadeguato e perciò non mi va di sentirmi "sbagliato" nel fare certe cose...e quindi prefrisco aspettare tempi migliori che, inevitabilmente, non verranno.

E allora ho anche focalizzato il "pensiero funzionale" che mi aiuta a superare questo scoglio.

1)Va bene così: non devi dare prestazioni particolari, te hai tutte le carte in regola per farlo. Mi devo convincere in modo logico di questo, devo "prenderne coscienza"...e questo lo so fare.
2)Quindi, focalizzarsi sul'oggetto: io non devo fare la cosa x per avere AD OGNI COSTO un risultato y. Ma devo solo fare la cosa X. Come mi viene. Se sbaglio non muore nessuno...

OK, ho svarionato di brutto :P , è molto complesso esprimere certi concetti, magari più tardi cercherò di dire cose più precise.

Ho detto una cavolata o per voi ha un senso? Perché così almeno ho un minimo di controprova.
Vecchio 11-03-2009, 19:48   #2
Intermedio
L'avatar di Fabiofilosofo
 

Credo sia un tratto tipico di molti,io ad esempio sono esattamente come te, sia nel contesto universitario(media del 29.5, perfezionista,maniacale) che in tutto il resto. Devo essere sempre "al top" e un qualsiasi errore mi getta nello sconforto più totale. Pretendo il massimo da me stesso,ma dimentico che, come ogni essere umano,ho i miei limiti. Credo sia stata proprio questa dimenticanza fondamentale che mi ha condotto negli ultimi anni a ritmi frenetici,disumani e alla Lunga insostenibili. Oggi sono più consapevole e sono in grado di gestirmi,ma il perfezionismo è rimasto,è una nota caratteriale, e non andrà mai via.
Anche la tua riflessioni sullo "stato ottimale" come condizione necessaria per agire la trovo condivisibile e la condivido con te. Decidiamo di lanciarci soltanto quando siamo assolutamente convinti di poter dare il 100% di noi stessi. Ma l'essere umano non è un robot infallibile,forse ce ne siamo dimenticati.
Sicuramente dovremmo riuscire , oltre che a gestirci con più serenità e una dose minore di auto-critica (anche su questo me la passo male,sono un feroce critico di me stesso), a considerare l'errore come naturale e Possibile e non come sciagura che simboleggia la nostra assenza di perfezione.
Vecchio 11-03-2009, 19:53   #3
Esperto
L'avatar di hermit_nightman
 

si anche per me c'era una forte componente perfezionistica ,ma la si puo' lasciare alle spalle fidatevi....
Vecchio 11-03-2009, 21:00   #4
Esperto
L'avatar di julien_cd
 

Quote:
Originariamente inviata da hermit_nightman
si anche per me c'era una forte componente perfezionistica ,ma la si puo' lasciare alle spalle fidatevi....

Alla grande soprattutto con le fighe...cioè meno perfetti siete più ottenete risultati...andiamoooooooo
Vecchio 11-03-2009, 21:49   #5
Esperto
L'avatar di vetro
 

Quote:
Però il problema è che quando ho a che fare con i rapporti umani, aspetto sempre la "situazione perfetta", dove non ci sono contrattempi

Un esempio tipico: devo fare una determinata cosa che implica contatto sociale...ma quando magari la sera prima mi sento carico e pronto...e dico: vai, domattina l'ho risolta.
Ma arrivo alla mattina dopo che invece sono scoraggiatissimo e non mi sembra per niente "il momento adatto"...e allora la rimando un'altra volta.

Cioè vorresti essere sempre preparato ad ogni situazione in maniera ottimale senza lasciare spazio a tentennamenti e possibili defaillance.
Ti capita in situazione che ti vengono imposte?Un invito ad uscire oppure non so una viaggio con un gruppoo di persone che non conosci?
Quando feci il primo viaggio in inghilterra non sapevo con chi sarei partito(vacanza studio con gruppo assortito di persone che non conoscevo) e quindi inconsciamente anch'io volevo uan situazione ottimale e perfetta.Penso che tu debba preventivare anche gl imprevisti e affrontare le cose come vengono,soprattutto viverle in quel momento perche' elaborandole prima non ottieni che l'effetto contrario.Da cosi' preparato finisci poi per restare spiazzato da un beffardo e inaspettato colpo di scena.
Vecchio 11-03-2009, 23:47   #6
Principiante
L'avatar di Open_Eyes
 

Quote:
Originariamente inviata da JohnReds2
Credo di aver capito un altro punto su cui lavorare per migliorarmi...un punto fondamentale che mi sfuggiva: il Perfezionismo.

E' parte integrante del mio carattere, e sommata ai problemi in campo sociale ha prodotto in me un mix terribile.
In pratica aspetto sempre "lo stato giusto" per far le cose...le rimando perché non assumo lo stato ideale per fare le cose. Inoltre non sento mai adeguato quello che faccio perché non è come vorrei che fosse e potrei fare.

E quanto più è complicato il compito, quanto più divento perffezionista...gli esami universitari sono il paradigma di tutto ciò, ne do pochi ma con voti altissimi...

Però il problema è che quando ho a che fare con i rapporti umani, aspetto sempre la "situazione perfetta", dove non ci sono contrattempi

Un esempio tipico: devo fare una determinata cosa che implica contatto sociale...ma quando magari la sera prima mi sento carico e pronto...e dico: vai, domattina l'ho risolta.
Ma arrivo alla mattina dopo che invece sono scoraggiatissimo e non mi sembra per niente "il momento adatto"...e allora la rimando un'altra volta.

Ora ho focalizzato il perchè di questo mio comportamento: il perfezionismo. Mi sento inadeguato e perciò non mi va di sentirmi "sbagliato" nel fare certe cose...e quindi prefrisco aspettare tempi migliori che, inevitabilmente, non verranno.

E allora ho anche focalizzato il "pensiero funzionale" che mi aiuta a superare questo scoglio.

1)Va bene così: non devi dare prestazioni particolari, te hai tutte le carte in regola per farlo. Mi devo convincere in modo logico di questo, devo "prenderne coscienza"...e questo lo so fare.
2)Quindi, focalizzarsi sul'oggetto: io non devo fare la cosa x per avere AD OGNI COSTO un risultato y. Ma devo solo fare la cosa X. Come mi viene. Se sbaglio non muore nessuno...

OK, ho svarionato di brutto :P , è molto complesso esprimere certi concetti, magari più tardi cercherò di dire cose più precise.

Ho detto una cavolata o per voi ha un senso? Perché così almeno ho un minimo di controprova.
Io invece non mi ritengo perfezionista perché nessuno è perfetto e non voglio sentirmi un robot programmato a cui si danno comandi.
Più che perfezionista mi ritengo giusta, anche se spesso gli altri non hanno la mia correttezza nei rapporti e questa è una cosa che non tollero, non il fatto che non sono perfezionista(perché ci sono molte persone meno perfezioniste di me) e sembra quasi che vedano in me una perfezione che da fastidio e che si divertono a sfregiare. Ma ripeto la mia non è perfezione è solo un modo di essere forse più corretto e sano. La
perfezione proprio non mi interessa, della scorrettezza della gente si perché mi da fastidio e non ne voglio rispondere io. Io non ho compiti, faccio quello che voglio fare. Poi utlimamente sono(oltre che fobica) perché la gente mi ha scassato, anche molto stressata e non mi va di forzare le cose che non mi va di fare solo perché la gente scassa e assume un atteggiamento pressante e ricattatorio. Preferisco la solitudine ma non mi faccio dire quello che devo fare e dove devo stare da nessuno.
Vecchio 11-03-2009, 23:48   #7
Principiante
L'avatar di Open_Eyes
 

Quote:
Originariamente inviata da JohnReds2
Credo di aver capito un altro punto su cui lavorare per migliorarmi...un punto fondamentale che mi sfuggiva: il Perfezionismo.

E' parte integrante del mio carattere, e sommata ai problemi in campo sociale ha prodotto in me un mix terribile.
In pratica aspetto sempre "lo stato giusto" per far le cose...le rimando perché non assumo lo stato ideale per fare le cose. Inoltre non sento mai adeguato quello che faccio perché non è come vorrei che fosse e potrei fare.

E quanto più è complicato il compito, quanto più divento perffezionista...gli esami universitari sono il paradigma di tutto ciò, ne do pochi ma con voti altissimi...

Però il problema è che quando ho a che fare con i rapporti umani, aspetto sempre la "situazione perfetta", dove non ci sono contrattempi

Un esempio tipico: devo fare una determinata cosa che implica contatto sociale...ma quando magari la sera prima mi sento carico e pronto...e dico: vai, domattina l'ho risolta.
Ma arrivo alla mattina dopo che invece sono scoraggiatissimo e non mi sembra per niente "il momento adatto"...e allora la rimando un'altra volta.

Ora ho focalizzato il perchè di questo mio comportamento: il perfezionismo. Mi sento inadeguato e perciò non mi va di sentirmi "sbagliato" nel fare certe cose...e quindi prefrisco aspettare tempi migliori che, inevitabilmente, non verranno.

E allora ho anche focalizzato il "pensiero funzionale" che mi aiuta a superare questo scoglio.

1)Va bene così: non devi dare prestazioni particolari, te hai tutte le carte in regola per farlo. Mi devo convincere in modo logico di questo, devo "prenderne coscienza"...e questo lo so fare.
2)Quindi, focalizzarsi sul'oggetto: io non devo fare la cosa x per avere AD OGNI COSTO un risultato y. Ma devo solo fare la cosa X. Come mi viene. Se sbaglio non muore nessuno...

OK, ho svarionato di brutto :P , è molto complesso esprimere certi concetti, magari più tardi cercherò di dire cose più precise.

Ho detto una cavolata o per voi ha un senso? Perché così almeno ho un minimo di controprova.
Io invece non mi ritengo perfezionista perché nessuno è perfetto e non voglio sentirmi un robot programmato a cui si danno comandi.
Più che perfezionista mi ritengo giusta, anche se spesso gli altri non hanno la mia correttezza nei rapporti e questa è una cosa che non tollero, non il fatto che non sono perfezionista(perché ci sono molte persone meno perfezioniste di me) e sembra quasi che vedano in me una perfezione che da fastidio e che si divertono a sfregiare. Ma ripeto la mia non è perfezione è solo un modo di essere forse più corretto e sano. La
perfezione proprio non mi interessa, della scorrettezza della gente si perché mi da fastidio e non ne voglio rispondere io. Io non ho compiti, faccio quello che voglio fare. Poi utlimamente sono(oltre che fobica) perché la gente mi ha scassato, anche molto stressata e non mi va di forzare le cose che non mi va di fare solo perché la gente scassa e assume un atteggiamento pressante e ricattatorio. Preferisco la solitudine ma non mi faccio dire quello che devo fare e dove devo stare da nessuno. Posso non funzionare anche io in un sistema che ha dei meccanismi sempre più malati.
Vecchio 12-03-2009, 00:50   #8
Intermedio
L'avatar di harmattan
 

focalizzarsi alla fin fine non è sempre un aspetto del perfezionismo?
Cmq deriva dall'attegiamento evitante...se non progettiamo qualcosa levando quanto più possibile al caso cadiamo nell'ansia. Poi ci lamentiamo di percorrere gli stessi binari morti...
Vecchio 12-03-2009, 02:15   #9
Avanzato
 

Ma il mio perfezionismo non è cosciente. Io razionalmente mi rendo conto che nessuno è perfetto...anzi a llivello razionale mi piacciono le situazioni incasinate.
Ma a livello emotivo, quando sono sul campo per intenderci, se una situazione non segue un certo percorso "ottimale", finisce che mi viene ansia.
Anzi, la maggior parte delle volte succede qualcosa di peggio: non la comincio nemmeno, rimandandola...in attesa che si verifichino le "condizioni ottimali" per intraprenderla.

Non succede per tutto ovviamente...però comunque è un comportamento che dovrò eliminare.
Vecchio 12-03-2009, 13:36   #10
Esperto
L'avatar di jack10
 

Quote:
Originariamente inviata da JohnReds2
Credo di aver capito un altro punto su cui lavorare per migliorarmi...un punto fondamentale che mi sfuggiva: il Perfezionismo.

E' parte integrante del mio carattere, e sommata ai problemi in campo sociale ha prodotto in me un mix terribile.
In pratica aspetto sempre "lo stato giusto" per far le cose...le rimando perché non assumo lo stato ideale per fare le cose. Inoltre non sento mai adeguato quello che faccio perché non è come vorrei che fosse e potrei fare.

E quanto più è complicato il compito, quanto più divento perffezionista...gli esami universitari sono il paradigma di tutto ciò, ne do pochi ma con voti altissimi...

Però il problema è che quando ho a che fare con i rapporti umani, aspetto sempre la "situazione perfetta", dove non ci sono contrattempi

Un esempio tipico: devo fare una determinata cosa che implica contatto sociale...ma quando magari la sera prima mi sento carico e pronto...e dico: vai, domattina l'ho risolta.
Ma arrivo alla mattina dopo che invece sono scoraggiatissimo e non mi sembra per niente "il momento adatto"...e allora la rimando un'altra volta.

Ora ho focalizzato il perchè di questo mio comportamento: il perfezionismo. Mi sento inadeguato e perciò non mi va di sentirmi "sbagliato" nel fare certe cose...e quindi prefrisco aspettare tempi migliori che, inevitabilmente, non verranno.

E allora ho anche focalizzato il "pensiero funzionale" che mi aiuta a superare questo scoglio.

1)Va bene così: non devi dare prestazioni particolari, te hai tutte le carte in regola per farlo. Mi devo convincere in modo logico di questo, devo "prenderne coscienza"...e questo lo so fare.
2)Quindi, focalizzarsi sul'oggetto: io non devo fare la cosa x per avere AD OGNI COSTO un risultato y. Ma devo solo fare la cosa X. Come mi viene. Se sbaglio non muore nessuno...

OK, ho svarionato di brutto :P , è molto complesso esprimere certi concetti, magari più tardi cercherò di dire cose più precise.

Ho detto una cavolata o per voi ha un senso? Perché così almeno ho un minimo di controprova.
capisco molto bene ciò che hai scritto e mi ci rivedo completamente...
Vecchio 12-03-2009, 14:52   #11
Esperto
L'avatar di animaSola
 

Ho lo stesso problema da quando ero piccina....,non tollero di commettere nessun tipo d'errore perchè non sopporto la vergogna che automaticamente ne consegue.
Vecchio 12-03-2009, 15:20   #12
Principiante
L'avatar di tremebonda
 

Io sono perfezionista sulla mia persona. Il fatto di non essere nata perfetta quindi bella mi addolora molto e mi viene una gran rabbia.
l'imperfezione è errore, sbaglio, deformità.
I perfezionisti in genere sono i peggiori giudici di sè stessi, sono malvagi e spietati con sè stessi e in fondo in fondo si odiano.
Almeno è il mio caso!
Vecchio 12-03-2009, 15:25   #13
Avanzato
L'avatar di tristizia
 

Quote:
Originariamente inviata da animaSola
Ho lo stesso problema da quando ero piccina....,non tollero di commettere nessun tipo d'errore perchè non sopporto la vergogna che automaticamente ne consegue.
idem! mi vergogno moltissimo quando vengo rimproverata, quindi per evitarla faccio tutto alla perfezione (o almeno quello sarebbe l'obiettivo :lol: ) ; è un modo come un altro per nascondere la mia insicurezza...
Vecchio 12-03-2009, 15:38   #14
Esperto
L'avatar di paccello
 

Non so se soffro proprio di perfezionismo. Però sono, come da copione, abbastanza critico con me stesso, specie quando mi sembra non di non essere "perfetto", ma di non essere come vorrei, di non fare qualcosa nel modo "giusto".
Vecchio 12-03-2009, 19:23   #15
Esperto
L'avatar di jack10
 

Quote:
Originariamente inviata da animaSola
Ho lo stesso problema da quando ero piccina....,non tollero di commettere nessun tipo d'errore perchè non sopporto la vergogna che automaticamente ne consegue.
esatto...amplifichiamo, almeno per me è così, le imperfezioni fisiche o comportamentali, potrei far diecimila esempi...

Esempio bizzarro: "non scopo" :lol: , ma mi depilo...
Voi vi chiederete cazzo si depila a fare uno che non scopa?
La vedo come una tale imperfezione, la presenza di peli...che me li tolgo, anche se non riesco a far nulla col le ragazze per il mio fottuto carattere...

Potrei farvi altri 10000 esempi...
Vecchio 12-03-2009, 19:52   #16
Intermedio
L'avatar di infelice1
 

io sono un rimandante per eccellenza,in realta' cio' che ci fa rimandare e quindi evitare e' l'ansia,il cercare la perfezione o l'essere al meglio e',secondo me,una scusa inconscia,ma a noi serve,ci da' il sollievo direi, per rimandare la situazione sociale temuta e che ci fa salire l'ansia,questo porta al circolo vizioso che conosciamo bene,alla fine rischiamo di non sentirci mai "pronti" o "a posto" come dico io..

sempre se ho capito bene quello che intendevi
Vecchio 12-03-2009, 19:56   #17
Banned
 

forse in parte ce l'ho anch'io...magari non in maniera così evidente...

voglio dire....ogni tanto mi diverto pure io a farmi passare x idiota, quello con la testa tra le nuvole, trasandato, che vive in maniera tutta sua, strano ecc...ecc...

ma penso...penso che il FATTO CHE STO MOLTO IN SILENZIO E CHE NON PARLO MAI sia dovuto anche a questo....MI ASPETTO DI ANDARE DALLE PERSONE E FARMI VENIRE IN MENTE IN ANTICIPO DEI COPIONI A MEMORIA...così è OVVIO CHE RINVIO SEMPRE perchè penso "tanto non mi sta venendo in mente nulla".

Invece quando vado lì a mente libera partendo da un buffetto e un "ma che bellina stamattina"...beh...qualche minuto di conversazione riesco a farlo a volte...anche se tante altre è la stessa cosa...ma almeno ci ho provato....
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