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Vecchio 31-10-2018, 00:51   #21
Esperto
L'avatar di dottorzivago
 

Anche la mia IPSIA era piuttosto tranquilla....ricordo che con i prof esterni scherzavamo e facevamo casino di brutto ,uno disse "qui siete tranquilli, in città tra poco danno fuoco ai banchi 😮🙄"
Spesso lo vedo (come nel mio caso)non un fallimento della famiglia ,ma della scuola precedente ,e di conseguenza di tutto il sistema. I miei si fidavano dei prof delle medie, e di quello che volevo fare io (solo stare con i miei amici all'epoca). I prof consigliarono il professionale dopo una valutazione superficiale e sbrigativa. Non avevano nessun tipo di empatia e non conoscevano affatto i loro studenti. Il timido come me era fregato ed etichettato.
I miei hanno una cultura medio-bassa e non se la sentivano di prendere una decisione così importante contro la mia volontà, non potevano fare altro che fidarsi.

Comunque per la situazione lavorativa dell'epoca la scuola dava molti sbocchi.Non solo i garzoni di bottega... bastava studiare quel poco per prendere voti discreti e si finiva a lavorare in aziende tipo FS oppure multinazionali che lavorano in tutto il mondo....insomma lavori che oggigiorno sono oro.

Io non rientravo in questi.....io persi un anno,non per le difficoltà ma per colpa di una ragazza......ma è un' altra storia
Vecchio 31-10-2018, 08:26   #22
Avanzato
L'avatar di Aliquis
 

No.te e Bukovskij,

penso si possa affermare che scuola e cultura sono non solo diverse, ma contrapposte. Lo sono fin dal tempo dei Sumeri.

Un antica tavoletta sumera riporta quanto segue:

Vita di un povero scolaro
Quando mi alzavo presto la mattina, mi volgevo a mia madre e le dicevo:” Dammi la colazione, devo andare a scuola!” Mia madre mi dava due focacce e io andavo a scuola.
A scuola l’incaricato della puntualità diceva:”Perché sei in ritardo?”
Io ero impaurito e il cuore mi batteva, entravo davanti al mio maestro e facevo l’inchino.
Il mio direttore leggeva la mia tavoletta, diceva:”Ci manca qualcosa”, mi bastonava.
L’incaricato del silenzio diceva:”Perché parlavi senza permesso?”, mi bastonava.
L’incaricato della condotta diceva:”Perché ti sei alzato senza permesso?, mi bastonava.
L’incaricato di sumerico diceva:”Perché non hai parlato sumerico?”, mi bastonava.
Il mio maestro diceva:”La tua mano non è buona”, mi bastonava…
(Tratto da Wikipedia-I Sumeri)

Ma, d'altro canto, uno scriba sumero ha lasciato scritto:

"Un libro è meglio di una casa costruita, meglio delle tombe nell'Occidente. E' più bello di un castello costruito, più bello che una stele in un tempio"


Come vedete le due cose sono in contrasto.
Vecchio 31-10-2018, 08:42   #23
Esperto
 

Smettetela di screditare il mio lavoro,che a leggere qui sembra che mi alzi al mattino e vada a fare il nulla.
Vecchio 31-10-2018, 09:19   #24
Esperto
 

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Originariamente inviata da Aliquis Visualizza il messaggio
No.te e Bukovskij,

penso si possa affermare che scuola e cultura sono non solo diverse, ma contrapposte. Lo sono fin dal tempo dei Sumeri.

Un antica tavoletta sumera riporta quanto segue:

Vita di un povero scolaro
Quando mi alzavo presto la mattina, mi volgevo a mia madre e le dicevo:” Dammi la colazione, devo andare a scuola!” Mia madre mi dava due focacce e io andavo a scuola.
A scuola l’incaricato della puntualità diceva:”Perché sei in ritardo?”
Io ero impaurito e il cuore mi batteva, entravo davanti al mio maestro e facevo l’inchino.
Il mio direttore leggeva la mia tavoletta, diceva:”Ci manca qualcosa”, mi bastonava.
L’incaricato del silenzio diceva:”Perché parlavi senza permesso?”, mi bastonava.
L’incaricato della condotta diceva:”Perché ti sei alzato senza permesso?, mi bastonava.
L’incaricato di sumerico diceva:”Perché non hai parlato sumerico?”, mi bastonava.
Il mio maestro diceva:”La tua mano non è buona”, mi bastonava…
(Tratto da Wikipedia-I Sumeri)
Trovata l'ispirazione primigenia per gli Eccelsi


Comunque secondo me buona scuola (non quella di fonzie, eh) e cultura sono complementari, anzi la prima può essere propedeutica alla seconda.
Vecchio 31-10-2018, 09:20   #25
Esperto
 

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Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Smettetela di screditare il mio lavoro,che a leggere qui sembra che mi alzi al mattino e vada a fare il nulla.
Ci sono le mele marce in ogni categoria, ovvio che non tutti i professori sono uguali.
Vecchio 31-10-2018, 10:07   #26
Avanzato
L'avatar di Aliquis
 

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Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Smettetela di screditare il mio lavoro,che a leggere qui sembra che mi alzi al mattino e vada a fare il nulla.
Claire, non devi prenderla sul personale. Il tuo lavoro io non lo scredito; bisogna distinguere i piani; una cosa è la visione generale, un'altra quella particolare.
Poi è chiaro che ognuno difende la sfera a cui appartiene. Io faccio parte degli autodidatti e quindi devo difendere la mia parte, che è abbastanza screditata.
Ma, facendolo, non scredito, non voglio screditare gli altri. Mia sorella è docente, è lei che mi ha fatto conoscere Ivan Illich. Propongo un mondo diverso, riorganizzato in modo che tutti siano valorizzati, quindi anche tu Claire e tutti quelli come te.
E mi levo tanto di cappello; mai come oggi la professione di insegnante è così difficile.
Vecchio 31-10-2018, 10:09   #27
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L'avatar di Aliquis
 

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Originariamente inviata da Aliquis Visualizza il messaggio
No.te e Bukovskij,

penso si possa affermare che scuola e cultura sono non solo diverse, ma contrapposte. Lo sono fin dal tempo dei Sumeri.

Un antica tavoletta sumera riporta quanto segue:

Vita di un povero scolaro
Quando mi alzavo presto la mattina, mi volgevo a mia madre e le dicevo:” Dammi la colazione, devo andare a scuola!” Mia madre mi dava due focacce e io andavo a scuola.
A scuola l’incaricato della puntualità diceva:”Perché sei in ritardo?”
Io ero impaurito e il cuore mi batteva, entravo davanti al mio maestro e facevo l’inchino.
Il mio direttore leggeva la mia tavoletta, diceva:”Ci manca qualcosa”, mi bastonava.
L’incaricato del silenzio diceva:”Perché parlavi senza permesso?”, mi bastonava.
L’incaricato della condotta diceva:”Perché ti sei alzato senza permesso?, mi bastonava.
L’incaricato di sumerico diceva:”Perché non hai parlato sumerico?”, mi bastonava.
Il mio maestro diceva:”La tua mano non è buona”, mi bastonava…
(Tratto da Wikipedia-I Sumeri)

Ma, d'altro canto, uno scriba sumero ha lasciato scritto:

"Un libro è meglio di una casa costruita, meglio delle tombe nell'Occidente. E' più bello di un castello costruito, più bello che una stele in un tempio"


Come vedete le due cose sono in contrasto.
Errata corrige: lo scriba che esalta la bellezza del libro era egiziano, non sumero. Pardon.
Vecchio 31-10-2018, 11:46   #28
Esperto
L'avatar di illumi
 

Mi sarebbe piaciuto laurearmi (sfruttare le mie capacità ) o quantomeno non ritirarmi quasi subito causa fobia sociale.
Vecchio 31-10-2018, 14:11   #29
Esperto
 

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Originariamente inviata da Aliquis Visualizza il messaggio
Claire, non devi prenderla sul personale. Il tuo lavoro io non lo scredito; bisogna distinguere i piani; una cosa è la visione generale, un'altra quella particolare.
Poi è chiaro che ognuno difende la sfera a cui appartiene. Io faccio parte degli autodidatti e quindi devo difendere la mia parte, che è abbastanza screditata.
Ma, facendolo, non scredito, non voglio screditare gli altri. Mia sorella è docente, è lei che mi ha fatto conoscere Ivan Illich. Propongo un mondo diverso, riorganizzato in modo che tutti siano valorizzati, quindi anche tu Claire e tutti quelli come te.
E mi levo tanto di cappello; mai come oggi la professione di insegnante è così difficile.
Non difendo la scuola perchè la faccio ma perchè ci credo.
Non è nozionismo ,è vita,la vita non si impara sui libri,la scuola educa e forma e nessun altro può farlo allo stesso modo in altri contesti,tantomeno a casa.
Ringraziamenti da
Antares93 (31-10-2018)
Vecchio 31-10-2018, 14:30   #30
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

cerchiamo di mantenere ordinato il forum, è una questione di correttezza verso chi ci legge e verso chi vuol dire la sua

continuiamo la discussione sugli insegnanti nel suo luogo naturale, qui insegnanti-empatia-zero
Vecchio 31-10-2018, 14:33   #31
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

Quote:
Originariamente inviata da Mik80 Visualizza il messaggio
Tralasciando il lavoro che fate ora(almeno la fortuna di che ce l'ha), siete soddisfatti del vostro percorso scolastico o avete rimpianti in linea con i vostri interessi?
se intendi il diploma sì, mi ha molto aiutato a trovare lavoro, oggettivamente però io non ho mai avuto pretesa da manager o aspirazioni di lavori specifici
Vecchio 31-10-2018, 19:29   #32
Esperto
L'avatar di Boyyy82
 

Non mi sono pentito di non essermi laureato (ho iniziato l'università ma dopo poco tempo ho mollato tutto) visto che parecchi miei coetanei hanno problemi lavorativi (o non lavorano, o sono precari o fanno lavori da diplomati).
Vecchio 31-10-2018, 20:54   #33
Banned
 

Ho rimpianti soprattutto per come ho affrontato il periodo scolastico, il percorso mi ha formato abbastanza (ragioneria indirizzo informatico). Finite le superiori ero in uno stato depressivo totale ero lì lì per farla finita, scelsi un università a caso scienze della comunicazione per non lavorare. Mia madre faceva pressioni purché io andassi a lavorare, mi riprendeva in continuazione, perché non avevamo molti soldi. Non potevo permettermi di fallire, e io non mi sentivo in grado anche per via del mio pessimo stato emotivo di allora. Inoltre quando mia madre scoprì che avevo rifiutato due buone offerte di lavoro impazzí e non potevo più vivere in quel modo.. Dunque decisi di abbandonare dopo poco e trovai lavoro non avevo molte alternative

Inviato dal mio WAS-LX1A utilizzando Tapatalk
Vecchio 31-10-2018, 21:03   #34
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Nagato Visualizza il messaggio
Ho rimpianti soprattutto per come ho affrontato il periodo scolastico, il percorso mi ha formato abbastanza (ragioneria indirizzo informatico). Finite le superiori ero in uno stato depressivo totale ero lì lì per farla finita, scelsi un università a caso scienze della comunicazione per non lavorare. Mia madre faceva pressioni purché io andassi a lavorare, mi riprendeva in continuazione, perché non avevamo molti soldi. Non potevo permettermi di fallire, e io non mi sentivo in grado anche per via del mio pessimo stato emotivo di allora. Inoltre quando mia madre scoprì che avevo rifiutato due buone offerte di lavoro impazzí e non potevo più vivere in quel modo.. Dunque decisi di abbandonare dopo poco e trovai lavoro non avevo molte alternative

Inviato dal mio WAS-LX1A utilizzando Tapatalk
Ti capisco.
Vecchio 31-10-2018, 21:41   #35
Esperto
L'avatar di Labocania
 

Io sono sempre stato troppo distratto per essere un ottimo studente e anche per poter scegliere in maniera felice il percorso scolastico delle superiori, ma non mi sognerei mai di sostenere che sia la scuola ad essere sbagliata e nemmeno di unirmi al sentimento d'orgoglio dei non laureati che rivendicano - nei confronti dei laureati - il valore di ciò che sanno in più rispetto ad un numero imprecisato di dottori che sbagliano i congiuntivi, o non conoscono la geografia. No, il titolo conta ed è sempre un segno di distinzione l'averlo conseguito.
Vecchio 06-11-2018, 19:39   #36
Avanzato
L'avatar di Aliquis
 

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Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Non difendo la scuola perchè la faccio ma perchè ci credo.
Non è nozionismo ,è vita,la vita non si impara sui libri,la scuola educa e forma e nessun altro può farlo allo stesso modo in altri contesti,tantomeno a casa.
Credo che ci sia un equivoco. Qui non si tratta di difendere la scuola o no; perchè, a dire così, sembra che la scuola sia una povera vittima sotto attacco di qualcuno che è potente e cattivo......Lungi da me una cosa del genere.

Io intendevo dire un'altra cosa. Intendevo difendere la dignità e i diritti di chi non ha proseguito gli studi.
Quando smisi di andare a scuola io, nel 1982, benchè non fosse certo una bella cosa, e non ho mai sostenuto che lo fosse (sognavo di diventare uno scienziato; mi disillusi subito e relegai la scienza a hobby personale) la cosa non era così drammatica come oggi. Si diceva che se uno non era portato per studiare era bene che andasse a lavorare. Così feci. All'epoca per presentarsi dal datore di lavoro il curriculum non esisteva. C'era il libretto di lavoro sul quale non veniva segnato il percorso di studi ma unicamente le esperienze lavorative.
Ora non è più così. Ora si dice che se uno non ha il diploma non può nemmeno lavorare....vabbè, non in modo assoluto, ma comunque in linea generale è così. Addirittura in molti casi questo principio viene esteso a chi lavora da una vita come me.......così mi è capitato in una agenzia interinale, dove mi è stato detto che "tu non puoi fare niente".....
E' questo assolutismo, questo "disprezzo razzista" che io contesto claire, non la scuola. Siamo noi, le persone come me, le vittime, non voi.

Superati i 50 di età, dal punto di vista della salute e delle capacità potrei fare molte cose, ma soggettivamente non me le faranno fare ed è possibile che la mia vita finisca presto per questo.
Ciò dipende da un lato perchè la scuola a suo tempo non mi ha aiutato (non sono mai stato nè uno scansafatiche nè uno stupido) sia perchè nell'Italia di oggi la valutazione scolastica si è assolutizzata ed è diventata una valutazione integrale della vita di un individuo. Invece io, fino a 30 anni fa sentivo dire che il fallimento scolastico non significa fallimento della vita. Se la scuola è selettiva la società non deve esserlo.

I miei pensieri attuali dipendono da questo.
Vecchio 07-11-2018, 01:25   #37
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L'avatar di Psico[a]patico
 

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Originariamente inviata da Mik80 Visualizza il messaggio
Tralasciando il lavoro che fate ora(almeno la fortuna di che ce l'ha), siete soddisfatti del vostro percorso scolastico o avete rimpianti in linea con i vostri interessi?
No, affatto.
Tralasciando quanto la mia fobia abbia rovinato ogni mio percorso, non sono soddisfatto nemmeno sul fronte interessi.
A partire dalla seconda media, la mia prof di arte, vedendomi inetto un po’ in tutte le materie e credendo di aiutarmi, inizió a riempirmi di complimenti e a darmi il massimo dei voti per ogni tavola da me realizzata.
Iniziai a montarmi la testa, mi sentivo più bravo di Michelangelo.
Al termine delle medie, mi disse che dovevo assolutamente fare l’istituto d’arte per coltivare il mio talento (??!?).
I miei genitori cercarono in tutti i modi di farmi capire che esistevano diplomi meglio spendibili nel mondo del lavoro, ma io come una capra non li ascoltai.
Non mi passò nemmeno per l’anticamera del cervello di informarmi su altre scuole superiori.
Ero “bravo” a disegnare, mi piaceva da matti qualunque cosa riguardasse l’arte, volevo fare il pittore.
È così tirai dritto per la mia strada.
Fino a che non sbattei violentemente contro la realtà delle cose : non avevo il pressoché minimo talento in nulla, non avevo la mano, nè tantomeno creatività o senso estetico.
Chiunque nella mia classe riusciva a fare meglio di me.
Incontrai professori che, consci di questa mia totale mancanza di talento, oltre a non aiutarmi in alcun modo, mi demolirono, con spocchia, sarcasmo e sfuriate.
Tutto questo, oltre alla fobia sociale, contribuì a distruggere ogni mio interesse o passione per l’arte.
Arrivó il giorno, in terza superiore (su un totale di 5 anni) , in cui capii di aver sbagliato istituto e che non avrei mai concluso nulla di concreto.
Non tenni nemmeno in considerazione l’ipotesi di cambiare scuola, il solo pensiero di un nuovo contesto mi destabilizzava, nonostante fossi già circondato da gente orrida.
Mi sentivo uno stupidone del tutto incapace di frequentare un liceo o un classico.
Lasciai perdere e arrancando, fra depressione, rabbia e prese in giro, arrivai al tanto agognato diploma, per il solo gusto di non vedere più quella gente.
Rip.
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