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17-07-2022, 14:19
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#1
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Esperto
Qui dal: May 2022
Messaggi: 915
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Continuo a farmi questa domanda. Si sente sempre dire che la vita è dura per tutti, forse in parte è vero. Ma si sente anche dire constantemente di "pensare a chi sta peggio" e ciò mi deprime ancora di più. Non credo che questa frase abbia mai aiutato nessuno e sicuramente non aiuta me. Ok, c'è chi affronta terribili avversità e io ho problemi a uscire di casa, cosa ne dovrei dedurre? Che per gli altri è semplicissimo superare problemi che per me sono enormi, ovviamente. Quindi mi chiedo: perché per gli altri è sempre così facile? La gente lavora tutto il giorno senza problemi, io devo passare le giornate a quel corso demmerda di cui ho parlato nel post sulla disoccupazione e non ce la faccio, ogni giorno è un incubo, non dormo la notte, quando sono lì mi sento come se stessi per morire da un momento all'altro. Non so come farò ad andare a lavoro, mi sento persa solo a pensarci. La gente si laurea e dice che ha passato un bel periodo all'univеrsità, io non riuscivo a presentarmi agli esami, né a studiare perché il pensiero degli esami mi spaventava e mi sentivo soffocare e alla fine ho mollato. La gente guida tranquillamente, mia madre dice che la patente "la danno pure a chi non capisce niente", io non sono mai riuscita nemmeno ad iscrivermi per prenderla, mi immagino come sarebbe stare in mezzo al traffico con la gente che suona e crea casino dappertutto e lascio perdere. Questi sono solo pochi esempi, ma la mia vita è tutta così.
Mi sento come se stessi partecipando ad una competizione, solo che quando arrivo gli altri sono già a metà dell'opera. C'è chi si impegnerebbe il doppio per recuperare, ma ne vale la pena? Probabilmente il risultato sarà uno schifo e, se pure non lo fosse, avrebbe senso impegnarsi un sacco per qualcosa in cui le altre persone riescono così facilmente?
È vero che anche gli altri hanno difficoltà a volte, ma magari ce l'hanno per una o due attività soltanto mentre io per qualsiasi cosa. È come se dovessero salire due o tre scalini per raggiungere l'obiettivo e io avessi davanti a me una scalinata intera. Dopo ogni problema c'è un altro problema e non posso andare avanti perché per riuscirci dovrei aver risolto un altro problema ancora.
Non credo che la mia sia una vita che ha senso continuare. Vedo solo disperazione e difficoltà, tutti gli altri sono felici e io sto sempre male. Ho paura di cosa accadrà domani, dopodomani e il giorno dopo ancora. Non vedo un futuro davanti a me, vedo solo paura, preoccupazioni, infelicità e nient'altro.
Non so perché debba andare così, qualcuno potrebbe dire che è perché non ho voglia di impegnarmi a fare nulla o che ho problemi di mente, sono spiegazioni "semplici" ma credo che ci sia dell'altro.
Qualcun altro si sente così? Perché mi sento/ci sentiamo in questo modo? C'è un modo per rendere la situazione meno insopportabile?
(Per favore non quotare).
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17-07-2022, 14:49
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#2
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Messaggi: 974
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Capisco e condivido in pieno, purtroppo molto bene queste sensazioni che hai scritto, e questa discussione avrei potuto benissimo aprirla io perché spesso soprattutto in passato mi sono sentito e delle volte anche adesso anche se da un po'di anni in maniera minore, per via di un esposizione sociale sempre più graduale, che mi ha fatto se non dico eliminare completamente le mie paranoie e fobie di ogni genere, ma quando meno imparato a convincerci ed a gestirle meglio rispetto a quanto in passato da più giovane non riuscivo quasi per niente.
Però sento che ancora ho molto lavoro da fare dentro me stesso, e grazie anche ad un nuovo psicoterapeuta pare stavolta ho intrapreso la strada giusta, ovviamente non stanno mancando i momenti in cui vengono le cadute rovinose e gli errori dovuti alla poca esperienza sociale fatta negli anni.
Spesso anche io ho come l'impressione che agli altri riesce tutto con semplicità, e che devo impegnarmi più del necessario, con conseguente senso di fatica dal punto di vista delle energie nervose alla lunga.
Ma credo e sono dell'idea che per ottenere qualcosa nella vita, è necessario impegnarsi e a volte andare anche oltre i propri limiti, certo non tantissimo ma qualche sforzo in più va fatto, serve anche per imparare a conoscere meglio noi stessi, e capire fin dove ci si può spingere.
Poi ovviamente non sempre ne vale la pena, ma valutare la situazione e scegliere se rischiare oppure no, a seconda del caso.
Poi la fortuna o casualità fanno la loro parte, il trovarsi in un ambiente accogliente, ma mi sono sentito più a posto con la coscienza quando ho tentato di superare un ostacolo anche se poi non ci sono riuscito sempre, che aver perso in partenza non mettendomi in gioco.
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17-07-2022, 15:44
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#3
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,610
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Le frasi del tipo "devi impegnarti di più" e "pensa a chi sta peggio" sono le solite che escono dalla bocca degli ipocriti moralisti che non sanno minimamente cosa si prova a trovarsi in queste condizioni ed affrontare certe patologie e difficoltà psicologiche.
E sono frasi che peggiorano soltanto la situazione e non sono io, il primo stronzo sul forum, a dirlo ma qualsiasi psichiatra competente.
Per quanto riguarda il resto, anche io ho difficoltà a fare anche le cose più semplici.
Non sono neanche riuscito ad arrivare al diploma di scuola superiore mentre agli altri è bastato un filo di gas o l'hanno superato pure quelli che a scuola bisognava trascinarceli.
Al solo pensiero a me viene male, ricordando anche com'è stato l'ancora più semplice (per gli altri) esame di terza media, per il quale ho dovuto imparare le cose letteralmente a memoria, stare sui libri giorno e notte, ho passato più di una settimana dormendo solo 3 ore per notte e quando mi sono ritrovato lì di fronte a tutti i professori sono andato nel panico e non riuscivo neanche ad esprimermi.
Poi finora uscivo soltanto per andare al CSM ma da qualche settimana ho iniziato un tirocinio in supermercato sempre organizzato insieme al CSM.
Ed è già difficile anche solo riuscire a trascinarsi giù dal letto ed uscire di casa.
Ci sono altri ragazzi più o meno coetanei che lavorano lì stabilmente da un po' di tempo e per loro tirare su pacchi pesanti per 8 ore al giorno sembra una passeggiata, persino per le ragazze più magre di me.
Io di ore ne devo fare meno della metà rispetto a loro ma sembra che debba lavorare il triplo per quanto sono sudato e sfinito, sia fisicamente che mentalmente, un po' per il caldo, un po' per lo sforzo e parecchio per l'ansia, lo stress e l'insonnia che mi fa riposare poco durante la notte.
Mentre gli altri vanno sempre avanti con un filo di gas e dopo aver staccato alle 20 hanno pure la forza di andare in palestra o uscire e andare a far festa nei locali.
Io dopo 3 ore e mezza devo sdraiarmi sul letto altrimenti inizio a vedere le stelline.
Io non riesco proprio a vedere alcun futuro per me; non ho idea di come farò quando sarò costretto a lavorare 45 ore a settimana per riuscire a mangiare e arrivare a malapena a fine mese senza i miei.
Spero sempre di riuscire ad ammazzarmi prima.
L'unica mia "conquista" è stata la patente (anche se comunque è vero che la danno pure a quelli che non dovrebbero andare in giro neanche in bici, infatti si vede com'è la gente per strada), ed è l'unica cosa che forse mi riesce bene nella mia inutile vita e che non mi provoca talmente ansia da paralizzarmi.
A volte mi aiuta anche a distrarmi un po' da altri pensieri troppo invadenti e invalidanti, se sono per strada da solo e in situazioni tranquille, ma poi c'è il problema del costo della benzina quindi non è che posso prendere la macchina e fare giri a caso quando voglio.
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17-07-2022, 15:55
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#4
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Esperto
Qui dal: Nov 2006
Ubicazione: Brianza
Messaggi: 1,483
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Ti capisco bene, anch'io mi sento così, senza speranza.
Anche per me tutto enorme, molto difficile, complicato. E la gente manco capisce, pensa che sono pigro, lavativo, negligente, scansafatiche. Tutto tranne capire la situazione.
Alla fine ci si isola per forza o lo fanno gli altri visto che ti disistimano.
Ti avevo scritto via MP, se vuoi parlare un po'.
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17-07-2022, 16:29
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#5
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Principiante
Qui dal: Jun 2022
Messaggi: 23
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Ti capisco, eccome se ti capisco.. soprattutto ci sono periodi esattamente come li descrivi tu, in cui le prospettive future si annebbiano e ci si spaventa ancora di più, non si sa verso dove si sta andando, non ci capisce dove possa essere questa “condizione ideale” in cui far quadrare le cose, le proprie aspirazioni, l’equilibrio ed il benessere nel rapporto con gli amici, le relazioni fondamentali, quelle sentimentali ecc... tutto sembra una montagna da scalare e dopo un po’ la scalata stanca, stanca perché tante energie nervose vengono spese per andare avanti ma non si intravede il “premio”, non si intravede quel benessere che si vorrebbe..e soprattutto non si vede scemare la propria ansia di fondo.. anche a me capita di vedere sempre questo campo di battaglia, la vita come una battaglia costante ma scarseggiano i momenti di pace definitiva, di assenza di lotta, di benessere senza la lotta.. e mi domando.. quando arriveranno questi momenti?
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17-07-2022, 18:58
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#6
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 3,934
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Io mi sento come se per ogni passo avanti che faccio ne facessi due indietro... E come se ogni attività che dovessi affrontare fosse una impresa titanica.
Me lo chiedo anche io come fanno gli altri. Forse hanno una maggior pratica che li rende più sicuri.
Forse semplicemente non ci pensano.
Se inizi a rimuginare troppo sulle cose poi ti viene fuori una paura che ti blocca. Sia che si tratti di parlare al telefono per lavoro che prendere la macchina e andare da qualche parte.
Provo a prendere ad esempio il lancio con il paracadute. Dal momento in cui ti metti a cercare un operatore con cui fare il lancio, fino al momento di tornare a casa, i fattori di rischio sono una infinità.
Io non lo farei mai. Altri non vedono l'ora di ripetere più volte l'esperienza.
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Ultima modifica di Demiurgo; 17-07-2022 a 19:12.
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17-07-2022, 19:11
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#7
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,423
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Forse non dovrei intervenire nel thread, visto che alcune cose che per altri utenti (alcuni dei quali già hanno scritto) sono difficili o impossibili io riesco comunque a farle, anche se con difficoltà grandi o piccole. Per dire, mi sono laureato e ho un lavoro.
Tuttavia c'è tutto un ventaglio di attività che anche a me risultano difficili o difficilissime o addirittura impossibili, e anche questa è stata una causa che col tempo mi ha portato all'isolamento sociale quasi completo.
Alla fine nella mia vita ho cercato, con molti problemi e difficoltà, a ritagliarmi dei piccoli spazî per riuscire a fare ciò che riesco a fare per sopravvivere, ma senza mai avventurarmi oltre quell'orlo che mi separa dall'ignoto, quell'ignoto in cui le persone "normali" si avventurano senza alcun problema o con comunque molti meno problemi di me.
Ricordo verso la fine dell'università che sentivo di persone che si organizzavano per provare il dottorato, per viaggiare all'estero, per formarsi ulteriormente oltre la laurea, per allargare la propria rete sociale... tutte cose che per me erano e sono fantascienza. Invidiavo molto queste persone e lo scarto tra la facilità con cui loro vivevano e le difficoltà che bloccavano me mi bruciava parecchio.
Alla fine su moltissime cose mi sono rassegnato, mi sono detto che io sono fatto così, con tutti questi limiti e problemi, e non ci posso far molto, anche perché ormai il tempo è passato e non ho più vent'anni.
Attualmente cerco di concentrarmi su quel poco che ho senza pensare agli altri.
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17-07-2022, 19:18
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#8
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Banned
Qui dal: Jun 2020
Ubicazione: Lazio
Messaggi: 9,562
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Perché ci sanno fare e pensano meno di noi. A tante persone gli viene normale socializzare con sconosciuti , fare esperienze.
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17-07-2022, 20:06
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#9
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Avanzato
Qui dal: Sep 2019
Messaggi: 358
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Inutile ragionare sulle frasi dette... perché chi le dice non vive quello che vivi tu.
Anche io ho mollato l università principalmente per quel problema (in più mi faceva anche schifo).
Guidare la macchina ho il terrore... però la patente l ho presa. Mi ripetevo come un mantra: vabbe provo; c è listruttore; se non la passo pace... almeno ci ho provato.
Risultato: ci ho messo una vita a dare la teoria e ho fatto 8000 guide con l istruttore ahhaha ma l ho presa.
La macchina ancora non la guido ma il motorino si. E ti assicuro che guida gente veramente negata. Sono più quelli inchiappati che quelli bravi.
Mi sono iscritta nel forum perché mi venivano gli attacchi di panico per il lavoro... eppure ora lavoro. Certo niente è semplice.
Per il lavoro sono stata "costretta" a buttarmi.
Per la patente invece l ho presa come una cosa che provavo a fare per me... e comunque era un rischio calcolato. Il massimo che potesse succedere era non passare l esame ed eventualmente mollare tutto.
Purtroppo non ci si può fare molto... a me l ansia la scatena la.paura; quella di fallire e fare la figura della scema; oppure la paura dell ignoto e di non poter controllare le cose. Ma la verità è che finché non ho affrontato alcune paure (con fatica e insistendo) non mi sono passate.
Alcune le ho ancora forti, altre moooolto più lievi ed altre ancora mi sono passate.
Però è successo quando ho visto che alla fine non mi poteva capitare nulla e che, fondamentalmente, alla gente non fregava nulla di me.
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17-07-2022, 21:07
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#10
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Non lo so, non so cosa dirti sai, si tira sempre a campare male e io non possiedo soluzioni, perciò non saprei cosa suggerirti .
L'unica cosa che mi viene da dirti è che se proprio non riesci a prendere la patente, non ti colpevolizzare troppo, a qualcuno riescono certe cose, ad altri no, anche se so che magari poi è una cosa che ti manca.
Ci stai già provando in fondo.
Io l'ho presa (la patente) ma non me ne vanto, ho avuto culo nel riuscire, vedo sempre gente attorno a me che dice a tutti di darsi da fare, sì va bene, ma spesso se uno in certi ambiti non riesce non c'entra tantissimo il darsi da fare, magari mancano proprio certe cose che ancora non si sono acquisite, quando si riuscirà ad acquisirle, se si riuscirà, si risolvono, e se no restano irrisolte.
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Ultima modifica di XL; 17-07-2022 a 21:40.
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17-07-2022, 21:55
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#11
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Esperto
Qui dal: Mar 2022
Messaggi: 1,709
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Dubito che per gli altri sia più facile . La differenza che magari le persone e i traguardi degli altri, usati come metro di paragone per definire le nostre capacità , ci fa sentire ingiustamente ancora meno capaci. Dico ingiustamente perché spesso questi disturbi precludono e debilitano la vita , anche nell'ambito cognitivo, di conseguenza, si fa più fatica in alcuni momenti.
Questo ovviamente dipende da caso a caso, ma generalmente c'è sempre qualcosa che ti fa sentire meno o non abbastanza e porta a soffrire.
Sulle frasi fatte e fastidiose non sono del tutto d'accordo. Proprio perché effettivamente sono vere. Lo sono per chiunque, anche per chi non ha problemi di ansia o depressione.
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17-07-2022, 22:04
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#12
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 3,155
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Pensiero molto comprensibile, anche a me è sempre sembrato che tante persone viaggino sui binari.
Che abbiamo un percorso standardizzato, e problemi standardizzati, bel bene e nel male.
Alla fine però non me ne frega niente di seguire lo stesso percorso degli altri, e non mi metto in competizione.
Penso che sia cosa buona guardare al prossimo non per i risultati, ma per la strada seguita. A volte è possibile imparare e prendere d'esempio, sia su cosa fare, che su cosa non fare.
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17-07-2022, 22:42
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#13
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Esperto
Qui dal: Aug 2020
Ubicazione: Piemonte orientale
Messaggi: 734
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Credo che per gli altri la vita sia più facile perché il mondo è fatto su misura per le persone estroverse.
Per fare molte cose sono richieste continue interazioni sociali, e chi non ama farle e ha un'indole solitaria viene costantemente lasciato indietro...
Personalmente, negli ambiti citati nel post iniziale io non ho mai avuto particolari problemi: alla guida me la cavo piuttosto bene, mi sono laureato senza difficoltà e ora lavoro da qualche anno.
È in tutto ciò che riguarda le relazioni sociali che sento che le cose non sono adatte a me: gli altri preferiscono essere amici di persone estroverse, che parlano di continuo, e chi non mantiene lo stesso livello di socialità (per esempio non ama uscire alla sera, ma preferisce altri momenti della giornata) viene progressivamente tagliato fuori...
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18-07-2022, 00:07
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#14
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,449
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Mi sono sentito così diverse volte. Ora capita meno spesso.
I farmaci hanno aiutato molto.
Il resto l'ha fatto la convinzione di non voler mollare mai più.
Dicono che bisogna imparare a sguazzare nel disagio per poter apprendere, perché è solo quando ci troviamo fuori dalla nostra comfort zone che possiamo scoprire capacità che non sospettavamo di avere.
Però non voglio banalizzare: se tutta la vita dev'essere una lotta continua è impossibile resistere a lungo, ad un certo punto ci si esaurisce e si va in tilt. E a quel punto servono i farmaci, c'è un cazzo da fare, ma senza non se ne esce.
E devono pure essere i farmaci giusti, ché non sempre è facile arrivarci.
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18-07-2022, 00:33
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#15
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 14,136
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Io devo pensare ad ottenere il meglio per il mio profilo psicologico,la chiave di svolta e stata non subire più la mafrina,non ti considerano quanto un estroverso,sei condizionato,nel momento in cui sono riuscito a non farmi pesare questa cosa,e cambiato il mio approccio alla vita,la colpa e anche di scuola insegnanti,ecc,però la mia indole mi consente anche di estranearmi dal contesto quando ho un obiettivo,capacità di analisi e introspezione,oggi non so se farei a cambio con un estroverso che parla solo di calcio e donne..10 anni fa si oggi no..
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18-07-2022, 11:07
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#16
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,113
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Per gli altri è facile perché hanno il cervello che funziona. Sono sempre in azione e mai in rimuginio. Sanno dare un taglio netto alle situazioni indesiderate ed iniziare con entusiasmo quelle nuove. Non sono statici. Non sono depressi.
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18-07-2022, 11:11
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#17
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Esperto
Qui dal: Oct 2013
Messaggi: 13,447
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fondamentalmente per motivi genetici
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18-07-2022, 11:36
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#18
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Esperto
Qui dal: Apr 2022
Messaggi: 1,191
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Perché riescono a trovare continuamente motivazioni e stimoli in quello che fanno. Hanno capacità di fare progetti a medio/lungo termine e questo li fa andare avanti "energicamente"...
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Ultima modifica di Holbaek; 18-07-2022 a 11:40.
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18-07-2022, 22:02
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#19
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Esperto
Qui dal: May 2021
Messaggi: 2,091
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Me lo chiedo sempre anche io, per me è già un lavoro uscire, letteralmente mi stanco anche se devo parlare 10 minuti con un'altro essere umano, se sto zitto e non ho persone intorno riacquisto energia, più vado avanti e più mi sembra tutto un utopia, penso "cosa cazzo è successo nella mia vita per essere ridotti in questo modo?", possono essere i traumi, ok, ma molte persone che hanno vissuto traumi peggiori, socializzano e sono integrati nella società come tutti, perchè io devo avere tutta questa difficoltà da quando sono bambino?
Mi sento come se fossi nato sbagliato, vai a sapere magari è un problema irrisolvibile, un danno neurologico dovuto alla nascita prematura, forse sono fatto così, il fatto è che parlarne qua è un conto, posso anche ragionare lucidamente e cercare di capire la mia mente, ma quando mi trovo in mezzo alla gente, che non sa niente delle patologie mentali tipo FS o DEP, non riesco a regolarmi, vado in iperattivazione e finisco per sembrare problematico o strano, è questo il problema, sento proprio una differenza enorme tra me e qualsiasi altra persona, tutti anche quelli con sindrome di down, sembrano riuscire a socializzare e integrarsi, io no e non capisco come fare, forse dovrei accettare che sono problematico e fingere di non vedere gli atteggiamenti da presa di culo che hanno le persone. Devo accettare di essere invalido e vivere con inferiorità accettando le categorie protette o pensione inps... Il fatto è che io mi sento abbastanza intelligente e normale quando sono solo a casa, riesco a regolarmi, riesco a pensare a me stesso, con gli altri cambio personalità, torno ad essere il bambino problematico che ero, mi sento come se cambiassi anche nel viso, impressionante l'altra volta ero a casa mi guardo allo specchio e dico tra me e me "sembro normale dai ora esco e sto con la schiena dritta", finchè non c'erano persone vicino ci sono riuscito, appena sono andato nel marciapiede affollato, automaticamente sono diventato il solito gobbo che guarda per terra, poi mi sono visto nel riflesso in un vetro e mi sono visto brutto, col volto teso e l'espressione da cane bastonato. Cambio proprio in tutto quando sono con la gente, anche nel viso.
Magari è il mio disturbo di personalità che mi da tutti questi pensieri, ma è così, e vivere così è infernale.
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18-07-2022, 22:46
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#20
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,954
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Quote:
Quindi mi chiedo: perché per gli altri è sempre così facile? La gente lavora tutto il giorno senza problemi, io devo passare le giornate a quel corso [...]
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Ne parlavo giusto l'altro giorno con un amico. Non credo che quello che provano gli altri sia tanto diverso, è il modo di viverlo che lo è. Conosco gente che "fa cose" e credo si stressi esattamente come mi stresserei io, a parte piccole variazioni fisiologiche. Credo che la differenza sia la capacità di "incassare" e gestire relazioni e problematiche varie. Certo molto dipende dalla motivazione, il classico motivo per vivere, per capirci.
Poi c'è, credo un altro fatto ovvero che sono capacità come altre più apparenti e delineate. Intendo dire, non ci stupiamo troppo di una bambina che vince ori olimpici nella ginnastica artistica, ma tra lei e un totale imbranato ci sono mille gradi intermedi, e quelli dipendono solo in parte dall'allenamento. Penso che la componente innata sia molto forte e così è per le skills sociali. Naturalmente un basso livello di partenza diventa un meccanismo a valanga negativo, diminuiscono le possibilità di interazione e gestione, e questo fa disallenare la già bassa capacità.
Personalmente non credo esistano grandi spazi di manovra. Per molte cose sì, lo dico sempre che sono allenabili, ma certi limiti strutturali secondo me sono abbastanza refrattari a tutto il lavoro che ci possiamo fare. Spero di sbagliare ma posso basarmi solo sul mio vissuto.
Ho tolto il nome dal quote come desideri, ma devo pur lasciare il pezzetto a cui sto rispondendo per non creare vuoti di contesto in futuri lettori. Apprezzo che l'hai chiesto per favore, c'è anche chi pretende pure di ordinarlo
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Ultima modifica di pokorny; 18-07-2022 a 22:50.
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