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Vecchio 01-12-2013, 21:04   #1
Principiante
L'avatar di DannyM89
 

Perché non riesco a volermi bene?... Perché non ci riesco più?
Non capisco perché mi serva qualcuno per avere la forza di fare ciò che devo. Non riesco quasi più a fare le cose solo per me, solo per il mio bene. Fino a 5 anni fa non era così. Mi sentivo bene, amato, considerato e poi in un anno è successo di tutto: un bel amore finito, amicizie finite, lutto, problemi di salute seri, problemi in famiglia. Tanto dolore tutto assieme e non c'ero per niente abituato.

Il dolore mi ha fatto maturare su tante cose ma adesso vorrei che le cose si risistemassero almeno dove dipende per una buona parte da me. Il problema è che non mi voglio più bene come prima e ho bisogno di qualcuno fuori di importante. Avevo un'amica così ma poi l'ho persa in quel maledetto anno e non sono riuscito a ricucire i rapporti. Ho trovato un'altra amica con cui c'è una bella tensione tenera ma incomprensibilmente quando sto con lei divento ansioso. Vorrei poter fare ciò che devo per sentirmi poi pronto a ricevere affetto e non fare solo se già ce l'ho. E poi in alcuni giorni mi prende una forte ansia anche a fare stupidaggini e non riesco a capire e nessuno mi fa capire il perché. Ora mi capita di pensare "ma chi sono io per farmi del bene se non sono importante per qualcuno?", mentre prima facevo senza pensare, forse di abitudine.
Insomma...non riesco a farmi del bene se non sento affetto o se non trovo la forza per fronteggiare i miei problemi ad ogni respiro (forze che la mia ansia a targhe alterne mi consuma). Capita anche a voi?
Vecchio 02-12-2013, 00:38   #2
Banned
 

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Originariamente inviata da DannyM89 Visualizza il messaggio
Perché non riesco a volermi bene?... Perché non ci riesco più?
Non capisco perché mi serva qualcuno per avere la forza di fare ciò che devo. Non riesco quasi più a fare le cose solo per me, solo per il mio bene.

Vorrei poter fare ciò che devo per sentirmi poi pronto a ricevere affetto e non fare solo se già ce l'ho. E poi in alcuni giorni mi prende una forte ansia anche a fare stupidaggini e non riesco a capire e nessuno mi fa capire il perché.
Insomma...non riesco a farmi del bene se non sento affetto o se non trovo la forza per fronteggiare i miei problemi ad ogni respiro (forze che la mia ansia a targhe alterne mi consuma). Capita anche a voi?
Decisamente si. anche x me é cosi...non riesco a volermi bene da sola ed ho costantemente bisogno di qualcuno che lo faccia x me, che mi tenga al centro del suo mondo e che mi assecondi nei miei stati d'animo. da sola non riesco a fare praticamente nulla...ho paura della solitudine. una paura marcia.
Vecchio 02-12-2013, 01:45   #3
Avanzato
L'avatar di Passiflora
 

...non è che ti senti in colpa per non aver saputo cambiare più di tanto il corso di ciò che è successo ?
Da qui il crollo di autostima, la presa di coscienza della tua estrema vulnerabilità, il bisogno improvviso che qualcuno ti dica quanto vali davvero, perchè tu non lo sai più...
ipotizzo...
Vecchio 02-12-2013, 12:19   #4
Esperto
 

Amare se stessi e' difficile.
Bisogna per prima cosa perdonarsi ed accettare i propri limiti ed errori.
Datti tempo e si meno rigido con te stesso.
Vecchio 02-12-2013, 13:27   #5
Principiante
L'avatar di DannyM89
 

Grazie delle risposte.
Si dice che si è gentili perché si vuole che gli altri lo siano con noi (e così via)…e da bambino ero apatico perché saturo di affetto esterno. Quando sono cresciuto infatti ho affrontato il problema di dover imparare ad esprimermi e a socializzare, ma direi di essermela cavata. È da quanto ho 20 anni che però mi viene spesso da chiedermi “perché” a ciò che mi fa bene. Perché devo fare e faticare per qualcosa che mi fa bene se non c’è nessuno intorno a me che mi dimostra affetto. Mi sento mancare i motivi e non riesco a darmi un valore come individuo singolo. In quei giorni dove non mi si fila nessuno a cui tengo mi sento mancare di motivazione. Sento dentro di me un senso di tenerezza come a volerlo da fuori nei miei confronti e ne divento succube e iniziano i pensieri. C’è chi mi ha detto che è una questione di cosa ritengo sia più importante, di priorità insomma. C’è chi mi ha detto che ho paura e diffidenza negli altri (ipotesi sociofobica) a causa di quel brutto periodo che ho passato. Chi mi ha parlato di underconfidence e via così di interpretazioni varie. Vorrei sapere cosa ne pensa chi prova una sensazione simile.

Avete presente quando Freud parlava di contrapposizione tra Super-Io (inteso come morale sociale) e Io? Insomma il Super-Io avvilisce l’Io “civilizzando” l’uomo ossia rendendolo mansueto, avvilendo la sua naturale aggressività. Le pulsioni distruttive ed antisociali sono però ineliminabili e vengono quindi sfogate solo su di sé e nei casi più gravi sfociare in nevrosi.
Quando quindi si prova di solo contribuire alla “società” intesa come gruppo più o meno ampio, anche solo 2 persone (o addirittura di non farne parte) senza ricevere niente in cambio come per esempio gli affetti e stima allora si avverte di più un senso di oppressione, cresce il desiderio e la possibilità di spirali autodistruttive.
Vi faccio un esempio. Qualche settimana facendo pausa ho visto parte di un programma tv chiamato dottor oz. Era stato invitato un comico che è diventato famoso per i suoi libri sui problemi di coppia e dispensava consigli in tal senso. A un certo punto dice “La donna deve stuzzicare l’uomo…perché dovrei lavarmi e curarmi se non facessi sesso?”… Ora, a parte la battuta comica (perché è una battuta), si può dire che si tratta di estremizzare (in maniera scherzosa) un concetto di fondo che è quello per cui il farsi del bene è legato al voler ricevere una ricompensa (come il piacere, proteggere le amicizie e la stima degli altri nei nostri confronti ecc…)? Forse è questione di tenersi pronti e pazientare che arrivi qualcosa di bello.
L’amarsi è legato all’essere amati? Che ne pensate?
Vecchio 02-12-2013, 13:50   #6
Esperto
L'avatar di barclay
 

FORSE mi volevo più bene quando ero un evitante integralista… ma so già che il mio analista sosterrebbe che non mi sono mai voluto bene
Vecchio 02-12-2013, 15:54   #7
Avanzato
L'avatar di Passiflora
 

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Originariamente inviata da DannyM89 Visualizza il messaggio
Grazie delle risposte.
Si dice che si è gentili perché si vuole che gli altri lo siano con noi (e così via)…e da bambino ero apatico perché saturo di affetto esterno. Quando sono cresciuto infatti ho affrontato il problema di dover imparare ad esprimermi e a socializzare, ma direi di essermela cavata. È da quanto ho 20 anni che però mi viene spesso da chiedermi “perché” a ciò che mi fa bene. Perché devo fare e faticare per qualcosa che mi fa bene se non c’è nessuno intorno a me che mi dimostra affetto. Mi sento mancare i motivi e non riesco a darmi un valore come individuo singolo. In quei giorni dove non mi si fila nessuno a cui tengo mi sento mancare di motivazione. Sento dentro di me un senso di tenerezza come a volerlo da fuori nei miei confronti e ne divento succube e iniziano i pensieri. C’è chi mi ha detto che è una questione di cosa ritengo sia più importante, di priorità insomma. C’è chi mi ha detto che ho paura e diffidenza negli altri (ipotesi sociofobica) a causa di quel brutto periodo che ho passato. Chi mi ha parlato di underconfidence e via così di interpretazioni varie. Vorrei sapere cosa ne pensa chi prova una sensazione simile.

Avete presente quando Freud parlava di contrapposizione tra Super-Io (inteso come morale sociale) e Io? Insomma il Super-Io avvilisce l’Io “civilizzando” l’uomo ossia rendendolo mansueto, avvilendo la sua naturale aggressività. Le pulsioni distruttive ed antisociali sono però ineliminabili e vengono quindi sfogate solo su di sé e nei casi più gravi sfociare in nevrosi.
Quando quindi si prova di solo contribuire alla “società” intesa come gruppo più o meno ampio, anche solo 2 persone (o addirittura di non farne parte) senza ricevere niente in cambio come per esempio gli affetti e stima allora si avverte di più un senso di oppressione, cresce il desiderio e la possibilità di spirali autodistruttive.
Vi faccio un esempio. Qualche settimana facendo pausa ho visto parte di un programma tv chiamato dottor oz. Era stato invitato un comico che è diventato famoso per i suoi libri sui problemi di coppia e dispensava consigli in tal senso. A un certo punto dice “La donna deve stuzzicare l’uomo…perché dovrei lavarmi e curarmi se non facessi sesso?”… Ora, a parte la battuta comica (perché è una battuta), si può dire che si tratta di estremizzare (in maniera scherzosa) un concetto di fondo che è quello per cui il farsi del bene è legato al voler ricevere una ricompensa (come il piacere, proteggere le amicizie e la stima degli altri nei nostri confronti ecc…)? Forse è questione di tenersi pronti e pazientare che arrivi qualcosa di bello.
L’amarsi è legato all’essere amati? Che ne pensate?
..."Apatico perche' saturo di affetto esterno" ???
Questa frase mi ha colpito molto !
Te lo dico da dipendente affettiva/evitante...
Sei sicuro che quello fosse l'affetto di cui avevi bisogno ?
Anche io sono stata cresciuta con le attenzioni del caso, ma mi e' mancata pesantemente l'attenzione per ME in quanto individuo con le sue personali caratteristiche.
La mia famiglia ha cresciuto "una bambina", non ME.
La tua mi sembra proprio dipendenza affettiva, e non cercare di trovarle un fondamento razionale, sappi che la gente normale non ci soffre cosi', quando non e' calcolata.
Vecchio 02-12-2013, 22:22   #8
Banned
 

premesso che credo che non siamo fatti per stare da soli...forse vedere che le persone a cui teniamo ci sostengono con il loro affetto ci fa sentire qualcuno, dá un senso a quello che facciamo...o meglio, ci impedisce di avvilirci...e di considerare la nostra solitudine come qualcosa di minaccioso.

non credo però che l'amare sia x forza legato all'essere amati. ovviamente sarebbe la massima realizzazione di un qualsiasi tipo di rapporto (famiglia, amore, amicizia)...però esistono casi e casi di persone che amano profondamente qualcuno senza essere ricambiati. ovviamente non c'è cosa più brutta che possa capitare e le conseguenze possono essere anche disastrose...ma purtroppo capita spesso e volentieri.
tirando le somme comunque penso che l'amare faccia parte dell'essere umano, sia una cosa innata in ognuno di noi...poi c'è chi sa gestirne le conseguenze e riesce a mettere la sua vita e i suoi bisogni nelle mani dell'altro ( perché x me questo è l'amore) e chi invece non sa fidarsi degli altri e non è pronto a condividersi o é stato ripetutamente deluso e usato e non ha più voglia di soffire, quindi preferisce stare solo.
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