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04-12-2014, 14:14
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#21
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Banned
Qui dal: Nov 2014
Messaggi: 721
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winston e muttley potete venire a litigare anche nei miei topic così faccio il record di pagine ?
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04-12-2014, 14:32
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#22
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Banned
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 3,059
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Quote:
Originariamente inviata da neversayboh
e come lo chiami chi è tentato dalla compagnia ma si rifugia nella solitudine ?
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Estroverso con problemi relazionali.
Io non intendo che l'introverso sia un alieno che non apprezza la compagnia, ma diciamo che soffre meno per la condizione di solitudine e dunque diventa meno nevrotico e depresso di un estroverso che invece mal sopporta la solitudine,
un introverso non si rifugia nella solitudine, un'introverso la solitudine la ricerca per istinto, un estroverso magari ci si rifugia perché non ha altra scelta.
Certo ci sono anche gli introversi con problemi relazionali ma secondo me tendono ad incidere meno sulla psiche della persona introversa, un introverso con problemi relazionali a differenza di un'estroverso con problemi relazionali sarà meno depresso/ansioso, pessimista o autodistruttivo.
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04-12-2014, 15:04
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#23
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Banned
Qui dal: Nov 2011
Ubicazione: da qualche parte in mezzo all'oceano Atlantico
Messaggi: 3,333
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Se sono da considerare "normali"... Boh... Estroverse con chi gli va di esserlo, non mi sembra di vedere TUTTI che socializzano con TUTTI anzi, vedo che in molti là fuori tendono a farsi fatti loro, sopratutto quando non hanno tempo da perdere, ne hanno diritto.
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04-12-2014, 15:23
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#24
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Banned
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 3,059
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Ma in base alla statistica non dovrebbe essere 50% intro e 50% estro? D'altronde come definire l'estroversione se non una maggiore estroversione rispetto alla media?
"ritirarmi ogni tanto in un mondo di sogni e speranze, dove sono tranquilla" (cit. spero corretta )
Nella tua visione introversione/estroversione e nel tuo a volte ritirarti da una realtà che percepisci (mi sembra di aver capito) a volte troppo angosciante c'è un problema fondamentale, cioè il tuo considerare come un valore il fatto di essere tranquilli, sereni e senza ansia. Considerare un valore il fatto di riuscirci.
Appunto... tristezza, ansia, nevrosi, autodistruzione... sono comunque sentimenti e comportamenti attivi, vitali, che presuppongono un mantenere un contatto con sé e con il mondo, un desiderio di realizzare le proprie potenzialità.
Se uno invece è talmente compromesso sul piano psicologico da essere un po' anestetizzato (come quando sotto una certa temperatura si smette di sentire freddo) e da aver rinunciato a realizzarsi è chiaro che moccola meno. Però stà meglio?
E' chiaro, uno è autistico 100% e stà a impilare cose tutto il giorno, nessuno lo disturba e la vita scorre placida... così evita quella quota di ansia che fà parte della vita di chiunque, ma a che prezzo?
Che poi si possa tradurre questa esigenza emotiva in una teorizzazione dell'introversione come tratto caratteriale neutro è vero, ma il primo passo è smettere di crederci, anche se questo significa incominciare a far filtrare un po' di rumore, un po' di luce nel nostro rifugio puccioso.
E' chiaro che non sarebbe pucciosissimo se anche lì ci fossero i mostriciattoli ansiogeni, ma dobbiamo farli entrare. Se non in pratica, almeno in forma di consapevolezza. Cioè ok la solitudine ogni tanto, ma un po' bisogna spaventarsi e angosciarsi quando ci ritiriamo nella pace, bisogna incominciare a odiare e temere le amate mure della nostra casetta. Perché non c'è niente di più mortifero di loro.
E cosa ci dice il fatto che siamo tranquilli proprio dove accadono le cose peggiori? Dove noi e la nostra vita vengono fatti crudelmente a pezzi? Andiamo troppo tranquilli al mattatoio... troppo placidamente chiniamo la testa sul ceppo del boia...
Il problema è che appunto il tempo stringe, quindi anche se non la faccio mai, direi che un po' di terapia d'urtooooooooooooooooooooo ci sta proprio beneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee:
http://www.youtube.com/watch?v=VeqqViZcag8
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Non si tratta di essere anestetizati io sento le stesse necessita che sente un estroverso sul piano affettivo/umano, non riuscirei pero' a stare dalla mattina alla sera in compagnia, al telefono, al lavoro, e poi uscire con gli amici e poi con il ragazzo e poi con la famiglia, e' proprio un mio limite neurologico, io ho bisogno vitale di momenti di solitudine per non uscire di testa, ciò non vuol dire che io non desideri contatti umani, li desidero con le mie modalità' e i miei tempi.
La vita di oggi non e' fatta per un introverso io mi ritiro nel mio mondo estraniandomi dalla realtà che ti vuole sempre connesso, sempre sociale, sempre li a parlare perche ne ho bisogno, ho bisogno di staccare la spina dalla società che e' fondamentalmente una società di estroversi ma non sono per questo "malata". Sono "malata" dal momento in cui non sento proprio più la necessita' di contatti umani, l'introversione non e' di per se una malattia lo diventa quando diventa "troppo" e sfocia nel disturbo schizoide di personalità'
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Ultima modifica di Stefania90; 04-12-2014 a 16:07.
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04-12-2014, 16:08
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#25
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,353
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Più che altro ci si dovrebbe domandare perché tanto interesse per gli atteggiamenti altrui, quasi questi fossero di ostacolo alla propria vita, alle proprie aspirazioni...una persona fobica e quindi insicura ha un primo nemico contro cui combattere, ed è inutile specificare chi sia...
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parli di kody?
ma dai, nemico tanto per ridere, siamo pur sempre in un forum
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04-12-2014, 16:11
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#26
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,211
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Quote:
Originariamente inviata da Inosservato
parli di kody?
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No parlavo di un certo utente, proveniente dal nord italia, dalle vaghe simpatie destroidi, con sfumature clericali, non so se hai presente...
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04-12-2014, 16:14
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#27
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,532
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
La socializzazione non si fa da soli, che io sappia. Non si può non tener conto degli atteggiamenti altrui, se la questione è come socializzare.
Ed è innegabile che certi atteggiamenti altrui sono di ostacolo (non insormontabile, magari) alle aspirazioni di alcuni.
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04-12-2014, 16:41
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#28
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Esperto
Qui dal: Sep 2011
Ubicazione: Brianza
Messaggi: 997
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Spesso si ragiona soltanto per "bianco e nero" (mi riferisco all'umanità in genere, non a questo forum), non si tiene conto che la grande maggioranza delle persone stanno nel mezzo (ovviamente alcuni più vicini ad un estremo, altri all'altro).
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04-12-2014, 16:48
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#29
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,353
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
No parlavo di un certo utente, proveniente dal nord italia, dalle vaghe simpatie destroidi, con sfumature clericali, non so se hai presente...
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lascia stare reknub che è pure bannato e ritornerà a breve...
ahahaha ma qualcuno l'ha avvisato di sta cosa dei like? mi sarebbe piaciuto vedere la sua reazione serafica e pacata a questa estronovità
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04-12-2014, 16:49
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#30
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 10,892
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anche io ho le tue perplessità e infatti reputo la maggioranza della gente normalone
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04-12-2014, 16:52
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#31
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 10,892
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Più che altro ci si dovrebbe domandare perché tanto interesse per gli atteggiamenti altrui, quasi questi fossero di ostacolo alla propria vita, alle proprie aspirazioni...una persona fobica e quindi insicura ha un primo nemico contro cui combattere, ed è inutile specificare chi sia...
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magari più che tanto interesse è solo riconoscerne l'esistenza e magari quindi prenderne le distanze... giustamente perche quando si sa che c'è un pericolo o cose che non ci piacciono è giusto e sensato riconoscerlo e agire di conseguenza....
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04-12-2014, 16:56
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#32
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Banned
Qui dal: Nov 2011
Ubicazione: da qualche parte in mezzo all'oceano Atlantico
Messaggi: 3,333
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Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy
magari più che tanto interesse è solo riconoscerne l'esistenza e magari quindi prenderne le distanze... giustamente perche quando si sa che c'è un pericolo o cose che non ci piacciono è giusto e sensato riconoscerlo e agire di conseguenza....
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Quoto e ringrazio.
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04-12-2014, 17:08
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#33
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,211
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Quote:
Originariamente inviata da Inosservato
lascia stare reknub che è pure bannato e ritornerà a breve...
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No parlo di un estroverso in disguise, uno che fin dai tempi della scuola e poi anche al lavoro fa sempre battutine, ed è rinomato per la sua doppia natura di burlone che fa il simpatico con tutti...
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04-12-2014, 19:39
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#34
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Banned
Qui dal: Nov 2011
Ubicazione: da qualche parte in mezzo all'oceano Atlantico
Messaggi: 3,333
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
La socializzazione non si fa da soli, che io sappia. Non si può non tener conto degli atteggiamenti altrui, se la questione è come socializzare.
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Infatti, se decido che con Tizio NON voglio socializzare NON socializzo, alòlo stesso modo, se Tizio decide di non socializzare con me NON socializza, mica lo posso costringere...
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04-12-2014, 20:03
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#35
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 3,043
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Gli introversi che socializzano e gli ambiversi tendono ad adattarsi al comportamento estroverso, quindi visti dall'esterno un introverso adattato è più simile ad un estroverso che ad un introverso disadattato.
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04-12-2014, 20:24
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#36
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Intermedio
Qui dal: Nov 2014
Messaggi: 97
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introversi che socializzano mi sembra un ossimoro come "ghiaccio bollente".
per esempio io non saprei come classificarmi tra introverso che socializza o introverso disadattato, se dovessi etichettarmi inventerei una terza categoria l' introverso "che invidia gli estroversi".
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04-12-2014, 23:15
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#37
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 10,892
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Ma in base alla statistica non dovrebbe essere 50% intro e 50% estro? D'altronde come definire l'estroversione se non una maggiore estroversione rispetto alla media?
"ritirarmi ogni tanto in un mondo di sogni e speranze, dove sono tranquilla" (cit. spero corretta )
Nella tua visione introversione/estroversione e nel tuo a volte ritirarti da una realtà che percepisci (mi sembra di aver capito) a volte troppo angosciante c'è un problema fondamentale, cioè il tuo considerare come un valore il fatto di essere tranquilli, sereni e senza ansia. Considerare un valore il fatto di riuscirci.
Appunto... tristezza, ansia, nevrosi, autodistruzione... sono comunque sentimenti e comportamenti attivi, vitali, che presuppongono un mantenere un contatto con sé e con il mondo, un desiderio di realizzare le proprie potenzialità.
Se uno invece è talmente compromesso sul piano psicologico da essere un po' anestetizzato (come quando sotto una certa temperatura si smette di sentire freddo) e da aver rinunciato a realizzarsi è chiaro che moccola meno. Però stà meglio?
E' chiaro, uno è autistico 100% e stà a impilare cose tutto il giorno, nessuno lo disturba e la vita scorre placida... così evita quella quota di ansia che fà parte della vita di chiunque, ma a che prezzo?
Che poi si possa tradurre questa esigenza emotiva in una teorizzazione dell'introversione come tratto caratteriale neutro è vero, ma il primo passo è smettere di crederci, anche se questo significa incominciare a far filtrare un po' di rumore, un po' di luce nel nostro rifugio puccioso.
E' chiaro che non sarebbe pucciosissimo se anche lì ci fossero i mostriciattoli ansiogeni, ma dobbiamo farli entrare. Se non in pratica, almeno in forma di consapevolezza. Cioè ok la solitudine ogni tanto, ma un po' bisogna spaventarsi e angosciarsi quando ci ritiriamo nella pace, bisogna incominciare a odiare e temere le amate mure della nostra casetta. Perché non c'è niente di più mortifero di loro.
E cosa ci dice il fatto che siamo tranquilli proprio dove accadono le cose peggiori? Dove noi e la nostra vita vengono fatti crudelmente a pezzi? Andiamo troppo tranquilli al mattatoio... troppo placidamente chiniamo la testa sul ceppo del boia...
Il problema è che appunto il tempo stringe, quindi anche se non la faccio mai, direi che un po' di terapia d'urtooooooooooooooooooooo ci sta proprio beneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee:
http://www.youtube.com/watch?v=VeqqViZcag8
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se ho capito bene, secondo questo ragionamento gli oranghi son disturbati perche solitari a differenza degli scimpanzé ?
io credo che tutti noi stiamo bene quando assecondiamo la nostra indole sempre e in ogni momento..
quindi un solitario che ogni tanto ha desideri di socialità ma ha disturbi quando ci prova sta male
un solitario che ogni tanto ha desideri di socialità e non ha problemi a manifestarli quando ci prova sta bene
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04-12-2014, 23:31
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#38
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Esperto
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 1,107
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in realtà le persone che più o meno parlano con tutti non sono estroverse, bensì altruiste..
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04-12-2014, 23:41
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#39
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 10,892
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Basta che sia la nostra indole e non i condizionamenti ricevuti dai genitori.
Pensi di saper distinguere le due cose?
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beeh in famiglia mi han spesso detto "esci, con chi vai, dove vai" etc. etc. e io li ho (almeno negli ultimi anni) mandati affa..
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04-12-2014, 23:41
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#40
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 10,892
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Quote:
Originariamente inviata da milton erickson
in realtà le persone che più o meno parlano con tutti non sono estroverse, bensì altruiste..
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io direi quelle che ascoltono più o meno tutti..
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