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Vecchio 16-12-2018, 13:50   #1
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Oggi vorrei parlarvi di un argomento un pò complesso ma sono sicuro che molti di voi capiranno.
Vi sarà sicuramente capitato di sentirvi spesso inadeguati e fuori luogo, magari mentre tentavate di inserirvi in un contesto sociale o di approcciare una persona dell'altro sesso, percepivate il loro atteggiamento schivo e in qualche caso vi hanno rifiutato anche in malo modo?
Magari poi vi siete paragonati ad altre persone e vi siete chiesti come mai loro avessero più successo di voi nelle relazioni, eppure non erano più belli(nonostante l'estetica giochi un ruolo fondamentale), più simpatici, più intelligenti e magari neanche tanto più estroversi di voi.
Io mi sono chiesto a lungo come mai nonostante tutti i miei sforzi venissi costantemente rifiutato, mentre gli altri senza fare nessuno sforzo riuscissero ad ottenere molto più di me. Ad oggi suppongo di aver capito.
Nell'arco della mia vita ho ricevuto molti piccoli "traumi" come ad esempio i costanti episodi di bullismo nel periodo scolastico, sia all'interno della scuola che fuori. A questi si sono aggiunte poi altre delusioni, come ad esempio l'essere tradito dalle persone che ritenevo amici, l'essere costantemente scartato o messo da parte.
Tutti questi eventi si sono "registrati" nel mio corpo lasciando in qualche modo il "segno". Questo è un discorso difficile ma proverò a spiegarlo. A mio parere la mente e il corpo sono collegati e ricevere tutta una serie di "microtraumi" può compromettere anche l'immagine che trasferite all'esterno. Ad esempio ricordo bene che dopo aver ricevuto un umiliazione avvertivo come uno scompenso nel mio organismo, una sensazione di malessere che durava circa 24 ore. Se questi episodi si verificano molto spesso, significa che il vostro organismo viene più volte sottoposto a questo malessere. Naturalmente il corpo "registra" queste sensazioni che magari si ripercuotono nel vostro modo di parlare, nelle espressioni facciali, nel vostro modo di muovere le mani(a me succede che tremino anche quando sono in situazioni tranquille), nella vostra camminata ecc...
Questo le altre persone(specialmente le donne, che sono più sensibili) lo vedono e percepiscono subito che c'è qualcosa di "sbagliato" ed incongruente in voi. Mi è capitato spesso con le ragazze, credevo di apparire ai loro occhi come un tipo sicuro, seducente e attraente e non capivo come mai prendessi costantemente pali. Ad oggi ho capito che in realtà loro mi vedevano come un tipo strano, fragile e insicuro.
Il mio consiglio è quindi quello di cercare di avere sempre una reale percezione di se nei vari contesti sociali. Imparate ad interpretare i segnali che vi arrivano dall'esterno e come reagite ad essi, sia con la mente che con il corpo.

A voi i commenti
Vecchio 16-12-2018, 13:57   #2
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ma è appunto il fatto che non vada bene essere fragili, strani e insicuri che mi fa incazzare.. loro vogliono solo avere intorno gente tosta, popolare e che sa il fatto suo. Questo modo di pensare della società non mi appartiene, abbiamo valori e modi di pensare diversi, quindi non voglio farne parte se non costretta. Ormai io e la gente fuori abbiamo rotto da un pezzo, agli altri non piaccio e gli altri non piacciono a me, li trovo noiosi, falsi e vuoti, sempre a schifare chi è diverso da loro. persone cattive e subdole
Vecchio 16-12-2018, 14:13   #3
XL
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Originariamente inviata da Escluso Visualizza il messaggio
Oggi vorrei parlarvi di un argomento un pò complesso ma sono sicuro che molti di voi capiranno.
Vi sarà sicuramente capitato di sentirvi spesso inadeguati e fuori luogo, magari mentre tentavate di inserirvi in un contesto sociale o di approcciare una persona dell'altro sesso, percepivate il loro atteggiamento schivo e in qualche caso vi hanno rifiutato anche in malo modo?
Magari poi vi siete paragonati ad altre persone e vi siete chiesti come mai loro avessero più successo di voi nelle relazioni, eppure non erano più belli(nonostante l'estetica giochi un ruolo fondamentale), più simpatici, più intelligenti e magari neanche tanto più estroversi di voi.
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Questo le altre persone(specialmente le donne, che sono più sensibili) lo vedono e percepiscono subito che c'è qualcosa di "sbagliato" ed incongruente in voi. Mi è capitato spesso con le ragazze, credevo di apparire ai loro occhi come un tipo sicuro, seducente e attraente e non capivo come mai prendessi costantemente pali. Ad oggi ho capito che in realtà loro mi vedevano come un tipo strano, fragile e insicuro.
La seconda parte sottolineata secondo me contraddice la prima sottolineata.

Perché credi di essere simpatico quanto un'altra persona? Da cosa lo deduci questo fatto quando parli di simpatia nella prima parte?

Se un'altra persona, in particolare una donna, si accorge di qualcosa di diverso ed in base a questo ti scarta, dovrà dipendere da qualcosa che fai effettivamente e che risulta osservabile da questa persona.

Spesso si parla di sensibilità come se rappresentasse una sorta di super potere magico, ma non è che le donne hanno poteri medianici, sempre qualcosa in concreto dovranno osservare di diverso in termini comportamentali, di postura, di espressione ecc. ecc.

L'assunzione "io sono comunicativo, simpatico e bello quanto un'altra persona" presente nella prima parte, magari è un'assunzione falsa, dato che poi ad una donna non risulti né simpatico e né bello adesso così come sei quanto certe altre persone, quindi non puoi affermare di essere simpatico e bello quanto queste altre persone ora, se lo fossi davvero non ci sarebbero motivi per cui dovresti essere scartato.

L'errore per me è a monte, valutiamo noi stessi dello stesso valore sociale e sessuale di altre persone quando poi non è vero questo, in base a quello di cui disponiamo e sappiamo fare adesso non abbiamo lo stesso valore sociale e sessuale di altri.
Già la simpatia potrebbe venire a mancare, non risultiamo simpatici quanto altri tipi di persone adesso.

Che a te sembri di risultare tale, simpatico, ad esempio, da cosa lo deduci?
Affermi tu a monte che fare la battuta x equivale ad essere simpatico?
E se nessuno ridesse?
Qualcosa non torna.

Ultima modifica di XL; 16-12-2018 a 14:19.
Vecchio 16-12-2018, 14:15   #4
Esperto
L'avatar di Keith
 

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Originariamente inviata da Escluso Visualizza il messaggio
Il mio consiglio è quindi quello di cercare di avere sempre una reale percezione di se nei vari contesti sociali.
"percezione di se" capirai, quando sto in mezzo alla gente sto talmente ansiato che a malapena riesco a guardarli, figuriamoci la percezione di se.
Vecchio 16-12-2018, 14:34   #5
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È cosi..le donne poi hanno un radar su depressione e insicurezze che è allucinante..
Ringraziamenti da
Lasker1868 (16-12-2018)
Vecchio 16-12-2018, 14:41   #6
Esperto
 

Una percezione oggettiva è molto difficile se non impossibile, se poi dipendi dall'approvazione altrui allora è solo un gioco al conformismo esasperato.
Vecchio 16-12-2018, 14:43   #7
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poi non capisco perché devo faticare così tanto per stare con gli altri quando per gli altri è tanto semplice e possono pure essere noiosi e stronzi che si integrano lo stesso. A sto punto ci rinuncio e riduco le uscite e le interazioni al minimo indispensabile, non mi interessa nemmeno più la gente, dopo tante delusioni
Vecchio 16-12-2018, 16:07   #8
Principiante
L'avatar di Escluso
 

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La seconda parte sottolineata secondo me contraddice la prima sottolineata.

Perché credi di essere simpatico quanto un'altra persona? Da cosa lo deduci questo fatto quando parli di simpatia nella prima parte?

Se un'altra persona, in particolare una donna, si accorge di qualcosa di diverso ed in base a questo ti scarta, dovrà dipendere da qualcosa che fai effettivamente e che risulta osservabile da questa persona.

Spesso si parla di sensibilità come se rappresentasse una sorta di super potere magico, ma non è che le donne hanno poteri medianici, sempre qualcosa in concreto dovranno osservare di diverso in termini comportamentali, di postura, di espressione ecc. ecc.

L'assunzione "io sono comunicativo, simpatico e bello quanto un'altra persona" presente nella prima parte, magari è un'assunzione falsa, dato che poi ad una donna non risulti né simpatico e né bello adesso così come sei quanto certe altre persone, quindi non puoi affermare di essere simpatico e bello quanto queste altre persone ora, se lo fossi davvero non ci sarebbero motivi per cui dovresti essere scartato.

L'errore per me è a monte, valutiamo noi stessi dello stesso valore sociale e sessuale di altre persone quando poi non è vero questo, in base a quello di cui disponiamo e sappiamo fare adesso non abbiamo lo stesso valore sociale e sessuale di altri.
Già la simpatia potrebbe venire a mancare, non risultiamo simpatici quanto altri tipi di persone adesso.

Che a te sembri di risultare tale, simpatico, ad esempio, da cosa lo deduci?
Affermi tu a monte che fare la battuta x equivale ad essere simpatico?
E se nessuno ridesse?
Qualcosa non torna.
Difatti nella prima parte parlo delle impressioni che avevo riguardo a queste situazioni quando non capivo quello che succedeva e non avevo la reale percezione di me. Ero più "bluepillato" se vogliamo. Nella seconda parte sottolineata parlo invece della realtà oggettiva e non di quello che pensavo.. E infatti emerge che non ero nè più bello nè più simpatico di queste persone.

Ultima modifica di Escluso; 16-12-2018 a 16:30.
Vecchio 16-12-2018, 17:04   #9
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

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Originariamente inviata da Escluso Visualizza il messaggio
Difatti nella prima parte parlo delle impressioni che avevo riguardo a queste situazioni quando non capivo quello che succedeva e non avevo la reale percezione di me. Ero più "bluepillato" se vogliamo. Nella seconda parte sottolineata parlo invece della realtà oggettiva e non di quello che pensavo.. E infatti emerge che non ero nè più bello nè più simpatico di queste persone.
Comunque per me il vero problema da risolvere non consiste nel raggiungere questo tipo di consapevolezza. Avevo capito da molto tempo che non piacevo a certe persone per certi motivi, cioé sapevo che queste gerarchicamente ed in termini di preferenze, quasi quasi mi hanno gettato nel cestino...
Sapevo anche che avrei voluto instaurare certe relazioni con queste persone (anche per motivi superficiali e quel che è) ma senza questa forma di stima, non si può instaurare quasi niente...

Ecco tutto questo lo so, ma tutte queste informazioni non servono a molto, quel che non si sa magari è come risolvere la cosa, come rendermi piacevole senza snaturarmi o faticare troppo.
Perché a me capita anche che magari in certi contesti mi riesco a rendere più accettabile, ma l'impegno che devo metterci non vale quel che ne ricavo e così poi lascio perdere.

Insomma il vero problema non consiste nel capire cose del genere, il vero problema si riassume nella domanda...
Che si fa adesso per stare meglio in un modo che sia significativo per me?

Nel mio caso specifico è difficile trovare compromessi che riescano a soddisfarmi davvero nell'insieme. Io non vivo bene, ma incastrato in certi altri modi lo stesso poi non vivrei bene.
Devo riuscire a pensare a qualche soluzione impensata, non le solite cose.

Ultima modifica di XL; 16-12-2018 a 17:22.
Vecchio 16-12-2018, 17:18   #10
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

E' molto importante capire come si viene percepiti dagli altri.

Io ho spesso questa ansia, essendo condizionato dal giudizio altrui (come molti insicuri), di sapere come vengo percepito.
Purtroppo non ci sono molti modi per capirlo, se non vedere i riscontri che si hanno dagli altri. Bisognerebbe cercare di ricevere feedback sinceri e saperli valutare. Purtroppo capita che i feedback siano negativi, ciò demoralizza ma dà strumenti per migliorarsi.
Vecchio 16-12-2018, 19:34   #11
Esperto
L'avatar di Edwin
 

La mia esperienza invece mi dice che il problema è per lo più una mancata comprensione di sè stessi o genuinità nell'essere.
Mi spiego, in una relazione sociale tutto ciò che conta dovrebbe essere essere noi stessi, e quindi relazionarci con gli altri non per fare buona figura od inserirci ma per far entrare ciò che siamo in contatto con gli altri (se poi agli altri ciò non piace è un problema loro).

Mi sono reso conto che fallivo nei momenti in cui mi snaturavo (anche solo non intervenire quando vorresti è snaturarsi), e lo snaturarsi è tipo di un fobico. C'è la tendenza di voler piacere ed analizzare tutto ciò che è attorno a noi per usarlo a nostro vantaggio, quando in una relazione sociale questa cosa è sbagliata di base poichè affinchè si crei sintonia penso bisogni mettere in gioco sè stessi, non rispondere iperanalizzando e cercando di dire la cosa giusta (per chi, poi?).

Non so se mi sono spiegato, il mio punto è che spesso quando c'è un distacco percettivo sociale spesso deriva dal fatto che non mettiamo in gioco la nostra personalità, ma proviamo a modellarla affinchè agli altri piaccia (altro discorso interessante è sapere quanto a te le altre persone piacessero, spesso mi sentivo fuoriluogo semplicemente perchè gli altri mi annoiavano e non me ne rendevo conto).
Ringraziamenti da
pollyjean (17-12-2018)
Vecchio 16-12-2018, 20:30   #12
Banned
 

Anch'io nel corso della vita ho ricevuto parecchi microtraumi che mi hanno regalato un'enorme carica di insicurezza, depressione e paura. Oggi tutto ciò me lo si legge in faccia siccome ho notato che la gente che non conosco mi guarda sempre con espressioni di compatimento o di timore.
Vecchio 17-12-2018, 10:51   #13
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Originariamente inviata da Edwin Visualizza il messaggio
Mi sono reso conto che fallivo nei momenti in cui mi snaturavo (anche solo non intervenire quando vorresti è snaturarsi), e lo snaturarsi è tipo di un fobico.
Intervenire come vorrei significa intervenire in un certo modo, dire qualcosa in un certo modo, ma di fare queste cose correttamente come le immagino... Ne sono capace adesso?

Secondo me anche questo tipo di percezione qua è irrealistica.

Spesso non si riesce a fare qualcosa anche perché non si è tanto abili a farne certe altre.

Certe persone credono che togliendo un blocco, quello che impedisce a questa fantomatica personalità di esprimersi (che non si sa perché è un'agente infallibile che può esprimere e fare esattamente ciò che si immagina) le cose poi si risolveranno in automatico, ma non è così.

Se io immagino di fare una battuta o di raccontare una barzelletta in un contesto sociale, ecco, riesco ad immaginare che pronuncio correttamente certe parole rispetto i tempi comici ecc. ecc.
Ma mettere in pratica la cosa così come la si immagina poi dipende da un mucchio di capacità che non è detto siano presenti a monte, anche il pronunciare un discorso con espressione o uno scioglilingua correttamente potrebbero essere abilità in cui si è abbastanza deficitari.

Ci sono persone che naturalmente non hanno certe capacità e studiano anni per riuscire a fare determinate cose efficacemente (quel che vorrebbero fare). Ma lo studio richiede anche grossi investimenti di risorse, tempo e fatica.

Certi psicologi pensano erroneamente che tolto il blocco poi la battuta verrà fuori da sé efficace nel contesto sociale, e che chi riesce in queste cose, riesce perché non ha nessun blocco, ma non è detto che sia così. Ci vogliono anche buone strategie costruttive di queste capacità che rispettino l'economia personale, e non è mai sicuro nemmeno che esistono in ogni caso.

Il blocco magari c'è anche perché si è, per così dire, in una certa misura incapaci in certi ambiti. Il blocco non è solo una causa, è anche un effetto.
E a questo livello poi sorge un altro problema.
Per colmare i deficit (come ho detto prima) bisogna investire risorse e spendere energie, e certe volte il sistema economico soggettivo può andare sottosopra per questo, si investe troppo e si guadagna poco.

Il blocco di cui si parla perciò è legato alle capacità soggettive ed all'economia soggettiva (è comunque qualcosa che potrebbe far parte intrinsecamente della personalità se non esistono assetti per toglierlo), la rappresentazione ingenua di un ostacolo ben identificato da rimuovere simile ad un oggetto che sbarra la strada, oggetto ben distinto dal veicolo che ci cammina sopra (la propria vera personalità) per me non coglie bene queste dinamiche interne qua, che sono tutte intrecciate e molto personali.

Se so già fare qualcosa come "andare a prendere un bicchiere d'acqua nell'altra stanza" la faccio perché so di saperla mettere in atto, ma questa cosa non è valida per tutto quello che mi viene in mente, se penso "vorrei volare saltando dal balcone come quell'uccello" non è detto che io conosca adesso di preciso cosa fare per mettere in atto una cosa del genere, ammesso che sia possibile e che non richieda investimenti troppo grandi per me, per questo poi non salto dal balcone come l'uccello, a saltare dal balcone ne sono capace come l'uccello, ma a fare proprio quel che fa l'uccello in quel contesto (non precipitare giù) probabilmente no. Agendo finirei col fare qualcosa che non voglio fare.

Togliendo il blocco in questo caso specifico cioè il non agire perché credo che otterrò qualcosa di ben diverso rispetto a quel che vorrei ottenere avrà per effetto solo il farmi sfracellare perché non dispongo di ali come l'uccello. Rispetto all'uccello sono deficitario di certe cose, se non le acquisisco prima queste altre cose, saltando non volo in automatico, anche se una parte di quel che fa l'uccello la so fare come l'uccello, saltare.

Ultima modifica di XL; 17-12-2018 a 11:31.
Vecchio 17-12-2018, 19:07   #14
Esperto
L'avatar di Edwin
 

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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
[I]Cut per evitare di ingombrare troppo
Penso di aver capito il tuo discorso, ma ravvedo la stessa "critica" che avevo posto prima (non che sia una cosa brutta, è la mia personale visione delle relazioni in questo momento e nient'altro).
In un contesto come quello della battuta, se mi sento di fare una battuta dovrei farla a prescindere del risultato finale, perchè quel che sono si esprime anche attraverso quella battuta.
Che poi piaccia, non piaccia, venga bene o male per i miei interlocutori è del tutto ininfluente.
Capisco il discordo della capacità e dell'investimento, ma rimane l'idea che ci si relaziona con qualcuno per far colpo, per aver successo, per essere efficaci. Sicuramente è vero, ma una relazione "sana" con sè stessi dovrebbe presupporre la libertà di fare una battuta bruttissima e venuta male nei tempi per la semplice voglia di farla, perchè tale battuta rappresenta ciò che si è.
Quel che volevo far passare è il forte bias che abbiamo noi fobici per cui in una relazione sociale quel che conta è ben impressionare gli altri, mentre ciò che dovrebbe veramente contare è essere il più simili possibile a sè stessi, in modo tale da connettersi e scambiare quanto più possibile con il nostro interlocutore.
Il mio percorso idale sarebbe
Sono me stesso => Essendo me stesso verrò percepito da chi mi è affine => avrò uno scambio ricco.

Essere sè stessi presuppone anche l'essere sconvenienti talvolta. L'idea degli altri è del tutto un problema loro.
Ovviamente è un discorso ideale, nel senso che comprendo il discorso sulla skill sociale per adattarsi alle situazioni, ma penso anche che cambiare il "focus" del perchè interagiamo con gli altri è importante.

Ultima modifica di Edwin; 17-12-2018 a 19:29.
Ringraziamenti da
bukowskiii (17-12-2018)
Vecchio 17-12-2018, 19:33   #15
Esperto
L'avatar di varykino
 

insicurezze basate sul nulla , sono robe inventate dalla testa dell insicuro ... te puoi fare tutto quello che fanno gli altri , il resto son solo bullate e parole che crepano al vento .... uno deve ammettere che certe cose nn vuole farle non dare la colpa al fatto che gli altri le fanno ....ma so altre robe e altri discorsi
Ringraziamenti da
bukowskiii (17-12-2018)
Vecchio 17-12-2018, 21:40   #16
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Il mio percorso ideale sarebbe
Sono me stesso => Essendo me stesso verrò percepito da chi mi è affine => avrò uno scambio ricco.

Essere sè stessi presuppone anche l'essere sconvenienti talvolta. L'idea degli altri è del tutto un problema loro.
Ovviamente è un discorso ideale, nel senso che comprendo il discorso sulla skill sociale per adattarsi alle situazioni, ma penso anche che cambiare il "focus" del perchè interagiamo con gli altri è importante.
Fosse solo talvolta che i miei modi di fare mi fanno sembrare sconveniente o disadattato, tutto sommato la cosa sarebbe accettabile, ma a me sembra che non sia così.

A me è capitato più spesso il contrario, quando ho evitato di essere troppo sconveniente (mi son tenuto una battuta per me, dato che avrebbe sortito tutt'altro effetto rispetto a quello desiderato) qualcosa è migliorata, solo che faccio una fatica bestiale a far queste cose e a trattenermi.

Da un lato mi si dice "sii te stesso" ma poi se lo sono davvero le poche persone che un po' mi apprezzano spariscono e non rimane proprio nessuno perché poi quello con cui avrebbero a che fare effettivamente diventa disturbante e sconveniente anche per loro.

Se raccontassi ad un'amica che sono stato con una prostituta, cosa vera, cosa che fa parte di quel che sono, di me stesso, dubito che verrò compreso ed accettato, magari sparisce dalla mia vita anche questa persona.

Tutte queste cose non sono irrilevanti per me, l'idea che si verrà accettati così come si è e che esistono necessariamente persone affini che ci piacciono e ci accetteranno proprio così come siamo, non riesce più ad attecchire dentro di me in base a quel che osservo e come si comportano tutti.

Questo rappresenta un come dovrebbe essere il mondo o come io preferirei che fosse, non come il mondo è.

Ultima modifica di XL; 17-12-2018 a 22:03.
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