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Vecchio 01-02-2009, 13:49   #1
Esperto
L'avatar di Vento_del_Sud
 

Ieri ho avuto modo di trascorrere il pomeriggio allo stadio in compagnia di estroversoni. Devo dire che ho accettato a malavoglia l'invito perchè temevo di essere messo in cattura da qualcuno di loro per mezzo di qualche domanda "leggermente" indiscreta sulla mia vita sociale o, peggio, su quella sentimentale ma, per fortuna, non è accaduto nulla di ciò (il solito catastrofismo preventivo :roll, anzi: ho assistito ad una partita godibilissima e molto intensa, in cui, cosa per me assai inconsueta, mi è capitato di gridare ed urlare ad alta voce. Nel primo tempo, è successo per un arbitraggio...non proprio ineccepibile, a giudizio del pubblico di casa :lol: ; nel secondo, poi, dopo essere passati in svantaggio abbiamo prima pareggiato e a dieci minuti dalla fine siamo passati in vantaggio grazie ad un bellissimo goal che ha fatto esplodere lo stadio e anch'io, da sempre abituato a tenere tutto dentro e a non "traboccare" mai, mi sono abbandonato ad urla, abbracci e canti collettivi.

Tornato a casa, aldilà della soddisfazione per la vittoria e il primo posto solitario in classifica, ho provato una sensazione di benessere come non mi capitava da tempo: può sembrare strano a dirsi ma ho avvertito i polmoni ossigenati come se avessi marciato per mezza giornata in alta montagna d'inverno e quella consueta, spiacevole pesantezza sotto le palpebre per incanto sparita...E non mi sono neanche avvilito per aver trascorso l'ennesimo sabato sera a casa. Insomma, ho collegato il benessere psicofisico come conseguenza dell'atto di sfogarsi tramite urla e grida; qualche scienziato potrebbe giustificare il tutto parlando di rilascio di endorfine o di qualche altra astrusa reazione chimica; con questo topic in cui riporto un'esperienza tutto sommato banale volevo sottolineare l'importanza di "esplodere" ogni tanto come forma di "scarico" di tutte le pulsioni negative che accumuliamo e, in qualche modo, somatizziamo.

Penso che avvenga la stessa identica reazione con il pianto; del resto, il detto popolare "Piangi che ti passa" dovrebbe essere una conferma. Se ieri sono riuscito a sfogarmi, però, è perchè ero in compagnia di altre ventimila persone e non credo che sarei minimamente capace di mettermi a piangere da solo e senza nessun motivo contingente "a comando", con il solo scopo di star bene dopo.
Vecchio 01-02-2009, 17:13   #2
Esperto
L'avatar di thx1138
 

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Originariamente inviata da Vento_del_Sud
Ieri ho avuto modo di trascorrere il pomeriggio allo stadio in compagnia di estroversoni. Devo dire che ho accettato a malavoglia l'invito perchè temevo di essere messo in cattura da qualcuno di loro per mezzo di qualche domanda "leggermente" indiscreta sulla mia vita sociale o, peggio, su quella sentimentale ma, per fortuna, non è accaduto nulla di ciò (il solito catastrofismo preventivo :roll, anzi: ho assistito ad una partita godibilissima e molto intensa, in cui, cosa per me assai inconsueta, mi è capitato di gridare ed urlare ad alta voce. Nel primo tempo, è successo per un arbitraggio...non proprio ineccepibile, a giudizio del pubblico di casa :lol: ; nel secondo, poi, dopo essere passati in svantaggio abbiamo prima pareggiato e a dieci minuti dalla fine siamo passati in vantaggio grazie ad un bellissimo goal che ha fatto esplodere lo stadio e anch'io, da sempre abituato a tenere tutto dentro e a non "traboccare" mai, mi sono abbandonato ad urla, abbracci e canti collettivi.

Tornato a casa, aldilà della soddisfazione per la vittoria e il primo posto solitario in classifica, ho provato una sensazione di benessere come non mi capitava da tempo: può sembrare strano a dirsi ma ho avvertito i polmoni ossigenati come se avessi marciato per mezza giornata in alta montagna d'inverno e quella consueta, spiacevole pesantezza sotto le palpebre per incanto sparita...E non mi sono neanche avvilito per aver trascorso l'ennesimo sabato sera a casa. Insomma, ho collegato il benessere psicofisico come conseguenza dell'atto di sfogarsi tramite urla e grida; qualche scienziato potrebbe giustificare il tutto parlando di rilascio di endorfine o di qualche altra astrusa reazione chimica; con questo topic in cui riporto un'esperienza tutto sommato banale volevo sottolineare l'importanza di "esplodere" ogni tanto come forma di "scarico" di tutte le pulsioni negative che accumuliamo e, in qualche modo, somatizziamo.

Penso che avvenga la stessa identica reazione con il pianto; del resto, il detto popolare "Piangi che ti passa" dovrebbe essere una conferma. Se ieri sono riuscito a sfogarmi, però, è perchè ero in compagnia di altre ventimila persone e non credo che sarei minimamente capace di mettermi a piangere da solo e senza nessun motivo contingente "a comando", con il solo scopo di star bene dopo.
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