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Vecchio 08-04-2018, 20:56   #1
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Esistono già diversi thread che si pongono l'obiettivo di contenere le idee dei sociofobici che si dilettano nello scrivere. Riesumarne uno qualsiasi, però, mi avrebbe fatto buscare un richiamo per necroposting. E poi, come al solito, l'idea di aprire un luogo tutto mio mi ha fatto sbilanciare verso il tasto "Nuovo thread".

L'obiettivo di questo thread, quindi? Raccogliere tutti i pensieri, gli scritti, i versi, di chi scrive e intende condividerlo col resto del forum. Sono ben accetti anche dei semplici abbozzi, delle idee, dei progetti non ancora sviluppati. Infatti, inaugurando il thread, io intendo semplicemente parlare di cosa mi piacerebbe scrivere in futuro.

Al momento sono particolarmente concentrato su quella che era nata come una raccolta di cinque racconti, trasformatasi gradualmente in un romanzo. Un romanzo fantasy: I cinque signori. I cinque racconti, ambientati in cinque epoche distanti fra loro, hanno preso vita intrecciandosi fra loro; ora non sono altro che cinque capitoli di un romanzo più grande. Al momento sono fermo al terzo, e non ho adoperato alcun particolare accorgimento per scriverli: avendo in mente il contenuto di ciascuno, ho scritto il secondo e il terzo per ispirazione, iniziando a comporre quello che volevo affrontare con più urgenza.
Il primo capitolo (l'unico che scrissi senza la benchè minima idea di trarne poi un romanzo) è una cosa di poco conto, una sorta di introduzione di quindici-venti pagine, che nell'ordine cronologico degli altri si pone in penultima posizione (Posizione IV, la chiamerò per abbreviare), ovvero piuttosto vicino al presente. E' principalmente un racconto horror, con alcuni inserti magici che crescono via via fino alla conclusione. Il secondo racconto è più corposo, raggiunge circa le 30, ed è in Posizione III. Qui ero molto preso da Tolkien, ed è da questo punto che il fantasy affiora con più chiarezza; è forse il racconto che più puramente si ispira al fantastico, in maniera quasi fanciullesca, seppur delle inevitabili contaminazioni horror giungano a spazzar via l'illusione di serenità.
Il terzo, di cui sono quasi giunto alla fine, ha preso una svolta inaspettata: io ho l'abitudine di mettermi a scrivere a notte fonda, in sala, con davanti solo penna e foglio. Sarebbe molto più comodo scrivere subito al PC, ma questo tende a distrarmi, perciò ho smesso di farlo. Quando avrò finito il racconto, per rilassarmi e dare un po' di pace alla vena creativa, mi metterò lì a trascriverlo in digitale, come se fosse una sorta di nuova stesura che mi permetterà di correggere le cavolate più grandi. Una svolta inaspettata, dicevo, perché in effetti ad ora questo racconto costituisce il mattone del libro, come minimo prenderà una cinquantina di pagine. Il quarto racconto, che nei miei piani supererà anche il precedente come grandezza, sarà in Posizione II. L'ultimo, infine, sarà quello ambientato cronologicamente più vicino al presente, anzi, forse anche nel futuro; anch'esso sarà lungo e, come ambientazione, una sorta di trauma. Difatti se il libro inizia in un mondo immaginario, in un'epoca paragonabile al medioevo, si giunge fino al penultimo racconto che potrebbe sembrare ambientato alla fine dell'800; racconti molto rurali, che calcano la mano sugli aspetti più arcaici dell'esistenza, insomma, pensiamo a Il signore degli anelli. Il quinto racconto invece ha un che di post-moderno perché è ambientato sempre nello stesso mondo, ma dove la storia, il passato, sono stati cancellati dai nuovi governanti; è un mondo con grattaceli, realtà virtuale, niente di paragonabile a ciò di cui si trattava negli altri.

Ho poi nel cassetto alcuni racconti, che mi piacerebbe suddividere in due raccolte diverse. Alcuni più sull'orrore classico, anch'essi arcaici, ideali per essere letti in montagna, cullati dal bosco. La raccolta dovrebbe chiamarsi Lilith, quando avrò abbastanza materiale (se mai ne avrò). Il secondo progetto, invece, quello più indietro, parlerà dell'orrore odierno, della nostra società, con racconti più satirici che d'atmosfera, diretti, sfacciati, intenti a colpire chi legge con altre armi. Potrebbe chiamarsi Impero, ma non voglio plagiare Toni Negri.

Poi ci sarebbero altri due progetti, nati fin dall'inizio come romanzi. L'occhio dentro, di cui ho purtroppo scritto solo una ventina di pagine, e Dove sei? (titolo provvisorio) di cui ho buttato giù solo una traccia, entrambi ambientati in due piccoli paesi. Il primo vicino all'orrore classico di Lilith, seppur con sfumature di critica sociale, il secondo vicino ad Impero. Magari con più calma ne parlerò un po'.

Come vedete, ho un casino per la testa e non so come uscirne fuori. Finirò per prendermi un'altra mega-pausa come in passato senza portare nulla al termine, povero me.
Vecchio 08-04-2018, 21:10   #2
Esperto
L'avatar di Gummo
 

Sempre parlando de I cinque signori, ecco cinque foto dal quadernino su cui sto appuntando i racconti. Ogni tanto, mentre scrivo, mi fermo a buttare giù degli abbozzi del mondo che sto immaginando, in modo da dargli una collocazione anche visivamente più comprensibile. Il libro, infatti, mi piacerebbe se contenesse alcuni riferimenti visivi per aiutare la lettura... Oltre, ovviamente, all'immancabile mappa iniziale indispensabile per ogni buon fantasy. (I disegni fanno schifo. Sul libro, se mai ci sarà, chiamerò qualcuno di più bravo a farli!)

Questa è la mappa del romanzo:
I cinque territori sono associati a Cinque Croci, ciascuna contraddistinta da una propria Luce, Luce che è sinonimo di Potere. Ciascun territorio ha i propri pregi e i propri difetti, i quali poi esprimono le tendenze di chi li governa e di chi li abita.



La Terza croce è molto interessante. E' una sorta di addizione e sottrazione degli altri quattro territori. E' una sorta di abisso dove tutto si fonde, generando sia bellezza che caos. Si potrebbe guardare alle Cinque Croci, quindi, come a uno schema di elementi, che trova al proprio centro una polarità. Il suo nome, non a caso, è Ombra.

Ultima modifica di Gummo; 08-04-2018 a 21:16.
Vecchio 08-04-2018, 21:10   #3
Esperto
L'avatar di Gummo
 

Alcuni nomi di luoghi e persone utilizzati nel libro. Sono quasi tutti rubati a lingue straniere, in particolare a lingue latine oppure celtiche, ad evidenziare la contrapposizione fra i diversi protagonisti del romanzo.



L'abbozzo di una delle città di Etiam, la Seconda Croce. Arcania è la capitale.


L'abbozzo di una pericolosa fattucchiera che infesta il secondo e il terzo racconto.


L'abbozzo di un altro personaggio, Gorth. Capo di un culto, i Lux Vor, fedeli al testo sacro del Dub Aigehn, è talmente padrone della propria dottrina che ha perso la vista. Gli occhi sussistono ancora nel suo cranio ma indugiano nel vuoto, venati di rosso. Gli altri Lux Vor, raggiunta la maturità, cavano di propria spontanea volontà gli occhi, divenuti oramai inutili visto che conoscono a memoria tutti i versi del Dub Aigehn.

Ringraziamenti da
cancellato13564 (08-04-2018)
Vecchio 08-04-2018, 21:13   #4
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Vedo che ti ho scatenato.
Ringraziamenti da
Gummo (08-04-2018)
Vecchio 08-04-2018, 22:45   #5
Banned
 

Io avrei una storia nella mia testa da quando sono piccolo.
Praticamente nei tempi più felici e sereni della mia infanzia, ero solito frequentare i miei cugini del piano di sopra, e il più grande che era appassionato di disegno, mi incoraggiò a inventare un proprio "personaggio" immaginario, a farci una storia sopra e cose così. E lo feci. E non me lo sono più tolto dalla testa, anzi, si è evoluto. Mi impegnavo a disegnarlo più che altro, non ha una storia precisa infatti.
All'inizio era questo tizio che aveva il potere della piromanzia, ora invece è un tizio incappucciato dal passato misterioso, di cui non si sa il vero nome. Per mestiere chiaramente uccide, e fa... cose, un po' come gli capita. L'ambientazione è simile al post apocalittico, ho creato altri personaggi attorno e stronzate del genere, tutto nella mia testa. Non lo so forse lo svilupperò meglio in futuro, non che possa farcene qualcosa eh, solo che ad un certo punto ad una storia ci si affeziona.
'Mmamia come sto messo...
Ringraziamenti da
Gummo (08-04-2018)
Vecchio 08-04-2018, 23:38   #6
Esperto
L'avatar di Ogard
 

Quote:
Originariamente inviata da SamueleMitomane Visualizza il messaggio
Io avrei una storia nella mia testa da quando sono piccolo.
Praticamente nei tempi più felici e sereni della mia infanzia, ero solito frequentare i miei cugini del piano di sopra, e il più grande che era appassionato di disegno, mi incoraggiò a inventare un proprio "personaggio" immaginario, a farci una storia sopra e cose così. E lo feci. E non me lo sono più tolto dalla testa, anzi, si è evoluto. Mi impegnavo a disegnarlo più che altro, non ha una storia precisa infatti.
All'inizio era questo tizio che aveva il potere della piromanzia, ora invece è un tizio incappucciato dal passato misterioso, di cui non si sa il vero nome. Per mestiere chiaramente uccide, e fa... cose, un po' come gli capita. L'ambientazione è simile al post apocalittico, ho creato altri personaggi attorno e stronzate del genere, tutto nella mia testa. Non lo so forse lo svilupperò meglio in futuro, non che possa farcene qualcosa eh, solo che ad un certo punto ad una storia ci si affeziona.
'Mmamia come sto messo...
Sei per caso Hidetaka Miyazaki?
Vecchio 09-04-2018, 00:15   #7
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Quote:
Originariamente inviata da Ogard Visualizza il messaggio
Sei per caso Hidetaka Miyazaki?
Eh magari
In effeti i Souls mi hanno ispirato parecchio, sono stati anche gli ultimi videogiochi che ho giocato prima di buttare l'xbox
Vecchio 10-04-2018, 23:43   #8
Esperto
L'avatar di Ogard
 

Quote:
Originariamente inviata da SamueleMitomane Visualizza il messaggio
Eh magari
In effeti i Souls mi hanno ispirato parecchio, sono stati anche gli ultimi videogiochi che ho giocato prima di buttare l'xbox
Da quando ho giocato i Souls non riesco a ideare ambientazioni lontane dal Dark Fantasy , ambientazione preferita insieme al post-apocalisse (quello stile Fallout, il diesel punk alla Mad Max lo trovo limitatissimo).
Vecchio 11-04-2018, 03:40   #9
Esperto
L'avatar di Gummo
 

Storia

divenne cenere
senza essere eroe
di lui cantiamo
in seno alla morte

questa è la storia
senza una fine
dell'anima umana
grumo di sangue

è incredibile:
essere vivi
essere fuoco
essere padre
avere una voce
che tace o corrode
sputare al passato
e poterlo guardare

un campo di ossa
per un sogno cieco
sboccia una rosa
strappata dal vento

questa è la strofa
scritta di notte
gloria o sconfitta
siamo il suo inchiostro

Ultima modifica di Gummo; 11-04-2018 a 03:45.
Vecchio 29-04-2018, 22:11   #10
Esperto
L'avatar di Gummo
 

Dalle città

andiamo via dalla pianura
ascoltiamo i ruscelli
e se saremo troppi
doneremo semi all'altura

scortichiamo le metropoli
apriamone l'asfalto
e chi non sarà lieto
veglierà sui campi di grano

nessuna televisione
che ci parli dall'alto al basso
nessun padrone nascosto
che ci rimpinzi di veleno

i sassi saranno strade
se sei solo segui il fiume
i lupi saranno legge
nessuno potrà scappare

poi torneremo a respirare
ognuno nascerà vivo
costruiremo statue bianche
e ogni stella sarà dio
Vecchio 16-05-2018, 02:22   #11
Esperto
L'avatar di Gummo
 

Quasimodo

Siamo giunti all'ultima storia, la prima di cui ho scritto. Non guardate al mio ego, sono modesto: esso fluttua già in un fiume nero. Il mio nome è Quasimodo, eppure non scrivo di me perché non esisto.
Sono un ragazzo particolare: ho i capelli neri ma li vorrei biondi, rossi oppure ancora più scuri. Non ho molta barba, perciò ho deciso di riempirmi il viso di piercing. Una volta, a un'assemblea, ho preso il microfono: impossibilitato a fare del bene, cambiare il mondo, ho immaginato di imbracciare un fucile e uccidere tutti, fino all'ultimo. Mi hanno esiliato in questa stanza, così piccola, senza neppure un po' di sale o di ferro da estrarre. Un'altra volta, ricordo, ho cercato di fare un buco così profondo nella sabbia per lasciare la spiaggia e tornarmene a casa. Amo anche scrivere poesie, sapete, sono così tante: le ho tutte stracciate. A cosa mai serviranno, mi chiedo, se neppure mille serviranno a parlare di cosa porto dentro. Sono seduto sul divano e desidero una crepes alla cioccolata: ho idee così radicali, sì, eppure il semplice odore di quella leccornia ha fatto nascere questo desiderio viscerale. Il camioncino delle crepes ripiene di schifosa cioccolata è dieci piani più in basso, ai piedi del palazzo, ma non ho voglia di scendere tutte queste scale.
Una volta ho provato un blotter di LSD, chiudendo gli occhi spesso torno a quelle ore: levito lentamente fino alla cima del palazzo, poi incrino il corpo e scruto da lontano la strada. Scivolo velocemente, come un proiettile, come una saetta, per andare a scrutare il catrame; scelgo di fermarmi, istantaneamente, solo quando sono a un millimetro dal rompermi il cranio. Resto per alcuni istanti sospeso a studiarne il colore, a guardare l'irregolarità dei suoi granelli, a soffiare sulle formiche che cominciano a costruire templi di pane in mio onore. Senza voltare le spalle, volo nuovamente fino alla cima del palazzo, scendendo e risalendo in picchiata fino a che non sono stanco.
Anche oggi l'olezzo della crepes mi ha reso padrone di questo potere: scendo in picchiata, afferro il dolce, lascio il resto di cinquanta Euro all'ambulante e vado a spasso per i parchi. Succhio il cervello a quattro ragazzi caduti fra le braccia della mercificazione illecita di stupefacenti - certi antidepressivi sono troppo forti, decreterebbero il fallimento del mercato comune. Dispongo il corpo degli spacciatori su un tavolino di legno, pieno di scritte e un po' bruciato, fino a che non ho costruito una nuova Torre di Babele. I quattro corpi prendono vita. Il cervello, fuoriuscendo dagli occhi e dalle orecchie, si raggruma sulle loro teste formando quattro corone dai colori accecanti. Ciascuno dei quattro sovrani sceglie un albero del parco e sancisce la nascita di un nuovo impero. L'albero sarà la città, le panchine la periferia, l'erba i vasti campi da conquistare. Le formiche scelgono ognuna il proprio sovrano, poi con il pane costruiscono fortezze con tanto di torri e fossati. Vestiti i panni gialli dell'arciere, una di esse mi colpisce al cuore, concedendomi le gioie dell'infarto lasciandomi la libertà di morire in altro modo. Improvvisamente un'esplosione porta a terra il palazzo, da cui esce tonando l'ambulante di poc'anzi. Egli è ricoperto di muscoli, un poliziotto lo porta al guinzaglio. L'uomo in divisa, alto come un gigante, si avvicina e grida da dietro gli occhiali da sole: "Fuori il resto, caro ragazzo: caro ragazzo responsabile della caduta del mercato e del palazzo." Chiedo soccorso ai quattro regni, impegnati a farsi la guerra armati fino ai denti. I due energumeni mi uccidono a furia di bastonate, mentre dei cani bevono gli schizzi di sangue e si fanno il bagno. Alberto avrebbe gridato come un uomo, Bisco come un verme, Cinzia come un tuono, Dedalo come un serpente, Elisa come una donnetta, Federico come una saetta, Giuliano come un fischietto, Heidi come un rubinetto, Ilenia come un vulcano, Jules come un aereoplano, Lucia come una piattola, Mario come una pallottola, Nunzio come una scimmia, Ottavia come una mummia e Pietro come un terremoto. Io, povero Quasimodo, sul ciglio della strada sono solo morto.
Immagini allegate
Tipo di file: jpg 17 Quasimodo.jpg‎ (97.9 KB, 3 visite)

Ultima modifica di Gummo; 16-05-2018 a 03:35.
Vecchio 16-05-2018, 02:29   #12
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Quando talento sprecato che c'è in questo forum.
Se solo avessimo più coraggio.
Parlo anche per me.
Complimenti a tutti.
Vecchio 01-06-2018, 21:58   #13
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10 anni fa scrivevo parecchio, ho ritrovato un pò di roba.


CANTICO DEGLI INDOLENTI


Incorniceremo i nostri cuori infranti in teche di cristallo,
naturalmente morti, non essendo mai stati vivi,
esaleremo l'ultimo respiro rinchiusi nel mogano della bara.

e allora, non ci saranno più affanni,
non ci riguarderà la vita,
nè l'attesa della morte, ed allora, solo allora, saremo ciò che abbiamo sempre voluto essere,
solo neve al sole
nuvole al vento,
il suono dei rami che si spogliano in autunno.
Vecchio 01-06-2018, 21:59   #14
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NOIA

Mal di stomaco,
dolor di tempie
E tu sola,a masticare il vuoto.
E tu sola,lenta e impacciata
Trascini correnti morte su di me.
Vecchio 01-06-2018, 22:03   #15
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L'ADOLOSCENTE





Ogni giorno,ogni momento
E’ questo il mio tormento.
In stanzoni vuoti,
rintocchi noti
Echi d’indegni desideri,
Di Fuliggionosi pensieri…

…Paion corvi neri…


Vedi?
E’ come se non fossero pensieri
Ma pazzi destrieri
Che sublimano,corrono
Su fosche praterie,
su malsane vie
ove il mio occhio più non guarda.
è come se fosse fuoco
nel mio cervello
che a stento reggo e controllo
E muta e corre e stride E ride è follia
E cavalca via
E Come torrente furiosopauroso splendente di lucida alienazione
M’allatta in continuazione
Eppur son sveglio ma al pensier non oso fissare
Per quanto lo sguardo sia ormai contuso
A sguazzar nell’osceno abuso

S’io fossi normale

E la mia mente non fosse oceano iroso
Ma cheto rigagnolo sabbioso
Certo interpreterei il sano
e lo farei bene
Allontanarsi da vaghe rime…
E dir studiare,per poter pretendere
Di dir poeta.
Ma non son poeta
Ne letterato né idiota.
Forse un matto
Un pazzo un’alienato un sadicosvitato
Che gentilmente staccherebbe il capo al padre
Che ossequiosamente priverebbe del cardio la madre
E impalando i genitori,in aste appuntite
Volgerebbe in città
A sentir gli sguardi aperti
Epiteti contorti
Di preti analisti scienziati,
dolci beati
In un mondo in cui la salvezza è la Follia
Unica santa via
Che Giuda comprese
Ha la redenzione
Nella distruzione

Ed è inutile cercar risposte:
questo è il cambiamento
il terribile mutamento

Crescerà poi col rimpianto
Del suo prima voluttuosa sensazione,
Dei suoi vizi osceni dei peccati malsani
Delle coperte macchiate…

…E delle favole inchiodate
Vecchio 01-06-2018, 22:05   #16
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un giorno incontrai una persona.
Aveva il fisico esile di chi non dorme la notte, e i suoi occhi guardavano gli orizzonti oltre i muri delle case.
Camminava come cane randagio tra le vie del mio paese, e al bar si diceva che era un pazzo.
Io una sera lo incontrai, aveva le scarpe lucide e un buon vestito pulito indosso.
Gli chiesi da dove venisse, lui mi rispose sorridendo che era appena tornato dal suo funerale.
Mi disse:

- Mio Buon signore, alcuni giorni fa sentii una fitta dalle parti del mio cuore, così portai le mie povere ossa dal Dottore del paese. Questi guardandomi mi chiese cosa avessi, così io gli parlai della freccia invisibile che mortificava il mio costato. Allora scrutò il mio petto con il suo orecchio gelido dello stetoscopio, e si fece serio in volto. Mi disse grave che da lì a poco avrei dovuto fare i bagagli da questa vita, e esattamente questo accadeva un mese fa. Io da allora conto i minuti che mi trattengono in questo mondo ed oggi ho deciso che avrei visto il mio funerale. Hanno fatto una parata in mio onore, e il Sindaco ha deposto un crisantemo bianco come la porcellana sulla mia lapide di marmo. Sono rimasto commosso dalla bontà della gente, e così stasera mi corico pronto per il viaggio, felice d'aver vissuto un così bel momento. -

Così disse, e io lo salutai con reverenza.

Stamattina l'ho rivisto, indossava abiti consunti e puzzolenti, e teneva lo sguardo basso, e nel volto le sue rughe mostravano un' effige della tristezza. Io mi rallegrai che fosse ancora vivo, poichè ad ogni buon uomo che sparisce dalla terra, quattro uomoni malvagi ne nascono. Dunque io gli strinsi la mano, ma lui non cessò d'essere ombroso, così gli chiesi perchè mai era triste, se il dottore si era sbagliato.

- Mio buon signore, vede: dacchè son vivo per la gente sono peggio che morto, e quando invece stavo per morire io ero più vivo e presente che mai nei loro cuori. Allora, Signore, io vi domando: che bellezza c' è nel vivere, se per farsi vivi bisogna morire? -
Vecchio 21-08-2018, 01:38   #17
Esperto
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La storia del bosco
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