Non sopporto, e mentre lo penso e lo scrivo una parte di me si sente uno stronzo, coloro che fanno del vittimismo il loro distintivo, la loro base esistenziale, chi non perde occasione per lamentarsi e non perde occasione per farlo in pubblico, chi pretende continuamente qualcosa dagli altri.
Non sopporto coloro pretendono e prendono senza sosta e non sono disposti a donare nemmeno una briciola al prossimo, fosse anche un sorriso.
Se non vieni contraccambiato hai due scelte: smettere, o continuare lo stesso. La seconda scelta credo sia per pochi, perché continuare a donarsi agli altri con la consapevolezza che non potranno o non vorranno ricambiare, e magari ti sputano anche addosso, è roba da santi, o comunque non è roba che trovi al supermercato. Io la maggior parte delle volte non è che smettevo, nemmeno ho cominciato.
Nel corso della mia vita, per lungo tempo, non sono stato consapevole dei miei comportamenti e se qualcuno me li avesse fatti notare avrei risposto che si sbagliava, che non capiva, che era l'ennesimo stronzo insensibile, avrei opposto mille ragioni, mille argomentazioni: tutto fumo negli occhi, i miei.
Su certe cose però non ho il controllo, non dipendono da me, non posso farci nulla quindi a che serve esserne consapevole: ha cambiato radicalmente il mio atteggiamento nei confronti delle altre persone e ora almeno ho la possibilità di spiegare e magari scusarmi, possibilità che prima non esistevano nemmeno come remote ipotesi da maneggiare con mille cautele. E questo ha migliorato i miei comunque scarsi e difficili rapporti con il genere umano, e questo miglioramento ha fatto del bene alla mia vita che rimane comunque tutt'altro che semplice, e non penso certo di essere l'unico tra miliardi.
Ho come il sospetto che la vita sia un gioco con il livello di difficoltà impostato su very hard per tutti, poi certo non ho alcun dubbio che sia meglio essere tristi dentro una villa da sogno con un vista mozzafiato che essere tristi dentro un seminterrato con la muffa che affaccia sulla rampa di una autorimessa.
L'infelicità e la sofferenza a volte invece di offrire la chiave per comprendere l'infelicità e la sofferenza altrui rendono le persone ancora più cieche ed egoiste ed aggressive.
In un certo senso è anche naturale che accada: se vai a fuoco come fai a preoccuparti del tuo vicino di casa che si lamenta? Finché vai a fuoco urli e ti dimeni, che altro potresti fare? Nemmeno lo senti il flebile rantolo del vicino.
Tuttavia nessuno brucia a lungo perché se vai a fuoco muori rapidamente
*, quindi, salvo coloro che non sono in grado di intendere e di volere e quindi non possono in alcun modo, spesso le persone sono confuse e/o intellettualmente disoneste e lo sono prima di tutto nei confronti di se stesse, poi che lo siano anche nei confronti degli altri è solo una conseguenza dei principi che guidano i loro pensieri e le loro azioni; ecco perché si va dallo psicologo o si cerca il maestro di vita stile orientale, per ricevere aiuto nell'analizzare una parte della propria natura, i propri processi interiori, e capire come funzionano almeno in parte, perché vengono messi in moto certi pensieri, perché si fanno certe cose e si fanno in un certo modo; ammesso che le persone siano in grado di capirlo e che gli altri siano in grado di spiegarlo, e ammesso che esista una spiegazione che poi risulti accettabile dopo essere risultata comprensibile. E lo sappiamo tutti che una cosa che piace a me, a te potrebbe fare vomitare.
Un aiuto per riflettere su se stessi in ogni caso fa comodo anche a coloro che hanno già una buona predisposizione a farlo da soli, perché la prospettiva di un'altra persona potrebbe aprirti punti di vista che prima nemmeno riuscivi a vedere e quindi non potevi nemmeno prendere in considerazione prima ancora di capire se fanno al caso tuo, e quel punto di vista nuovo potrebbe arrivare da chi meno te lo aspetti, anche dal tizio con il quale non avevi mai parlato e a pelle ti stava anche antipatico e per te non valeva due euro, e magari non ha veramente nient'altro da offrirti oltre quel punto di vista e quando lo scopri osservi impari {ringrazi} e poi ognuno per la propria strada.
Coloro che frequentano studi di psicologia o gruppi di aiuto di qualche tipo o gruppi di meditazione e affini aspettandosi di ricevere la ricetta della felicità o una ricetta certa in stile "hai una gamba rotta, rimani fermo un mese poi fai fisioterapia e torni come nuovo" farebbero meglio a spendere i loro soldi e/o il loro tempo in altra maniera, soprattutto perché il vero lavoro inizia non quando entri nello studio e nel gruppo ma quando ne esci fuori e rimani solo con te stesso, e tutto questo senza alcun risultato certo.
Nemmeno i farmaci prescritti dallo psichiatra offrono certezze perché non si tratta di una tachipirina per la febbre: potrebbero aiutarti, o farti del male perché non sono adatti a te o il dosaggio è sbagliato, e potrebbe anche non esistere il farmaco adatto a te, perché siamo esseri molto complessi e unici sotto certi punti di vista. Purtroppo nessuno ha la sfera di cristallo e può prevedere e scartare prima di aver provato e aver visto cosa succede, come reagisce la persona e il suo corpo.
Una certezza però esiste: una persona che conosce poco e male se stessa, e quindi non può osservarsi in maniera lucida, incontrerà ancora più difficoltà nel trovare una soluzione, ammesso che ne esista una, o nel trovare eventuali strategie che non fanno sparire i problemi ma aiutano a gestirli meglio e quindi abbassano il grado di difficoltà e quindi la rottura di coglioni, il disagio, la paura, l'ansia, la sofferenza.
Se ti ritrovi la cucina mezza allagata e tu sei convinto che tutto dipenda dal frigorifero invece ti si è rotto il sifone del lavandino? Non chiameresti nemmeno l'idraulico perché dipende dal frigorifero. E se il problema fosse il vicino di casa con la perdita nel muro? E se il problema invece è il tubo nel tuo muro ma sei convinto che sia colpa della lavatrice del vicino?
Che si tratti di ignoranza inconsapevole o peggio ancora dell'ignoranza tipica di chi evita consapevolmente un determinato argomento perché sa che non gli conviene e non ha la minima intenzione di mettersi in discussione, in qualunque modo la si voglia mettere, l'ignoranza, riguardo un qualsiasi fenomeno che accade dentro o intorno a noi, non fa che peggiorare la situazione alimentando confusione e nuovi problemi e ulteriori occasioni di sofferenza.
Se nasci senza gambe puoi passare la vita a trascinarti in terra tipo morto vivente maledicendo il caso dio o i governi corrotti, puoi rimanere sul divano senza muoverti e senza nemmeno lamentarti, o potresti usare una sedia a rotelle, o una motocarrozzella a benzina che spara fiamme, adornata con lance e teschi stile Mad Max, o andare a giocare a basket in sedia a rotelle però il mezzo post apocalittico lo lascerei a casa in questo caso. Certo, rimane sempre il fatto incontestabile che nascere con le gambe è meglio che nascere senza gambe e questa è una certezza che nessuno potrà mai toglierti e potrebbe diventare il tuo cavallo di battaglia, il tuo cavallo di Troia da utilizzare prima di tutto contro te stesso e contro qualsiasi risultato otterrai nella tua condizione di senza gambe. Anche rigirare il dito nella piaga può diventare un esercizio costante, una abitudine che ti fa sentire a casa e arrivi a mettere in atto in maniera automatica, qualcosa che ti rende certo almeno di una cosa, una cosa che nessuno potrà portarti via: la consapevolezza del tuo dolore.
Anche quando mostriamo in apparenza, e quanto cazzo può ingannare l'apparenza!, la stessa vivacità intellettuale di una capra che fissa un blocco di sale legato al tronco di un albero, rimaniamo comunque esseri molto complessi, nel corpo e nella mente. E per me i veri ritardati non sono coloro che nascono con ritardi mentali rispetto alla media umana, no per me i veri ritardati sono gli esseri umani che rientrano nella media, li trovi tra quelli perfettamente integrati che lavorano e votano e vengono eletti e si sposano e fanno figli, i veri ritardati li ho trovati nella sterminata massa di coloro che si considerano e vengono considerati "normali" e sono pronti a deridere e/o aggredire qualsiasi forma di diversità che si discosti anche solo di un millimetro dai loro modelli.
L'umanità non ha ancora scoperto qualcosa di più complesso del cervello in generale e del cervello umano in particolare: se prendo come esempio il pianeta Terra, tutto ciò che contiene e accade sopra la superficie e sotto di essa allora lo posso paragonare alla complessità della mente umana e dei processi che avvengono all'interno del nostro corpo. Anche la superficie del nostro corpo è abitata come è abitata la superficie del nostro pianeta.
Un batterio che vive nel nostro stomaco potrebbe avere la stessa prospettiva di un essere umano che vive in Alabama e osserva un cielo notturno: ciò che noi chiamiamo Spazio, Stella, Pianeta, potrebbero essere soltanto elementi interni di un essere colossale dentro il quale viviamo.
Se mettiamo in prospettiva la nostra esistenza con la grandezza dell'universo noi siamo sulla scala dei micro organismi e il pianeta Terra è un granello di polvere che galleggia nello Spazio. Siamo dei micro organismi anche se ci limitiamo a prendere in considerazione solo l'estensione della Via Lattea, ovvero la galassia che ospita il nostro sistema solare, dato che la luce con la sua velocità di quasi 300.000 km al secondo impiega 100.000 anni per attraversare la nostra galassia, che è una tra miliardi.
Abbiamo ancora tanto da scoprire e da capire, come singoli e come specie.
*se invece di bruciare ti ritrovi a mollo pacioso nell'acquetta tiepida stai attento perché potresti fare la fine della rana di Chomsky
