In realtà un po' lo sono e anche nichilista in parte però probabilmente è una conseguenza del mio evitamento per la gente.
Una volta lo notavo meno e mi facevo sostanzialmente trasportare dagli amici e vivevo i rapporti sociali passivamente.
Ultimamente (negli ultimi anni) mi son reso conto che quando esco provo sempre più disagio nello stare con la gente (anche con gli amici che conosco da una vita), nel dover interagire, non parliamo poi nelle eventuali nuove conoscenze. Un disastro. Noto come la cosa che mi dia più sollievo sia il ritornare a casa nelle occasioni in cui non posso scappare/evitare.
Ho pensato molto razionalmente di troncare tutte le rimanenti conoscenze/amicizie per poter evitare di dover o inventare scuse per non uscire o subire un martirio mentale uscendo.
Ovviamente non ho perpetrato questo piano suicida, ma non tanto perchè non lo desiravo realmente (anche se obbiettivamente è abberrante anche solo pensarlo) ma perchè la messa in pratica sarebbe stato motivo di ulteriore ansia dato che agli occhi delle persone normali si sarebbe palesata esclusivamente come il delirio di un pazzo.
Purtroppo so che in un modo o nell'altro, i miei comportamenti (che attuo solo per "legittima difesa") porteranno inevitabilmente le persone che ho intorno ad allontanarsi volontariamente da me e allora probabilmente mi lamenterò della solutidine.
Ricapitolando: non vorrei stare solo ma stare con gli altri mi sta sempre più stretto. Evitare è l'unica soluzione che riesce a darmi sollievo ma so che porterà alla solitudine. In sostanza mi sto buttando da un burrone per evitare le vertiggini.