FobiaSociale.com  
     

Home Messaggi odierni Registrazione FAQ
 
Vai indietro   FobiaSociale.com > Off Topic > Off Topic Generale
Rispondi
 
Vecchio 13-02-2015, 17:17   #1
Banned
 

Dopo anni e anni di tentativi, sono finalmente riuscito a confrontarmi con le altre persone e starci bene. Eppure c'è sempre qualcosa che nella maggior parte dei casi non mi quadra perfettamente.

Premessa: dagli interessi che ho, si deduce abbastanza velocemente che essi hanno qualche relazione coi disturbi dello spettro autistico. Io non ho un disturbo dello spettro autistico, perché sono capace di empatizzare con le persone, però il modo in cui gestisco i miei interessi è all'incirca quello. Facciamo un esempio.

Supponiamo che il videogioco "final fantasy VII" mi colpisca all'età di 7-8 anni. E' molto probabile che la mia vita sarà incentrata su tale videogioco ciclicamente fino alla fine dei miei giorni, tipicamente per 2-3 settimane una volta all'anno.

Ogni volta che tornerà la passione per il videogioco, io ne svilupperò ogni volta un lato diverso, approfondendo sempre più intimamente il mio rapporto con esso [questo è possibile perché si tratta di videogiochi di ruolo giapponesi, piuttosto complessi].

In determinati periodi lo sviluppo di questa passione consisteva nell'accumulo di informazioni, in altri nello studio del team di produzione, in altri ancora l'introspezione psicologica del significato che essi avevano per me. In tutti i casi ho provato un affetto estremo per il videogioco, tanto da considerarlo una parte fondamentale della mia vita.

Quello che dico è una cosa che si riscontra spesso, giusto? A quanto pare, solo in parte. Io sembro provare un attaccamento forte per tutte le esperienze fatte prima dei 12 anni, non solo alcune, tanto che purtroppo non riesco quasi mai a condividere adeguatamente il modo in cui vivo ciò che faccio.
Fino al 2005 per me ogni anno aveva un "significato", un qualcosa che lo contraddistingueva, e sentire ogni data diversa mi trasmetteva una sensazione precisa. Dopo il 2005 ciò non si è più verificato, non contavo più gli anni e la simbologia è caduta. Anni come 2007, 2009, 2011, mi sono sempre sembrati "fasulli", cioè privi di significato. A pensarci bene più i dispari che i pari (o_O) a meno che non finissero con il 5 (...) però il 1997 aveva un significato.

Facciamo altri esempi più caratteristici. Ho l'abitudine di "rendere eterne" le cose che ho fatto appunto prima del 2005 [più raramente dopo], ad esempio nell'estate del 2000 ho frequentato per una settimana una piscina in montagna e quella per me è stata un'esperienza così surreale, che sogno di riviverla e riviverla in eterno, per me la piscina in quella montagna potrebbe costituire una parte del senso della mia esistenza.

Oppure, la casa in campagna di un'amica che ho frequentato sin dall'infanzia per me racchiude una quantità così grande di significati che non so nemmeno come esprimerli.

In queste circostanze provo delle sensazioni "esatte", che potrei descrivere particolare dopo particolare ma se lo facessi, nessuno condividerebbe tali sensazioni [ci ho provato spesso ma senza successo]. In genere si tratta di sensazioni che a sentirle non hanno alcun significato, alcun messaggio; però per me hanno un'importanza fondamentale.

Riassumendo; è come se praticamente tutte le cose che ho fatto fino all'ingresso alle scuole medie [2003], e anche alcune delle cose che ho fatto dopo, per me costituissero la base fondante della mia esistenza e del mio mondo emotivo, però sfortunatamente queste sensazioni sembrano essere così esatte da non risultare condivisibili; risultano approcciabili dalle persone con cui mi sono frequentato sin da bambino, però rimangono spesso rigide e ferme con tutti gli altri. Eppure le voglio assolutamente condividere perché racchiudono, secondo il mio punto di vista, il mio essere... quindi alla fine rimango incomunicabile e mi sento solo di rado a mio agio.

Proverò a fare un esempio di sensazione "esatta"... vado al cimitero, alla tomba della madre della mia bisnonna, tale Novissima.
Essendo stato lì all'età di 6-7 anni, quando vivevo la morte in maniera molto "numerica" [ci sono date di nascita e morte, aspettativa di vita, contavo gli anni della mia bisnonna etc. ] allora proverò quella tipica sensazione "esatta" che mi trasmette sicurezza. E' come se avessi fatto una fotografia nella mia testa della prima volta che mi portarono a vedere la tomba, e ricordo quanto pensavo fosse stata fortunata mia madre ad avere avuto 3 bisnonni, quanto mi dispiacesse che una donna descritta "buona" come Rosa [che era la mamma del mio bisnonno] fosse morta prima di quella descritta come "severa", cioè Novissima, ricordo la felicità trasmessa dai raggi del sole nel cimitero, il cinguettio degli uccelli nei cipressi. Per me ciascuno di questi dettagli è fondamentale; infatti visitare un cimitero molto diverso può addirittura farmi sentire poco a mio agio, a meno che in tale nuovo cimitero non riscontri in qualche modo una vecchia simbologia dell'infanzia.

Insomma tutta questa roba spesso mi fa sentire solo. Come posso fare? Che cos'ho?

Ultima modifica di cancellato15306; 13-02-2015 a 17:19.
Vecchio 13-02-2015, 17:27   #2
Esperto
L'avatar di utopia?
 

Quando si è piccoli tutto sembra più grande. (Cit.)
Vecchio 13-02-2015, 17:34   #3
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da utopia? Visualizza il messaggio
Quando si è piccoli tutto sembra più grande. (Cit.)
Cioè?
Vecchio 13-02-2015, 17:52   #4
Esperto
L'avatar di utopia?
 

Quote:
Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Cioè?
Anch'io ricordo gli avvenimenti precedenti a una certa età come immensi, grandiosi, simbolici.
E gli avvenimenti a seguire come circondati da un'alone di sempre maggiore perdita di significato.
...
Disillusione, probabilmente.
Vecchio 13-02-2015, 18:18   #5
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da utopia? Visualizza il messaggio
Anch'io ricordo gli avvenimenti precedenti a una certa età come immensi, grandiosi, simbolici.
E gli avvenimenti a seguire come circondati da un'alone di sempre maggiore perdita di significato.
...
Disillusione, probabilmente.
No, non è disillusione... ho solo smesso di contare. Non so esattamente come mai io abbia smesso di contare...

La passione ciclica ed esatta più tarda che mi viene in mente è la lettura di una di quelle cosiddette "fan fiction", storie inventate dai fan, relativa in questo caso ad un videogioco. Mi ci riconoscevo, quindi la apprezzai e divenne "simbolo costante".
Era l'ottobre 2006, e quella fan fiction la rileggo periodicamente all'incirca una volta all'anno. Rileggerla mi dà un forte senso di sicurezza. Avevo 14 anni...
La cosa particolare è che ogni parola di quella fan fiction mi trasmette una sensazione precisissima, che volendo potrei descrivere in dettaglio, cosa che non succede per qualsiasi altra cosa io legga.

La passione per l'etimologia è ancora più tarda, risale forse al 2007 o al 2008, però non ha la caratteristica della ciclicità [è permeante, potrei cercare l'etimologia di parole casuali in qualsiasi momento, non sento di dover fare almeno una volta all'anno per 2 settimane ricerche etimologiche] ed è intellettualizzante; una di quelle passioni che definisco "da macellaio", che distrugge le cose invece di essere essa stessa una "cosa". I videogiochi, la meteorologia, o la genealogia ad esempio sono "cose", mentre l'etimologia è un modo per distruggere le parole riconducendo il loro significato ad un significato antico che nella mia psiche è insignificante.

C'è stato in effetti un periodo di passioni intellettualizzanti "da macellaio", come la storia, lo studio della mente, la linguistica, che hanno segnato un periodo oscuro della mia storia personale esaurito definitivamente nel 2011 col rifiuto da parte di una ragazza dovuto alla mia intellettualizzazione. Probabilmente è stato questo periodo ad interrompere quello delle passioni cicliche.

Da allora non ho più fatto il macellaio e gestisco quelle passioni con moooolta cautela.

Attualmente sembra cambiato qualcosa nella mia mente, tant'è vero che le sensazioni attuali sono fluide e non più "esatte", però le vecchie sensazioni esatte sono comunque la base di tutto...

Ad esempio non riesco a cogliere i particolari della sensazione che provai quella volta che andai con una mia amica al cimitero a visitare la tomba di suo fratello, però quella visita al cimitero l'ho fatta perché dietro c'era la sensazione esatta data da quel periodo in cui, temendo la morte, mi informavo su tutti gli avi morti e mi sono stati fatti vedere al cimitero [6-7 anni].

A pensarci bene però, provo sensazioni esatte verso tutte le parole di una lingua straniera che apprendo, anche oggi. Però tendo a vedere questo meccanismo come non del tutto OK... visto che crea una rigidità nella comunicazione.

Ultima modifica di cancellato15306; 13-02-2015 a 18:29.
Vecchio 13-02-2015, 20:29   #6
Esperto
L'avatar di utopia?
 

Stai cercando una correlazione tra le tue passioni e la tua presunta decadenza psicologica?
O tra la tua presunta decadenza psicologica e le tue passioni?

Dubito di poter aggiungere granchè, a questo punto.
Rispondi




Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 03:57.
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Powered by vBadvanced CMPS v3.2.2