Dopo anni e anni di tentativi, sono finalmente riuscito a confrontarmi con le altre persone e starci bene. Eppure c'è sempre qualcosa che nella maggior parte dei casi non mi quadra perfettamente.
Premessa: dagli interessi che ho, si deduce abbastanza velocemente che essi hanno qualche relazione coi disturbi dello spettro autistico. Io
non ho un disturbo dello spettro autistico, perché sono capace di empatizzare con le persone, però il modo in cui gestisco i miei interessi è all'incirca quello. Facciamo un esempio.
Supponiamo che il videogioco "final fantasy VII" mi colpisca all'età di 7-8 anni. E' molto probabile che la mia vita sarà incentrata su tale videogioco ciclicamente fino alla fine dei miei giorni, tipicamente per 2-3 settimane una volta all'anno.
Ogni volta che tornerà la passione per il videogioco, io ne svilupperò ogni volta un lato diverso, approfondendo sempre più intimamente il mio rapporto con esso [questo è possibile perché si tratta di videogiochi di ruolo giapponesi, piuttosto complessi].
In determinati periodi lo sviluppo di questa passione consisteva nell'accumulo di informazioni, in altri nello studio del team di produzione, in altri ancora l'introspezione psicologica del significato che essi avevano per me. In tutti i casi ho provato un affetto estremo per il videogioco, tanto da considerarlo una parte fondamentale della mia vita.
Quello che dico è una cosa che si riscontra spesso, giusto? A quanto pare, solo in parte. Io sembro provare un attaccamento forte per tutte le esperienze fatte prima dei 12 anni, non solo alcune, tanto che purtroppo non riesco quasi mai a condividere adeguatamente il modo in cui vivo ciò che faccio.
Fino al 2005 per me ogni anno aveva un "significato", un qualcosa che lo contraddistingueva, e sentire ogni data diversa mi trasmetteva una sensazione precisa. Dopo il 2005 ciò non si è più verificato, non contavo più gli anni e la simbologia è caduta. Anni come 2007, 2009, 2011, mi sono sempre sembrati "fasulli", cioè privi di significato. A pensarci bene più i dispari che i pari (o_O) a meno che non finissero con il 5 (...) però il 1997 aveva un significato.
Facciamo altri esempi più caratteristici. Ho l'abitudine di "rendere eterne" le cose che ho fatto appunto prima del 2005 [più raramente dopo], ad esempio nell'estate del 2000 ho frequentato per una settimana una piscina in montagna e quella per me è stata un'esperienza così surreale, che sogno di riviverla e riviverla in eterno, per me la piscina in quella montagna potrebbe costituire una parte del senso della mia esistenza.
Oppure, la casa in campagna di un'amica che ho frequentato sin dall'infanzia per me racchiude una quantità così grande di significati che non so nemmeno come esprimerli.
In queste circostanze provo delle sensazioni "esatte", che potrei descrivere particolare dopo particolare ma se lo facessi, nessuno condividerebbe tali sensazioni [ci ho provato spesso ma senza successo]. In genere si tratta di sensazioni che a sentirle non hanno alcun significato, alcun messaggio; però per me hanno un'importanza fondamentale.
Riassumendo; è come se praticamente tutte le cose che ho fatto fino all'ingresso alle scuole medie [2003], e anche alcune delle cose che ho fatto dopo, per me costituissero la base fondante della mia esistenza e del mio mondo emotivo, però sfortunatamente queste sensazioni sembrano essere così esatte da non risultare condivisibili; risultano approcciabili dalle persone con cui mi sono frequentato sin da bambino, però rimangono spesso rigide e ferme con tutti gli altri. Eppure le voglio assolutamente condividere perché racchiudono, secondo il mio punto di vista, il mio essere... quindi alla fine rimango incomunicabile e mi sento solo di rado a mio agio.
Proverò a fare un esempio di sensazione "esatta"... vado al cimitero, alla tomba della madre della mia bisnonna, tale Novissima.
Essendo stato lì all'età di 6-7 anni, quando vivevo la morte in maniera molto "numerica" [ci sono date di nascita e morte, aspettativa di vita, contavo gli anni della mia bisnonna etc. ] allora proverò quella tipica sensazione "esatta" che mi trasmette sicurezza. E' come se avessi fatto una fotografia nella mia testa della prima volta che mi portarono a vedere la tomba, e ricordo quanto pensavo fosse stata fortunata mia madre ad avere avuto 3 bisnonni, quanto mi dispiacesse che una donna descritta "buona" come Rosa [che era la mamma del mio bisnonno] fosse morta prima di quella descritta come "severa", cioè Novissima, ricordo la felicità trasmessa dai raggi del sole nel cimitero, il cinguettio degli uccelli nei cipressi. Per me ciascuno di questi dettagli è fondamentale; infatti visitare un cimitero molto diverso può addirittura farmi sentire poco a mio agio, a meno che in tale nuovo cimitero non riscontri in qualche modo una vecchia simbologia dell'infanzia.
Insomma tutta questa roba spesso mi fa sentire solo. Come posso fare? Che cos'ho?