Alakazam

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Tatsuhiro Satō

Si mi capita, in realtà credo che mi reputino un pazzoide, ma non è che mi frega più di tanto, soffrirei di più a perdere tempo avanti al bar a fare discussioni terra terra come fanno loro.
Veramente sarebbe squallido vivere così e non se ne rendono conto, la normalità è squallida ma accettata.

Hor

Io già parto con un aspetto molto particolare, che mi farebbe classificare a prima vista facilmente tra le "persone strane". Poi, quando si tratta di interagire, anche in maniera molto occasionale (ad es. chiedere informazioni in un ufficio), saltano fuori le mie difficoltà relazionali e so che spesso sono stato preso per una specie di ritardato (quando invece ho facoltà intellettive nella norma).
Quindi ho passato tutta la vita a essere "riconosciuto" come una persona fuori dalla norma. Ma forse anche per questo me ne sono sempre fregato abbastanza. Vado avanti per la mia strada e faccio quello che devo fare, anche perché ci sono state delle volte in cui ho incontrato persone in grado di guardare oltre la mia superficie di "stranezza".

AvolteRitorno

"Ambrogio. Il mio non è proprio appetito... è più voglia di qualcosa di buono".

Ecco, appunto. Il mio non è proprio timore di essere riconosciuto... è più voglia che non mi rompano i coglioni...

Vivo in un piccolo paesino del cazzo e quindi è facile che mettendo il naso fuori dalla porta di casa incontri qualcuno che conosci (nel mio caso proprio la porta dell'appartamento trovando il proprietario di casa o i vicini). Non ho piacere, come sembra avere la gente comune, di incontrare persone conosciute. Non ho piacere a dover discutere del tempo (o cose così) per convenzione sociale. Non ho piacere neanche a vedere gente che in fondo non mi dispiace.

Sono fatto così, non so perché, non ho problemi a dialogare a entrare nelle grazie della gente, ma non mi interessa (forse da giovane). Non richiamo le persone che mi dicono fatti sentire per un caffè, andiamo a farci una pizza una sera, o cose così. Forse sono diventato così perché immancabilmente quando interessava conoscere delle persone a me è andata male, forse perché vedo solo le cose negative delle persone, fatto sta che se potessi vivere in un posto a 100 km di distanza dalla civiltà ne sarei felice.

Crepuscolo

Si, infatti vado in paese solo se strettamente necessario.
La paura principale è che mi fanno domande sul lavoro, poi viene il fatto che non esco e non ho vita sociale.
Mentre se mi fanno domande sconosciuti su una via, un paese... o domande che non riguardano la mia persona non mi sento a disagio, anzi, mi fa piacere poter dare una mano a qualcuno.

dottorzivago

Ho avuto questa fobia dai 20 ai 30 anni. Vivo in un paesino di 15mila anime...in quei 10 anni mai messo piedo nel centro dove si fa lo "struscio" il sabato pomeriggio

Wonderlust76

A voglia....sul lavoro sono ormai 8 anni che metto una maschera per passare da persona normale. Devo dire che penso anche di essere stimato...ma s'è capito che non ho una vita, credo.

Lost75

Odiavo quando mi chiedevano: Ma tu di dove sei?
Sono di *****
Anche io, strano non ti ho mai visto in giro

sparatemi

si ho sempre avuto questo timore e non credo di essere mai stato troppo bravo a nasconderlo, io abito in una grande città eppure certi fantasmi dal passato sono tornati. Questa è anche la principale causa per cui non socializzo più, perchè essendosi compromessi con troppe persone è facile reincontrarle perchè la gente parla e si conosce, anche se la città è grande. Giusto per fare un esempio (il peggiore che mi è successo) sul lavoro ho un collega che ho scoperto essere il marito di una mia ex compagna di scuola (il periodo più brutto dove tutti mi bullizzavano e pure lei lo faceva, mi odiava proprio, mi dovetti ritirare spontaneamente perchè non riuscivo a reggere la pressione psicologica, i professori mi ignoravano e una mi dava pure addosso e infatti in quel periodo arrivò il mio primo tentativo di farla finita) beh, ora in apparenza lui è cordiale ma a me è sempre sembrato un gran leccaculo e opportunista, al momento nessuno ha mai fatto riferimenti al fatto che io ero in classe con sua moglie ma io ci credo ben poco che non sia girata voce, si trattengono solo perchè siamo sul lavoro, questo per dire che anche nelle grandi città il problema c'è

Varano

Boh...ma un po' strano sono sempre stato. E più uno è riservato più attira gli impiccioni.
Quello che a volte mi ferisce non è l'indifferenza, ma l'essere trattato dall'alto al basso da paesani che si credono chissà chi perché hanno 4 soldi o fanno parte di qualche gruppetto.


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Alakazam

Se sei solo sei strano, hai qualcosa che non va, istintivamente. In passato non ci si poteva permettere di essere soli perché si periva, chi veniva lasciato solo era perché si era comportato male e veniva escluso.

Fluxetina

Ne soffrivo molto anch'io, sono stato chiuso in casa per molti anni per queste cose, ma sono tutte paranoie, tutte le paure che avevo si sono distrutte appena ho incontrato le persone di cui avevo timore e ho capito che ho buttato 10 anni nel cesso per seghe mentali allucinanti. Alla gente non gli frega un cazzo di te, come a te di loro.
10 anni chiuso in casa per tutte robe immaginarie, quando lo racconto non ci credo neanch'io!

cuginosmorfio

Emigrazione di massa in Finlandia

Alakazam

Se vuoi stare da solo sicuramente.

Xchénnpossoreg?

Ho in canna uno scambio di battute ancora più surreale .

(Ex compagno di scuola) ciao, come stai?
(Io) blablabla
(Ecds) non ti vedo mai al pub Vattelapesca. Come mai?
(Io) Non frequento pub.
(Ecds) ...
(Io) ..
(Ecds) ora devo andare, ciao
(Io) Ciao, buona giornata

AvolteRitorno

E qui dovevi concluderla con: "Ci vediamo... e se non ci vediamo accendiamo la luce!".

Xchénnpossoreg?

Un grande classico

Lost75

Adesso quando mi dicono non ti ho mai visto in giro rispondo: Pure io non ti ho mai visto in giro

Xchénnpossoreg?

Lost fa poi un cenno di saluto e si congeda canticchiando

"E questa è la storia di chi si gira in giro
girando in questo giro
ci gira per girar"

Robert_Plant 89

Ho paura che la gente scopra la persona strana e malata che sono, infatti evito gli altri il più possibile, eccetto quei pochissimi amici affini che ho. L'unico contesto sociale, al di là dei pochissimi amici, è il supermercato quando vado a fare provviste alimentari.