Quando leggo certi contributi e l'età di chi li scrive, pensando a me che di anni ne ho a metà tra i 30 e i 40, mi viene da sorridere (tirando nel frattempo le testate del caso
).
Penso che molto spesso influiscano nel creare e alimentare la paura di approccio: 1 il perfezionismo affettivo (quel sbagliando s'impara che è alla base di qualsiasi apprendimento e che non riusciamo ad assimilare) 2 il senso di inadeguatezza per non riuscire a iniziare e vivere una storia affettiva a modo nostro (perché non esistono storie standard a cui uniformarsi...) 3 il timore di venire estromessi dalla meta che più si desidera raggiungere al mondo
4 il confinarsi - spesso inconsapevole - in un sistema di rappresentazioni e auto-rappresentazioni mentali - che ci allontanano dalla spontaneità e immediatezza che sono il naturale alimento delle relazioni affettive.