Intermedio
Qui dal: Oct 2022
Ubicazione: nel castello errante di Howl
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{Vi lascio questa riflessione, o meglio, la lascio a chi leggerà questo testo per me molto breve, ma breve o lungo è del tutto relativo alla propria condizione.
Io mi rompo il cazzo quando mi rileggo, o quando devo leggere qualcosa che già conosco, fremo e mi posso innervosire perché è tutto troppo lento dato che il pensiero è mooolto più rapido delle parole e delle azioni; ma non posso comunicare con il pensiero.
Le seguenti parole vagavano da tempo dentro di me, ma sono molto bravo a procrastinare.}
Occorre fare attenzione non solo a tutte le parole che ripetiamo a noi stessi in privato, ma, ancora di più a quelle che ripetiamo in pubblico*.
Con il passare del tempo e della ripetizione andranno ad influenzare altre persone, e se quelle parole vengono fraintese oppure hanno la stessa consistenza di bolle di sapone tossico, nate dalla distorsione che opera quando si valutano esperienze personali in maniera confusa ed erronea elevandole poi al rango di leggi universali, faranno danni non solo a noi stessi ma anche alle altre persone, perché a forza di essere ripetute e accettate si trasformano in solide certezze condivise, senza che alcuna analisi lucida e approfondita le possa mettere successivamente in discussione, anche perché se non dubiti delle tue certezze nemmeno ti viene in mente di metterle in discussione, anche perché è faticoso, e può causare inquietudine e sofferenza.
Se 100 persone dicono una stronzata e ci credono tutte e 100 non è che quella stronzata allora diventa corretta, è solo una distorsione, una illusione, che influenzerà la piccola e soggettiva realtà personale delle singole persone che a forza di ripeterla si sono convinte e influenzate a vicenda creando un insieme, e più è grande il gruppo che le accetta e ripete maggiore sarà la forza di attrazione esercitata nei confronti di altri sprovveduti che le accetteranno solo perché un gruppo, o qualcuno che gode di una certa autorità, le ritiene corrette e le diffonde con una certa costanza.
Occorre fare attenzione alle parole perché possono essere pericolose, questo è il senso profondo del "ferisce più la penna che la spada", perché le parole ti si possono piantare dentro producendo ulteriori conseguenze.
Le parole, insieme ai pensieri e alle azioni, possono renderci liberi o renderci schiavi.
Ecco perché i social fondamentalmente sono luoghi dimmmerda, non che prima tutto questo non accadesse, in quest'epoca tale processo, antico quanto l'essere umano, è stato semplicemente elevato all'ennesima potenza da tali mezzi e così un emerito imbecille sul divano di casa con un paio di semplici click, tanto non costa nulla e offre una coccola all'ego, può raggiungere migliaia di persone.
A questo punto meglio chi posta foto di gattini senza proferire parola.
E quindi trovo giusto che anch'io smetta di contribuire riducendo al minimo le mie parole. Ora, purtroppo o per fortuna, a differenza del passato, sento responsabilità non solo nei miei confronti ma anche nei confronti altrui.
Questo luogo mi ha aiutato a sentirmi meno isolato, ad esprimere 5 minuti di pensieri in un contesto pubblico, e quindi a differenza di come ho fatto in passato ora non richiederò di essere bannato, così potrò offrire qualche aiuto concreto, per quanto minuscolo, se qualcuno lo chiede e sono in grado, potrò rispondere ad eventuali messaggi privati o magari se un giorno qualcuno, qualcuno veramente bravo immagino, riuscirà a smuovere qualche persona per un raduno se sarò ancora qui parteciperò.
*davanti ad un pubblico le parole diventano ancora più pervasive, assumono una valenza maggiore, ecco perché una delle regole fondamentali nella scienza della comunicazione recita: è più semplice convincere una massa di persone che un singolo individuo...i regimi dittatoriali e totalitari del '900 lo avevano capito molto bene, così come lo hanno capito molto bene i pubblicitari
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