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06-02-2006, 02:22
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#21
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Intermedio
Qui dal: Nov 2005
Ubicazione: milano
Messaggi: 203
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ti dico la mia! il fatto di parlare in pubblico mi ha sempre spaventato anche se non è mai stata una situazione critica (a meno di non trovarmi davanti a 100 persone con il microfono in mano!) comunque sia i sintomi sono comuni , arrossivo , balbettavo ma riuscivo comunque ad attivarmi positivamente portando a termine la "performance". In una situazione particolare mi trovai lo scorso settembre , era una riunione di lavoro e dovevo esporre i risultati di un lavoro che avevo sviluppto in autonomia ad altre 6 persone , 3 di queste le conoscevo le altre no! non ero particolarmente agitato sebbene sapevo che avrei manifestato i soliti sintomi , tuttalpiu' nessuno in quel contesto aveva ancora percezione di quelle che erano le mie difficoltà. Quindi partii nell'esporre il mio lavoro , modesto rossore al quale ,secondo logica , sarebbero dovute seguire altre sintomatologie tipiche ... tipo sudorazione , tremore , balbetamento , cognizione negativa circa il giudizio dei presenti ; nulla di tutto questo , semplicemente lasciai al mioviso la decisione di arrossire o meno , gli atri lo notarono ma ... me ne fregai , semplicemente , continuando a parlare come se nulla fosse!
La cosa che piu' mi balzò evidente inquel caso fu .... la paura , quella davvero limitate , che le altre prsone possano accorgersi , non tanto del fatto di avere un imbarazzo , ma di capire esattamente il tipo di problematica che affligge chi si trova in quell'imbarazzo e , da questo , arrivare a coinvolgere l'intera personalità , sconvolgendola .... questo non è reale!
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06-02-2006, 12:03
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#22
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Principiante
Qui dal: Feb 2006
Messaggi: 42
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Quote:
Originariamente inviata da odi
ti dico la mia! il fatto di parlare in pubblico mi ha sempre spaventato anche se non è mai stata una situazione critica (a meno di non trovarmi davanti a 100 persone con il microfono in mano!) comunque sia i sintomi sono comuni , arrossivo , balbettavo ma riuscivo comunque ad attivarmi positivamente portando a termine la "performance". In una situazione particolare mi trovai lo scorso settembre , era una riunione di lavoro e dovevo esporre i risultati di un lavoro che avevo sviluppto in autonomia ad altre 6 persone , 3 di queste le conoscevo le altre no! non ero particolarmente agitato sebbene sapevo che avrei manifestato i soliti sintomi , tuttalpiu' nessuno in quel contesto aveva ancora percezione di quelle che erano le mie difficoltà. Quindi partii nell'esporre il mio lavoro , modesto rossore al quale ,secondo logica , sarebbero dovute seguire altre sintomatologie tipiche ... tipo sudorazione , tremore , balbetamento , cognizione negativa circa il giudizio dei presenti ; nulla di tutto questo , semplicemente lasciai al mioviso la decisione di arrossire o meno , gli atri lo notarono ma ... me ne fregai , semplicemente , continuando a parlare come se nulla fosse!
La cosa che piu' mi balzò evidente inquel caso fu .... la paura , quella davvero limitate , che le altre prsone possano accorgersi , non tanto del fatto di avere un imbarazzo , ma di capire esattamente il tipo di problematica che affligge chi si trova in quell'imbarazzo e , da questo , arrivare a coinvolgere l'intera personalità , sconvolgendola .... questo non è reale!
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Ciao odi, grazie per aver raccontato la tua storia!
Come te, anch'io sperimento la stessissima sintomatologia, che evito di ripetere perchè nota a tutti.
Sicuramente questa FS preferisce manifestarsi in modo diverso in ognuno di noi, renderci vulnerabili in alcune cose piuttosto che altre.
Prendo spunto e rifletto sulle tue parole per capire come certe situazioni possano essere superate ed anzi portate a termine nel migliore dei modi.
Certo, come tu dici, è necessaria e vitale comunque un'attivazione emozionale, ma è anche necessario che quest'attivazione emozionale sia "gestibile"..e mi piace e sono daccordissimo con te sul fatto che magari il modo migliore per "Controllarla" sia farla fluire in modo naturale, senza costringerla ed opprimerla.. ops:
Posso chiderti se c'è qualcosa della fs che ti limita maggiormente?
Grazie anche a te ggWendi, come vedi l'esporsi in pubblico mette in difficoltà un po' tutti.. :wink:
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06-02-2006, 12:12
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#23
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Banned
Qui dal: Nov 2005
Messaggi: 95
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sicuramente puo'essere un sistema x valutare quanto una persona e'timida,allora non e'una cosa che succede solo a me,cioe'che a volte in una situazione che mi mette terribilmente a disagio riesco a cavarmela inaspettatamente,a volte si presentano tutti i sintomi appunto della mia timidezza,dipende se arrivo gia'nervosa o no,dipende da molte cose....in genere ho notato pero'che se mi trovo a dover fare qualcosa che mi mette ansia ma io sono gia'preoccupata e nervosa x altri motivi ci sono buone probabilita'che tutto vada x il meglio,forse xke'sono concentrata su altro,il guaio e'quando inizio a pensare....
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07-02-2006, 01:28
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#24
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Intermedio
Qui dal: Nov 2005
Ubicazione: milano
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Quote:
Originariamente inviata da shygirl
Ciao odi, grazie per aver raccontato la tua storia!
Come te, anch'io sperimento la stessissima sintomatologia, che evito di ripetere perchè nota a tutti.
Sicuramente questa FS preferisce manifestarsi in modo diverso in ognuno di noi, renderci vulnerabili in alcune cose piuttosto che altre.
Prendo spunto e rifletto sulle tue parole per capire come certe situazioni possano essere superate ed anzi portate a termine nel migliore dei modi.
Certo, come tu dici, è necessaria e vitale comunque un'attivazione emozionale, ma è anche necessario che quest'attivazione emozionale sia "gestibile"..e mi piace e sono daccordissimo con te sul fatto che magari il modo migliore per "Controllarla" sia farla fluire in modo naturale, senza costringerla ed opprimerla.. ops:
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Perchè hai scritto "Controllarla" ... tra virgolette? Pare strano ma è proprio quando si capisce che non c'e' nulla da controllare che riesci a farla fluire! Non so' che ne pensi pero'!
XPosso chiderti se c'è qualcosa della fs che ti limita maggiormente?
Guardare negli occhi una ragazza che in quel momento mi stà dando disponibilità , li mi impapero! qualche consiglio?
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07-02-2006, 11:16
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#25
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Principiante
Qui dal: Feb 2006
Messaggi: 42
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Originariamente inviata da odi
Quote:
Originariamente inviata da shygirl
Ciao odi, grazie per aver raccontato la tua storia!
Come te, anch'io sperimento la stessissima sintomatologia, che evito di ripetere perchè nota a tutti.
Sicuramente questa FS preferisce manifestarsi in modo diverso in ognuno di noi, renderci vulnerabili in alcune cose piuttosto che altre.
Prendo spunto e rifletto sulle tue parole per capire come certe situazioni possano essere superate ed anzi portate a termine nel migliore dei modi.
Certo, come tu dici, è necessaria e vitale comunque un'attivazione emozionale, ma è anche necessario che quest'attivazione emozionale sia "gestibile"..e mi piace e sono daccordissimo con te sul fatto che magari il modo migliore per "Controllarla" sia farla fluire in modo naturale, senza costringerla ed opprimerla.. ops:
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Perchè hai scritto "Controllarla" ... tra virgolette? Pare strano ma è proprio quando si capisce che non c'e' nulla da controllare che riesci a farla fluire! Non so' che ne pensi pero'!
XPosso chiderti se c'è qualcosa della fs che ti limita maggiormente?
Guardare negli occhi una ragazza che in quel momento mi stà dando disponibilità , li mi impapero! qualche consiglio?
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L'ho scritto tra virgolette, perchè come te, penso che il modo peggiore per affrontare le nostre inibizioni sia controllarle..
Lasciamoci andare, lasciamo che di noi esca la parte che vuole uscire...
e non la parte, o l'immagine di noi che vorremmo, e che in realtà non ci appartiene...
ops: ops: Riguardo alla cosa che ti imbarazza di più...che dirti Odi,
io penso, contraddicimi se pensi di no, ed in questo mi ripeto, che le nostre problematiche derivino dalla volontà di mostrare agli altri quello che non siamo...
Allora è da questo conflitto..,tra ciò che vorremmo essere, e ciò che siamo, che nasce la timidezza, la fs...
Allora tu magari vorresti essere un ragazzo disinibito, che sa corteggiare..
io una oratrice....(ovviamente porto il discorso alle estreme conseguenze)..Ma.., accettiamoci per quello che siamo, convinciamoci che possiamo essere amati e apprezzati anche per le nostre debolezze,..un po' timidi, e fobici..
Doniamoci agli altri per quello che siamo, perchè ci amino per questo..e non per l'immagine, non veritiera e costruita, che vorremmo che fosse..
Smettiamo di essere perfezionisti..
Accettiamoci nei nostri difetti ed incapacità..
Ed in questo mi collego anche a quello che dice, in codice, anche Mefiori.
che ne dici odi..
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07-02-2006, 14:56
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#26
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Principiante
Qui dal: Feb 2006
Messaggi: 42
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Dai Mefi...
Devi solo suonare al citofono!!!
E non fare il timido!!!!! :wink:
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07-02-2006, 15:19
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#27
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Guest
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Ciao Ragazze e ciao a te, Shygirl.
Eccomi nel tuo post.
Allora 25 anni, neo sociologa...Una vita davanti dunque.
Capita spessissimo anche a me di non riuscire a parlare in pubblico e a volte anche in un'ambiente di pochissime persone.
Penso che sia facile parlare bene del futuro (nel quale spero) e sia molto più difficile vivere nel presente, soprattutto se le nostre nevrosi altro non sono che le conseguenze alle nostre passate esperienze.
Io, fossi in te, agirei su due fronti.
Prima cercare di individuare, isolare e analizzare bene la prima volta che ti è capitato di provare queste situazioni.
La seconda è quella di provare a contattare magari uno psicologo abbastanza pragmatico che ti possa aiutare a risolvere i tuoi problemi.
E' molto utile e molto più "bello" provare a confrontarsi con qualche amico stretto e molte volte scoprire che gli altri siamo noi.
Io ho 24 anni.
Ciao.
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07-02-2006, 15:36
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#28
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Principiante
Qui dal: Feb 2006
Messaggi: 42
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Quote:
Originariamente inviata da mefiori
Ciao Ragazze e ciao a te, Shygirl.
Eccomi nel tuo post.
Allora 25 anni, neo sociologa...Una vita davanti dunque.
Capita spessissimo anche a me di non riuscire a parlare in pubblico e a volte anche in un'ambiente di pochissime persone.
Penso che sia facile parlare bene del futuro (nel quale spero) e sia molto più difficile vivere nel presente, soprattutto se le nostre nevrosi altro non sono che le conseguenze alle nostre passate esperienze.
Io, fossi in te, agirei su due fronti.
Prima cercare di individuare, isolare e analizzare bene la prima volta che ti è capitato di provare queste situazioni.
La seconda è quella di provare a contattare magari uno psicologo abbastanza pragmatico che ti possa aiutare a risolvere i tuoi problemi.
E' molto utile e molto più "bello" provare a confrontarsi con qualche amico stretto e molte volte scoprire che gli altri siamo noi.
Io ho 24 anni.
Ciao.
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Ma che bello averti qui!!!! :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
Sono molto felice davvero.. :lol: :lol:
Si Mefiori, sono perfettamente daccordo con quello che dici.
- So da dove deriva questa situazioni, o meglio la prima occasione in cui si è manifestata
- Mi farebbe davvero bene risolvere la nevrosi con uno specialista. E a questo proposito ti chiedo se tu lo hai fatto. Se si, come è andata.
- Per quanto riguarda l'ultima battuta vedo, e mi fa piacere, che ti sei ricreduto, non era su questo punto che la nostra disputa aveva preso le mosse? Certo, mi guardo e riguardo negli altri..ed in loro, vedo il mio destino! :wink:
Vi voglio già bene...
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07-02-2006, 15:41
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#29
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Guest
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NO, per ora non mi sono rivolto ancora a nessuno.
Tuttavia credo che se non riuscirò ad uscirne da solo per saturazione di me stesso ci andrò.
Una saluto e un abbrraccio. 8)
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07-02-2006, 15:42
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#30
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Principiante
Qui dal: Feb 2006
Messaggi: 42
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Ti saluto e ti abbraccio calorosamente anch'io :roll:
a presto
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08-02-2006, 02:17
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#31
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Intermedio
Qui dal: Nov 2005
Ubicazione: milano
Messaggi: 203
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Quote:
Originariamente inviata da shygirl
io penso, contraddicimi se pensi di no, ed in questo mi ripeto, che le nostre problematiche derivino dalla volontà di mostrare agli altri quello che non siamo...
Allora è da questo conflitto..,tra ciò che vorremmo essere, e ciò che siamo, che nasce la timidezza, la fs...
Allora tu magari vorresti essere un ragazzo disinibito, che sa corteggiare..
io una oratrice....(ovviamente porto il discorso alle estreme conseguenze)..Ma.., accettiamoci per quello che siamo, convinciamoci che possiamo essere amati e apprezzati anche per le nostre debolezze,..un po' timidi, e fobici
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Ciao shy , io penso che le cause delle nostre problematiche dipendano da tre fattori principali : cause genetiche cioè siamo il "prodotto" dei nostri genitori e ne ereditiamo le caratteristiche , mia madre lo è , mio padre lo era , e pure mia sorella ; poi ci sono i fattori ambientali che condizionano la corretta maturazione delle idee , per esempio se fin da piccolo sonostato abituato a non vedere nessuno e vivere la famigli come una posto iperprotettivo dove trovare riparo , di contro mi faccio delle idee maligne sull'esterno e su gran parte delle abitudini differenti; per ultimo e piu' importante c'e' il fatto di perpetuare queste idee e fare in modo che diventino stabili nelle proprie caratteristiche cognitive cioe' portarsi dietro stì problemi fino a 30 anni e passa , io ci sono dentro!
Il fatto di volersi mostrare per cio' che non si è penso sia una conseguenza del fatto di sentirsi inadeguati e di non poterlo accettare , di fronte al potenziale giudizio altrui allorasi puo' anche cercare di dissimulare cercando di nascondere i propri difetti e imperfezioni se non addirittura i propri pensieri .... per paura , per proteggersi!
Hai detto una cosa giustissima che condivido in pieno ,che esiste una distanza fra cio' che siamo e cio' che vorremmo essere , ma aggiungerei che pure c'e' una distanza fra cio' che realmente siamo e cio' che crediamo di essere ... in tal caso allora non dovremmo limitarci solo ad accettarci e a farci accettare con le nostre paure e la nostra tanto cara fobia ma dovremmo cercare di comprendere cos'e' la fobia per debellarla! insomma , secondo me tu ( èun tu impersonale), non sei ne timida ne tantomeno fobica!
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08-02-2006, 13:11
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#32
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Principiante
Qui dal: Feb 2006
Messaggi: 42
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Quote:
Originariamente inviata da odi
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Originariamente inviata da shygirl
io penso, contraddicimi se pensi di no, ed in questo mi ripeto, che le nostre problematiche derivino dalla volontà di mostrare agli altri quello che non siamo...
Allora è da questo conflitto..,tra ciò che vorremmo essere, e ciò che siamo, che nasce la timidezza, la fs...
Allora tu magari vorresti essere un ragazzo disinibito, che sa corteggiare..
io una oratrice....(ovviamente porto il discorso alle estreme conseguenze)..Ma.., accettiamoci per quello che siamo, convinciamoci che possiamo essere amati e apprezzati anche per le nostre debolezze,..un po' timidi, e fobici
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Ciao shy , io penso che le cause delle nostre problematiche dipendano da tre fattori principali : cause genetiche cioè siamo il "prodotto" dei nostri genitori e ne ereditiamo le caratteristiche , mia madre lo è , mio padre lo era , e pure mia sorella ; poi ci sono i fattori ambientali che condizionano la corretta maturazione delle idee , per esempio se fin da piccolo sonostato abituato a non vedere nessuno e vivere la famigli come una posto iperprotettivo dove trovare riparo , di contro mi faccio delle idee maligne sull'esterno e su gran parte delle abitudini differenti; per ultimo e piu' importante c'e' il fatto di perpetuare queste idee e fare in modo che diventino stabili nelle proprie caratteristiche cognitive cioe' portarsi dietro stì problemi fino a 30 anni e passa , io ci sono dentro!
Il fatto di volersi mostrare per cio' che non si è penso sia una conseguenza del fatto di sentirsi inadeguati e di non poterlo accettare , di fronte al potenziale giudizio altrui allorasi puo' anche cercare di dissimulare cercando di nascondere i propri difetti e imperfezioni se non addirittura i propri pensieri .... per paura , per proteggersi!
Hai detto una cosa giustissima che condivido in pieno ,che esiste una distanza fra cio' che siamo e cio' che vorremmo essere , ma aggiungerei che pure c'e' una distanza fra cio' che realmente siamo e cio' che crediamo di essere ... in tal caso allora non dovremmo limitarci solo ad accettarci e a farci accettare con le nostre paure e la nostra tanto cara fobia ma dovremmo cercare di comprendere cos'e' la fobia per debellarla! insomma , secondo me tu ( èun tu impersonale), non sei ne timida ne tantomeno fobica!
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Ciao odi,perfettamente daccordo sull'idea che siamo il prodotto delle interazioni e dei contesti sociali in cui siamo stati abituati a vivere..Ed infatti l'idea che ci siamo fatti di noi stessi altro non è che una immagime costruita nel corso delle infinite interazioni sociali, e dei contesti nei quali esse si sono dispiegate. Quoto meno l'idea delle determinanti genetiche che attribuisce a quello che siamo un carattere di staticità che un pochino mi spaventa e mi fà paura..poi da sociologa non potrei dire altro.
In effetti con le tue parole hai aggiunto una nota di problematicità e di complessità che i fatti hanno, e che invece le mie parole avevano eluso..
Daccordo entrambi, sull'idea che abbiamo un'immagine di noi stessi..tu aggiungi che questa immagine che ci siamo costruiti e che pensiamo ci appartenga alle volte non corrisponde a quello che siamo davvero..
Daccordo, ma è in infunzione di quello che pensiamo di essere, è che agiamo, traducendo noi stessi in azioni, comportamenti, relazioni, modi di interagire.. visibili all'esterno. E questa parte, di cui tu parli, rimane comunque prigioniera, e non visibile nè a noi, ne agli altri....Qual'è il percorso allora per tirarla fuori? Siamo noi scevri di paure e inibizioni?
E a quale il nostro "modo di essere" (ammesso che esista, come distante dalla nostra immagine) si avvicina di più, alla nostra idea o a quella che gli altri hanno di noi, e che quasi sempre non corrisponde alla nostra? 8O é tutto un po' incasinato, ma mi piace molto l'idea di sbrogliare la matassa insieme a voi :wink:
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09-02-2006, 00:25
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#33
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Intermedio
Qui dal: Nov 2005
Ubicazione: milano
Messaggi: 203
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Oh mi spiace di averti incasinato il discorso! Pero' bisogna ammetterlo , la discusione sarebbe terminata lì invece così possiamo andare avanti :wink:
Quindi diciamo che c'e' questa immagine che ci riflette e che a volte non corrisponde a quello che siamo ... ma è una immagine figlia di conflitti maturati durante il vivere!
Se prendi la paura , questa è una emozione naturalissima e funzionale ,ha un suo scopo , quello di attivarti in caso di pericolo , generare ansia , e farti reagire all'occorenza in modo tale che , senza di essa non sarebbe possibile! ma che accade se per esempio devi parlare in pubblico? perche' li' non funziona? perche' la paura invece di attivarti e aiutarti a reagire ti blocca e ti opprime? è abbastanza semplice se ci pensi , in realtà non siamo di fronte ad alcun pericolo , non è un rischio , per lo meno non lo è per la nostra vita.
Il sentimento paura si attiva in queste azioni per proteggerci da quelle cose che ci spaventano ancora di piu' della fobia stessa. Ma non credo che la paura sia nata per questo motivo! Nel momento in cui tu tici avvicini ne rimani folgorata dalla paura e scappi , ti allontani. Va da se che se tenti di buttartici contro ti fai piu' male di prima e per questo spesso si parla di affrontare le proprie paure passo per passo , a piccole dosi cercando nel frattempo di comprenderle e capirle ... ma per debellarle non per accettarle!
Io non me la immagino proprio una persona che riesce ad accettare e convivere con le proprie paure , forse esiste ma dubito fortemente che lo riesca a fare davvero e a vivere felice! Si forse si puo' , con il tempo , arrivare a farsene una abitudine , arrivare anche ad escludere le cose che fanno piu' male , quelle nascoste dalla fobia , ma a costo di precludersi e
limitarsi. cosi' vedi persone che ti dicono che gli amici non servono , che le donne vanno bene solo per svuotare le palle ecc ... ecc , quando invece ogni persona ha bisogno dell'altro sopratutto per capire se stesso!
Ehi spero di non aver creato ancora piu' comoplessità , se lo ho fatto perdonami! :roll:
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09-02-2006, 15:47
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#34
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Principiante
Qui dal: Feb 2006
Messaggi: 42
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Caro odi, le situazioni che mi fanno paura arrivano solitamente e si manifestano in maniera improvvisa. Ed è qui che si manifesta la paura in tutta la sua potenza, facendomi bloccare. Quindi non certo queste situazioni, così improvvisa ed inaspettata, può essere la mia palestra per esercitare l'emanciapazione dalla fobia. Faccio un esempio pratico per spiegarmi meglio. Se io, supponiamo, ho paura di fare incontri improvvisi, con persone che conosco, e quando questo accade sono completamente soggiogata da uno stato emozionale incontrollabile che letteralmente non mi fa spiaccicare una parola :? , non certo in questo contesto, cioè il contesto tipico della mia fobia, posso impare a gestire la mia emotività. Ma piuttosto una esposizione graduale, come quella da te suggerita...
Ma ti chiedo per caso è una esposizione AUTOINDOTTA? cioè, ritornando al caso pratico, ed alla stessa fobia, mi impongo di fermare la persona che conosco e che magari non mi hanno vista, piuttosto che evitare la situazione. E piano piano mi esercito in questa attività, fino a quando l'evento temuto, pur manifestandosi in maniera improvvisa, non mi fa paura.
Che ne dici? è questo quello che volevi dirmi?
Caro Odi, vedo molta consapevolezza da parte tua su come affrontare il problema. Sei riuscito da solo ad acquisirla, o hai cercato l'aiuto di un esperto? Ti abbraccio e ti ringrazio.
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09-02-2006, 21:26
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#35
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Intermedio
Qui dal: Nov 2005
Ubicazione: milano
Messaggi: 203
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Beh ti faccio i miei sinceri compimenti , tu non permetti a questi eventi critici di pervadere te stessa! riesci a rimanere te stessa e ad andare avanti a testa alta anche di fronte a situazioni difficili. non per tutti è cosi' purtroppo , pr me per esempio , che siamo un po' anime fragili e ci lasciamo ferire con un nulla!
C'è una teoria di neuroscienze che mi piace e spiega poprio questi stati che tu descrivi , pero' prima bisogna accordarsi sui concetti di consapevole ed inconsapevole! in questo caso per consapevole si intende cio' che passa per il pensiero , quel continuo dialogo con noistessi che inizia al mattino appena svegli e termina quando ci si addormenta ; per inconsapevole invece si intendono tutti i movimenti automatici e incontrollabli , ma fondamentali , come il salutare una persona o bere un bicchiere d'acqua! Trovarsi in una condizione di disaccordo fra queste due entità dovrebbe rappresentare niente meno che un sintomo conflittuale. Ora si parla impulsi eletrici di velocità di scambio fra neuroni , queste sono migliaia di volte maggiori sul comportamento inconsapevole che quindi dovrebbe giustificare il motivo per il quale è inutile cercare di reagire quando ci si trova in unasituazione critica e si prova quella paura. in pratica ci facciamo battere sul tempo .... da noi stessi!
Un esempio pratico: io posso cercare di guardare negli occhi unaragazza per farle intendere che cisto' provando! ora se non ne sono in grado potro' pure consapevolmente cercare di sorridere o fare qualcosa ma l'effetto prodotto non sara' mai quello sperato ma , per esperienza , verra' fuori qualcosa di davvero ridicolo! questo perche' esiste questa disincronia fra consapevole e inconsapevole , quando invece non c'e' disinconia , o è sufficientemente lieve non solo riesci a fare quello che consapevolmente vuoi, ma neppure ti poni piu' il problema!
Per quel che riguarda l'esposizione che posso dirti! Io sinceramente cerco di capire quanto mi sto' sforzando nel fare qualcosa che mi spaventa!
cerco di capire cosa mi spaventa , ma questo è un lavoro personale che ognuno fa da se e con l'aiuto di un esperto se vuole! sicuramente l'esposizione è necessaria perche' rappresenta la pratica , e da questo non puoi di certo derogare!
oh , spero di avertirisposto , se non lo ho fatto ... amici come prima! :wink:
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10-02-2006, 13:26
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#36
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Principiante
Qui dal: Feb 2006
Messaggi: 42
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Quote:
Originariamente inviata da odi
Beh ti faccio i miei sinceri compimenti , tu non permetti a questi eventi critici di pervadere te stessa! riesci a rimanere te stessa e ad andare avanti a testa alta anche di fronte a situazioni difficili. non per tutti è cosi' purtroppo , pr me per esempio , che siamo un po' anime fragili e ci lasciamo ferire con un nulla!
C'è una teoria di neuroscienze che mi piace e spiega poprio questi stati che tu descrivi , pero' prima bisogna accordarsi sui concetti di consapevole ed inconsapevole! in questo caso per consapevole si intende cio' che passa per il pensiero , quel continuo dialogo con noistessi che inizia al mattino appena svegli e termina quando ci si addormenta ; per inconsapevole invece si intendono tutti i movimenti automatici e incontrollabli , ma fondamentali , come il salutare una persona o bere un bicchiere d'acqua! Trovarsi in una condizione di disaccordo fra queste due entità dovrebbe rappresentare niente meno che un sintomo conflittuale. Ora si parla impulsi eletrici di velocità di scambio fra neuroni , queste sono migliaia di volte maggiori sul comportamento inconsapevole che quindi dovrebbe giustificare il motivo per il quale è inutile cercare di reagire quando ci si trova in unasituazione critica e si prova quella paura. in pratica ci facciamo battere sul tempo .... da noi stessi!
Un esempio pratico: io posso cercare di guardare negli occhi unaragazza per farle intendere che cisto' provando! ora se non ne sono in grado potro' pure consapevolmente cercare di sorridere o fare qualcosa ma l'effetto prodotto non sara' mai quello sperato ma , per esperienza , verra' fuori qualcosa di davvero ridicolo! questo perche' esiste questa disincronia fra consapevole e inconsapevole , quando invece non c'e' disinconia , o è sufficientemente lieve non solo riesci a fare quello che consapevolmente vuoi, ma neppure ti poni piu' il problema!
Per quel che riguarda l'esposizione che posso dirti! Io sinceramente cerco di capire quanto mi sto' sforzando nel fare qualcosa che mi spaventa!
cerco di capire cosa mi spaventa , ma questo è un lavoro personale che ognuno fa da se e con l'aiuto di un esperto se vuole! sicuramente l'esposizione è necessaria perche' rappresenta la pratica , e da questo non puoi di certo derogare!
oh , spero di avertirisposto , se non lo ho fatto ... amici come prima! :wink:
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Carissimo odi, come vedo le tue risorse sono infinite..e quasi quasi getto la spugna e mi arrendo di fronte a queste spiegazioni scientifiche, a cui io purtroppo non sò fare fronte. Per questo, è probabile, che le righe che seguono potranno essere il frutto della mia inettitudine e in questa materia. Se così fosse mi scuso in anticipo con tutti coloro che proveranno a decifrare questo enigna..e soprattutto mi scuso con te odi :wink:
Mi incuriosisce molto la spiegazione che hai dato della mia problematica attraverso il concetto di consapevole e inconsapevole.
Se tra il comp. consapevole ed incons. interviene la paura, la gestione dell'emotività del comportamento inconsapevole viene meno.
Un esempio di comportameto inc. può essere il mio battito cardiaco?
Allora se interviene la paura io avrò un battito accellerato che sicuramente non sarò in grado di incanalare nemmeno con il mio comportamento consapevole. Quindi gli unici interventi adeguati affinchè riesca ad avere un controllo sul comp. inconsapevole è lavorare e razionalizzare la paura..La disincronia tra consapevole ed inconsapevole è prodotta dalla paura che provo per un determinato evento..
Es. pratico: mi batte il cuore (comp. inconsapevole), vedo una determinata cosa e il mio battito inizia ad accellerare, posso in tutti i modi attraverso il mio pensiero cercare di incanalare questa emotività (comp. consapevole), ma in questo riuscirò solo quando avrò debellato il motore che causa la discrasia tra i due livelli di comportamento..cioè LA mia PAURA.
caro amico odi, spero di aver capito e non frainteso le tue parole.
Posso solo dire che le affermazioni da cui ero partita erano completamente diverse..Se ti ricordi sostenevo (molto ingenuamente) che era necessario accettarsi con tutto il corredo di paure..per andare avanti,,
ora siamo arrivati insieme alla conclusione che è necessario lavorare, scavare portare a galla le nostre paure..Praticamnete il contrario :wink: .
Grazie ancora per le tue parole, e spero che io riesca in questa impresa ardua di esposizione graduale..
Ti racconterò delle cose concrete della mia vita, che durante il giorno mi attanagliano, e che rappresentano i casi concreti, le rappresentazioni reali di tutto quello che abbiamo detto..Ed è quando si passa alla pratica che arrivano i dolori!!!!Speriamo di riuscire in tutto, a liberarci da questo imbarazzo..
Spero di essere utile anch'io
Ti abbraccio
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10-02-2006, 15:42
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#37
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Principiante
Qui dal: Feb 2006
Messaggi: 42
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Ciao Cristina, ieri ho visto che avevi postato in questo topic un messaggio.
Mi dispiace che tu abbia cambiato idea e preferito cancellarlo.
Raramente sono su internet di sera, ieri prima di spegnere il pc, mi sono fatta un giro sul forum ed ho visto il tuo messaggio.
Mio ero ripromessa di risponderti questa mattina..ma come per magia il messaggio non c'era più.
Come preferisci. Comunque ho letto che domani vi incontrerete, spero sia una serata piacevole. Divertitevi anche un po' per noi che siamo lontane
CIAO
a presto
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10-02-2006, 21:33
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#38
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Intermedio
Qui dal: Nov 2005
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Originariamente inviata da shygirl
Mi incuriosisce molto la spiegazione che hai dato della mia problematica attraverso il concetto di consapevole e inconsapevole.
Se tra il comp. consapevole ed incons. interviene la paura, la gestione dell'emotività del comportamento inconsapevole viene meno.
Un esempio di comportameto inc. può essere il mio battito cardiaco?
Allora se interviene la paura io avrò un battito accellerato che sicuramente non sarò in grado di incanalare nemmeno con il mio comportamento consapevole. Quindi gli unici interventi adeguati affinchè riesca ad avere un controllo sul comp. inconsapevole è lavorare e razionalizzare la paura..La disincronia tra consapevole ed inconsapevole è prodotta dalla paura che provo per un determinato evento..
Es. pratico: mi batte il cuore (comp. inconsapevole), vedo una determinata cosa e il mio battito inizia ad accellerare, posso in tutti i modi attraverso il mio pensiero cercare di incanalare questa emotività (comp. consapevole), ma in questo riuscirò solo quando avrò debellato il motore che causa la discrasia tra i due livelli di comportamento..cioè LA mia PAURA.
caro amico odi, spero di aver capito e non frainteso le tue parole.
Posso solo dire che le affermazioni da cui ero partita erano completamente diverse..Se ti ricordi sostenevo (molto ingenuamente) che era necessario accettarsi con tutto il corredo di paure..per andare avanti,,
ora siamo arrivati insieme alla conclusione che è necessario lavorare, scavare portare a galla le nostre paure..Praticamnete il contrario :wink: .
Grazie ancora per le tue parole, e spero che io riesca in questa impresa ardua di esposizione graduale..
Ti racconterò delle cose concrete della mia vita, che durante il giorno mi attanagliano, e che rappresentano i casi concreti, le rappresentazioni reali di tutto quello che abbiamo detto..Ed è quando si passa alla pratica che arrivano i dolori!!!!Speriamo di riuscire in tutto, a liberarci da questo imbarazzo..
Spero di essere utile anch'io
Ti abbraccio
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Che dirti shy , ottima interpretazione ... è proprio quello che volevo dirti! ... solo che quella che abbiamo definita discrasia fra i livelli inc e cons è causata dai conflitti e sono questi che generano le paure. le paure come sintomo di uno stato conflittuale permanente! azz!
Spero di essere utile anch'io ... lo siamo tutti!
se hai msn aggiungimi!
:wink:
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11-02-2006, 00:29
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#39
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Intermedio
Qui dal: Feb 2006
Messaggi: 256
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Cristina a chi lo dici...a me si e'presentata dopo anni che non capitava l'occasione domenica scorsa ma io non ho avuto la minima esitazione di rifiutare specificando di essere timida e che la cosa mi avrebbe messa terribilmente a disagio....mi sono sentita orgogliosa poi di essere riuscita ad ammettere una mia debolezza.... :wink:
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12-02-2006, 20:41
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#40
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Intermedio
Qui dal: Jan 2006
Messaggi: 276
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A me capita questa situazione quotidianamente stando nella classe in cui sto... mi trovo facilemente a parlare con una persona alla volta, o massimo due o tre insieme... man mano ke il numero aumenta aumentano i timori..e iniziano a venire i ''blocchi''quasi mi konfondo e non riesco piu a farmi venire in mente concetti...ke dovrebbero poter tradursi in espressioni verbali.. cio' subentra come un vuoto di pensiero...sto solo concentrando l'attenzione su ki è intorno a me a quel punto, se mi stia o meno guardando, e cosa si aspetterebbe ke dicessi o facessi...
quindi rimango ferma in attesa ke mi venga in mente qualcosa ...ma...nulla ...e se mi viene mi astengo dall'esprimerlo xke ormai è subentrato quel''blocco''di paura e sento come un abisso tra cio' ke vorrei poter fare anke e cio' ke non mi riesce di fare...
lo so è davvero una sensazione tremenda, se poi nel gruppo cè qualcuno di particolarmente estroverso addirittura faccio di tutto x starnelontana, e cioè mi invento qualcosa ke mi dia la scusa x non partecipare ai dialoghi xke è li ke mi sentirei ankora piu' 'sputtanata' nella mia'diversità'....ho sempre il terrore ke tutto cio' possa notarsi purtroppo pur ostinandomi a fingere di essere in altri momenti una persona normale...
kissa ke non mi convenga dirlo piuttosto dichiaratamente, forse mi eviterei mille tormenti...e sono tentata dal farlo.... ho solo un po paura ke tutto questo possa anke nuocermi... ho provato a far kapire ke ho dei problemi personali senza specificare riguardo a cose e situazioni,estraniamenti, ritardi, mancanze di stimoli nel'gruppo' dato ke mi è stato fatto osservare il fatto di avere un certo menefreghismo kome fosse una sorta di snobismo, ma non so se e quanto sia stato kapito... mi kiedo sempre se e quanto possa capire la gente certe cose... ma non so mai se essere abbastanza chiara cerco sempre scorciatoie, di dire e non dire...di essere evasiva ma anke di farceli arrivare ... certe cose sono davvero poi tanto difficili da confessare... :?
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