E. Scrooge

Buongiorno a tutti. Apro questa discussione con l'intento di condividere con voi alcune delle idee che ho incontrato nelle ultime pagine del saggio "Delle passioni. Considerate come cause, sintomi e mezzi curativi dell'alienazione mentale" di Jean-Étienne Dominique Esquirol. Ecco a voi:

"[...] non si è mai preteso di guarirli [gli alienati] discutendo con loro; questa pretesa sarebbe smentita dall'esperienza quotidiana: le passioni cedono forse ai ragionamenti? L'alienazione e tutte le sue varietà non sono forse delle passioni spinte all'estremo? Curarle con delle formule dialettiche e con dei sillogismi, vorrebbe dire misconoscere l'andamento delle passioni e la storia clinica dell'alienazione mentale. [...] si può guarire solamente provocando una SCOSSA MORALE, mettendo l'alienato in uno stato opposto e contrario a quello nel quale egli era prima di ricorrere a questo mezzo. [...] È manifesto che non si guarisce affatto con dei semplici ragionamenti; i malati possono ben intenderli, anche comprenderli, ma manca loro la forza di convinzione, forza che si acquista, nella malinconia, genere di alienazione così difficile da guarire, solo dopo una violenta AGITAZIONE [MORALE]. [...]
Ho voluto riportare questo esempio [caso clinico di una donna che, per ragioni logistiche, non mi sembra il caso di riportare] al quale potrei aggiungere molti altri, per provare quanto poco il ragionamento da solo, senza una SCOSSA AGITATRICE, sia capace di far tornare la ragione smarrita. È notevole che, tra tutti gli alienati, coloro che sragionano meno, coloro che delirano su un minor numero di oggetti, sono quelli che guariscono più difficilmente. [...]
Non è dunque in una serie di ragionamenti che possono consistere le risorse del trattamento morale dell'alienazione mentale, ma soprattutto nella direzione data alle passioni dell'alienato."

* le parentesi quadre sono state scritte da me

Svers0

Pensavo parlassi di un farmaco..

hermit94

Io sceglievo sempre charmender.

E. Scrooge

Wow!

E. Scrooge

Facciamo così, almeno mi risparmio la fatica di rispondere a tutti: chi avesse delle opinioni rispettabili da esporre in merito a quello che ho riportato le esponga pure; chi invece fosse qui solo per sfoggiare innanzi al pubblico di fobia sociale la sua infinita simpatia faccia la cortesia (fatemelo come regalo di natale posticipato, cosa vi costa? Tanto già so che siete simpatici) di lasciar cadere nell'oblio questa discussione e di concentrare il suo delizioso umor per altre occasioni. GRAZIE!

Winston_Smith

Non capisco cosa s'intenda, in concreto, per scossa agitatrice.

E. Scrooge

Beh, non so se tu hai mai sentito parlare del canto di natale di Charles Dickens: ecco, potremmo definire ciò che fanno i tre fantasmi del natale come una scossa agitatrice, scossa che poi ha cambiato l'atteggiamento del povero Scrooge.

PS: dammi un secondo e ti riporto dei casi clinici.

E. Scrooge

Le passioni vengono utilizzate per dare la cosiddetta "scossa agitatrice" che dovrebbe portare la sanità all'alienato. Ecco i casi clinici:

CASO 1
"Un giovane di ottima famiglia, di 20 anni, di temperamento sanguigno, chiacchierava incessantemente, in modo da rendersi noioso, poiché il suo delirio e il suo sproloquio erano continui. Gli viene fatto osservare che non è conveniente parlare così, che bisogna lasciar parlare gli altri: diventa rosso e tace; e ogni volta che si abbandona ai suoi sproloqui, basta ricordargli quanto siano stancanti e fastidiosi." [passione utilizzata per dare la "scossa": amor proprio]

CASO 2
"Un furioso rompe, spacca tutto. Picchia il suo domestico, e si rinchiude nella sua camera, che cerca di demolire. Invio parecchi domestici intorno alla sua camera, e dico loro di fare il più gran baccano e di rivolgere al furioso le più grandi minacce, se sono obbligati a sfondare la porta. Il mio malato si prende gioco dei loro propositi. Faccio sfondare la porta. I domestici entrano tutti assieme. Il furioso si getta in ginocchio, domanda loro perdono, e promette di essere tranquillo: mantenne la parola." [passione utilizzata per dare la "scossa": paura]

E. Scrooge

CASO 3:
"Una giovane malinconica si era abbandonata ad atti estremi di disperazione, e aveva tentato di tutto per distruggersi. D'altro canto, ragionava bene. I genitori la portano da me. Io sembrai così spaventato del suo stato, le ispirai così tanta paura dei pericolo della sua punizione, che lei stessa chiese subito ai genitori il permesso di restare." [passione utilizzata per dare la "scossa": paura]

CASO 4:
"Una signora di 48 anni, di temperamento linfatico, di carattere estremamente singolare, in seguito alle disavventure della rivoluzione [rivoluzione francese del 1789] è colpita da delirio maniaco da molti anni, ma in mezzo al disordine delle sue idee conserva un'alterigia inaccessibile; è sempre pronta a colpire. Le ho fatto mettere due volte, solo per un'ora, il gilet di correzione [camicia di forza]: dopo ottengo da lei tutto ciò che desidero, e, lungi dal conservare del risentimento, essa vanta la mia fermezza, mi tratta con molta amicizia, anche se non è ancora ritornata alla ragione."

Winston_Smith

Ma questi schock istantanei hanno poi avuto effetti permanenti? E nessuna controindicazione?

E. Scrooge

Beh, ovviamente secondo quel che dice Esquirol ci sono parecchi fattori da considerare:
- il sentimento utilizzato a seconda dell'affezione (se si sbaglia si peggiora e a volte si cronicizza la situazione);
- la data di rientro in famiglia; alcune persone guarite totalmente spedite a casa troppo presto sono ripiombate nel disagio;

Inoltre, bisogna considerare che alcuni, stando a ciò che dice E., sono guariti semplicemente per il fatto di esser stati allontanati dalla propria abitazione e dalla propria routine, senza aver avuto bisogno di alcun tipo di "scossa".

Comunque ecco i dati:
Salpêtrière (1802, 1803, 1804) dove lavorava Pinel, il maestro di Esquirol:
- Tot. alienati ricoverati --> 611;
- Guarigioni --> 361;

Stabilimento dove lavorava Esquirol:
- Tot. alienati ricoverati --> 66;
- Guarigioni --> 41.

Efits

Credo che il concetto di "guarigione" inteso con le logiche del tempo non sia assimilabile a quello odierno.
Il reprimere le manifestazioni più plateali di un disagio con uno shock non significa che quel disagio sia sparito, solo che esteriormente risulta meno evidente. (che poi è quello che nella logica del tempo importava, non disonorare la famiglia o il marito, ad esempio).