Non riesco a levarmi dalla testa la sofferenza che mi ha provocato la moglie di mio padre in 10 anni di convivenza, con litigate fuori dal normale, lei diventava una belva, lo ha ammesso lei stessa. La rabbia le cresceva dentro e poi me la riversava addosso inizialmente una volta al giorno, poi una volta a settimana, fintanto che è diventata negli ultimi tempi una volta al mese. Sempre sfuriate indescrivibili, non ho mai visto nessuno arrabbiarsi così. Davvero non ci sono paragoni (forse nei film horror, ma non li guardo).
Quando ero adolescente e sofferente, andavo in vacanza coi miei zii, che hanno una figlia di 5 anni più giovane di me. Lei era sempre solare, faceva ridere tutti, era la "simpatica" della famiglia. E' di una superficialità inimmaginabile, ma piace per la sua personalità nulla, che come l'acqua prende la forma di chi le sta di fronte.
Mia zia l'ha indirizzata fin da piccolissima a dirle tutto quello che le dicevo e quello che facevo, così è diventata la sua spia. Notavo fin da piccola con dispiacere che tutto quello che dicevo veniva puntualmente riportato. Ci vedevamo anche tutte le domeniche, uscivo con loro la domenica pomeriggio. Ero molto chiusa perché sofferente, e quando cercavo di dire qualcosa davanti a tutti, venivo derisa con finto paternalismo, oppure venivo ignorata, oppure subivo un qualche rimprovero. Sono arrivata a stare immobile per potermi sentir dire: "guarda com'è brava Sway". Stavo malissimo così come una statua, ma era per farmi volere bene.
Sempre battutacce su come era fantastica mia cugina in confronto a me. Poi a volte vedevo mia cugina che parlava male di me a mia zia, forse anche per l'abitudine a fare la spia, soprattutto sul mio abbigliamento, sui miei cosmetici, ecc.
Non dicevo niente quando uscivo con loro perché mi sentivo un'intrusa, assolutamente fuori posto. Non volevo disturbare e così violentavo me stessa.
Poi anche due anni fa circa mia cugina ha parlato male di me a mia zia, dicendo che non mi ci vedeva per niente a fare il lavoro che facevo, mimando la mia posizione da statua impietrita (sono spesso così con loro per l'imbarazzo, ma mi capita soprattutto con certe persone, tra cui loro). E lo diceva con cattiveria. E mia zia ha risposto: ma sì infatti. Sempre con cattiveria ma da superiore. Loro si sono sempre sentiti superiori rispetto alla mia famiglia, perché escono il sabato sera, vestono firmato e soprattutto non hanno avuto le tragedie che abbiamo avuto noi. Questo non lo dico solo io, ma anche i miei (si nota lontano un miglio quanto upper class si sentano).
Forse si aspettano che sia loro grata per avermi portato in vacanza e avermi fatto _il favore_ di prendermi con loro, trattandomi poi con sufficienza.
Io invece non ci riesco. Anche perché le cose fatte per fare un favore non richiesto sono peggio che lasciare crepare uno per la strada. Fare un favore per sentirsi grandi rispetto alla persona aiutata fa schifo.
Anche le mie compagne di classe alle elementari mi hanno invitato a casa loro solo 1 volta e solo dopo che è morta mia madre. Dopo non mi hanno più chiamato, come avevano fatto del resto gli anni precedenti. Quando ho chiesto a mio padre perché (avevo 10 anni), mi ha detto che mi avevano invitato solo perché mi era morta la madre. Sono cose di una crudeltà infinita.
Per mia zia e mia cugina, quelle poche volte all'anno che le vedo mi segnano molto e mi rimangono impresse per anni. Loro e anche altri parenti che le spalleggiano (sono dal loro ramo famigliare).