LE PARANOIE
La parola "paranoia" deriva dal greco antico "paranous", composto da "para" che significa "insieme a" o "accanto a" e "nous" che significa "mente" o "ragione". Inizialmente, il termine "paranoia" veniva utilizzato in riferimento a un disturbo psichiatrico caratterizzato da deliri persecutori e grandiosi, associato a una percezione distorta della realtà.
Da paranoico mi rispecchio in questa definizione, è come se dati alcuni piccolissimi indizi che nella realtà sono coincidenze, il paranoico ci veda delle prove sufficienti a trarre delle conclusioni catastrofiche e surreali. Alla base di questo modo di percepire e interpretare la realtà secondo me c'è un senso di sfiducia che matura fin da quando siamo piccoli.
Sono sempre stato abituato a vedere gli altri come un'entità aliena e cattiva, sempre pronti a deridere e a giudicare, e questo purtroppo spesso corrisponde alla realtà. Ma oltre a questo senso di sfiducia c'è anche la tendenza a vedere dei semplici fatti come prove di teorie già precedentemente innestate nella mente, teorie come ad esempio quella di sentirsi uno scarto della società a causa delle proprie origini familiari, teorie di persecuzione maturate dopo anni di nonnismo e svalutazione ricevute da alcune persone.
Tutto questo mi ha portato a vedere "gli altri" come una specie di nemico da cui difendermi, senza poter essere me stesso, senza potermi aprire e mostrare il mio lato tenero e simpatico.
"Gli altri" possono essere addirittura alcuni familiari, o amici, alcuni compaesani, e per estensione, qualsiasi sconosciuto che si possa incontrare andando in giro al sabato sera.
Le paranoie persecutorie invece sono dovute oltre a questo senso di sfiducia nella società, anche alla conoscenza dei sistemi informatici, e alla certezza che è possibile hackerare un cellulare di una persona e carpirne qualsiasi informazione ci sia contenuta, poi aggiungiamoci qualche film distopico e il piatto è pronto.
Nei momenti di debolezza una persona paranoica si costruirà delle teorie con le informazioni di cui è a disposizione, e queste teorie continueranno a martellare la testa fino a quando la persona affetta da paranoia sarà distrutta e chiederà aiuto.
Credo e spero che con l'esperienza, la conoscenza del vero e la maturità, le paranoie di cui soffro (le stesse identiche da quando avevo 22 anni, e ora ne ho 32) diventino solo un brutto ricordo, e io riesca a vivere una vita normale senza dover ricorrere all'uso di psicofarmaci, che possono aiutare nel momento del bisogno, ma che hanno effetti collaterali molto sgradevoli, so che sono solo in questa battaglia e che nessuno mi può aiutare. Condivido questo scritto solo per farmi conoscere un po' di più e per cercare di sconfiggere quel mostro che vive ancora dentro di me e che rappresenta la voce "degli altri": sei un malato di mente e di te non ci si può fidare.
Beh, a questo mostro vorrei conficcare un paletto nel cuore e vederlo morire piangendo.