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Vecchio 17-02-2010, 10:35   #1
Principiante
L'avatar di Pinosolitario
 

Salve ragazzi. Mi presento. Sono un orfano di 54 anni.
Detta così la cosa potrebbe anche far ridere, e spero proprio che possa servire a portare un po' di buon umore tra voi che, a quanto leggo, siete in gran parte giovanissimi e avete problemi forse opposti ai miei, anche se siamo tutti accomunati da disagio prisologico che spesso ci appare insuperabile.
Insomma mesi fa mi muore la mamma con cui vivevo da sempre, e mi crolla il mondo addosso. Non mi sono mai reso conto di quanto io dipendessi psicologicamente da lei. Adesso non riesco a trovare una sola attività che mi renda sereno, mi rendo conto che qualunque cosa io abbia fatto in vita l'ho fatta perché mi sosteneva l'idea, la presenza, l'esistenza di quella persona che adesso mi manca al punto da farmi sentire inutile il mio sopravvivere.
Mamma è stata l'ultima a scomparire di una famiglia che mi dava sicurezza e che nel tempo ho visto inesorabilmente assottigliarsi ed estinguersi, vuoi per dipartita naturale, vuoi per "normale" esodo (ho un fratello che, buon per lui, si è fatto una famiglia sua).
E io adesso mi trovo da solo in questa vecchia casa piena di oggetti parlanti che sono diventati la mia ossessione.
Mi scopro ore a pensare senza combinare nulla, la notte sto ad occhi aperti e il sonno è frammentario, e i sogni solo incubi. Il mio lavoro per fortuna è assolutamente idiota e non mi richiede particolare impegno altrimenti sarei fregato anche dal lato economico. Mi atterrisce l'idea di dover andare in ferie, le vacanze che una volta desideravo sono adesso soltanto uno spettro nero all'orizzonte. Qualunque cosa io faccia non posso evitare il raffronto con le cose che facevo quando c'era mamma. La sua scomparsa è uno spartiacque tra il mondo felice di un tempo e l'infelicità attuale.
Mio fratello mi dice sempre che il passato è morto e che adesso ciò che conta è solo il presente e il futuro, che la vita è un bene prezioso che sarebbe un delitto non utilizzare al meglio. Ma io non riesco a guardare avanti, mi sembra di essere uno che guida un'automobile con un giornale sul parabrezza, guardando invece sempre e soltanto nello specchietto retrovisore un mondo perduto che si allontana nel tempo e che è sempre più ossessivo nella mia mente. Mio fratello mi dice che così andrò sicuramente a sbattere da qualche parte se non tolgo quello schermo e se non distolgo lo sguardo dallo specchietto retrovisore, ma per me questa operazione risulta impossibile, e non riesco a vedere via d'uscita.
A volte leggo di ragazzi che sono in conflitto coi genitori... mi viene da ridere, non sanno quale bene prezioso possiedono.
Vecchio 17-02-2010, 14:46   #2
Esperto
L'avatar di sbobbo
 

Io amo i miei genitori nel bene e nel male quindi ti capisco in pieno,non posso pensare di perderli anche se ormai hanno una certa età, spero che tu ne esca bene,ci passeremo tutti prima o poi,so che è strabanale ma non tutto il male viene per nuocere
Vecchio 17-02-2010, 15:07   #3
Banned
 

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Originariamente inviata da Pinosolitario Visualizza il messaggio
Salve ragazzi. Mi presento. Sono un orfano di 54 anni.
Detta così la cosa potrebbe anche far ridere, e spero proprio che possa servire a portare un po' di buon umore tra voi che, a quanto leggo, siete in gran parte giovanissimi e avete problemi forse opposti ai miei, anche se siamo tutti accomunati da disagio prisologico che spesso ci appare insuperabile.
Insomma mesi fa mi muore la mamma con cui vivevo da sempre, e mi crolla il mondo addosso. Non mi sono mai reso conto di quanto io dipendessi psicologicamente da lei. Adesso non riesco a trovare una sola attività che mi renda sereno, mi rendo conto che qualunque cosa io abbia fatto in vita l'ho fatta perché mi sosteneva l'idea, la presenza, l'esistenza di quella persona che adesso mi manca al punto da farmi sentire inutile il mio sopravvivere.
Mamma è stata l'ultima a scomparire di una famiglia che mi dava sicurezza e che nel tempo ho visto inesorabilmente assottigliarsi ed estinguersi, vuoi per dipartita naturale, vuoi per "normale" esodo (ho un fratello che, buon per lui, si è fatto una famiglia sua).
E io adesso mi trovo da solo in questa vecchia casa piena di oggetti parlanti che sono diventati la mia ossessione.
Mi scopro ore a pensare senza combinare nulla, la notte sto ad occhi aperti e il sonno è frammentario, e i sogni solo incubi. Il mio lavoro per fortuna è assolutamente idiota e non mi richiede particolare impegno altrimenti sarei fregato anche dal lato economico. Mi atterrisce l'idea di dover andare in ferie, le vacanze che una volta desideravo sono adesso soltanto uno spettro nero all'orizzonte. Qualunque cosa io faccia non posso evitare il raffronto con le cose che facevo quando c'era mamma. La sua scomparsa è uno spartiacque tra il mondo felice di un tempo e l'infelicità attuale.
Mio fratello mi dice sempre che il passato è morto e che adesso ciò che conta è solo il presente e il futuro, che la vita è un bene prezioso che sarebbe un delitto non utilizzare al meglio. Ma io non riesco a guardare avanti, mi sembra di essere uno che guida un'automobile con un giornale sul parabrezza, guardando invece sempre e soltanto nello specchietto retrovisore un mondo perduto che si allontana nel tempo e che è sempre più ossessivo nella mia mente. Mio fratello mi dice che così andrò sicuramente a sbattere da qualche parte se non tolgo quello schermo e se non distolgo lo sguardo dallo specchietto retrovisore, ma per me questa operazione risulta impossibile, e non riesco a vedere via d'uscita.
A volte leggo di ragazzi che sono in conflitto coi genitori... mi viene da ridere, non sanno quale bene prezioso possiedono.

lo detto in altri post: è da stupidi odiare i propri genitori, alla fine se ne andranno....capisco che ci sono alcuni casi in cui si possono odiare, ma non è sempre colpa loro..... voglio diventare orfano il più tardi possibile
Vecchio 17-02-2010, 16:05   #4
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hai già vissuto 4 delle 6 fasi classiche di elaborazione del lutto

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Originariamente inviata da Pinosolitario Visualizza il messaggio
mesi fa mi muore la mamma con cui vivevo da sempre, e mi crolla il mondo addosso. Non mi sono mai reso conto di quanto io dipendessi psicologicamente da lei.
Fase di shock

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Adesso non riesco a trovare una sola attività che mi renda sereno, mi rendo conto che qualunque cosa io abbia fatto in vita l'ho fatta perché mi sosteneva l'idea, la presenza, l'esistenza di quella persona che adesso mi manca al punto da farmi sentire inutile il mio sopravvivere.
Fase depressiva

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Mamma è stata l'ultima a scomparire di una famiglia che mi dava sicurezza e che nel tempo ho visto inesorabilmente assottigliarsi ed estinguersi, vuoi per dipartita naturale, vuoi per "normale" esodo (ho un fratello che, buon per lui, si è fatto una famiglia sua).
Tentativo di razionalizzazione e conseguente rabbia/invidia

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E io adesso mi trovo da solo in questa vecchia casa piena di oggetti parlanti che sono diventati la mia ossessione. Mi scopro ore a pensare senza combinare nulla, la notte sto ad occhi aperti e il sonno è frammentario, e i sogni solo incubi. Il mio lavoro per fortuna è assolutamente idiota e non mi richiede particolare impegno altrimenti sarei fregato anche dal lato economico. Mi atterrisce l'idea di dover andare in ferie, le vacanze che una volta desideravo sono adesso soltanto uno spettro nero all'orizzonte. Qualunque cosa io faccia non posso evitare il raffronto con le cose che facevo quando c'era mamma. La sua scomparsa è uno spartiacque tra il mondo felice di un tempo e l'infelicità attuale.
Tentativo (fallito) di negazione del lutto


in soggetti "normali" dovrebbero seguire le fasi di Accettazione ed infine quella di Elaborazione del dolore

la mancata naturale elaborazione di un lutto, oltre ad essere causa di notevole stress psicofisico (con ripercussioni somatiche su tutti gli apparati), può scatenare serie patologie psichiatriche di carattere ossessivo

quindi il consiglio è, qualora entro tempi comunque "ragionevoli" tu non riesca proprio a giungere da solo alla elaborazione della perdita, quello di rivolgerti quanto prima ad un terapeuta che ti aiuti nel percorso

Ultima modifica di stewie; 17-02-2010 a 16:07.
Vecchio 17-02-2010, 16:20   #5
Principiante
L'avatar di Pinosolitario
 

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Originariamente inviata da stewie Visualizza il messaggio
quindi il consiglio è, qualora entro tempi comunque "ragionevoli" tu non riesca proprio a giungere da solo alla elaborazione della perdita, quello di rivolgerti quanto prima ad un terapeuta che ti aiuti nel percorso
Ti ringrazio tanto per l'attenzione, ma vorrei un chiarimento.
Cosa intendi per terapeuta? stai parlando di psicologo o di psichiatra? tieni presente che io ho terrore della farmacologia, la considero l'anticamera della dipendenza.
Dal punto di vista psicologico in un certo senso ho già chi mi segue, cioè mio fratello che pur non essendo un professionista si dà da fare col buon senso, con la sua esperienza di vita e con la pazienza; da più di un mese ogni sera passa con me almeno 1 ora al telefono oppure viene a trovarmi di persona. Mi ha portato da un fisiatra perché avevo problemi di mal di schiena e di postura, e di conseguenza adesso 3 volte a settimana vado in palestra per sistemarmi un po', ma questo non l'avrei fatto se lui non mi ci avesse quasi costretto. E ultimamente lui e mia cognata mi hanno portato con loro 3 giorni in montagna. Se tutto questo sia servito non so, perché al momento vedo sempre tutto nero. Ma mi chiedo: potrà fare di meglio qualcun altro?
Ti ringrazio di nuovo per le risposte che mi potrai fornire.
Vecchio 17-02-2010, 16:34   #6
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Originariamente inviata da Pinosolitario Visualizza il messaggio
Cosa intendi per terapeuta? stai parlando di psicologo o di psichiatra? tieni presente che io ho terrore della farmacologia, la considero l'anticamera della dipendenza.
mi riferivo ad una terapia di carattere psicologico

nessun principio attivo farmacologico (al momento) infatti ti sarebbe d'aiuto: hai solo un gran bisogno di accettare il cambiamento e stilare una nuova scala di priorità basata su un nuovo stile di vita

il perdurare di questo stato può degenerare in patologie di carattere psichiatrico (per cui servirebbe lo psichiatra) ma non è per adesso il caso

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Originariamente inviata da Pinosolitario Visualizza il messaggio
Dal punto di vista psicologico in un certo senso ho già chi mi segue, cioè mio fratello che pur non essendo un professionista si dà da fare col buon senso, con la sua esperienza di vita e con la pazienza; da più di un mese ogni sera passa con me almeno 1 ora al telefono oppure viene a trovarmi di persona.Mi ha portato da un fisiatra perché avevo problemi di mal di schiena e di postura, e di conseguenza adesso 3 volte a settimana vado in palestra per sistemarmi un po', ma questo non l'avrei fatto se lui non mi ci avesse quasi costretto. E ultimamente lui e mia cognata mi hanno portato con loro 3 giorni in montagna. Se tutto questo sia servito non so, perché al momento vedo sempre tutto nero. Ma mi chiedo: potrà fare di meglio qualcun altro?
sicuramente male non ti ha fatto

il punto è uno

se, col supporto amichevole di tuo fratello o di altri familiari o amici, riesci a guardare avanti allora va bene... altrimenti un aiuto psicologico e professionale credo sia necessario...
Vecchio 18-02-2010, 19:25   #7
Esperto
L'avatar di Black Moon
 

Credo che una delle cause di tutti i miei problemi è il rapporto con mia madre.. Lei pensa che la odio ma non è così.. Non mi aiuta, non mi da affetto, non capisce che sto male perchè sta male anche lei. Però immaginare che un giorno non ci sarà più, mi fa venire una paura pazzesca... Già sono cresciuta dai 3 anni ad adesso senza un padre, visto che è morto nell'89.. Quando morirà mia madre sarà un disastro
Vecchio 18-02-2010, 22:35   #8
Banned
 

Io penso ke la vita comincia adesso....ora sei libero di fare tutto ciò ke vuoi....
Vecchio 19-02-2010, 09:11   #9
Principiante
L'avatar di Pinosolitario
 

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Originariamente inviata da desperados Visualizza il messaggio
Io penso ke la vita comincia adesso....ora sei libero di fare tutto ciò ke vuoi....
Questo me lo dicono tutti, però la mia vera libertà era poter condividere con mamma quello che facevo. Adesso non ho più la spinta per fare niente. Sta qui il mio problema, mi sembra di essere in una gabbia senza la chiave per uscire.
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