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07-11-2015, 14:33
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#41
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,120
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Quote:
Originariamente inviata da dotrue
Se sono privati nn penso, se sono pubblici invece è ben comprensibile visto che sono pagati lo stesso. In ogni caso nn è per forza una cosa negativa: è anche questione d'intelligenza (da parte dello psicoterapeuta intendo) ammettere i suoi limiti e chiudere la relazione terapeutica invece che trascinarla avanti d'inerzia
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Eppure a me è capitato anche con psichiatra privato dopo poco tempo, che è stato sempre regolarmente pagato, magari mi privo di altre cose, ma chi lavora deve essere pagato sempre.
evidentemente chi ha un eccesso di lavoro sceglie i pazienti più facili.
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07-11-2015, 14:37
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#42
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,186
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I farmaci sono utili per migliorare la qualità della vita ma solo sul breve periodo. Sono sicuramente utili, ma è chiaro che non possono essere visti come se si trattasse di antibiotici: l'antibiotico cura l'infezione, lo psicofarmaco non cura la depressione o la psicosi ma ne inibisce solo la sintomatologia. Il male però rimane latente.
Tralasciando il fatto che se il disagio curato con i farmaci senza un'adeguata terapia può andare incontro ad una cronicizzazione rischiando di portare verso la dipendenza dai farmaci (le per la gioia dell'industria farmaceutica), ci sarebbe pure da rilevare che i farmaci non funzionano con la totalità dei pazienti che li usa.
Esiste, che io sappia, una percentuale piuttosto elevata, per esempio, di depressioni "resistenti" ai farmaci.
Come spiegare il fatto che, dato per scontato che la depressione o altre malattie psicopatologiche hanno una natura prevalentemente biologica e quindi spiegabili in termini di chimica celebrale, su una parte dei pazienti gli stessi farmaci non servono a un cazzo?
Al cervello bacato io non ci ho mai creduto. Bacato più che altro sarà il cervello di quegli psichiatri e psicoterapeuti che mollano i loro pazienti perché in realtà della malattia non ci hanno capito un tubo soprattutto loro.
Ma in questi caso è facile salvarsi il culo e scrollarsi di dosso i propri demeriti professionali addossando tutte le colpe o al paziente che non collabora o peggio alla malattia che sarebbe inguaribile.
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07-11-2015, 17:10
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#43
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,181
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
I farmaci sono utili per migliorare la qualità della vita ma solo sul breve periodo. Sono sicuramente utili, ma è chiaro che non possono essere visti come se si trattasse di antibiotici: l'antibiotico cura l'infezione, lo psicofarmaco non cura la depressione o la psicosi ma ne inibisce solo la sintomatologia. Il male però rimane latente.
Tralasciando il fatto che se il disagio curato con i farmaci senza un'adeguata terapia può andare incontro ad una cronicizzazione rischiando di portare verso la dipendenza dai farmaci (le per la gioia dell'industria farmaceutica), ci sarebbe pure da rilevare che i farmaci non funzionano con la totalità dei pazienti che li usa.
Esiste, che io sappia, una percentuale piuttosto elevata, per esempio, di depressioni "resistenti" ai farmaci.
Come spiegare il fatto che, dato per scontato che la depressione o altre malattie psicopatologiche hanno una natura prevalentemente biologica e quindi spiegabili in termini di chimica celebrale, su una parte dei pazienti gli stessi farmaci non servono a un cazzo?
Al cervello bacato io non ci ho mai creduto. Bacato più che altro sarà il cervello di quegli psichiatri e psicoterapeuti che mollano i loro pazienti perché in realtà della malattia non ci hanno capito un tubo soprattutto loro.
Ma in questi caso è facile salvarsi il culo e scrollarsi di dosso i propri demeriti professionali addossando tutte le colpe o al paziente che non collabora o peggio alla malattia che sarebbe inguaribile.
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Sono d'accordo su tutto tranne sulle cause dei disagi mentali, che a parer mio è una questione di vulnerabilità .. ma qui lascio perdere perché non è attinente all'argomento ed è stato ampiamente trattato in altre sezioni del forum.
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07-11-2015, 17:18
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#44
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,181
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Quote:
Originariamente inviata da syd_77
Eppure a me è capitato anche con psichiatra privato dopo poco tempo, che è stato sempre regolarmente pagato, magari mi privo di altre cose, ma chi lavora deve essere pagato sempre.
evidentemente chi ha un eccesso di lavoro sceglie i pazienti più facili.
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
I
Bacato più che altro sarà il cervello di quegli psichiatri e psicoterapeuti che mollano i loro pazienti perché in realtà della malattia non ci hanno capito un tubo soprattutto loro.
Ma in questi caso è facile salvarsi il culo e scrollarsi di dosso i propri demeriti professionali addossando tutte le colpe o al paziente che non collabora o peggio alla malattia che sarebbe inguaribile.
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Certe volte ci si vergogna anche di essere scaricati da questi "professionisti" perché si ha la sensazione di non valere niente.
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07-11-2015, 17:45
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#45
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 887
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Secondo me è segno di professionalità "abbandonare" il paziente quando ci si rende conto di non potergli essere davvero d'aiuto. Mi capitò con la mia vecchia psicologa: non essendo specializzata per trattare gli attacchi di panico, mi chiese se non preferissi intraprendere una psicoterapia con qualche collega più preparata. Effettivamente mi sentii in parte come se volesse "scaricarmi", ma a mente fredda penso che abbia fatto bene a propormelo.
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07-11-2015, 18:54
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#46
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,954
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Quote:
Originariamente inviata da Noriko
Certe volte ci si vergogna anche di essere scaricati da questi "professionisti" perché si ha la sensazione di non valere niente.
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L'ho pensato, riguardo alla mia unica esperienza psichiatrica. Più che altro non mi sono sentito considerato per una serie di motivi e mi sono detto che "manco uno psichiatra pagato mi caga".
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07-11-2015, 19:21
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#47
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,181
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Quote:
Originariamente inviata da Blue Moon
Secondo me è segno di professionalità "abbandonare" il paziente quando ci si rende conto di non potergli essere davvero d'aiuto. Mi capitò con la mia vecchia psicologa: non essendo specializzata per trattare gli attacchi di panico, mi chiese se non preferissi intraprendere una psicoterapia con qualche collega più preparata. Effettivamente mi sentii in parte come se volesse "scaricarmi", ma a mente fredda penso che abbia fatto bene a propormelo.
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Dopo una serie di colloqui e l'istaurazione di un rapporto, non lo trovo corretto "abbandonare" il paziente, anche perché le prime volte delle sedute (quattro o cinque) si chiariscono i problemi che si hanno e se gli psicologi sono competenti sanno se è possibile aiutare o meno un paziente.
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08-11-2015, 11:33
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#48
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Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: TV
Messaggi: 2,426
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Quote:
Originariamente inviata da syd_77
Eppure a me è capitato anche con psichiatra privato dopo poco tempo, che è stato sempre regolarmente pagato, magari mi privo di altre cose, ma chi lavora deve essere pagato sempre.
evidentemente chi ha un eccesso di lavoro sceglie i pazienti più facili.
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Forse l'ha fatto per il motivo che ho scritto prima
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08-11-2015, 13:03
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#49
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,186
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Quote:
Originariamente inviata da Noriko
Sono d'accordo su tutto tranne sulle cause dei disagi mentali, che a parer mio è una questione di vulnerabilità .. ma qui lascio perdere perché non è attinente all'argomento ed è stato ampiamente trattato in altre sezioni del forum.
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Noriko il problema della vulnerabilità è solo una scusa per giustificare il fatto che buona parte della popolazione (oramai non più tanto piccola) sembra non avere alcun tipo di disagio.
Ma in realtà non è detto che chi soffre di un qualche disagio manifesti sempre sintomi franchi. Esiste una quota rilevante di nevrosi latenti che non manifestandosi apertamente non vengono "registrate" come tali.
E poi anche quelli che non fanno una piega davanti ai ritmi di lavoro e di vita disumani (cioè quelli adattati) si scoprono essere persone dissociate, anestetizzate che vanno avanti a testa bassa sempre sul filo del fallimento e della catastrofe. E vanno avanti così solo perché non lo sanno e non possono permettersi di abbassare la guardia.
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08-11-2015, 13:27
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#50
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Esperto
Qui dal: Mar 2015
Ubicazione: dove ?
Messaggi: 676
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A
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Ultima modifica di gwynplaine87; 04-12-2015 a 13:59.
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08-11-2015, 13:29
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#51
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Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: TV
Messaggi: 2,426
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
E poi anche quelli che non fanno una piega davanti ai ritmi di lavoro e di vita disumani (cioè quelli adattati) si scoprono essere persone dissociate, anestetizzate che vanno avanti a testa bassa sempre sul filo del fallimento e della catastrofe. E vanno avanti così solo perché non lo sanno e non possono permettersi di abbassare la guardia.
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Questo cosa ha a che fare con i disturbi mentali che sono accompagnati da sintomi più o meno specifici?
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08-11-2015, 13:33
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#52
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Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: TV
Messaggi: 2,426
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Quote:
Originariamente inviata da gwynplaine87
A me non sono stati consigliati, anzi il contrario, ma questo dalla mia psicologa e non da uno psichiatra.
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Nn ho mai sentito dire o scrivere da uno psicologo di essere d'accordo con l'assunzione di farmaci...per cui nn è che sia una novità
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08-11-2015, 14:20
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#53
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,181
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Nel DSM V , la cosiddetta bibbia degli psichiatri vengono descritti sintomi che sono secondo me (parlo di qualche caso) molto lievi e vengono incasellati (come ad esempio la descrizione di psicosi latente) come disturbo necessario di cure.
E' per questo che viene criticato l'ultimo manuale dei disturbi mentali accusandolo di medicalizzare tutto, quindi il discorso di Emil ci può stare in questo senso.
Certo che però i sintomi più gravi dei disturbi vanno secondo me necessariamente curati altrimenti si rischiano gravissime conseguenze.
Per quanto riguarda la vulnerabilità come origine dei disturbi (come penso) è criticabile come l'origine psicologica o biologica.
In quanto ancora non si è dimostrato niente, nessuno è certo scientificamente delle cause.
Sono teorie più o meno convalidate ma più o meno.
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08-11-2015, 14:29
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#54
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,186
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Quote:
Originariamente inviata da dotrue
Questo cosa ha a che fare con i disturbi mentali che sono accompagnati da sintomi più o meno specifici?
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Ne più ne meno, come suggeriva già Erich Fromm in uno dei suoi libri (mi pare fosse La patologia della normalità), che si viene a creare una dissociazione tra i livelli cognitivi e quelli emozioni: rimozioni e "sistemi difensivi" che permettono di mantenere un equilibrio, seppur precario, che tiene lontano dalla coscienza il malessere. Uomini-automi.
Di solito chi viene investito dal disagio in maniera manifesta è qualcuno che non riesce a mettere in atto questi meccanismi. Oppure che non riesce più a mantenersi dentro quell'equilibrio. E' allora che arriva la nevrosi.
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08-11-2015, 16:55
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#55
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Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: TV
Messaggi: 2,426
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Quote:
Originariamente inviata da Noriko
Nel DSM V , la cosiddetta bibbia degli psichiatri vengono descritti sintomi che sono secondo me (parlo di qualche caso) molto lievi e vengono incasellati (come ad esempio la descrizione di psicosi latente) come disturbo necessario di cure.
E' per questo che viene criticato l'ultimo manuale dei disturbi mentali accusandolo di medicalizzare tutto, quindi il discorso di Emil ci può stare in questo senso.
Certo che però i sintomi più gravi dei disturbi vanno secondo me necessariamente curati altrimenti si rischiano gravissime conseguenze.
Per quanto riguarda la vulnerabilità come origine dei disturbi (come penso) è criticabile come l'origine psicologica o biologica.
In quanto ancora non si è dimostrato niente, nessuno è certo scientificamente delle cause.
Sono teorie più o meno convalidate ma più o meno.
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Il dsm 5 è una roba veramente esagerata...che fa solo del male a chi ha disturbi seri xchè, come dici tu, fa cadere nel ridicolo la psichiatria e con loro le persone con problematiche rilevanti.
Quote:
Originariamente inviata da Emil
Ne più ne meno, come suggeriva già Erich Fromm in uno dei suoi libri (mi pare fosse La patologia della normalità), che si viene a creare una dissociazione tra i livelli cognitivi e quelli emozioni: rimozioni e "sistemi difensivi" che permettono di mantenere un equilibrio, seppur precario, che tiene lontano dalla coscienza il malessere. Uomini-automi.
Di solito chi viene investito dal disagio in maniera manifesta è qualcuno che non riesce a mettere in atto questi meccanismi. Oppure che non riesce più a mantenersi dentro quell'equilibrio. E' allora che arriva la nevrosi.
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La vita è difficile per quasi tutti, tutti hanno qualche forma di disagio o se la inventano. Una malattia è manifesta quando sono evidenti i sintomi, nn credo sia possibile stabilire prima la vulnerabilità o no...in base a cosa?
Per quanto riguarda ciò che hai scritto ora: ci saranno centinaia di "teorie psicologiche", ogni psicologo che giri ti dirà, in base alla teoria su cui si è specializzato, cose diverse su quelle che dovrebbero essere le cause dei tuoi disagi. Per cui nn me la sentirei di inginocchiarmi e venerare una delle tante opinioni che ci sono in giro.
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08-11-2015, 17:26
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#56
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
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Messaggi: 1,186
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Quote:
Originariamente inviata da dotrue
La vita è difficile per quasi tutti, tutti hanno qualche forma di disagio o se la inventano. Una malattia è manifesta quando sono evidenti i sintomi, nn credo sia possibile stabilire prima la vulnerabilità o no...in base a cosa?
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Ma infatti intendevo negare proprio questo approccio da selezione naturale usato nella vita quotidiana per demarcare il confine tra il normale e il patologico: ossia che il malato sia quello che non è riuscito a sopportare lo stress "naturale" della vita e di conseguenza, paragonato a chi sembra farcela, è un disadattato nel senso che ha una sua vulnerabilità intrinseca (mentale).
Non è detto infatti che quella stessa persona che patisce un disagio in un determinato contesto ambientale lo avrebbe ugualmente scontato (...o debba continuare a scontarlo) se si fosse trovata a vivere in condizioni diverse.
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08-11-2015, 20:18
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#57
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,181
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Per vulnerabilità psichiatrica si intende la predisposizione genetica dell'individuo alla malattia, che insieme ai traumi affettivi, sociali, fisici e labilità caratteriale può sviluppare disturbi come le psicosi.
Cioè è l'insieme delle condizioni che possono favorire la schizofrenia e affini.
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08-11-2015, 21:18
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#58
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Esperto
Qui dal: Oct 2015
Ubicazione: milano
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Io sono stato molto vicino a prendere gli psicofarmaci, quando stavo male mi tremava la testa avevo i battiti altissimi, forse ho rischiato un infarto, avevo anche un ritardo del linguaggio che mi ha causato parecchi problemi mi credevano autistico, fin da ragazzo per essere meno ansioso mi ubriacavo tanto poi ho preso la valeriana e stavo meglio, ho addirittura mangiato verdure crude pesanti da digerire che mi calmavano un po me ne sono successe tante adesso sto un po meglio ma non abbastanza
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08-11-2015, 21:34
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#59
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Esperto
Qui dal: May 2014
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Messaggi: 2,426
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
Ma infatti intendevo negare proprio questo approccio da selezione naturale usato nella vita quotidiana per demarcare il confine tra il normale e il patologico: ossia che il malato sia quello che non è riuscito a sopportare lo stress "naturale" della vita e di conseguenza, paragonato a chi sembra farcela, è un disadattato nel senso che ha una sua vulnerabilità intrinseca (mentale).
Non è detto infatti che quella stessa persona che patisce un disagio in un determinato contesto ambientale lo avrebbe ugualmente scontato (...o debba continuare a scontarlo) se si fosse trovata a vivere in condizioni diverse.
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Avevo capito l'esatto opposto, quindi sono d'accordo con te...però...
Quote:
Originariamente inviata da Noriko
Per vulnerabilità psichiatrica si intende la predisposizione genetica dell'individuo alla malattia, che insieme ai traumi affettivi, sociali, fisici e labilità caratteriale può sviluppare disturbi come le psicosi.
Cioè è l'insieme delle condizioni che possono favorire la schizofrenia e affini.
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...come dice noriko per vulnerabilità si intende "genetica", visto che è ormai assodato che certi tipi di disturbi mentali hanno una componente ereditaria.
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09-11-2015, 16:42
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#60
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,186
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Comunque anche il dogma della cosidetta ereditarieta' (genetica) non regge piu' per il fatto che questi disagi, la depressione e gli attacchi di panico specialmente, si stanno diffondendo molto piu' velocemente del "salto generazionale" che ci si aspetterebbe.
Secondo le previsioni dell'OMS nel prossimo decennio la depressione diverra' la seconda malattia al mondo dopo quelle cardiovascolari. Possibile che tutta 'sta gente che sta male, in un lasso di tempo cosi' breve, si spieghi solo con l'ereditarieta'?
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