GreySkies

Salve a tutti! E' da un po' che non scrivo anche se leggo i topic quotidianamente. Volevo porvi una domanda: come vi comportereste se i vostri genitori giudicassero negativamente una vostra scelta? Che sia studio, lavoro o sentimentale? Spesso temo che il loro giudizio si possa mischiare al mio rendendo difficile capire che cosa voglio davvero da me stessa e dalla vita 😔 ma perche' ci devono complicare l'esistenza anche da adulti (ho piu' di trent'anni)?

alien boy

Se la nostra è una scelta convinta, razionale, che può funzionare, il convincimento diventa più semplice. Altrimenti va a finire che dobbiamo convincere prima noi stessi. Poi c'è il discorso delle loro proposte che spesso vedi come non applicabili al tuo modo di essere, ma che dall'altro lato sono cose fattibili per la grande maggioranza delle persone.

liuk76

Parto sempre dal presupposto che sono io la persona più importante della mia esistenza, quindi, il giudizio altrui è difficile che sia per me così vincolante.

cancellato15252

La mia opinione al primo posto dei miei interessi. Quella dei miei al secondo. Ho stima nei miei genitori, non è raro che chieda loro consigli.
Magari in un primo momento sarei dispiaciuto della loro disapprovazione, una volta metabolizzata la cosa (temporalmente, empiricamente, teoricamente) a volte do loro ragione e altre volte provo a spiegare meglio le mie ragioni.

Weltschmerz

Io ho risolto evitandoli come la peste bubbonica incrociata con la malaria e l'ebola.

GreySkies

Anch'io ci provo (vivo sola) ma il loro giudizio cosi severo (o forse e' una mia impressione?) mi fa stare ancora male. Forse dovrei smettere di cercare di renderli orgogliosi di me come se fosse un mio dovere morale. Anche tu vivi solo?

senyek

Non conosco la tua situazione, ma per esempio io, nonostante sia una persona abbastanza autonoma nelle mie decisioni, sono affezionato e stimo i miei genitori. Tuttavia spesso e volentieri il loro parere è più dettato dalla paura e dell'immaturità del capire che a volte le scelte che devi fare sono quelle che non ti piacciono e un pochino ti fanno soffrire.
Pretendono di poter consigliare la cosa migliore, che sarebbe quella in cui tu fai meno cose e così "sei al sicuro" dal mondo esterno cattivo e pericoloso, per cui molto spesso siamo in disaccordo e litighiamo con il conseguente giudizio negativo per le mie azioni/decisioni.

Si, mi pesa e a volte mi sono anche chiesto se non stessi sbagliando e se non avessero ragione loro, ma poi quando sono stato lontano da loro e ho proseguito con la mia vita e le mie decisioni autonome ho scoperto che più della metà delle volte avevo ragione io e stavo bene.

Se sei grato ai tuoi genitori per quello che hanno fatto per te e gli vuoi bene, il loro giudizio si mischierà inevitabilmente al tuo rendendoti difficile davvero cosa vuoi dalla tua stessa vita.
Spesso i nostri genitori (visto che abbiamo più o meno la stessa età probabilmente è così anche per te), confondono quello che era la vita di un tempo con quella che è la vita oggi, una volta entravi in un'azienda e ci stavi trenta/quarant'anni, avevi uno stipendio e assicurazioni che ti facevano vivere una vita tranquilla, ci si sposava e si metteva su una famiglia che meno normalmente di adesso si divorziava, etc...
Per loro la vita era più lineare, più telecomandata, non capiscono quanto per noi oggi sia difficile ogni cosa perchè il fallimento è dietro l'angolo ad ogni passo.

Analizza le tue decisioni oggettivamente e non mischiare quello che dicono i tuoi con quello che vuoi tu, non farti inculcare la paura e la frustrazione, oggi siamo tutti dei falliti bene o male, è bene ritagliarsi il proprio spazio senza esagerare, escludere le interferenze e cercare di sentirsi sereni.

cancellato15851

Ho sempre fatto di testa mia... spesso ci ho azzeccato, in certi casi però sarebbe stato meglio seguire i loro consigli

Weltschmerz

Magari, abito con loro, sto sempre in camera mia e preferisco non parlarci eccetto convenevoli.

Leucina

I miei genitori non si esprimono, non giudicano, non parlano, non danno opinioni, tacciono e acconsentono a tutto, va tutto bene se va bene a me e questa cosa mi fa andare matta. Abbiamo dialogo solo su argomenti futili, di cose veramente importanti non parliamo mai e non capisco se la loro è indifferenza o solo paura di ferirmi quindi per questo dicono sì a tutto.
Qualcuno potrebbe dire che sono fortunata a non avere genitori che si intromettono nelle mie scelte ma purtroppo non è così perchè acconsentendo sempre mi condizionano ugualmente. Non danno giudizi e ho sempre il dubbio che non sono d'accordo con quello che faccio ma non me lo dicono per non darmi problemi. Io però vorrei sapere cosa pensano davvero, vorrei sapere cosa pensano di me, vorrei dei loro consigli, delle loro approvazioni esplicite e anche delle disapprovazioni ogni tanto se necessarie e non solo e sempre quel "va bene, fai come vuoi".

Anche perchè poi capitano cose che mi tolgono ogni dubbio ed è evidente che sono scontenti di tutto, ogni cosa che faccio li scontenta, ma non parlano, cavolo perchè non me lo dicono, perchè fanno così?!


(Non quotare)

kitsungi

Mio padre sembra si diverta a rinfacciarmi che nella mia vita ho fallito in tutto e che quando ho fatto di testa mia ho sempre sbagliato.
Lui ha sempre ragione, io ho sempre torto. So bene che non ha nessuna considerazione di me come persona, che si vergogna di me, che per lui sono una "figlia persa" -parole sue.
Vorrei avere un rapporto migliore con lui ma ormai a 25 anni la vedo dura e onestamente non so neppure da che parte iniziare. Non me la sento di dire che è stato un cattivo padre, si è sempre occupato di me, non mi è mai mancato nulla... però no, ecco, una cosa mi è mancata. Un rapporto con lui. E sicuramente è anche colpa mia, non lo nego questo...

La sua opinione mi condiziona terribilmente in tutto quello che faccio. Non avere la sua approvazione mi fa stare male, mi fa stare davvero male, vorrei che fosse orgoglioso di me ogni tanto... ma è inutile, qualsiasi cosa faccia sembra che lui non sarà mai contento.
Credo che non si accorga di quanto mi fa soffrire, perché se lo facesse consapevolmente sarebbe troppo crudele.