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19-03-2015, 04:16
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#1
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Tempo fa ho scritto queste cose in un altro forum e noto che c'è una coerenza tematica che ritorna uguale...
<<Da un po' di tempo sento di non amare più la vita, forse io ho davvero intrapreso una certa strada e, essendo crollato qualche ponte che ho attraversato, non posso più tornare indietro. Né l'agire, né il far qualcosa, né la psicoanalisi, né altre pratiche fino ad ora sono riuscite, per così dire, a farmi star meglio. Qualcosa può anche cambiare ma poi mi accorgo che comunque resto fondamentalmente fortemente insoddisfatto, di me, di quello che ho intorno, delle persone, delle relazioni che riesco a procurarmi, di quel che posso fare e di come lo posso fare e compagnia bella. Insomma finisco sempre col provare una specie di odio generalizzato che non riesce nemmeno più ad avere un oggetto specifico verso cui dirigersi.
E se fosse la struttura stessa della mia esistenza che non mi permette di stare bene? Come potrei riuscire a guarire? Come potrei trovare qualcosa di meglio? Ma che sia davvero meglio secondo il mio metro di giudizio. E se l'affermarmi come individuo corrispondesse ad una specie di paradosso simile a "questa proposizione è falsa"?
Scrivo, perché scrivo, ma sento che anche questo scrivere è soltanto simile ad una specie di grido di aiuto che probabilmente non servirà praticamente a niente. Può darsi che questo aiuto non possa darmelo io e non possa darmelo nemmeno qualche altra persona.
I suggerimenti spesso rappresentano per me un già pensato, niente di nuovo: saggezza d'accatto che viene proposta e riproposta come una stessa pietanza che viene semplicemente impacchettata con confezioni sempre diverse colorate ed accattivanti. Ma io di tutto questo non so cosa farmene, i miei problemi restano là, irrisolti, in attesa che qualcuno sciolga realmente certi nodi che io non so come districare (ammesso che sia possibile scioglierli e che non ci siano fili che si chiudono ad anello intorno ad altri fili).>>
Dopo tanto tempo sono ancora convinto delle stesse cose, sono cambiato, ma questa specie di pessimismo e disgusto per la vita che così com'è tanto spesso risulta ingabbiata e umiliata è rimasto uguale. Odio già a monte anche l'educazione che dovrebbe aiutarci a vivere ma per me già risulta una pratica violenta contro il singolo dall'inizio alla fine.
Voi perché vivete?
Io vivo per sognare qualcosa di diverso dalla vita e dall'ordine naturale che odio e detesto.
Quando penso a qualcos'altro e allontano lo sguardo da quello che ho attorno sto meglio, il problema è che vorrei che avesse anche più sostanza questo qualcos'altro che immagino e invece resta solo immaginario.
Sono orientato contro la vita, perché della vita oggi ne ho davvero le palle piene.
Voi che rapporto avete con l'esistenza, la natura, il mondo, siete in pace o in conflitto? Lo amate così com'è? O desiderereste volentieri cambiarlo per poter avere più spazio?
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Ultima modifica di XL; 26-06-2023 a 09:49.
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19-03-2015, 04:29
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#2
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Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,982
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Tempo fa ho scritto queste cose in un altro forum e noto che c'è una coerenza tematica che ritorna uguale...
<<Da un po' di tempo sento di non amare più la vita, forse io ho davvero intrapreso una certa strada e, essendo crollato qualche ponte che ho attraversato, non posso più tornare indietro. Né l'agire, né il far qualcosa, né la psicoanalisi, né altre pratiche fino ad ora sono riuscite, per così dire, a farmi star meglio. Qualcosa può anche cambiare ma poi mi accorgo che comunque resto fondamentalmente fortemente insoddisfatto, di me, di quello che ho intorno, delle persone, delle relazioni che riesco a procurarmi, di quel che posso fare e di come lo posso fare e compagnia bella. Insomma finisco sempre col provare una specie di odio generalizzato che non riesce nemmeno più ad avere un oggetto specifico verso cui dirigersi.
E se fosse la struttura stessa della mia esistenza che non mi permette di stare bene? Come potrei riuscire a guarire? Come potrei trovare qualcosa di meglio? Ma che sia davvero meglio secondo il mio metro di giudizio. E se l'affermarmi come individuo corrispondesse ad una specie di paradosso simile a "questa proposizione è falsa"?
Scrivo, perché scrivo, ma sento che anche questo scrivere è soltanto simile ad una specie di grido di aiuto che probabilmente non servirà praticamente a niente. Può darsi che questo aiuto non possa darmelo io e non possa darmelo nemmeno qualche altra persona.
I suggerimenti spesso rappresentano per me un già pensato, niente di nuovo: saggezza d'accatto che viene proposta e riproposta come una stessa pietanza che viene semplicemente impacchettata con confezioni sempre diverse colorate ed accattivanti. Ma io di tutto questo non so cosa farmene, i miei problemi restano là, irrisolti, in attesa che qualcuno sciolga realmente certi nodi che io non so come districare (ammesso che sia possibile scioglierli e che non ci siano fili che si chiudono ad anello intorno ad altri fili).>>
Dopo tanto tempo sono ancora convinto delle stesse cose, sono cambiato, ma questa specie di pessimismo e disgusto per la vita che così com'è tanto spesso risulta ingabbiata e umiliata è rimasto uguale. Odio già a monte anche l'educazione che dovrebbe aiutarci a vivere ma per me già risulta una pratica violenta contro il singolo dall'inizio alla fine.
Voi perché vivete?
Io vivo per sognare qualcosa di diverso dalla vita e dall'ordine naturale che odio e detesto.
Quando penso a qualcos'altro e allontano lo sguardo da quello che ho attorno sto meglio, il problema è che vorrei che avesse anche più sostanza questo qualcos'altro che immagino e invece resta solo immaginario.
Sono orientato contro la vita, perché della vita oggi ne ho davvero le palle piene.
Voi che rapporto avete con l'esistenza, la natura, il mondo, siete in pace o in conflitto? Lo amate così com'è? O desiderereste volentieri cambiarlo per poter avere più spazio?
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Personalmente non saprei che altro aggiungere, hai detto tutto ciò che avrei voluto dire io in maniera davvero brillante. Mi ci rispecchio completamente, oserei dire quasi che questo post lo avrei potuto scrivere io.
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19-03-2015, 05:49
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#3
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,649
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Io amo la vita ma mi sento in gabbia, incastrata in una matrioska di gabbie.
Esco appena da me stessa (la gabbia più prossima) ed ecco subito un'altra gabbia.
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19-03-2015, 06:00
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#4
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Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,398
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l'idea di voler cambiare il mondo è illusoria e infantile, magari si può provare a livello di massa , ma poi quale rivoluzione ha avuto successo nei rapporti umani ? credo nessuna ...
il dare la colpa alla società e al mondo fa molto 'crisi adolescenziale ' ma è bugiarda , cmq in effetti ho dei momenti di depressione e di scoraggiamento profondo in cui "avrei scambiato volentieri con la morte questa mia vita "
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19-03-2015, 11:08
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#5
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Esperto
Qui dal: Jul 2013
Ubicazione: Provincia di Milano
Messaggi: 4,745
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Mi ci ritrovo parecchio in quello che hai scritto come tanti altri credo.. il mondo lo odio da sempre direi e non vorrei cambiarlo semplicemente vorrei andarmene... stessa cosa per la vita; la odio, perche non da quello che promette e migliorare e sudarsi quelle cose serve volontà e determinazione cosa che io non ho. Fosse solo questo. .. io voglio l'impossibile i cosiddetti sogni che fai te che facciamo tutti io li voglio veramente e sto malissimo non potendoli avere. Vivo ( per dire vivo..) per istinto di conservazione. Dal momento che da un lato quello che voglio è impossibile, dall altro la vera vita ci vuole volontà e determinazione appunto per uscirne. E quelle pochissime volte che ci provo a fare qualcosa, puntualmente mi va male.... come domani che devo chiedere a una ragazza di uscire... so che falliro. È un esempio ma rende l idea.. bel 3d xl comunque
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19-03-2015, 11:22
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#6
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Esperto
Qui dal: Dec 2013
Messaggi: 1,001
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Quote:
Originariamente inviata da XL
ma questa specie di pessimismo e disgusto per la vita che così com'è tanto spesso risulta ingabbiata e umiliata è rimasto uguale.
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Eh ti capisco, però secondo me non è corretto chiamarlo odio per la vita, almeno dico per me, perché quello che io odio è la non vita, è tutto ciò che inibisce la vita, la blocca, le impedisce di essere. Sostanzialmente la paura insomma. Ma non solo la mia paura da sociofobica evitante che mi fa stare tappata in casa, anche quella ovviamente, soprattutto quella certo, ma anche tutte le paure degli altri, che poi ingrandiscono la mia e viceversa, che ci fanno muovere magari in modi prestabiliti ma che non vorremmo e ci fanno soffrire e ci rendono piccoli e incattiviti, crudeli uno con l’altro, la paura di esporsi di coinvolgersi in modo irreparabile, di essere vulnerabili, criticati, respinti. Intorno a me io non vedo che paura nelle persone. Terrore. Quindi non credo di odiare la vita, io la amo la vita, e forse è anche quello che mi frega, perché non raggiungo mai quel livello di saturazione di odio che ti permette di andartene, perché magari ci sono quasi ma poi esco fuori e respiro e penso dio che bello avere l’aria nei polmoni, e rientro. Quindi secondo me è odio per le gabbie, non per la vita. Non so come si risolve.
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19-03-2015, 14:07
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#7
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 3,395
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Odio tutto e tutti, e questa collera mi fà paura
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19-03-2015, 14:20
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#8
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 4,017
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Quote:
Originariamente inviata da tersite
l'idea di voler cambiare il mondo è illusoria e infantile, magari si può provare a livello di massa , ma poi quale rivoluzione ha avuto successo nei rapporti umani ? credo nessuna ...
il dare la colpa alla società e al mondo fa molto 'crisi adolescenziale ' ma è bugiarda , cmq in effetti ho dei momenti di depressione e di scoraggiamento profondo in cui "avrei scambiato volentieri con la morte questa mia vita "
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Mi sento come XL pur condividendo il punto di vista di Tersite
Anche io mi trovo più a mio agio con il mio mondo interiore, ma sono conscio che non potrò mai cambiare la realtà attorno a me
Il mio scopo è più che altro quello di ritagliarmi una bolla, uno spazio solo mio, anche piccolo ma che sia il più possibile inviolabile, una camera stagna dove starmene in pace e al sicuro per ricaricarmi prima di essere di nuovo costretto ad affrontare il mondo esterno... questo mi basterebbe, ma chissà se sarà possibile ottenere almeno questo poco
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19-03-2015, 18:37
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,050
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L'esistenza per alcuni è fatica.
In questo pomeriggio anonimo sto vivendo un grosso vuoto esistenziale.
C'erano tante cose che mi piaceva fare, ora non ho voglia di farne nessuna.
Lavorare con le regole del gioco attuali mi tedia e non mi piace, non lavorare non è una soluzione fattibile per me.
Non ho una mia identità precisa, vorrei averla ma poi seguo la corrente.
Mi possono anche piacere alcuni lati di me, ma altri no.
Non ho un obiettivo preciso: fare una famiglia e dedicarmi totalmente ad essa non è una soluzione allettante. Vivere per il lavoro non mi interessa e non riesco ad incanalare quel poco di energia buona che ci potrebbe essere in me.
Vivo sempre in attesa di non si sa che cosa.
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19-03-2015, 19:38
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#10
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Quote:
Originariamente inviata da syd_77
L'esistenza per alcuni è fatica.
In questo pomeriggio anonimo sto vivendo un grosso vuoto esistenziale.
C'erano tante cose che mi piaceva fare, ora non ho voglia di farne nessuna.
Lavorare con le regole del gioco attuali mi tedia e non mi piace, non lavorare non è una soluzione fattibile per me.
Non ho una mia identità precisa, vorrei averla ma poi seguo la corrente.
Mi possono anche piacere alcuni lati di me, ma altri no.
Non ho un obiettivo preciso: fare una famiglia e dedicarmi totalmente ad essa non è una soluzione allettante. Vivere per il lavoro non mi interessa e non riesco ad incanalare quel poco di energia buona che ci potrebbe essere in me.
Vivo sempre in attesa di non si sa che cosa.
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anche questo avrei potuto tranquillamente scriverlo io...
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19-03-2015, 21:37
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#11
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Esperto
Qui dal: Dec 2013
Messaggi: 1,001
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Se qualcuno mi punta una pistola contro e mi minaccia di spararmi se non faccio certe cose, non penserò mica che l'ostacolo è la mia paura del dolore e che è questa paura a "costringermi".
Quel che mi ingabbia è il meccanismo "se non fai così ti becchi un colpo di pistola", la gabbia è questa per me, questo sento come ingabbiante.
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Secondo me è una manifestazione di paura anche dire a uno "se non fai così ti sparo".
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19-03-2015, 21:43
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#12
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
Messaggi: 1,188
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Può sembrare strano ma darò una risposta molto semplice e lineare (nonché quasi banale), pur essendo portata io all'analisi e allo svisceramento dei problemi.
Penso che, nonostante le mille difficoltà, i blocchi, i retaggi del passato, le batoste ricevute, le ferite mai rimarginate e l'incomunicabilità col 90% del mondo, l'unica soluzione per stare veramente bene e sentirsi vivi è la pienezza affettiva; sapere di amare e di essere amati, non c'è nulla da fare. Possiamo intellettualizzare, razionalizzare (e lo dice una super cervellotica come me!), ma alla fine ciò che ci appaga veramente e ci aiuta ad andare avanti è sentirsi amati da una persona a noi affine, in grado di capirci per ciò che siamo e soprattutto di accettarci con tutti i limiti. Per il mio equilibrio personale, almeno, tutto ciò è di vitale importanza. Lo so che dati certi problemi relazionali tutto ciò spesso può apparire insormontabile e di difficile realizzazione, perchè quando si sta male è difficile riuscire a dare, ma l'amore può essere una sfida per migliorarsi imparando a mettersi anche un po' da parte, prendendosi cura di qualcun altro.
soprattutto in una società sempre più "sfilacciata", anonima e priva di solidarietà e unità, penso che la vita di coppia possa essere l'unico baluardo a questa solitudine esistenziale, al male di vivere. Affrontare la vita da soli è molto dura, meglio avere qualcuno al proprio fianco con cui "combattere" assieme e per assaporare i fugaci momenti di felicità (se se n'è capaci)....
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19-03-2015, 21:49
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#13
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: padova
Messaggi: 540
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
Può sembrare strano ma darò una risposta molto semplice e lineare (nonché quasi banale), pur essendo portata io all'analisi e allo svisceramento dei problemi.
Penso che, nonostante le mille difficoltà, i blocchi, i retaggi del passato, le batoste ricevute, le ferite mai rimarginate e l'incomunicabilità col 90% del mondo, l'unica soluzione per stare veramente bene e sentirsi vivi è la pienezza affettiva; sapere di amare e di essere amati, non c'è nulla da fare. Possiamo intellettualizzare, razionalizzare (e lo dice una super cervellotica come me!), ma alla fine ciò che ci appaga veramente e ci aiuta ad andare avanti è sentirsi amati da una persona a noi affine, in grado di capirci per ciò che siamo e soprattutto di accettarci con tutti i limiti. Per il mio equilibrio personale, almeno, tutto ciò è di vitale importanza. Lo so che dati certi problemi relazionali tutto ciò spesso può apparire insormontabile e di difficile realizzazione, perchè quando si sta male è difficile riuscire a dare, ma l'amore può essere una sfida per migliorarsi imparando a mettersi anche un po' da parte, prendendosi cura di qualcun altro.
soprattutto in una società sempre più "sfilacciata", anonima e priva di solidarietà e unità, penso che la vita di coppia possa essere l'unico baluardo a questa solitudine esistenziale, al male di vivere. Affrontare la vita da soli è molto dura, meglio avere qualcuno al proprio fianco con cui "combattere" assieme e per assaporare i fugaci momenti di felicità (se se n'è capaci)....
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Penso la stessa cosa anch'io
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19-03-2015, 22:02
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#14
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,050
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
penso che la vita di coppia possa essere l'unico baluardo a questa solitudine esistenziale, al male di vivere.
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e per chi non riesce ad averla una vita di coppia? Ci vuole un piano B, no?
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19-03-2015, 22:19
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#15
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 1,074
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
l'unica soluzione per stare veramente bene e sentirsi vivi è la pienezza affettiva; sapere di amare e di essere amati, non c'è nulla da fare.
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In realtà, se fosse così, ciò renderebbe ancora più detestabile l'esistenza visto che si individuerebbe la soluzione in una esperienza che a molti, loro malgrado, è e resterà preclusa.
L'esistenza? La considero un vaneggiamento in tutte le sue forme: dal filosofo al folle vero e proprio, a mio avviso i termini esistenziali che delimitano lo spazio in cui si producono tutte le varie espressioni del pensiero e dell'autocoscienza dell'uomo, l'uno nella più rigida razionalità e sistematicità e consapevolezza di sé e del mondo, l'altro nell'irrazionalità e nel delirio, nella disgregazione del senso di sé. Ebbene cosa sono mai appunto questi rappresentanti assoluti che conchiudono tutte le altre possibili sfumature di quella facoltà che distingue l'uomo dagli altri essere viventi? Vaneggiatori. E lo siano anche tutti noi.
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19-03-2015, 22:34
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#16
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
Messaggi: 1,188
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Quote:
Originariamente inviata da syd_77
e per chi non riesce ad averla una vita di coppia? Ci vuole un piano B, no?
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"Solo l'amare, solo il conoscere
conta, non l'aver amato,
non l'aver conosciuto",
Le ceneri di Gramsci, Pasolini
La vita affettiva non per forza deve essere quella di coppia: per me sono importantissime anche le amicizie e quelle relazioni umani appaganti che non necessariamente devono essere inquadrate in un ruolo o avere un nome.
Insomma, qualsivoglia scambio umano a cui noi riusciamo a dare senso e pienezza.
E poi, come dice anche Pasolini nel pianto della scavatrice qua sopra riportato, anche il conoscere è un atto infinito che riesce a darci pienezza e a comunicarci che l'esistenza ancora un senso forse ce l'ha, seppur umano, umanissimo, transeunte, precario che si nutre di dubbi e domande, più che di risposte certe. Conoscenza in tutti i sensi, da quella libresca a quella concepita sotto forma di esperienza...
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19-03-2015, 22:49
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#17
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
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Quote:
Originariamente inviata da XL
i miei problemi restano là, irrisolti, in attesa che qualcuno sciolga realmente certi nodi che io non so come districare (ammesso che sia possibile scioglierli e che non ci siano fili che si chiudono ad anello intorno ad altri fili).>>
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Penso che certi problemi non si risolvono se non con un po' di rassegnazione che servirebbe a portare quel tanto di pace interiore.
Questo non significa che non devi cercare negli altri ciò che dovrebbe farti stare meglio ... gli altri in questo caso servono come input dei nostri bisogni.
E' cercando e cercando che forse riusciremo a trovare qualcosa che neppure noi sappiamo.
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Ultima modifica di Noriko; 19-03-2015 a 22:55.
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20-03-2015, 02:15
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#18
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Avanzato
Qui dal: Feb 2013
Ubicazione: Qui
Messaggi: 335
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Io credo che alcune cose niente può togliercele, per esempio gli interessi e le passioni. Io ho sempre amato la musica, ma un genere da "nonna" soprattutto in un piccolo centro come il mio. Quindi me la godevo da sola e anzi forse ha contribuito a isolarmi dai miei coetanei che ascoltavano pop. Però in effetti contribuisce a rendere più bella la mia vita. Poi devi trovare in te un tentativo di percorso che ti porti ad apprezzare la vita per la vita, cioè le possibilità che hai ogni giorno. Io so che a volte i miei sforzi sono premiati, anche solo se saluto per prima, e vado a letto più contenta di me. Magari il giorno dopo scendo alla fermata del bus sbagliata perchè non ho avuto il coraggio di chiedere al tizio seduto accanto a me di alzarsi, però il cammino prosegue e ci sono passi avanti e indietro.
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