Salve ragazzi.
Nel susseguirsi imperterrito di giornate sempre uguali mi è venuta la stramba idea di iscrivermi a un forum in cui possa esprimere un poco il mio disagio e magari trarre qualche consiglio, sentirmi un po' meno solo in questo periodo che dire devastante è poco.
Sono un ragazzo di 29, che, come molti di voi vedo, ha avuto un passato decisamente non facile. Passato che in un qualche modo me la sta facendo pagare amaramente. é come se tutti gli anni in cui ho fatto cose poco sensate mi stiano pesando sulle spalle ora.
Diciamo che un tempo ero un ragazzo di 14 anni, avevo qualche problema psicologico, madre apprensiva e invadente, ansia e attacchi di panico fin dal primo liceo. Classica faccia da sfigato per gli altri.. Penso di aver evitato legnate e angherie dai bulli della mia scuola solo perchè i bulli se la prendevano sempre con chi ci "rimaneva male", mentre io puntavo sull'autoironia, loro si trovavano davanti a uno che si prendeva in giro da solo e si facevano due risate.Ma difatto ero proprio il classico etichettato come "sfigato". Completamente fuori dal mondo. Avevo la costante impressione di essere in un posto in cui TUTTI avessero letto una sorta di libretto delle istruzioni, su come apparire "cool" e "giusti", sul perchè fare le cose.. mentre io l'avevo perso.. e non sapevo minimamente neanche il motivo per cui andare avanti. Tutti facevano in massa le stesse cose.. a me non piacevano tutte, solo alcune, mi sentivo abbastanza solo e isolato, nonostante poi difatto avessi parecchi amici.
Da lì una crisi enorme.. Sono finito in un gruppo religioso e ho passato ANNI a cercare di trovare una risposta al perchè mi sento così "fuori", così outsider. Nel frattempo gli attacchi di panico verso fine liceo/inizio università sono diventati davvero debilitanti. Ho cominciato a soffrire di derealizzazione e depersonalizzazione a livelli incredibili.
Verso metà università mi sono reso conto che l'esperienza religiosa era arrivata ad un capolinea. Avevo perso tutte le mie passioni, vivevo di incontri religiosi, le persone conosciute in questo ambito si sono rivelate bigotte e schematiche mentre inizialmente sembravano "capirmi".. Insomma dopo tipo 7 anni.. (tra l'altro l'età cruciale dai 16 ai 23-24) ho deciso di cambiare vita e tornare a frequentare gente di questo mondo (non solo gente religiosa). Dopo un primo periodo di euforia in cui ho conosciuto tanta gente in università, ragazze, colleghi vari, mi sono reso conto di non essere troppo in sintonia neanche con loro ma soprattutto ho constatato una delle più incrollabili verità per me: se la gente percepisce che sei solo, se ne approfitta.
E qui veniamo al giorno d'oggi. Sono un lavoratore. ho finito l'università.. i miei pochi amici racimolati dopo una vita di depressione e religiosità morbosa si sono dissolti. I pochi rimasti sono rimasti soltanto per sfruttarmi. Ho preso tante di quelle batoste che ho sviluppato una sorta di meccanismo di difesa : non riesco più a discutere, sono passivo, subisco e basta. è più forte di me. Ho avuto una sorta di crollo emotivo che mi impedisce di farmi valere in qualsiasi situazione, come se in fin dei conti non me ne fregasse nulla. (e forse è così)..
A lavoro se ne approfittano, ho avuto una selezione di colleghi davvero infami, che capendo che possono approfittarsene mi hanno reso poi la vita impossibile.. Ogni tanto riappaiono persone dal mio passato che cercano in realtà solo aiuto, supporto, compagnia per una sera: "mi porti la?" "porteresti me e mia madre all'aeroporto?" "mi fai compagnia mentre faccio questo?" "mi aiuti col pc? poi usciamo eh?!" In pratica ti ricattano: ti offro un po di amicizia in cambio di favori, ti "cago" se mi aiuti. E ormai i miei inesistenti rapporti sono tutti così..
E poi veniamo alla cosa che mi sta appesantendo ultimamente:sto con una ragazza che non apprezza nulla di me. Perchè ci stia, perchè ne sia attratto, è materia di studio dei più grandi team di psicologi. Credo lei abbia un modo di essere che mi affascina, quando è di buon umore si scherza, si parla, si fanno cose interessanti. Ma il 90% del tempo ha una espressione del tipo : "OH MIO DIO CHI CAVOLO ME L'HA FATTO DI METTERMI CON QUESTO SFIGATO". Sbuffa, dice che si annoia, prende in giro il fatto che sia solo, mi fa pesare tantissimo il fatto che io non sappia che fare il sabato con lei se non fare un giro, una passeggiata, una cena fuori.. un cinema.. In pratica la porto ovunque e non è mai contenta. Per "sorprenderla" spendo un sacco di soldi in cose inutili, viaggi last minute contro la noia, ma tanto è evidente, anche dai commenti sul mio aspetto fisico, sul mio modo di essere, che lei sta con me solo per ripiego.. E probabilmente mi cornificherà molto presto. Di fronte a tutto questo, per il mio sopracitato crollo emotivo non riesco a reagire.
Avrò alzato la voce una volta in 9 mesi di frequentazione, solo perchè stava urlando da 3 ore (avevo osato imboccare una strada con la macchina che non le piaceva).
Ovviamente su due giorni di insulti ci sono poi sempre quei 5 minuti di dolcezza, che fanno dire alla mia mente malata "eh! vedi che mi vuole bene?" e da qui il suo sopracitato APPROFITTARSI.
Beh direi avete un quadro completo, forse anche eccessivo.
Ah dimenticavo, Nowhere man dalla canzone dei beatles contenuta nell'album rubber soul.. è una canzone che mi descrive totalmente: una persona senza un punto di vista, che non sa dove andare.