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26-05-2012, 10:51
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#1
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Esperto
Qui dal: Jan 2011
Ubicazione: Matera
Messaggi: 701
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E ora vi spiego perchè.
Mi devò però prima scusare perchè in questo periodo faccio fatica a connettere le idee e ad esprimermi in modo adeguato, non so se a causa dei farmaci o di cos'altro
Faccio dapprima una premessa di come sono arrivato a questo punto.
La mia storia inizia a discostarsi da quella degli altri alle elementari, quando ero il migliore della classe ma non parlavo mai con nessuno mentre vedevo fuori dalla scuola formarsi i gruppetti. Avevo sempre il massimo dei voti (per quel che può valere alle elementari) ed avevo massimo 1 amico con cui parlare, amico con cui puntualmente litigavo ed era sostituito da 1 altro. Come ho detto però dalla scuola avevo delle soddisfazioni e non ero mai completamente solo. A partire dalla 5 elementare ho cominciato a fare delle assenze a scuola, cosa che si è aggravata negli anni.
Alle scuole medie il problema è diventato di tale importanza che i miei hanno cominciato a farmi fare la trafila di psicologi e psichiatri con l'esito che a 11 anni ho cominciato a prendere il mio primo psicofarmaco, lo zoloft.
La cosa in un primo momento sembravano andare meglio ma in realtà poi è cominciata ad andare sempre peggio con le assenze e con la mia chiusura rispetto agli altri.
Alle scuole medie vi era un gruppo di pseudo-bulletti che mi aveva preso di mira e ciò ha portato al fatto che un giorno dopo essere stato picchiato da due di questi, non ci ho visto più ho preso un mattone ed ho spaccato la testa ad 1 dei due.
Passato il capitolo scuola media, sono arrivato dunque alle superiori, dove ho trovato un bell'ambiente che però non ho vissuto a causa di questa mia timidezza e chiusura.
Le cose sono precipitate a partire del quarto anno quando il numero delle assenze è diventato tale da impedire di superare l'anno.
Ho perciò ripetuto lo stesso in una località diversa che non fosse il mio paese ma il risultato è stato un altro anno perso, cosa che si è reiterata l'anno successivo, con il mio ritiro dopo appena due mesi, ed è cosi che arrivo al punto in cui sono.
In tutto questo ho fatto giri per tutti i medici di italia, alcuni dei quali mi hanno diagnosticato depressione, altri disturbo bipolare, quello da cui sono in cura adesso mi ha fatto provare quasi tutti gli antidepressivi e i neurolettici esistenti, con il risultato che mi sento uno schifo. C'è stato anche uno psichiatra che mi aveva tolto tutti i farmaci ma ugualmente la situazione non si era risolta.
Ora sono disperato perchè davvero ho l'impressione che nessuno di questi medici abbia capito il mio problema.
Ora veniamo al titolo del thread.
Io inizialmente pensavo di essere sociofobico ma in realtà quella che mi blocca non è la paura. Io non ho paura degli altri, anzi cerco la loro compagnia, il problema è che il mio cervello a volte SEMBRA SPENTO, e non riesco a parlare come vorrei, a scrivere come vorrei, a comportarmi come vorrei, ho enormi difficoltà di memoria tanto che non ricordo quello che ho fatto una settimana prima, e mi sembra di aver dimenticato tutto quello che ho studiato. Perchè dico questo? Perchè ho sperimentato volte in cui la mia testa sembrava funzionare alla perfezione, facendo collegamenti velocissimi tra le cose, permettendomi di capire al volo le cose e le situazioni, ma soprattutto riesco ad essere molto socievole e a risultare molto simpatico agli altri
Un'altra cosa che ho notato è che spesso per passare dalla fase off a quella on mi bastano cose come un sorriso o l'approvazione di qualcuno che mi sta a cuore.
A voi
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26-05-2012, 11:08
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#2
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,635
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E' lo stesso per me. E' tutto un vorrei ma non posso, se è vero che esiste qualche occasione che mi mette aprioristicamente a disagio (grandi raduni con parenti ad esempio) è vero anche che in moltissime altre situazioni sociali io ci voglio stare per fare la mia parte, ma spesso, per quanto cerchi di stare calmo, in queste occasioni mi blocco.
E, come a te, mi basta un sorriso o una risata ad una mia battuta per cominciare a ingranare, perchè forse non abbiamo paura della gente ma cerchiamo soltanto la loro approvazione.
Io sto tentando di uscire da questo meccanisco, senza rinunciare alla socialità.
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26-05-2012, 11:21
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#3
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Banned
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: all'inferno... o giù di lì
Messaggi: 3,775
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Forse è solo un pò di timidezza, mista a debolezza.
Comunque, ti stimo per la faccenda del mattone in testa.
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26-05-2012, 11:22
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#4
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Esperto
Qui dal: Jan 2011
Ubicazione: Matera
Messaggi: 701
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Quote:
Originariamente inviata da Novak
E' lo stesso per me. E' tutto un vorrei ma non posso, se è vero che esiste qualche occasione che mi mette aprioristicamente a disagio (grandi raduni con parenti ad esempio) è vero anche che in moltissime altre situazioni sociali io ci voglio stare per fare la mia parte, ma spesso, per quanto cerchi di stare calmo, in queste occasioni mi blocco.
E, come a te, mi basta un sorriso o una risata ad una mia battuta per cominciare a ingranare, perchè forse non abbiamo paura della gente ma cerchiamo soltanto la loro approvazione.
Io sto tentando di uscire da questo meccanisco, senza rinunciare alla socialità.
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Esattamente , non èp questione di paura, è proprio questione di scarsa autostima e ricarca dell'approvazione.
La cosa strana è che in quei rari giorni in cui sto bene sembro completamente diverso, un'altra persona in pratica
ps. noto con piacere l'avatar del principe
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26-05-2012, 12:25
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#5
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Quote:
Originariamente inviata da Phoenix
E ora vi spiego perchè.
Mi devò però prima scusare perchè in questo periodo faccio fatica a connettere le idee e ad esprimermi in modo adeguato, non so se a causa dei farmaci o di cos'altro
Faccio dapprima una premessa di come sono arrivato a questo punto.
La mia storia inizia a discostarsi da quella degli altri alle elementari, quando ero il migliore della classe ma non parlavo mai con nessuno mentre vedevo fuori dalla scuola formarsi i gruppetti. Avevo sempre il massimo dei voti (per quel che può valere alle elementari) ed avevo massimo 1 amico con cui parlare, amico con cui puntualmente litigavo ed era sostituito da 1 altro. Come ho detto però dalla scuola avevo delle soddisfazioni e non ero mai completamente solo. A partire dalla 5 elementare ho cominciato a fare delle assenze a scuola, cosa che si è aggravata negli anni.
Alle scuole medie il problema è diventato di tale importanza che i miei hanno cominciato a farmi fare la trafila di psicologi e psichiatri con l'esito che a 11 anni ho cominciato a prendere il mio primo psicofarmaco, lo zoloft.
La cosa in un primo momento sembravano andare meglio ma in realtà poi è cominciata ad andare sempre peggio con le assenze e con la mia chiusura rispetto agli altri.
Alle scuole medie vi era un gruppo di pseudo-bulletti che mi aveva preso di mira e ciò ha portato al fatto che un giorno dopo essere stato picchiato da due di questi, non ci ho visto più ho preso un mattone ed ho spaccato la testa ad 1 dei due.
Passato il capitolo scuola media, sono arrivato dunque alle superiori, dove ho trovato un bell'ambiente che però non ho vissuto a causa di questa mia timidezza e chiusura.
Le cose sono precipitate a partire del quarto anno quando il numero delle assenze è diventato tale da impedire di superare l'anno.
Ho perciò ripetuto lo stesso in una località diversa che non fosse il mio paese ma il risultato è stato un altro anno perso, cosa che si è reiterata l'anno successivo, con il mio ritiro dopo appena due mesi, ed è cosi che arrivo al punto in cui sono.
In tutto questo ho fatto giri per tutti i medici di italia, alcuni dei quali mi hanno diagnosticato depressione, altri disturbo bipolare, quello da cui sono in cura adesso mi ha fatto provare quasi tutti gli antidepressivi e i neurolettici esistenti, con il risultato che mi sento uno schifo. C'è stato anche uno psichiatra che mi aveva tolto tutti i farmaci ma ugualmente la situazione non si era risolta.
Ora sono disperato perchè davvero ho l'impressione che nessuno di questi medici abbia capito il mio problema.
Ora veniamo al titolo del thread.
Io inizialmente pensavo di essere sociofobico ma in realtà quella che mi blocca non è la paura. Io non ho paura degli altri, anzi cerco la loro compagnia, il problema è che il mio cervello a volte SEMBRA SPENTO, e non riesco a parlare come vorrei, a scrivere come vorrei, a comportarmi come vorrei, ho enormi difficoltà di memoria tanto che non ricordo quello che ho fatto una settimana prima, e mi sembra di aver dimenticato tutto quello che ho studiato. Perchè dico questo? Perchè ho sperimentato volte in cui la mia testa sembrava funzionare alla perfezione, facendo collegamenti velocissimi tra le cose, permettendomi di capire al volo le cose e le situazioni, ma soprattutto riesco ad essere molto socievole e a risultare molto simpatico agli altri
Un'altra cosa che ho notato è che spesso per passare dalla fase off a quella on mi bastano cose come un sorriso o l'approvazione di qualcuno che mi sta a cuore.
A voi
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la tua storia presenta alcune analogie con la mia.
di recente una persona conosciuta su un forum mi ha linkato quest'articolo. Personalmente mi ha illuminato, e spero faccia altrettanto a te.
io ero convinto che il mio percorso sia quello di ripristinare le capacità sociali che ho perduto a causa del bullismo e dell'isolamento (da piccolo ero un bambino solare, curioso, facevo amicizia con facilità! Purtroppo però ero anche molto sensibile e per questo sono stato preso di mira...), e dalla lettura di quell'articolo la mia convinzione s'è rafforzata.
ho sperimentato -e sperimento tutt'ora- difetti o inefficienze mnemoniche. Attualmente ne sperimento di meno.
Mi sono fatto l'idea che siano legate a quanto intensamente riesco a "vivere la vita". I miei problemi mi hanno portato a sviluppare una propensione all'introspezione, e pertanto ho la tendenza a vivere sovrappensiero. Così facendo non si dà la giusta importanza al mondo che ci circonda e ai suoi avvenimenti. Invece bisogna sforzarsi di catalizzare l'attenzione sull'esterno, e questo aiuta.
Sono passato dal dovermi presentare una media di 4 volte con un nuovo amico per riuscire a ricordarmi solo il nome, al ricordarmi nomi, volti, età, professione e dettagli delle discussioni avvenute, su decine di persone differenti.
Sui medicinali: sei sicuro che facciano al caso tuo? Io non ho preso quasi niente.
Personalmente non è che sia contrario, ma ritengo che servono solo se aiutano a sbloccare circoli viziosi: ovvero a fare cose che normalmente non faresti (come uscire di casa)... oppure a non fare cose che senti il bisogno di fare e che sono pericolose (tipo: se ti vuoi suicidare meglio prendere un antidepressivo per un po'!).
Da questo ne ricavo che a ogni medicinale imho dev'essere associata un'azione a superamento di un proprio circolo vizioso, in un piano che preveda a un dato punto l'eliminazione del farmaco e l'assimilazione di un nuovo modello comportamentale, non più disfunzionale.
scrivi anche che
Quote:
Un'altra cosa che ho notato è che spesso per passare dalla fase off a quella on mi bastano cose come un sorriso o l'approvazione di qualcuno che mi sta a cuore.
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Non sai quanto ti capisco!!! Provo la medesima cosa.
Anche a me amici e conoscenti han dato del bipolare, per via dei miei sbalzi d'umore. Ma per fortuna lo psichiatra non ha ritenuto fosse una diagnosi corretta.
Una cosa che mi ha colpito è la considerazione secondo cui io sarei continuamente in modalità "test", come se cercassi sempre conferme. Questo è legato alla mia insicurezza. Il fatto di doversi basare sui sorrisi o sul feedback altrui per indurti a passare da un sistema di pensieri disfunzionali a uno funzionale potrebbe essere legato a questo, anche nel tuo caso.
Dovresti semplicemente accettare che sei te stesso a prescindere dalle valutazioni che ti dànno gli altri, ma per la valutazione che tu dai a te stesso.
Lo so che è più facile dirlo che farlo, ma personalmente da quando so questa cosa non ho più grandi sbalzi d'umore!
A mio avviso la cosa più importante è l'autoconsapevolezza, e quella te la devi costruire te. A prescindere da psicologi e psichiatri. Sai di valere e sai di avere una bella testa. Sai che se riesci a spegnere certe modalità di pensiero la tua testa ti dà ottimi risultati. Devi solo riuscirci.
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26-05-2012, 12:50
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#6
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Esperto
Qui dal: Jan 2011
Ubicazione: Matera
Messaggi: 701
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Grazie della risposta e dei consigli Marco, penso davvero che sia quello che devo fare. Comunque non è che potresti sintetizzarmi quello che dice l'articolo perchè io in inglese, 0
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26-05-2012, 12:56
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#7
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Quote:
Originariamente inviata da Phoenix
Grazie della risposta e dei consigli Marco, penso davvero che sia quello che devo fare. Comunque non è che potresti sintetizzarmi quello che dice l'articolo perchè io in inglese, 0
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farò una traduzione appena avrò un briciolo di tempo, in sintesi comunque lo studio correla la solitudine ad una bassa attività cerebrale presente nella parte ventrale dello striato (area del cervello deputata ai circuiti retributivi).
lo studio è stato effettuato facendo compilare ad alcuni volontario un questionario relativo all'isolamento percepito, quindi mostrando ad essi immagini di persone che sembravano divertirsi, il tutto durante una risonanza magnetica.
Da questo ne è derivato che le persone che si sentono sole hanno un'attività cerebrale inferiore nell'area dedicata alla produzione di una sensazione gratificante.
Non so tu, ma la mia anedonia in alcuni momenti è terribile, sembra che non me ne freghi un cazzo di niente. Ora sto un po' meglio ma ancora faccio fatica a capire cosa mi piace e cosa no.
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Ultima modifica di Marco Russo; 26-05-2012 a 13:03.
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26-05-2012, 12:57
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#8
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
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Quote:
Originariamente inviata da Phoenix
Comunque non è che potresti sintetizzarmi quello che dice l'articolo perchè io in inglese, 0
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Io mi sono fermato qui…
Quote:
More research will be need to sort out the findings, which come from a study of just 23 female college students.
--- TRADUZIONE ---
Saranno necessarie altre ricerche per elaborare i risultati, che provengono da uno studio su soltanto 23 studentesse di college
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Ultima modifica di barclay; 26-05-2012 a 12:59.
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26-05-2012, 13:29
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#9
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Ovunque... e da nessuna parte...
Messaggi: 6,762
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Quote:
Originariamente inviata da Phoenix
Io inizialmente pensavo di essere sociofobico ma in realtà quella che mi blocca non è la paura. Io non ho paura degli altri, anzi cerco la loro compagnia, il problema è che il mio cervello a volte SEMBRA SPENTO, e non riesco a parlare come vorrei, a scrivere come vorrei, a comportarmi come vorrei, ho enormi difficoltà di memoria tanto che non ricordo quello che ho fatto una settimana prima, e mi sembra di aver dimenticato tutto quello che ho studiato. Perchè dico questo? Perchè ho sperimentato volte in cui la mia testa sembrava funzionare alla perfezione, facendo collegamenti velocissimi tra le cose, permettendomi di capire al volo le cose e le situazioni, ma soprattutto riesco ad essere molto socievole e a risultare molto simpatico agli altri
Un'altra cosa che ho notato è che spesso per passare dalla fase off a quella on mi bastano cose come un sorriso o l'approvazione di qualcuno che mi sta a cuore.
A voi
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guarda, queste parole avrei potuto scriverle anche io. Per me è lo stesso.
Come diceva Ombra, in parte ciò potrebbe essere dovuto al fatto che nessuno riesce a metterti a tuo agio quando parli.
Le altre problematiche che ti "bloccano" la testa potrebbero essere radicate nel tuo inconscio, che le chiama in causa quando meno te lo aspetti e a tua insaputa.
Scarsa autostima, insicurezza, ansia.... sono questi i problemi che sicuramente ti bloccano
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26-05-2012, 13:36
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#10
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,635
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Quote:
Originariamente inviata da Phoenix
Esattamente , non èp questione di paura, è proprio questione di scarsa autostima e ricarca dell'approvazione.
La cosa strana è che in quei rari giorni in cui sto bene sembro completamente diverso, un'altra persona in pratica
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Sì, anch'io ho quelle giornate ogni tot settimane (mettiamo 1-2 volte al mese valà) in cui un evento o somma di eventi in precedenza mi hanno dato così tanta fiducia che sembro un'altra persona, o meglio dire riesco a essere me stesso, dico ciò che penso e queste cose non vengono più fraintese ma suscitanto il successo a cui tanto ambisco. Qualsiasi minchiata che dico riesce a strappare una risata a tutti, eppure non mi sembra che le mie parole siano diverse dal solito, è il come mi esprimo a fare la differenza, non il cosa dico.
E' la classica giornata, facendo un paragone pessistico, in cui hai la freccia rossa in sù.
Quote:
ps. noto con piacere l'avatar del principe
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Sempre eterno rispetto e gratitudine per il principe
Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
Una cosa che mi ha colpito è la considerazione secondo cui io sarei continuamente in modalità "test", come se cercassi sempre conferme. Questo è legato alla mia insicurezza. Il fatto di doversi basare sui sorrisi o sul feedback altrui per indurti a passare da un sistema di pensieri disfunzionali a uno funzionale potrebbe essere legato a questo, anche nel tuo caso.
Dovresti semplicemente accettare che sei te stesso a prescindere dalle valutazioni che ti dànno gli altri, ma per la valutazione che tu dai a te stesso.
Lo so che è più facile dirlo che farlo, ma personalmente da quando so questa cosa non ho più grandi sbalzi d'umore!
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Esattamente, essere sempre sotto esame, non riuscire a vivere i rapporti con gli altri per quella che è la loro essenza. Io ho ottenuto dei progressi tramite un meccanismo di accettazione e metabolizzazione delle delusioni, uscendo allo scoperto e prendendo gli insuccessi come singoli casi senza assolutizzarli. Lì per lì ad ogni sconfitta ti senti distrutto, ma alla lunga i progressi sono impressionanti e riesci a perdere quella sensazione di essere sempre sotto la lente d'ingrandimento degli altri.
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26-05-2012, 14:49
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#11
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,205
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Quote:
Originariamente inviata da Phoenix
Ora veniamo al titolo del thread.
Io inizialmente pensavo di essere sociofobico ma in realtà quella che mi blocca non è la paura. Io non ho paura degli altri, anzi cerco la loro compagnia, il problema è che il mio cervello a volte SEMBRA SPENTO, e non riesco a parlare come vorrei, a scrivere come vorrei, a comportarmi come vorrei, ho enormi difficoltà di memoria tanto che non ricordo quello che ho fatto una settimana prima, e mi sembra di aver dimenticato tutto quello che ho studiato. Perchè dico questo? Perchè ho sperimentato volte in cui la mia testa sembrava funzionare alla perfezione, facendo collegamenti velocissimi tra le cose, permettendomi di capire al volo le cose e le situazioni, ma soprattutto riesco ad essere molto socievole e a risultare molto simpatico agli altri
Un'altra cosa che ho notato è che spesso per passare dalla fase off a quella on mi bastano cose come un sorriso o l'approvazione di qualcuno che mi sta a cuore.
A voi
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a me questa sembra proprio la descrizione di un moltotimidoquasifobico
ma infin dei conti le etichette non servono a nulla, essere fobico, essere estro, essere timido, l'importante è cercare di sentirsi bene e migliorarsi come persona....
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26-05-2012, 17:42
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#12
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 14,136
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ho notato anhcio che ci sono situaizonid ove dallo stato di tensione passo ad uno di rilassamento,in seguito a fedback altrui,tipo sorriso,attegiamento di apertura dell'interlocuutore,li la timidezza e i pensieri disfunzionali in parte si annulano...
la struttura mentale e radicata a livello inconscio bisognerebbe far capire...al cervello che il piede di partenzw e sbagliato...
devo provare quando entro in un posto nuovo a parlare ogni giorno con qualuno di nuovo a dargli a parlare...
io mi sento goudicato incosciamente,capisco con la logica che nessuno pensa male di me quando mi vede per la prima volta senza parlare,ma devo capire e cercare di tendere la mano,pero mi blocco non so se e timidezza fobia chiamtela come volete...
a me piacerebbe avere tanti amici,a me la solitudine non piace,non piace a nessuno,il problema e trovare persone con cui aprirsi affidabili che non voltnao le spalle...
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26-05-2012, 20:28
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#13
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 8,236
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rispondo a questo 3d perchè nella mia home manca solo questo, di che si parla?
edit: ah, post lunghi ecco perchè ho EVITATO
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27-05-2012, 00:01
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#14
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Ubicazione: NA
Messaggi: 1,318
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Quote:
Originariamente inviata da Phoenix
Un'altra cosa che ho notato è che spesso per passare dalla fase off a quella on mi bastano cose come un sorriso o l'approvazione di qualcuno che mi sta a cuore.
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Non è che potresti essere un evitante?
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27-05-2012, 10:39
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#15
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Esperto
Qui dal: Jan 2011
Ubicazione: Matera
Messaggi: 701
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Quote:
Originariamente inviata da Novak
Sì, anch'io ho quelle giornate ogni tot settimane (mettiamo 1-2 volte al mese valà) in cui un evento o somma di eventi in precedenza mi hanno dato così tanta fiducia che sembro un'altra persona, o meglio dire riesco a essere me stesso, dico ciò che penso e queste cose non vengono più fraintese ma suscitanto il successo a cui tanto ambisco. Qualsiasi minchiata che dico riesce a strappare una risata a tutti, eppure non mi sembra che le mie parole siano diverse dal solito, è il come mi esprimo a fare la differenza, non il cosa dico.
E' la classica giornata, facendo un paragone pessistico, in cui hai la freccia rossa in sù.
Sempre eterno rispetto e gratitudine per il principe
Esattamente, essere sempre sotto esame, non riuscire a vivere i rapporti con gli altri per quella che è la loro essenza. Io ho ottenuto dei progressi tramite un meccanismo di accettazione e metabolizzazione delle delusioni, uscendo allo scoperto e prendendo gli insuccessi come singoli casi senza assolutizzarli. Lì per lì ad ogni sconfitta ti senti distrutto, ma alla lunga i progressi sono impressionanti e riesci a perdere quella sensazione di essere sempre sotto la lente d'ingrandimento degli altri.
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Potresti approfondire questo punto? é un metodo che ti ha consigliato lo psicologo o l'hai letto da qualche parte
Quote:
Originariamente inviata da Inosservato
a me questa sembra proprio la descrizione di un moltotimidoquasifobico
ma infin dei conti le etichette non servono a nulla, essere fobico, essere estro, essere timido, l'importante è cercare di sentirsi bene e migliorarsi come persona....
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Ma guarda neanche a me frega delle etichette, però ho proprio l'impressione di non essere fobico in quanto nei momenti in cui sto su sto a mio agio con me stesso e con gli altri
Quote:
Originariamente inviata da canza
Non è che potresti essere un evitante?
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Non saprei.... quali sono i sintomi del disturbo evitante?
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27-05-2012, 11:54
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#16
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Anche a me sembri evitante, più che fobico. Altra similitudine
http://it.wikipedia.org/wiki/Disturb...rsonalit%C3%A0
La differenza è sottile, e poi ovviamente ci possono essere sfumature e compenetrazioni tra un disturbo e un altro, l'etichetta va sempre intesa come semplificazione.
Da quel che ho capito il fobico semplicemente "ha paura" delle persone, prova un'ansia alla loro presenza, che può essere molto intensa e, in casi gravi, invalidante, sfociando in attacchi di panico e/o disturbi psicosomatici.
L'evitante invece ha paura di non essere adeguato socialmente, di non soddisfare le aspettative degli altri, di non essere benvoluto e di non essere desiderato. A volte può ritenere che le attenzioni che gli altri rivolgono a lui (ad esempio inviti ad uscire) non siano sincere manifestazioni d'affetto ma presentino dei rovesci di medaglia: dal "mi invitano solo perché sanno che sono solo e faccio pena" al "mi invitano per sfottermi" oppure "mi invitano per far numero"...
(la cosa frustrante è che talvolta questi pensieri, nel mio caso, erano ben annegati nel mio subconscio, perciò evitavo senza essere assolutamente consapevole di queste cose!).
L'evitante ha una sensibilità eccessiva alle reazioni altrui e può interpretare ogni evento in chiave personale, spesso catastrofistica, sicché una battuta detta senza alcuna malizia per un evitante può diventare la conferma di non essere desiderato in un gruppo. Da cui gli sbalzi d'umore (sembra che vada tutto bene, poi succede qualcosa e l'evitante si butta giù: buttandosi giù si estranea e quindi conferma il suo senso di inettitudine sociale). Parallelamente microsegnali positivi possono amplificare positivamente l'umore, creando uno stato di benessere irrealistico, che è destinato a risultare non congruente con il contesto e con i risultati, perciò a provocare di nuovo una caduta...
Per questo motivo l'evitante evita spesso situazioni sociali, e ciò alimenta le conferme sulla sua inadeguatezza e sulla sua solitudine... ad esempio io prima di sapere di avere questo disturbo non ho quasi mai cercato un amico. Dopo un po' gli amici si scoglionavano e non mi cercavano più. E poi mi domandavo perché fossi solo
Adesso so che l'amicizia va coltivata, e pertanto se non sento gente da un po' provo a chiamarli io, anche più volte, senza deprimermi se in quello specifico caso non si può organizzare un'uscita.
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27-05-2012, 18:21
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#17
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,635
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Quote:
Originariamente inviata da Phoenix
Potresti approfondire questo punto? é un metodo che ti ha consigliato lo psicologo o l'hai letto da qualche parte
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Si, me l'ha proposto come soluzione. Ma non allo scopo di trasformarmi nel maschio alfa estro de sta ceppa, bensì con l'intento di accettare mè stesso per poi liberarmi delle ansie e aspettative che mi bloccano.
Per cominciare, prendi consapevolezza dei meccanismi che avvengono nella tua testa. Prima il mio modo di agire, di evitare, di reagire alle interazioni con gli altri era inconsapevole e automatico. Non capivo quale fosse il mio problema e in realtà non volevo capirlo, ammetterlo e dunque risolverlo.
Il primo passo per risolvere un problema è ammettere di avere un problema, nulla di più vero.
Ora, vedo sempre meglio questi meccanismi ed è un po' come se ne avessi esorcizzata la paura, il fatto di averli a mente e sapere cosa mi sta per succedere (le seghe mentali che mi aspettano in primis) nelle varie situazioni sociali mi porta a banalizzare questioni che prima mi sembravano di vita o di morte.
Inoltre, le mie aspettative sono calate e reagisco meglio ai fallimenti: non ho acquisito chissà quali sbrilluccicose e tostissime social skills, per il semplice fatto che l'interazione sociale è base dell'essere umano ed è dentro di noi, va solo fatta emergere nei limiti e nelle caratteristiche proprie di ciascun individuo. Inoltre, non me ne vogliano i maestri del mestiere, non esiste un modo univoco di condurre una discussione e un insieme di parole/frasi da dire in successione per riuscire: le combinazioni che portano al risultato sperato sono talmente tante che si può quasi dire che una vale l'altra e che se sei tranquillo con tè stesso e naturale (leggasi dai segnali di sicurezza/serenità all'altro) anche dal punto di vista fisico, qualsiasi minchiata du dica otterrà quantomeno risultati sufficienti.
E' un percorso lungo e difficile soprattutto all'inizio, ma aumenta più che sensibilmente la qualità della vita già a distanza di qualche mese.
Detto questo, non ho ottenuto conquiste notevoli sul piano pratico, ma questo percorso mi ha fatto stare un po' meglio. Se l'obiettivo di qualcuno è essere il nuovo Corona non cominci neanche questo percorso, se invece è di accettarsi e valorizzare sè stesso per come è, io direi che vale la pena provarlo.
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27-05-2012, 18:43
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#18
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Ubicazione: trentino
Messaggi: 849
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Quote:
Originariamente inviata da Phoenix
In tutto questo ho fatto giri per tutti i medici di italia, alcuni dei quali mi hanno diagnosticato depressione, altri disturbo bipolare, quello da cui sono in cura adesso mi ha fatto provare quasi tutti gli antidepressivi e i neurolettici esistenti, con il risultato che mi sento uno schifo. C'è stato anche uno psichiatra che mi aveva tolto tutti i farmaci ma ugualmente la situazione non si era risolta.
Ora sono disperato perchè davvero ho l'impressione che nessuno di questi medici abbia capito il mio problema.
Ora veniamo al titolo del thread.
Io inizialmente pensavo di essere sociofobico ma in realtà quella che mi blocca non è la paura. Io non ho paura degli altri, anzi cerco la loro compagnia, il problema è che il mio cervello a volte SEMBRA SPENTO, e non riesco a parlare come vorrei, a scrivere come vorrei, a comportarmi come vorrei, ho enormi difficoltà di memoria tanto che non ricordo quello che ho fatto una settimana prima, e mi sembra di aver dimenticato tutto quello che ho studiato. Perchè dico questo? Perchè ho sperimentato volte in cui la mia testa sembrava funzionare alla perfezione, facendo collegamenti velocissimi tra le cose, permettendomi di capire al volo le cose e le situazioni, ma soprattutto riesco ad essere molto socievole e a risultare molto simpatico agli altri
Un'altra cosa che ho notato è che spesso per passare dalla fase off a quella on mi bastano cose come un sorriso o l'approvazione di qualcuno che mi sta a cuore.
A voi
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legggendo, così di primo acchito mi vien da pensare
1) andare a cercare psicologi e dottori cosa è stato per te?? la ricerca di una speranza?? non è che la soluzione la hai dentro di te??? troppo banale magari, ma ci vuole molto più impegno a cercare di capirsi, piuttosto che lasciare questo compito a altri...da quel che dici c'è paura...magari, e dico magari perchè non ho studiato questo settore, non hai nessuna malattia, e il cercare una malattia non ti porterà che a creartene una tua, curata e allo stesso tempo alimentata dai farmaci...
hai detto che ti sblocchi appena vedi un sorriso , un segno di approvazione??? ti sei già risposto...hai paura, e cerchi prima l'approvazione e poi cominci ad agire, ad accendere il cervello come dici tu....magari la tua testa è così occupata a cercare questa approvazione che non riesce a fare altro...pensaci su!
l'approvazione tra l'atro, è utile all'inizio, ma poi quando diventi indipendente, e cominci a autodeterminarti, l'approvazione è una caso superflua, viene da se, ma non è fondamentale..
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27-05-2012, 19:01
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#19
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Ubicazione: trentino
Messaggi: 849
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Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
ho sperimentato -e sperimento tutt'ora- difetti o inefficienze mnemoniche. Attualmente ne sperimento di meno.
Mi sono fatto l'idea che siano legate a quanto intensamente riesco a "vivere la vita". I miei problemi mi hanno portato a sviluppare una propensione all'introspezione, e pertanto ho la tendenza a vivere sovrappensiero. Così facendo non si dà la giusta importanza al mondo che ci circonda e ai suoi avvenimenti. Invece bisogna sforzarsi di catalizzare l'attenzione sull'esterno, e questo aiuta.
Sono passato dal dovermi presentare una media di 4 volte con un nuovo amico per riuscire a ricordarmi solo il nome, al ricordarmi nomi, volti, età, professione e dettagli delle discussioni avvenute, su decine di persone differenti.
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cavoli mi hai incuriosito! pure io, mi rendo conto che ho dei buchi, e dei gravi problemi di distrazione...in particolare, ci sono delle settimana in cui riesco a dare il meglio, e sono stra sereno! altre in cui sono più tra le nuvole a non sono ne produttivo, ne riesco a divertirmi molto , e non sono calmo, ma agitato...
per lo svaso dei nomi, pure io cerco di sforzarmi di ricordarli..ma per ora ho adottato la tecnica che se la persona poi comincio a conoscerla allora lo imparo, altrimenti fa lo stesso...
io personalmente ho visto che , dato che è l'avere la testa tra le nuvole, qualunque sia il motivo , a creare i buchi di memoria e non solo, faro così; ogni giorno ho un piccolo obbiettivo da compiere, facile e piacevole, ovvero imparare una canzone con la chitarra...in questo modo i miei pensieri si concentrano su questa cosa, che è più un modo per rilassarsi che un impegno, quindi i pensieri al riguardo saranno concreti e positivi!
magari facendo così evito di evadere troppo con la testa pensando a un avvenimento importante che ho nel futuro e così via..e se ho meno pensieri riesco a fare di più.
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28-05-2012, 18:45
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#20
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Esperto
Qui dal: Jan 2011
Ubicazione: Matera
Messaggi: 701
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Grazie a tutti per le risposte ed i consigli. Si, effettivamente dalla descrizione che ne ha dato Marco sono più evitante che fobico, ma alla fine questo non conta, conta solo stare bene con se stessi e con gli altri.Oggi cmq ne ho avuto la conferma visto che, dovendo andare in una comunità per socializzare, ho dovuto fare un test di personalità ed è risultato appunto un disturbo evitante con aspetti "borderline"
In risposta a RobRock, Io non credo di stare bene, c'è comunque qulcosa che non funziona come dovrtebbe nella mia testa, ora non resta che capire cos'è e tentare di risolverlo.
La cosa che mi preoccupa è che i medicinali a parte gli effetti collaterali sembrano siano acqua fresca per me, secondo me è un problema più psicologico che psichiatrico e va affrontato al modo che dice Novak più che con i farmaci.
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