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Vecchio 19-07-2015, 18:48   #1
Principiante
 

Il mio psicoterapeuta ogni volta che gli espongo un mio modo di comportarmi in certe situazioni, mi chiede "chi le ha detto che deve fare così?" oppure se gli dico che cosa penso di certe cose o situazioni mi chiede "chi le ha detto che deve pensare così?" Ad esempio: se gli dico che mi sono arrabbiato con qualcuno e poi gli dico che mi sono sentito in colpa per essermi arrabbiato, lui mi chiede "chi le ha detto che non deve arrabbiarsi?" È un percorso interessante che alcuni benefici me li sta portando. Ho molta fiducia in lui. In effetti mi ha fatto capire due cose importanti: una che non è detto che gli altri pensino male di me e mi ha insegnato dei ragionamenti per capire questo e l'altra è che probabilmente in determinati momenti della mia vita passata sono stato condizionato a pensare che fare o dire certe cose è sbagliato mentre in realtà sono del tutto normali.
All'inizio gli ho anche parlato di alcune cose strane che faccio soprattutto la sera quando vado a letto: tipo guardare diverse volte l'ora al cellulare, spegnere la luce del comodino, riaccenderla per riguardare l'ora al cellulare. Accertarmi più volte che la sveglia sia attivata. Alzarmi dal letto per controllare di aver chiuso a chiave la porta. Svegliarmi di notte ed inviare mail al mio indirizzo mail di lavoro per ricordarmi che cosa devo fare la mattina al lavoro nonostante abbia in ufficio un'agenda sempre aggiornata e una segreteria che in caso mi ricorda le cose. Ho paura che la sveglia non suoni che arrivo tardi al lavoro nonostante che se questo anche dovesse succedere nessuno mi direbbe nulla perché godo di una certa libertà di entrata ed uscita dall'ufficio. Il mio psicoterapeuta dice che tutti questi sintomi sono originati semplicemente dall'ansia di cui soffro soprattutto in questo periodo.
Le cose che non gli ho detto: quando ero molto giovane, cioè tra i 13 e i 20 anni, avevo spesso, soprattutto la sera, la sensazione che vicino a me ci fossero delle persone "invisibili". Sentivo delle presenze. Non ho mai sentito voci, ma talvolta ho sentito rumori come di oggetti nella stanza che si muovevano. Dopo i vent'anni circa queste sensazioni sono finite, di colpo. A quel tempo ero molto introverso e facevo veramente fatica ad aprirmi con le persone. Con gli anni ho acquisito delle tecniche di comunicazione con gli altri che si basano sostanzialmente sul farmi forte con qualche competenza: da qui il mio successo nel lavoro.
Non so che cosa sia, perché in diversi anni non ho capito che cos'ho e le mie ipotesi dall'essere schizoide, schizotipico, DOC, ecc. sono state sempre respinte dagli psicologi ai quali mi sono rivolto. Però resta il fatto che sono solo e che a differenza di qualche tempo fa non sento neppure più il desiderio di socializzare.
Vecchio 19-07-2015, 19:44   #2
Esperto
L'avatar di Noriko
 

Non so se gli psicologi possono fare diagnosi accertate, in genere ciò che dicono è che la diagnosi non è importante ma lo è la persona.
Vecchio 20-07-2015, 13:37   #3
Esperto
L'avatar di Oblomov
 

a me pare che sia "solo" un disturbo d'ansia, come ha detto il tuo psicologo. E' capitato anche a me in momenti in cui ero fortemente stressato....
Vecchio 20-07-2015, 13:49   #4
Banned
 

Se non hai più voglia di socializzare magari sei un pò apatico/depresso/demotivato. Invece alcuni tratti che hai descritto (controllare la sveglia, di aver chiuso la porta..) mi sembra decisamente DOC.

Posso chiederti come hai acquisito le tecniche di comunicazione?
Vecchio 21-07-2015, 12:32   #5
Principiante
 

Quote:
Originariamente inviata da Norah Visualizza il messaggio
Se non hai più voglia di socializzare magari sei un pò apatico/depresso/demotivato. Invece alcuni tratti che hai descritto (controllare la sveglia, di aver chiuso la porta..) mi sembra decisamente DOC.

Posso chiederti come hai acquisito le tecniche di comunicazione?

Ho imparato a farmi forte delle mie competenze. Ma non sempre basta. Spesso deve esserci un segnale di accettazione dall'altra parte altrimenti rischio di bloccarmi. È un problema grave se l'altra parte si aspetta che sia io a comunicare per primo. In questo modo rischio di diventare un po' dipendente dagli altri.


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