Dunque.
Prossimamente avrei questa prova che è probabile si risolva in un fallimento, ma la spichiatra mi ha detto, come al solito, che non ho nulla da perdere etc.
Le ho fatto presente che attualmente sono anche impegnata con il tirociGNo, e che quindi avrei ritenuto consigliabile prendermi qualche giorno di stop da questa attività, per dedicarmi alla prova.
Il problema è che il tirociGNo è un lavoro che sto facendo in coppia con l'unica mia amica,
la quale può dedicarcisi a tempo pieno.
Quindi, ritirandomi dalla suddetta attività per un po' di giorni, lascerei questa mia amica da sola.
E quindi mi sentirei in colpa.
La saggia spichiatra mi ha detto di prendermi comunque questi giorni e di pensare un po' a me stessa e alle mie esigenze.
"Pensi di farcela, a dire alla tua amica che per questa settimana dovrà lavorare da sola?" mi ha chiesto la psico.
"Certo!" ho risposto.
Ma imporsi, anche in situazioni banali, è difficile.
Insomma, ho detto a questa mia amica che sarei stata occupata etc etc,
che la spichiatra mi aveva consigliato di staccare un attimo,
ma lei non mi rispuose (non eravamo per iscritto, eh, ma di persona) e ora sembra che stia facendo finta di nulla.
Tipo, domani vorrebbe che s'andasse in una tal biblioteca a cercare dei tali articoli, schiacciandoci mezza giornata;
poi mi ha detto che venerdì andremo a conoscere un dannato artista autore di un'opera che dobbiamo analizzare,
e anche lì, fra ninnoli e nannoli, andrà via mezza giornata..
Stamattina, poi, c'era da andare a revisione dal prof e io pensavo di essere dispensata dal recarmici, per una volta, ma invece poi lei mi ha scritto chiedendomi quando sarei arrivata..
A 'sto punto non so,
spengerò il cellulare,
mi renderò irreperibile,
lascerò detto che son dovuta partire improvvisamente per la Siberia, non so.
Farò la vigliaccata e mi renderò irraggiungibile temporaneamente, come sempre.