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06-07-2021, 00:50
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#21
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Esperto
Qui dal: Oct 2013
Messaggi: 13,523
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E' un tema affascinante che si presta a più letture. Mettiamo che sia vero che impegnandosi come pazzi si possa ottenere tutto o quasi, questo presuppone che uno debba avere molta forza di volontà per sollevarsi da una situazione di stallo.
E i tratti caratteriali in parte si sviluppano ma per molti versi sono innati.
Forse sarà un'illusione quella di potersi migliorare, però non si possono nemmeno dire alla gente simili verità crude, perderebbero la testa.
Quello che sento io, è che ci sia molto destino e molto karma delle vite precedenti addirittura, però sento che purtroppo dobbiamo anche darci da fare.
Sarebbe forse più semplice accettarsi così come si è, e amen!...
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06-07-2021, 18:38
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#22
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Principiante
Qui dal: Feb 2019
Messaggi: 73
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La parola impegno dovrebbe essere cancellata dal dizionario italiana, la ritengo una delle parole che ha fatto più danni in assoluto, si insinua nella mente delle persone in età scolastica dove professori incapaci di valutare un alunno o incapaci di fare gli insegnanti dicono frasi senza senso come ti devi impegnare di più o ti premio perché ti sei impegnato.
Sebbene questa premessa sembra che mi porti ad essere d'accordo con quanto espresso nel topic io sono invece in forte disaccordo, perché l'idea trasmessa da colui che ha scritto quell'incipit è che la vita è per lo più caos o fortuna, cosa che non ritengo veritiero.
La vita è competizione, pura competizione dove a volte non si compete nemmeno in modo onesto, si compete in modo disonesto dove la competizione si svolge sulla furbizia, premiando i più bravi a imbrogliare, a fare accordi sottobanco, etc...
Che sia una competizione sul valore o una competizione sulla furbizia la vita rimane puramente una questione di competizione e l'impegno in tutta questa equazione non trova nessuno spazio, anzi trova una spazio negativo, maggiore è l'impegno che ci metti per raggiungere un risultaro e peggiore è la tua performance indicando che a livello competitivo vali poco e che arrivato ad un certo punto ti fermerai faticando ad emergere e schiacciato da persone più efficienti e svelte di te.
I tre elementi che condiscono il successo nella vita sono:
- intelligenza (miglioramento delle proprie skills)
- volontà (agire e non essere pigri)
- tenacia/resilienza (insistere di fronte alle avversità, non mollare)
Quindi si la colpa di chi non è emerge è totalmente del soggetto, ma colpa probabilmente non è nemmeno il termine esatto, responsabilità sarebbe più azzeccato, sempre premesso che il soggetto si sia dato un obiettivo e abbia fallito nel raggiungerlo.
Se volontà e tenacia sono qualcosa alla portata di tutti il vero problema è l'intelligenza, intensa in senso più fluido e non come un banale e arcaico qi, significa imparare, migliorarsi, divenire davvero competitivo.
Volete un esempio di quello che voglio dire? Cercate su youtube "competitive coding" ci sono dei ragazzi che partecipano ad una competizione per chi scrive codice più velocemente e risolve problemi più velocemente, pensate che un tizio del genere ci sia nato così? sia stata fortuna? un computer costerà si e no 400€ e metà popolazione mondiale se lo può permettere, se uno arriva lì e vince è perché ci vuole arrivare, ha investito tanto per arrivarci ed è diventato bravo per farlo.
Probabilmente ci avrà speso oltre 10000 ore di studio e pratica per arrivare a quel livello (6 ore tutti i giorni per 5 anni, si state sprecando un mucchio di tempo) e l'ha fatto in modo migliore di altri, per tecniche, preparazione, etc..
Qualcuno potrà dire, si ma non tutti possono essere primi, ed infatti il punto non è essere primi ma essere tra i migliori, pensate che google o altre grande aziende assumino solo il primo? forse assumono i primi 100 e gli danno oltre 200k l'anno.
Nella vita bisogna essere competitivi, bisogna essere bravi, svelti, capaci ed è per questo che la parola impegno dovrebbe essere depennata, anzi i professori dovrebbero punire e disincentivare l'impegno, indice di una persona che è incapace in quel settore, che deve cambiare o dedicarsi ad altro verso cui è più portato.
In Italia ci sono dei reali limiti oggettivi a livello politico, ma tanta gente è espatriata ed è stata apprezzata all'estero per reali capacità, quindi questa scusa del "ma in Italia funziona così" regge fino ad un certo punto, poi inizia a diventare una scusa.
In sintesi chi nella vita si impegna è un coione, chi non ce la fa a raggiungere i propri obiettivi (ovviamente obiettivi realistici, non essere il papa o il presidente degli stati uniti d'america) è perché nella vita ha fallito a sviluppare delle capacità che lo rendano competitivo in quel settore portandolo di fatto a perdere nella gara che la vita stessa richiede per farcela.
A tante persone che non ce l'hanno fatta mi verrebbe da chiedere ma ci hai provato? Perché probabilmente diverse persone nemmeno ci hanno provato dicendo che tanto non ce l'avrebbero fatta (e probabilmente era così) ma fa riflettere comunque.
Il vecchio detto la fortuna aiuta gli audaci oggi difficilmente si può capire perché di persone realmente audaci ce ne sono troppo poche.
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06-07-2021, 19:13
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#23
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
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Quote:
Originariamente inviata da misantropico
La parola impegno dovrebbe essere cancellata dal dizionario italiana, la ritengo una delle parole che ha fatto più danni in assoluto, si insinua nella mente delle persone in età scolastica dove professori incapaci di valutare un alunno o incapaci di fare gli insegnanti dicono frasi senza senso come ti devi impegnare di più o ti premio perché ti sei impegnato.
Sebbene questa premessa sembra che mi porti ad essere d'accordo con quanto espresso nel topic io sono invece in forte disaccordo, perché l'idea trasmessa da colui che ha scritto quell'incipit è che la vita è per lo più caos o fortuna, cosa che non ritengo veritiero.
La vita è competizione, pura competizione dove a volte non si compete nemmeno in modo onesto, si compete in modo disonesto dove la competizione si svolge sulla furbizia, premiando i più bravi a imbrogliare, a fare accordi sottobanco, etc...
Che sia una competizione sul valore o una competizione sulla furbizia la vita rimane puramente una questione di competizione e l'impegno in tutta questa equazione non trova nessuno spazio, anzi trova una spazio negativo, maggiore è l'impegno che ci metti per raggiungere un risultaro e peggiore è la tua performance indicando che a livello competitivo vali poco e che arrivato ad un certo punto ti fermerai faticando ad emergere e schiacciato da persone più efficienti e svelte di te.
I tre elementi che condiscono il successo nella vita sono:
- intelligenza (miglioramento delle proprie skills)
- volontà (agire e non essere pigri)
- tenacia/resilienza (insistere di fronte alle avversità, non mollare)
Quindi si la colpa di chi non è emerge è totalmente del soggetto, ma colpa probabilmente non è nemmeno il termine esatto, responsabilità sarebbe più azzeccato, sempre premesso che il soggetto si sia dato un obiettivo e abbia fallito nel raggiungerlo.
Se volontà e tenacia sono qualcosa alla portata di tutti il vero problema è l'intelligenza, intensa in senso più fluido e non come un banale e arcaico qi, significa imparare, migliorarsi, divenire davvero competitivo.
Volete un esempio di quello che voglio dire? Cercate su youtube "competitive coding" ci sono dei ragazzi che partecipano ad una competizione per chi scrive codice più velocemente e risolve problemi più velocemente, pensate che un tizio del genere ci sia nato così? sia stata fortuna? un computer costerà si e no 400€ e metà popolazione mondiale se lo può permettere, se uno arriva lì e vince è perché ci vuole arrivare, ha investito tanto per arrivarci ed è diventato bravo per farlo.
Probabilmente ci avrà speso oltre 10000 ore di studio e pratica per arrivare a quel livello (6 ore tutti i giorni per 5 anni, si state sprecando un mucchio di tempo) e l'ha fatto in modo migliore di altri, per tecniche, preparazione, etc..
Qualcuno potrà dire, si ma non tutti possono essere primi, ed infatti il punto non è essere primi ma essere tra i migliori, pensate che google o altre grande aziende assumino solo il primo? forse assumono i primi 100 e gli danno oltre 200k l'anno.
Nella vita bisogna essere competitivi, bisogna essere bravi, svelti, capaci ed è per questo che la parola impegno dovrebbe essere depennata, anzi i professori dovrebbero punire e disincentivare l'impegno, indice di una persona che è incapace in quel settore, che deve cambiare o dedicarsi ad altro verso cui è più portato.
In Italia ci sono dei reali limiti oggettivi a livello politico, ma tanta gente è espatriata ed è stata apprezzata all'estero per reali capacità, quindi questa scusa del "ma in Italia funziona così" regge fino ad un certo punto, poi inizia a diventare una scusa.
In sintesi chi nella vita si impegna è un coione, chi non ce la fa a raggiungere i propri obiettivi (ovviamente obiettivi realistici, non essere il papa o il presidente degli stati uniti d'america) è perché nella vita ha fallito a sviluppare delle capacità che lo rendano competitivo in quel settore portandolo di fatto a perdere nella gara che la vita stessa richiede per farcela.
A tante persone che non ce l'hanno fatta mi verrebbe da chiedere ma ci hai provato? Perché probabilmente diverse persone nemmeno ci hanno provato dicendo che tanto non ce l'avrebbero fatta (e probabilmente era così) ma fa riflettere comunque.
Il vecchio detto la fortuna aiuta gli audaci oggi difficilmente si può capire perché di persone realmente audaci ce ne sono troppo poche.
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Già,la competizione è proprio il motivo per cui molti di noi non ci provano neanche..
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09-07-2021, 00:15
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#24
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Principiante
Qui dal: Dec 2019
Messaggi: 52
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Se ti impegni non è detto che ce la fai, però dopo non hai davvero nulla da reclamare a te stesso. Ho provato, ho fallito? Posso riprovare, magari da un'altra parte e chissà, magari avrò imparato dal mio fallimento
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09-07-2021, 01:06
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#25
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
Messaggi: 14,021
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Quote:
Originariamente inviata da EnjoyYourAce
Se ti impegni non è detto che ce la fai, però dopo non hai davvero nulla da reclamare a te stesso. Ho provato, ho fallito? Posso riprovare, magari da un'altra parte e chissà, magari avrò imparato dal mio fallimento
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C'è chi vive una vita intera nella chimera di farcela, quando invece non ce la farà. E quando arrivi a capire che era tutto un'illusione, la vita ti è già stata portata via da quei falsi miti.
Ciò che afferma il thread è che non c'è relazione fra tentativi, bravura e successo. Puoi provare per 1, 10, 100 vite, se non hai fortuna non ce la farai. Se hai fortuna ti basta nascere figlio della persona giusta, nella famiglia giusta, nel posto giusto.
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09-07-2021, 10:10
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#26
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Principiante
Qui dal: Feb 2019
Messaggi: 73
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
Si ma dove si spinge il fattore competizione? In ogni aspetto della vita?
Io voglio credere di no e non solo perché sono un incompetente ma perché provo una certa sensazione quando si parla di competizione.
Mi piace lasciare passare avanti gli altri e incoraggiarli in certi momenti, infatti perché dovrei essere loro nemico?
Perché deve essere forzatamente una conquista?
In un mondo giusto il vincitore si dovrebbe guardare alle spalle e porgere una mano a chi è rimasto indietro, e cosi deve essere.
Se io mi riempio la testa con "il mondo è brutale" divento la stessa bestia, corsa e spintoni.
Vale la pena barattare il proprio ideale per una felicità superficiale?
L'impegno allora non è forse anche una cattiveria, un egoismo, una prevaricazione? Bisogna avere la perversione.
Ce l'ho messo il mio impegno in alcune mie iniziative ma ho fallito in tutte, mi mancava il desiderio di pestare i piedi, ai colloqui di lavoro per esempio cedevo il posto e nei rapporti amichevoli non guardavo l'interesse rimanendo sempre troppo sfuocato.
In ogni caso non la voglia questa perversione, per questo non voglio credere che la vita sia tutta competizione.
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Scusa la franchezza ma mi sembrano un miscuglio di cose che possono essere soggettive (gli ideali a cui ti riferisci) con una serie di scusanti prive di reale fondamento. Non necessariamente quando competi devi prevaricare sugli altri, sarebbe come dire che quando a scuola facevi un compito in classe sbagliavi appositamente le risposte per non far sentire solo quello che probabilmente non aveva studiato e avrebbe preso un brutto voto. Semplicemente è una cosa che non ha senso, la competizione non è necessariamente negativa, esiste quella negativa e brutale, ma c'è anche quella positiva dove semplicemente emerge democraticamente il migliore sul peggiore e tirarsi indietro da questa competizione sono solo scuse retoriche per giustificare qualche problema interiore.
Sinceramente fatico a capire cosa possa significare che il migliore deve porgere la mano a colui che sta dietro di lui, se ti riferisci ad un dare una mano e consigli affinché l'altro possa migliorare posso essere pure d'accordo, ma se ti riferisci ad un "aiutare ad emergere chi non ce la fa" come se dovesse dargli una spinta ad andare dove non potrebbe andare, è pura utopia oltre che ad essere sbagliato, se uno vale X deve ottenere e ricoprire ciò per cui vale, tanto perché anche se fosse inserito in un contesto al di sopra del suo reale valore e del suo reale potenziale finirebbe comunque per essere incapace, avere problemi e creare problemi agli altri.
Per ritornare all'esempio, immagina se Google assumesse così per pietà l'ultimo arrivato alla gara di coding, quella persona messa nell'ambiente di lavoro peggiorerebbe tutto, farebbe casini, errori, rallenterebbe i colleghi più bravi, etc...
Per ogni obiettivo che ti poni nella vita che ricada nell'ambito sociale c'è competizione, non accettarlo e/o non capirlo significa vivere male.
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09-07-2021, 11:31
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#27
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
E allora conta solo il profitto, aiutare lo squalificato per l'interesse della società nel suo insieme.
Quindi non aiutarlo realmente se in rispetto della sua definizione.
La stessa logica che accetta che una fetta della società si schiavizzi per creare il benessere di un altra inferiore.
A scuola mi è capitato diverse volte di sbagliare apposta i compiti in effetti.
C'è stata una volta in cui un compagno di classe fu umiliato dal maestro per aver dimenticato i compiti e guardando i miei fogli tutti ben ordinati e pronti ho pensato che fossi orribile che quel ragazzo venisse umiliato cosi, ho accartocciato i fogli dei compiti e gli ho lanciati dalla finestra.
Sono assolutamente cose soggettive, preferisco gettare sempre i compiti dalla finestra che competere per vivere "bene".
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Bravissimo,deve diventare la società della compassione
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09-07-2021, 12:09
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#28
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,147
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Con l'impegno spesso ce la si fa, ma l'impegno porta alla stanchezza e la stanchezza a rifiutarsi di doversi impegnare ancora
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09-07-2021, 13:53
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#29
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Principiante
Qui dal: Dec 2019
Messaggi: 52
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Quote:
Originariamente inviata da Gummo
C'è chi vive una vita intera nella chimera di farcela, quando invece non ce la farà. E quando arrivi a capire che era tutto un'illusione, la vita ti è già stata portata via da quei falsi miti.
Ciò che afferma il thread è che non c'è relazione fra tentativi, bravura e successo. Puoi provare per 1, 10, 100 vite, se non hai fortuna non ce la farai. Se hai fortuna ti basta nascere figlio della persona giusta, nella famiglia giusta, nel posto giusto.
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Ebbene? C'è una soluzione o un'alternativa? Perdonami, ma la vedo come un'informazione un po' fine a sé stessa. Appunto perché non c'è relazione tra tutti questi tre elementi, dobbiamo pensare di avere qualche possibilità, seppur minima, di potercela fare e quindi provarci... Altrimenti il tutto si ridurrebbe a "Inutile che ci provo, non sono nato nel posto, nella situazione o nella famiglia giusta" poi non tutto si riduce alla fortuna, ci vuole anche impegno ed una particolare dedizione oltre che la capacità di non farsi influenzare da chi, ai nostri occhi, ce la sta facendo con molti meno sforzi di noi.
Insomma, più che fortuna è anche una questione di coraggio, il volerci provare, "Audentes fortuna iuvat"
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09-07-2021, 14:21
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#30
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Esperto
Qui dal: Jun 2021
Messaggi: 7,388
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Quote:
Originariamente inviata da EnjoyYourAce
Ebbene? C'è una soluzione o un'alternativa? Perdonami, ma la vedo come un'informazione un po' fine a sé stessa. Appunto perché non c'è relazione tra tutti questi tre elementi, dobbiamo pensare di avere qualche possibilità, seppur minima, di potercela fare e quindi provarci... Altrimenti il tutto si ridurrebbe a "Inutile che ci provo, non sono nato nel posto, nella situazione o nella famiglia giusta" poi non tutto si riduce alla fortuna, ci vuole anche impegno ed una particolare dedizione oltre che la capacità di non farsi influenzare da chi, ai nostri occhi, ce la sta facendo con molti meno sforzi di noi.
Insomma, più che fortuna è anche una questione di coraggio, il volerci provare, "Audentes fortuna iuvat"
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La soluzione è conoscere i propri limiti, caratteriali, fisici ecc..(limiti interni), conoscere i limiti del luogo e delle persone che lo abitano, con i suoi usi, costumi, leggi ecc.. (limiti esterni) e scendere a compromessi con quello che si vuole realizzare.
Ci vuole molto realismo, poi se si vuole sognare si è liberi di farlo, io sono sempre favorevole al tentativo di miglioramento più piccolo anche nei casi più gravi, ma non sono x niente d'accordo con la mentalità del basta volerlo e impegnarsi, che dimostra essere inesatta, x ovvi motivi.
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09-07-2021, 16:04
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#31
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
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Quote:
Originariamente inviata da EnjoyYourAce
oltre che la capacità di non farsi influenzare da chi, ai nostri occhi, ce la sta facendo con molti meno sforzi di noi.
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Ecco,si ritorna qui..ma se poi uno alla fine pensa,che è tutto inutile?gare su gare,tempi certi e fissi o sei out..e passa la voglia
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09-07-2021, 17:13
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#32
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Esperto
Qui dal: Jun 2018
Ubicazione: Milano
Messaggi: 1,263
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Secondo me una relazione tra tentativi e bravura c'è. Quel che manca è la relazione tra bravura e successo.
Comunque condivido il senso del post e capisco anche da dove arriva.
L'unico appunto che mi verrebbe da fare è che riducendo tutto all'osso, qualsiasi sia la nostra condizione, l'unica variabile su cui possiamo agire è noi stessi, per cui spronare ad automiglioramento "sano" per me ha sempre senso.
Che non significa che chi non ce la fa dovrebbe vergognarsi, o impegnarsi di più.
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