Argomento interessante. Ci stavo giusto pensando in questi giorni.
Sempre stata vittima di abusi e manipolazioni in tenera età da parte della famiglia, che mi ha resa l'evitante che sono, quella piena di paure, che pensa sia meglio evitare tutto per non fallire e non soffrire, e assecondare tutti per non far arrabbiare gli altri o non farli rimanere male:
Io posso soffrire, gli altri no.
Fino a quando, sono andata a scavare nel passato e ho visto tutto ciò che ho dovuto subire, da chi, come e perchè. Anche da me stessa, che mi remavo contro, mi autosabotavo, mi impedivo di prendermi ciò che mi spettava di diritto. Anche per delle sciocchezze.
Adesso ho una rabbia dentro che spaventa me per prima.
La rabbia, questa sconosciuta.
Reagivo con resa e rassegnazione totale a qualsiasi avversità, ingiustizia, anche quando avevo ragione, mi prendevo io le colpe, oppure lasciavo perdere, rancoreggiando dentro di me e verso me stessa, per non aver saputo reagire:
sono stupida, sono debole, me lo merito.
Ecco, adesso sta accadendo qualcosa di molto strano.
Non riesco più a subire. La resa non è più contemplata.
Quando sono sciocchezze, piccole mancanze di rispetto, rispondo male e rifiuto per partito preso, per dispetto, perchè nessuno si deve permettere di dirmi cosa devo o non devo fare, quando le ingiustizie sono gravi, reagisco con paura e una forte ansia che mi paralizza, che poi, piano piano, si trasforma e diventa rabbia.
Non sono aggressiva, non lo sono mai stata, è una rabbia fredda, ma sentita e ragionata, che mi porta, anche minimamente, a reagire, sempre.
Il problema è che sono davvero tanto sensibile adesso e scatto come una molla per ogni cosa, basta una sola parola fuori luogo.
E' molto faticoso. Anche se gratificante, da una parte.