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Vecchio 10-05-2015, 23:53   #61
XL
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Complimenti per gli sforzi sintesi che ti ho visto fare ultimamente
Comunque io non sono uno stoico propriamente detto, mi sono esposto a determinate situazioni che mi creavano benessere e malessere al medesimo tempo (e in molti casi soltanto malessere), ora le stesse situazioni non mi creano più malessere ma solo benessere o tutt'al più indifferenza. Visto che sei tu a sostenere l'impossibilità di uscire dal dualismo tra determinazioni causali o casuali, allora perché rifiutare di esporsi nell'eventualità che l'esposizione all'evento esterno ci cambi? E una volta cambiati non si tratterà più di resistere al dolore, perché avremo smesso di patirlo. Tante cose che un tempo reputavo ansiogene oggi non mi sfiorano nimmanco.

PS Non ricominciare a modificare i messaggi migliaia di volte
Il problema poi è questo, quante volte bisognerebbe esporsi per ottenere il risultato?
Se ti esponi una volta e non passa, ti esponi un'altra e non passa, ti esponi ancora e non passa, poi cosa ci guadagneresti a lungo andare se non dessi tu un valore positivo pure a questa resistenza e ne ricavassi un qualche piacere secondario? (io direi un po' masochistico simile a quello delle persone che si fanno inchiodare le palle per provare più piacere grazie alla autopercezione di persone resistenti e grazie al sollievo che si prova poi).

E tu glielo dai, apristi una discussione in cui sostenevi che venivi motivato soprattutto da questa cosa qua.
Io personalmente sopporto poco la frustrazione (e non do a questa alcun valore morale positivo, non le provo queste cose qua) perciò già questa strategia qua sarebbe dispendiosa per me.

Io posso provare una volta, due, ma se vedo che non passa, e soprattutto non ottengo quel che desidero, non ci tengo proprio ad insistere (secondo la mia economia il gioco non varrebbe la candela).
Oltretutto ho parlato anche della scuola e di come fossi un disadattato anche là. Ci sono andato per un bel po' ma non mi è passato affatto né il senso di costrizione né il senso di disgusto che provavo per quell'ambiente, perciò non trovo che sia vera la teoria secondo cui esponendosi ci si abitua a tutto come se nulla fosse (ed inizia pure magari a piacerci).

Anzi in me viene a crearsi un effetto opposto.

Il problema relativo alle determinazioni causali è qualcosa che ha a che fare con la filosofia della mente, in senso pratico non è che poi va ad intaccare più di tanto le cose (se non in ambito morale), almeno per me.

Certo che però la teoria secondo cui un evento esterno doloroso poi ci cambia in positivo e bisogna rischiare seguendo quello che dice questa o quella persona quando va applicata? A sentire i flagellanti a far quel che fanno si sta meglio... Ma io dovrei seguirli?
E quelli che vanno a messa a sentire litanie (cosa che ho fatto per un certo periodo in gioventù quando ero ragazzino sotto insistenza di mia madre) pure sostengono che seguire quelle cerimonie noiose fa bene alla salute, e quelli come te che sostengono ancora altro, che esporsi a certe frustrazioni poi fa bene... Pure dovrei seguirli?
Di filosofie esistenziali che spingono le persone a sopportare la frustrazione ce ne sono a bizzeffe, seguendo una o l'altra di sicuro rischio di passare tutta l'esistenza in mezzo alla frustrazione senza eliminarla o ridurla indirizzandomi verso una forma di godimento più pura come davvero vorrei.

Poi svariate cose le ho provate, a differenza di altre persone, ma tutto questo benessere sinceramente ancora non l'ho visto.

Io per la verità non ho trovato ancora qualcosa che sia davvero sensato da fare per me e per i miei disagi, questo lo ammetto, però le soluzioni che spesso vengono proposte lo stesso lasciano a desiderare.

Si evita la fatica faticando di più?

Per me questo è un ossimoro. Se è la fatica il problema di fondo non può essere risolto faticando, bisognerebbe escogitare altro se possibile. E' come voler creare energia senza averne, o risparmiarla spendendola, un assurdo. Se un processo è dispendioso e i problemi di fondo sono causati proprio da questo sistema economico qua, finché non se ne trova uno che sia realmente più economico e agevole (ammesso che esista) non si risolverà mai nulla.

P. S. ora non modifico più il messaggio, puoi rispondere se vuoi .

Ultima modifica di XL; 11-05-2015 a 00:39.
Vecchio 10-05-2015, 23:53   #62
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L'avatar di gwynplaine87
 

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Ultima modifica di gwynplaine87; 05-12-2015 a 01:02.
Vecchio 11-05-2015, 01:45   #63
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
La timidezza non è il parlare poco durante un evento sociale (quella semmai è l'introversione o l'atteggiamento taciturno) ma la paura del giudizio degli altri. E' quindi qualcosa che riguarda cosa io penso di me (il sentirmi giudicato/deriso dalla maggioranza delle persone) che non quello che gli altri pensano di me. Non posso sapere con certezza con passa nella mente altrui, magari è pure vero che gli altri mi giudicano male, magari no...ergo nell'impossibilità oggettiva di determinare quale sia effettivamente il giudizio delle persone nei nostri confronti, meglio orientarsi su un sistema di opinioni e credenze opposto a quello che genere la timidezza (e la fobia sociale), ovvero l'idea che agli altri non importa poi molto di chi siamo, cosa facciamo e che non passano certo il loro tempo a escogitare metodi su come umiliarci e calpestarci. In questo modo si vive meglio, si diminuisce l'impatto dello stress (negativo sia sul piano mentale che fisico) e ci abbandona ad un maggior numero di esperienze di vita. La timidezza non è un problema degli altri che non la accettano, è un problema nostro che non la accettiamo e arriviamo così a peggiorare la qualità della nostra vita.
pienamente d'accordo con quello sottolineato , tranne casi eccezionali es. una ragazza che ci prova con noi o che vorrebbe chi noi ci provassimo con una sua amica , gli esseri umani sono abbastanza indifferenti alle ns. esistenze
Vecchio 11-05-2015, 01:54   #64
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Originariamente inviata da Kody Visualizza il messaggio
Non parlo di malattie Tersite, ma di problemi, di cose che ci danno fastidio e sentiamo che ci limitano. Se uno sentisse 'un limite' non avere il fisico e se ne lamentasse, io gli direi di accettare la cosa ed iniziare un programma di allenamento.
Ovvio che la timidezza non lo sia, ma se una persona se ne sente limitata, non capisco chi consiglia ad essa "Ah, accettala fa parte di te NON puoi cambiarla". La timidezza poi secondo me non è genetica o che, è solo l'aver paura del giudizio altrui e di parlare di fronte agli altri. Come dici tu, si cambia durante la vita, come mai? Secondo me perchè durante la vita vieni PER FORZA esposto [a meno di non evitare tutto e di più] a situazioni che piano piano ti sbloccano, diminuendo gli effetti di timidezza e talvolta anche di FS.
secondo me invece va accettata , per il resto concordo esporsi a situazioni fa bene indubbiamente addirittura io non che mi sia esposto in modo così virulento , in pratica non sono mai uscito in compagnia e non ho avuto amici , ma nel corso degli anni se non 6 un eremita vieni a contatto con le persone , sei preso in giro etc.. è normale fisiologico alla fine ti stufi persino di diventare rosso o sentirti in imbarazzo , ma in sostanza non sono mai cambiato completamente ...
Vecchio 11-05-2015, 09:10   #65
XL
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L'avatar di XL
 

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Originariamente inviata da alice89
Poi ad un certo punto lui mi tira in ballo dicendo "...perché io sono un chiaccherone sì ma se sono con persone che non mi piacciono mi chiudo e non parlo, cioè sono timido, come lei!". Ha ripetuto che sono timida altre due volte. Poi mi ha invitato a raccontare qualcosa "Dai Alice raccontaci qualcosa" -________-.
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Originariamente inviata da muttley
La timidezza non è un problema degli altri che non la accettano, è un problema nostro che non la accettiamo e arriviamo così a peggiorare la qualità della nostra vita.
Il racconto dell'esperienza di sopra e l'affermazione di muttley vanno direttamente in contraddizione.
Se il problema o il giudizio negativo è nostro, perché sono presenti poi realmente questi atteggiamenti qua da parte di altre persone?

Una cosa del genere è capitata anche a me.

I conti perciò non tornano. Per questo non sono d'accordo con te muttley, certo si può cercare di dirsi che non ce ne frega nulla di un giudizio negativo sociale che è presente su larga scala, però non si può negare che poi esista veramente perché bisognerà conviverci, dirsi che questo giudizio è presente per magia solo nella nostra mente ed è questo che produce il disagio è una cazzata bella e buona, c'è poco da fare.

Ad esempio il fatto che una persona non lavori e non ha reddito e a causa di questo viene giudicata socialmente in modo negativo, ecco secondo le idee di muttley (ed altri) questo giudizio negativo sociale dipende per magia da un giudizio negativo presente nella mente della persona stessa, basta far sparire questo giudizio dalla singola mente di una persona sola (lasciandola così com'è) e poi quello sociale e diffuso per magia si accomoda e sparisce e la persona trova una donna che lo ammira, amici e altro... Viene attribuito ad una singola mente un potere di influenzare tutto il mondo circostante che non esiste affatto.

Per me invece succede l'esatto contrario, noi valutiamo in modo negativo qualcosa, ossia ce ne vorremmo sbarazzare, perché è il contesto circostante a giudicare negativamente così certe caratteristiche.
Perché mai ad esempio un ladro di punto in bianco dovrebbe iniziare a mettere in discussione la sua condotta se poi realmente questa non producesse alcun effetto sociale negativo? Secondo te è il ladro che si autogiudica male?
E' il ladro che si mette in galera da solo quando ruba? A me sembra di no.

Siccome siamo animali sociali non possiamo andare in conflitto più di tanto con i desideri degli altri nei confronti di quello che dovremmo essere per tornare a questi utili e mantenere contemporaneamente un buon livello di socialità: il vero problema è questo. Ma più che un problema di auto accettazione è un problema legato ad una forma di conflittualità tra il come vorremmo essere e come siamo e il come vorrebbero che noi siamo le persone circostanti (con cui magari desideriamo relazionarci positivamente, soprattutto se sono belle donne ).

Ad esempio se io non parlo e non spiccico parola in un certo contesto sociale, questa cosa potrebbe poi produrre problemi relazionali nel caso in cui le persone attorno a me non vogliono avere a che fare con persone taciturne (e nella mia esistenza sono venuti a crearsi problemi così) perché si annoiano, iniziano ad innervosirsi a causa del silenzio (come il tipo dell'esempio di sopra, che irritandosi a causa del silenzio dell'altro scarica su questo motivazioni inesistenti) o altro.
Cosa me ne potrebbe mai fregare del giudizio delle persone e degli esseri umani se questo giudizio poi non producesse effetti concreti sulla mia esistenza?
Una persona obesa che viene derisa, svalorizzata, non amata dalle persone dell'altro sesso, secondo te prova queste cose e un certo disagio e crede che molti altri abbiano questi atteggiamenti qua con lei perché si è costruita da sola questi pensieri e perché non aveva nulla da fare?

Il problema così non è più soltanto situato localmente e legato ad una certa distorsione dei fatti, è ben più complesso. Se si racconta a queste persone un'altra storia, che sono loro per magia che non si accettano e producono tutto il resto, le si prende per i fondelli due volte. Io non ho creato affatto il mondo circostante e le reazioni degli altri nei confronti di certe mie caratteristiche e nei confronti di quel che faccio o non faccio, è questa la pura e semplice verità.

Rileggete l'esempio della mappa, è inutile che mi ripeta.

Ultima modifica di XL; 11-05-2015 a 09:51.
Ringraziamenti da
berserk (11-05-2015), The_Sleeper (11-05-2015)
Vecchio 11-05-2015, 12:31   #66
Esperto
L'avatar di Kody
 

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Originariamente inviata da Blue Sky Visualizza il messaggio
Ho provato a leggere qui e là, e sono d'accordo con Kaname.

Per carità, c'ha anche ragione Kody quando dice che non sempre la gente ci prende in giro per cattiveria, molto spesso siamo noi che la viviamo come un'offesa quando nelle intenzioni non lo è. Spesso è così ed è un capitolo importante su cui lavorare.

Però c'è un limite
, varrebbe anche se fossimo tutti estroversoni e simpaticoni. Uno non può di sua iniziativa portare l'attenzione di tutti su un mio difetto (la timidezza è un difetto).
Vogliamo anche ammettere che farlo una volta va pure bene, fa parte del gioco. Tre volte no dai.

Poi, se io per primo ci rido su ok, sono io che gli do il permesso di ridere della cosa (anzi, è una buona strategia, la suggerisco), ma non è questo il caso.

Poi si può vedere come reagire: rispondere male, venire a botte, o semplicemente fare buon viso a cattivo gioco. Ma la base del discorso è che c'è uno che è maleducato e una che non ha fatto del male a nessuno.

Insomma, per una volta si può anche ammettere che sono gli altri ad aver sbagliato e non noi a costruirci delle paranoie . Anche questo fa bene in un percorso di miglioramento.
Esatto c'è un limite, cosa che non si può spiegare qui, non esiste una formula matematica che indica quel limite.

Ma questo le persone con buone social skills lo sanno. Anche le battute sul mio fisico: una o due ogni tanto, fossero continuate diventano noiose, superano appunto il limite. Ma no noise per me, per tutti quelli che ascoltano anche, non fanno più ridere.

Da quello che ha detto alice, il ragazzo si è soffermata sulla sua timidezza un paio di volte durante l'uscita e una terza alla fine per salutare. Non mi pare gravissimo, per me, è ben entro il limite. Lo avesse fatto ogni minuto, certo passa il limite, ma 3 volte in una uscita. Sono cose che capitano, anche io una ragazza appena conosciuta mi pare le feci due o tre battute, appena conosciuta proprio, ma la serata sarà stata di 2-3 ore. Capisci che non ero fisso lì a far battute.

Io credo che il limite per una persona a cui viene fatto notare QUELLO CHE ESSA CREDE UN DIFETTO sia pressochè zero.
Vecchio 11-05-2015, 12:50   #67
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Kody Visualizza il messaggio
(...)
Io credo che il limite per una persona a cui viene fatto notare QUELLO CHE ESSA CREDE UN DIFETTO sia pressochè zero.
Aggiungerei solo una parola: quello che essa crede un difetto grave.

Per quanto si voglia girare la frittata, la timidezza un difetto lo è, in quanto ci fa procedere nelle relazioni con gli altri con il freno a mano tirato: ma in primo luogo non è stata causata direttamente da noi, in quanto ce la portiamo dietro per cause legate a tempi in cui eravamo tutto tranne che consapevoli di noi e del mondo, e secondo... in sè e per sè non sarebbe così devastante.

Lo diventa quando ci si sente in dovere di essere sempre ed immediamente perfetti e conformi ad una propria "proiezione mentale", per presentare subito un' immagine di sè artificiosa, senza alcuna zona d' ombra: ma così si innesca il solito processo del "gatto che morde la coda", per cui più ci si ripete "cosa faccio per non sembrare timido? Sto sembrando timido! Cosa dico adesso?" più ci si blocca, palesando la timidezza.

Paradossalmente la timidezza si sconfigge accettandola, non tentando inutilmente di reprimerla del tutto fin da subito.

Ovviamente comunque certi contesti non aiutano, ci sono persone ( che a loro volta non stanno bene ) che ci sguazzano nel colpire metodicamente le debolezze altrui.
Vecchio 11-05-2015, 13:51   #68
Esperto
L'avatar di Ansiaboy
 

kody leggi bene quello che ha detto alice.. ha detto espressamente che le ha dato della timida per tre volte + altre chiari riferimenti a lei

pessimo modo per socializzare sopratutto quando la persona non lo consente.

se una persona non lo consente (e si capisce..) è cattiveria insistere, anche solo fosse due volte.

insomma il ragazzo ha fatto una pessima figura....
Vecchio 11-05-2015, 15:50   #69
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

Quoto fortissimamente questa osservazione, verità assoluta
Quote:
Originariamente inviata da Franz86 Visualizza il messaggio
Paradossalmente la timidezza si sconfigge accettandola, non tentando inutilmente di reprimerla del tutto fin da subito.
Ed è proprio questo che manda in corto circuito molti di noi, me per primo (soprattutto una volta, ora molto meno per fortuna): non appena ci viene leggermente e bonariamente fatto notare che siamo timidi ci innervosiamo a morte e vorremmo prendere a mitragliate chi ce l'ha detto, manco ci avesse insultato i genitori.

Io ormai che sono timido lo dico da solo ridendo, tanto meglio. In ogni caso è la verità quindi c'è poco da nascondere.

Quote:
Ovviamente comunque certi contesti non aiutano, ci sono persone ( che a loro volta non stanno bene ) che ci sguazzano nel colpire metodicamente le debolezze altrui.
Molto vero anche questo.
Vecchio 11-05-2015, 15:55   #70
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

Quote:
Originariamente inviata da Kody Visualizza il messaggio
Esatto c'è un limite, cosa che non si può spiegare qui, non esiste una formula matematica che indica quel limite.

Ma questo le persone con buone social skills lo sanno. Anche le battute sul mio fisico: una o due ogni tanto, fossero continuate diventano noiose, superano appunto il limite. Ma no noise per me, per tutti quelli che ascoltano anche, non fanno più ridere.

Da quello che ha detto alice, il ragazzo si è soffermata sulla sua timidezza un paio di volte durante l'uscita e una terza alla fine per salutare. Non mi pare gravissimo, per me, è ben entro il limite. Lo avesse fatto ogni minuto, certo passa il limite, ma 3 volte in una uscita. Sono cose che capitano, anche io una ragazza appena conosciuta mi pare le feci due o tre battute, appena conosciuta proprio, ma la serata sarà stata di 2-3 ore. Capisci che non ero fisso lì a far battute.

Io credo che il limite per una persona a cui viene fatto notare QUELLO CHE ESSA CREDE UN DIFETTO sia pressochè zero.
Concordo in generale su tutta la questione. Soprattutto concordo sull'impossibilità di tracciare delle regole ("logiche" ) su dove stia quel limite di cui parlavo. Sta tutto nella sensibilità del caso, e nelle social skills che giustamente richiamavi.

In questo caso specifico, pur avendo solo letto il resoconto di Alice e non avendovi assistito, secondo me il limite il ragazzo lo ha passato. Pace.

La nostra Alice deve comunque essere tranquilla, capita di essere trattati in modo inelegante dalle persone, capita anche ai più socialmente inseriti. Bisogna imparare a farsi scivolare addosso questi imprevisti. Anzitutto non vedendoli come accuse radicali alla nostra persona . Questo è importante, se non sbaglio l'ha detto pure Muttley qui: la gente è interessata a noi meno di quanto pensiamo. Sì, si fanno un'idea di noi, ma questa conta poco ed è comunque provvisoria. Basterebbe pensare che noi per primi non giudichiamo in modo impietoso gli altri, se vediamo che sbagliano o hanno un difetto non per questo li riteniamo degli idioti totali.

Ultima modifica di Blue Sky; 11-05-2015 a 16:01.
Vecchio 11-05-2015, 15:58   #71
Esperto
L'avatar di Ansiaboy
 

mah io non è che mi vedo come una persona generalmente timida e sinceramente preferisco etichettarmi come ansioso o disagiato o anche malato da compatire
e in tal caso mi sento meglio e l'ansia/disagio si riduce indubbiamente
poi quando provo nessun o poca ansia/disagio e mi scoccia di parlare mi dico che son introverso

Ultima modifica di Ansiaboy; 11-05-2015 a 16:03.
Vecchio 11-05-2015, 16:04   #72
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy Visualizza il messaggio
mah io non è che mi vedo come una persona generalmente timida e sinceramente preferisco etichettarmi come ansioso o disagiato o anche malato da compatire
e in tal caso mi sento meglio e l'ansia/disagio si riduce indubbiamente
poi quando provo nessun o poca ansia/disagio e non mi va di parlare mi dico che son introverso
Bè sì certamente ognuno di noi ha i propri punti deboli. Io sono più timido che ansioso (credo ).
Il mio problema fondamentale è la timidezza, la paura del giudizio degli altri, e la scarsa autostima.


Quote:
Originariamente inviata da caratteriale Visualizza il messaggio
Infatti ammettere di avere dei problemi è stato il mio primo passo per accettarli una volta per tutte, quei limiti. Mettersi di fronte ad essi e confrontarsi con le proprie effettive capacità di superarli. Che ci sono.
Ecco esatto. Non bisogna cadere nell'equivoco: "accettare i propri limiti = rassegnarsi a non superarli mai e conviverci".
Vuol dire semplicemente capire che ci si può mostrare agli altri anche con i propri difetti, che non per questo si è immeritevoli di rispetto, educazione, apprezzamento ecc., che è normale avere difetti, che tutti ne hanno chi uno chi l'altro, e che la gente non passa la vita a condannarci senza appello perché quella volta al bar siamo stati taciturni o noiosi.

Ultima modifica di Blue Sky; 11-05-2015 a 16:07.
Vecchio 22-05-2015, 17:22   #73
Avanzato
L'avatar di maralgiu
 

Epitteto sosteneva che "Gli uomini non sono agitati e turbati dalle cose, ma dalle opinioni che essi hanno delle cose." Forse conosci già questo famoso aforismo, ma ti suggerisco di applicarlo a quell'episodio.
Quel ragazzo dichiarandosi timido, ha fatto un'apertura per relazionarsi con te e mettersi sul tuo piano.
Il problema è che hai un cattivo rapporto con le tue esperienze interne. Ti è bastato sentirti definire timida, per precipitare in un turbinio di pensieri ed emozioni negative, a sentirti una condannata o marchiata a vita.
Le persone sanno che la timidezza non è sinonimo di incapacità ma di inibizione ansiogena.
Non è neanche vero che una persona timida non sia in grado di sostenere una conversazione, molto dipende da come si svolge la conversazione, dal tipo di rapporto si ha con le persone con cui si parla, dalla situazione contingente.
Dato che l’emotività prende il sopravvento su di te, forse sei indotta a considerare come causate da tue colpe o da tue inadeguatezze ciò che, invece, è causata dalla inibizione ansiogena. Se mi permetti un suggerimento, potresti provare a riflettere sulle cause reali delle tue scene mute e dello stare in “un angolino”.
Sai che per molte persone non ansiose, la timidezza è una qualità? In Cina e Giappone è persino il modo d’essere favorito. In effetti, la timidezza induce spesso alla riflessività e, quindi, ad acquisire una capacità di osservazione e sensibilità superiore alla media. Ovviamente non è così per tutti i timidi: ogni regola ha la sua eccezione, chi è deficiente lo è a prescindere, ma questo vale sia per i timidi, sia per i non timidi.
Posso comprendere che per te, dato i risvolti negativi che ha nel relazionamento sociale, consideri la timidezza un difetto o addirittura, come hai scritto, l’espressione del “peggio di te”. Penso che questo modo di vederti, nella veste di persona timida, dimostri una fondamentale non accettazione di te stessa e la tendenza ad avere un atteggiamento fortemente giudicante e negativo verso la tua persona. A mio parere è proprio da qui che potresti cominciare a lavorare per il cambiamento: con l’accettazione della persona che sei oggi, con i pregi e con i difetti che hai; in fondo, la perfezione non appartiene alla condizione umana, e i difetti ce li hanno tutti. Prova ad accettare te stessa anche nella timidezza.
Se ho ben capito, ma in questo chiedo a te conferma sulla validità della mia impressione, hai la paura di apparire timida, ti preoccupi molto di come ti vedono gli altri e che ti preoccupa molto l’idea stessa che se gli altri ti vedono timida diventi una marchiata a vita come una prigioniera di Auschwitz e, quindi, una condannata alla solitudine e all’emarginazione.
Potrebbe esserti utile provare con le tecniche meditative della mindfulness per evitare che questi flussi di pensieri negativi restano fattori permanentemente centrali e invadenti nelle tue attività mentali e/o ruminative.


Ultima modifica di maralgiu; 22-05-2015 a 17:27.
Vecchio 09-06-2015, 01:39   #74
Principiante
L'avatar di mikelTO
 

@alice89
non te prendere per queste banalità, purtroppo certa gente non vede oltre il proprio naso.....sii superiore e non te la prendere...
Vecchio 09-06-2015, 09:40   #75
Principiante
L'avatar di Melodia
 

Mi ritrovo molto in ciò che hai scritto. È la mia stessa identica situazione.
Forse il ragazzo ti stava stuzzicando, chissà...
Comunque non abbatterti, se cadi puoi rialzarti.
Ti pongo una domanda:
Preferisci essere timida o una di quelle persone che continuano a parlare ininterrottamente e ti fanno salire l'istinto omicida?
Vecchio 09-06-2015, 09:43   #76
Banned
 

Indipendentemente dalla dolcezza () del suo gesto...
Non penso l'abbia fatto con cattiveria, il suo era un modo modo di stuzzicarti, di renderti partecipe.
Certo un modo un po' troglodita, ma da quando i calci in culo sono delicati?
Vecchio 15-06-2015, 11:23   #77
Avanzato
L'avatar di maralgiu
 

mi è venuto in mente che una cosa che potresti fare quando qualcuno ti dice che sei timida è di rispondergli con una cosa del genere: "Visto che tenti di fare il sensibile, allora sappi che non si dice mai alle persone timide che lo sono, e che devono prendere confidenza. Così come non gli si deve chiedere "raccontaci qualcosa" perché i timidi non sanno da dove cominciare. La prossima volta fa una domanda tipo "che pensi di..." o "che idea hai su...""
Così la smette anche di fare il Re, che di queste cose ne capisce ben poco.
Con una reazione verbale di questo tipo, fai un'apertura (comunichi qualcosa di te) e dai una informazione sul come comportarsi o non comportarsi nei confronti delle persone timide.
Vecchio 15-06-2015, 11:39   #78
Banned
 

Forse non pensava di arrecarti dispiacere con quei commenti, i non timidi in genere hanno il vizio di parlare senza riflette poi tanto sulle cose, di esprimere facilmente giudizi sugli altri, a loro sembra naturale, a noi pare indelicato. Non prenderla in modo negativo, come loro non capiscono noi e il nostro modo di fare noi spesso non capiamo loro, quindi forse hai frainteso ed hai pensato che ci fosse malizia nelle sue parole.
Per quanto riguarda la questione timidezza e il fatto che ti sembrava di essere migliorata in tal senso, questo capita anche a me. Certe volte penso di aver fatto una buona impressione e di essere parsa spigliata, simpatica e socievole poi mi rendo conto che in realtà ho fatto l'impressione opposta. Questo perchè per chi vive la timidezza anche un piccolo cambiamento può sembrare un grande cambiamento, ma per chi è estroverso e abituato a rapportarsi con persone estroverse e spigliate è più facile individuare segni di imbarazzo, chiusura, nervosismo.

Ultima modifica di cancellato16177; 15-06-2015 a 12:17.
Vecchio 15-06-2015, 13:32   #79
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

Quote:
Originariamente inviata da DarkRose90 Visualizza il messaggio
Forse non pensava di arrecarti dispiacere con quei commenti, i non timidi in genere hanno il vizio di parlare senza riflette poi tanto sulle cose, di esprimere facilmente giudizi sugli altri, a loro sembra naturale, a noi pare indelicato. Non prenderla in modo negativo, come loro non capiscono noi e il nostro modo di fare noi spesso non capiamo loro, quindi forse hai frainteso ed hai pensato che ci fosse malizia nelle sue parole.


Per quanto riguarda la questione timidezza e il fatto che ti sembrava di essere migliorata in tal senso, questo capita anche a me. Certe volte penso di aver fatto una buona impressione e di essere parsa spigliata, simpatica e socievole poi mi rendo conto che in realtà ho fatto l'impressione opposta. Questo perchè per chi vive la timidezza anche un piccolo cambiamento può sembrare un grande cambiamento, ma per chi è estroverso e abituato a rapportarsi con persone estroverse e spigliate è più facile individuare segni di imbarazzo, chiusura, nervosismo.
Hai piazzato due riflessioni giustissime.

La seconda... capita tante volte anche a me di pensare di aver fatto buona impressione, di essere stato socievole ed esuberante, e invece poi riflettendoci mi rendo conto che, magari buona impressione l'ho fatta comunque, però la timidezza si è notata. Questo perchè la gente è abituata a standard di socialità che per noi sono impensabili
Alla fine c'è poco da fare, un pò timidi lo saremo sempre e questo si noterà sempre almeno un pò: bisogna capire che non è per forza un difetto. Quel poco di socievolezza che riusciamo ad avere può essere sufficiente per far trasparire le persone che siamo e il buono che c'è in noi, così chi è interessato potrà approfondire la nostra conoscenza.
Vecchio 22-06-2015, 12:16   #80
Avanzato
L'avatar di maralgiu
 

Quote:
Originariamente inviata da DarkRose90 Visualizza il messaggio
Forse non pensava di arrecarti dispiacere con quei commenti, i non timidi in genere hanno il vizio di parlare senza riflette poi tanto sulle cose, di esprimere facilmente giudizi sugli altri, a loro sembra naturale, a noi pare indelicato. Non prenderla in modo negativo, come loro non capiscono noi e il nostro modo di fare noi spesso non capiamo loro, quindi forse hai frainteso ed hai pensato che ci fosse malizia nelle sue parole.
Infatti. Sono comportamenti di apertura, tentativi di empatia. Spesso li attuano anche le persone timide verso altre persone timide, quasi come per dire una cosa tipo "non sai quanto ti capisco, ho il tuo stesso problema [ci sono passata/o anch'io]", oppure "io ci sono, conta pure su di me". Si tratta di dichiarazioni di disponibilità all'interazione. Se le persone timide riescono ad apprendere e comprendere questo modello di comunicazione, si aprono nuove strade alla socialità. In effetti, questi modi di dire da parte dei non timidi (ma anche di diversi timidi che lo usano solo come modello in uscita), può anche essere considerato un modello relazionale di apertura standard: è usatissimo.
Purtroppo quando si è timidi, tutto ciò che, proveniente dall'esterno, ci rammenta la nostra condizione, è vissuta male: ci si sente scoperti nei nostri segreti, indifesi, oggetto di valutazioni da parte degli altri. Questo percepirsi fragili attiva i nostri flussi di pensieri negativi e, di conseguenza, l'inibizione ansiogena.
Ma le cose andrebbero diversamente se si leggessero questi comportamenti con un pensiero tipo "oh! ho trovato un amico/a".


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Originariamente inviata da DarkRose90 Visualizza il messaggio
Per quanto riguarda la questione timidezza e il fatto che ti sembrava di essere migliorata in tal senso, questo capita anche a me. Certe volte penso di aver fatto una buona impressione e di essere parsa spigliata, simpatica e socievole poi mi rendo conto che in realtà ho fatto l'impressione opposta. Questo perchè per chi vive la timidezza anche un piccolo cambiamento può sembrare un grande cambiamento, ma per chi è estroverso e abituato a rapportarsi con persone estroverse e spigliate è più facile individuare segni di imbarazzo, chiusura, nervosismo.
Secondo me, non dovresti svalutare i piccoli cambiamenti perché quello dei piccoli passi è il modo migliore di procedere, quando si è ansiosi sociali. Tutti gli obiettivi, vanno scomposti in tanti micro obiettivi. Dato che chi è una ansioso sociale, tende anche a svalutare i propri successi (ad esempio: "ho preso l'esame all'uni perché sono stato/a fortunato/a", "quello si è complimentato solo per un fatto di gentilezza", "sono riuscito/a a fare quella cosa, perché era facile"),capita che si rilegge un'esperienza secondo un modello interpretativo negativo e abituale. Ad esempio, se vuoi sapere se hai fatto una buona o cattiva impressione, l'unico modo per avere un responso certo è quello di domandare esplicitamente. Comunque bisogna evitare di affidarsi alle proprie impressioni o interpretazioni, anche perché quando si è timidi le interpretazioni personali vengono sovente fatte coincidere con la realtà.
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