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Discussione: Apologia al Suicidio Rispondi alla discussione
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09-08-2008 03:38
uragano
Re: Mi esperienza (ma per rabbia)

Quote:
Originariamente inviata da CapitanFobic
Quote:
Originariamente inviata da uragano
Ma se non avessi tentato il suicidio non mi sarei scaricato da tutti i pesi per sempre e scoperto quello che so ora e che mi fa vivere veramente felice.
Ho letto tutto, però questa frase è molto pericolosa (lo so che non è questo il messaggio cmq).
Preferisco la parte delle lettere, dove scopri che eri stato preso in giro.
Il suicidio può essere portato dalla consapevolezza di non poter ricevere amore (di solito materno), in questo caso, forse non è stato il tentato suicidio (che spesso è interpretato più come un messaggio per gli altri) a farti tornare a vivere, ma la consapevolezza che non ti era precluso l'amore, perchè di vero amore non si trattava.
Cmq sia, poi tutto è cambiato e ora sei tu dietro la transenna al sicuro dal burrone che tendi la mano agli altri.
In bocca al lupo, ti ci vorrà davvero la forza di un uragano per non veder mai cadere nessuno.
Beh, non so se è una transenna. E hai ragione che quello che ho scritto è anche pericoloso.

A tutti quelli che ci vogliono provare: trovate qualcuno che vi comprenda e vi ascolti veramente (gente che sa ascoltare davvero ce n'è molto poca), gente che non ha pregiudizi.
E se vi viene in mente, piuttosto pensate, più che a cancellare la vostra vita, a regalarla agli altri. Provate a pensare a cosa potrebbe diventare.

Ciao
09-08-2008 03:28
CapitanFobic
Re: Mi esperienza (ma per rabbia)

Quote:
Originariamente inviata da uragano
Ma se non avessi tentato il suicidio non mi sarei scaricato da tutti i pesi per sempre e scoperto quello che so ora e che mi fa vivere veramente felice.
Ho letto tutto, però questa frase è molto pericolosa (lo so che non è questo il messaggio cmq).
Preferisco la parte delle lettere, dove scopri che eri stato preso in giro.
Il suicidio può essere portato dalla consapevolezza di non poter ricevere amore (di solito materno), in questo caso, forse non è stato il tentato suicidio (che spesso è interpretato più come un messaggio per gli altri) a farti tornare a vivere, ma la consapevolezza che non ti era precluso l'amore, perchè di vero amore non si trattava.
Cmq sia, poi tutto è cambiato e ora sei tu dietro la transenna al sicuro dal burrone che tendi la mano agli altri.
In bocca al lupo, ti ci vorrà davvero la forza di un uragano per non veder mai cadere nessuno.
09-08-2008 03:14
uragano
Mi esperienza (ma per rabbia)

Ciao a tutti!
Sono un nuovo iscritto.

A dire la verità non ho mai sofferto di depressione, anzi al massimo ho tanta, troppa voglia di vivere.
Sono arrivato in questo forum praticamente per caso (uscito da ricerche di goole su una cosa che non c'entra!)
Mi sono iscritto perchè mi piace incoraggiare la gente, in genere negli altri vedo le qualità e so che se ci si mette d'impegno la vita può diventare stupenda. Non so come spiegarvelo, ma godo se qualcuno trova la sua strada e si realizza. In questo senso sto facendo qualcosa di molto concreto (anche se per ora piccolo)

Però, gente, per scoprire il profondo di se bisogna per forza levare molti rami secchi e osservarsi per cercare le proprie potenzialità
Quando si scopre per cosa si è nati si trova una forza incredibile che da una felicità di fondo indescrivibile
Per riuscirci bisogna anche dimenticare di se stessi e cominciare a scavare e scavare, mettersi in gioco del tutto per scoprire fin dove si può scendere e quali confini si hanno.

A parte ciò, veniamo al punto.

Anch'io quasi tre anni fa ho tentato il suicidio e sono convinto che non sia per forza legato alla depressione.
E' qualcosa che è covato dentro di me per anni e anni. Ho avuto una vita molto difficile fino a 15 anni e molto, molto poco affetto. (padre alcolizzato, poi morto, madre nervosa, parenti serpenti, approfittatori e ingoranti, varie disavventure estreme)

Dopo la morte di mio padre: un patrinio che per anni mi ha trattato come se non valessi niente, giudicando sempre meno di un soldo bucato e facendomi crescere nella sottostima, paragonandomi sempre a deficienti, handicappati e simili (che poi il normale non era lui!). Soprattutto lui (pace all'anima sua) vissuto nell'ignoranza e fondamentalmente stupido, mi ha messo dentro, profondamente questo senso di inferiorità, inadeguatezza, incapacità. Da lì poi è seguito molto peggio (non sapere come rapportarsi agli altri, non conoscere la gente giusta e quindi sentirmi sempre più solo)

Vi assicuro che non conoscere che significa essere accarezzati, abbracciati con affetto fin da bambini è qualcosa di tremendo. Sono cose che anche il più misero merita!

Tutto questo non sono riuscito a vincerlo fino a quando non ho tentato il suicidio.
E' stato un gesto che mi ha liberato del tutto da pesi che non riuscivo a sollevare.
Fino a lì mi era sempre sembrato di essere uno di quei pescetti che lottano e lottano contro un pescatore. Che lottano anche fino a sfinirsi.

E' accaduto quando:
mi ero lanciato in una grossa avventura e l'ho fallita alla grande (perdendo tutto!): era diventata una missione, la ragione di vivere.
mi ero innamorato profondamente senza essere corrisposto (e purtroppo avevo sempre accanto quella ragazza! - che voleva restare solo amica)
mi ero trovato completamente solo e non sapevo + che fare
pensavo che se anche fossi sparito a nessuno sarebbe fregato nulla (che poi era una ca.zzata immane)
non volevo ammettere alcun fallimento con nessuno (maledetto orgoglio)
quando sai di poter andare tanto in alto, è difficile accettare di dover scendere a 0 e ricominciare.
Queste e altre cause mi ci hanno spinto.

Non trovavo nessuno conforto e l'unica persona a cui l'ho annunciato mi ha preso poco sul serio.

Non ci capivo più nulla e pensavo di essere tutto sbagliato, di essere diventato un fastidio, di essere un buono a nulla, di aver deluso chi aveva puntato su di me e che sarebbe stato meglio sparire.

Però non avevo ancora trovato l'energia per farlo.
Cosa lo ha scatenato facendomi agire? Una lettere che mi ha fatto capire che quella che amavo mi aveva preso in giro più volte.

Ma se non avessi tentato il suicidio non mi sarei scaricato da tutti i pesi per sempre e scoperto quello che so ora e che mi fa vivere veramente felice. Da allora incoraggio sempre gli altri a volersi bene e tento di far notare cosa vedo di buono in loro (ma sinceramente)
Coinvolgo la gente che ne ha bisogno (se la conosco).

Ora ho un numero incredibile di amici, molti dei quali amici veri.

E non mi vergogno neanche di quello che ho fatto, ma se mi ricapitasse lo stesso scenario, reagirei molto, molto diversamente: affrontando direttamente gli ostacoli senza scoraggiarmi.

Dopo aver visto i miei abissi (solo chi ha provato sa!) voglio visitare i cieli.
Dopo allora ho iniziato una scalata molto bella e ho realizzato cose di cui sono orgoglioso e che prima non avrei mai realizzato.

Vi assicuro che non ho avuto bisogno di medicine, psicologi, ecc..
Sono stato all'ospedale qualche giorno, ma dopo un giorno avevo già un sacco di voglia di ricominciare. Il giorno dopo avevo già cominciato a scrivere un romanzo (pubblicato quest'anno) e ad avere un sacco di idee costruttive. Sono tornato a casa da mia sorella (unico parente rimasto), dopo un mese ho trovato un lavoro e se ce l'ho fatta io ce la possono fare molti altri.

Quindi mi sa che vi romperò un pò le balle, perchè ci credo.

Ciao e forza
18-07-2008 21:07
HurryUp Ecco cosa intendeva mezzelfo, lo state usando come ruota!
Quote:
Originariamente inviata da mezzelfo
mi girano :twisted:
18-07-2008 20:16
cali
Quote:
Originariamente inviata da 1giova88
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Quote:
Originariamente inviata da 1giova88
C'è chi è consapevole di sta vita, che sa di respirare per una questione meccanica, sa che è portato a farsi domande che mai avranno risposta, sa che secondo la propria razionalità dopo non c'è niente, sa quindi di essere un uomo con una condanna a morte sempre pendente sulla testa, sa che cambia poco o nulla se non hai nessuno che te lo rinfaccia scegliere tra una vita per bene e stuprare ragazzine --> tanto un colpo di pistola e non ci sei più.
Come diceva Godel, il fatto che la menti cessi di esistere con la morte del corpo fisico è un pregiudizio, che razionalmente non ha maggior credibilità della sopravvivenza. Non è la ragione a farci credere che dopo non ci sia niente, è solo la nostra ansia nei confronti della metafisica.
Quindi dire che la mente cessa di esistere quando cessa la percezione è sciovinismo umano 8)
Con questo non voglio dire che la mente umana abbia una vita illimitata, ma che cesserebbe di esistere solo quando avrà conosciuto completamente se' stessa, in modo da non aver così più motivo di continuare ad esistere.
posso comprare una vocale o usare l'aiuto del pubblico? :lol:
quoto la consonante!
18-07-2008 17:34
cancellato2488
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Quote:
Originariamente inviata da 1giova88
C'è chi è consapevole di sta vita, che sa di respirare per una questione meccanica, sa che è portato a farsi domande che mai avranno risposta, sa che secondo la propria razionalità dopo non c'è niente, sa quindi di essere un uomo con una condanna a morte sempre pendente sulla testa, sa che cambia poco o nulla se non hai nessuno che te lo rinfaccia scegliere tra una vita per bene e stuprare ragazzine --> tanto un colpo di pistola e non ci sei più.
Come diceva Godel, il fatto che la menti cessi di esistere con la morte del corpo fisico è un pregiudizio, che razionalmente non ha maggior credibilità della sopravvivenza. Non è la ragione a farci credere che dopo non ci sia niente, è solo la nostra ansia nei confronti della metafisica.
Quindi dire che la mente cessa di esistere quando cessa la percezione è sciovinismo umano 8)
Con questo non voglio dire che la mente umana abbia una vita illimitata, ma che cesserebbe di esistere solo quando avrà conosciuto completamente se' stessa, in modo da non aver così più motivo di continuare ad esistere.
posso comprare una vocale o usare l'aiuto del pubblico? :lol:
18-07-2008 15:25
HurryUp
Quote:
Originariamente inviata da 1giova88
C'è chi è consapevole di sta vita, che sa di respirare per una questione meccanica, sa che è portato a farsi domande che mai avranno risposta, sa che secondo la propria razionalità dopo non c'è niente, sa quindi di essere un uomo con una condanna a morte sempre pendente sulla testa, sa che cambia poco o nulla se non hai nessuno che te lo rinfaccia scegliere tra una vita per bene e stuprare ragazzine --> tanto un colpo di pistola e non ci sei più.
Come diceva Godel, il fatto che la menti cessi di esistere con la morte del corpo fisico è un pregiudizio, che razionalmente non ha maggior credibilità della sopravvivenza. Non è la ragione a farci credere che dopo non ci sia niente, è solo la nostra ansia nei confronti della metafisica.
Quindi dire che la mente cessa di esistere quando cessa la percezione è sciovinismo umano 8)
Con questo non voglio dire che la mente umana abbia una vita illimitata, ma che cesserebbe di esistere solo quando avrà conosciuto completamente se' stessa, in modo da non aver così più motivo di continuare ad esistere.
18-07-2008 15:01
Aleydis Beh non sto a citare come tutti ogni pezzo del brano perchè dalla prima parola all'ultima è chiarissimo che è stato scritto da una persona con problemi psichici, nonostante non voglia ammetterlo. Voler morire non è normale, l'idea del suicidio non appartiene a una mente sana. L'istinto alla sopravvivenza è una cosa basilare, se viene a mancare quello mancano le basi...e il fatto che manchino non è normale. Spero che questo concetto sia chiaro a tutti...non è normale voler morire. La gente che pensa al suicidio (intendo costantemente) e lo mette in pratica deve solo essere aiutata. Si può guarire, non è vero che non c'è cura o che non c'è bisogno di una cura perchè non c'è malattia. La malattia c'è eccome, diversa da persona a persona ma c'è. E come tanti altri qui trovo assolutamente fuori luogo aver inserito questo brano (che avevo già letto in passato in altri forum)...perchè qui c'è gente che non sta bene emotivamente, e che sicuramente avrà pensato almeno una volta nella vita ad ammazzarsi..per che cavolo mettere un elogio del suicidio!?E non replicare che non è un elogio, perchè lo è. E' un brano scritto da una che ha pensato ad annientarsi già dall'età di 8 anni e che ancora a 40 anni e passa ci pensa ed è convinta che sia normale e lecito pensarlo, e ancora più normale farlo. Ma stiamo scherzando? Invece ingegnatevi per cercare brani positivi, che sottolineino il valore della vita...anzicchè questi suggerimenti su come morire. Sono intransigente su questo...soprattutto odio quando gente che sta palesemente male è straconvinta di stare bene e non avere un problema, di non aver bisogno di cure. Ma fidatevi di più di psichiatri, psicologi, psicoterapeuti ecc..! Sono dottori come tutti gli altri, e se avete bisogno di aiuto possono darvelo. Che sia chiaro!
18-07-2008 14:34
vetro Sassofonista!Hai una vita davanti a te da costruire.Hai tante cose da fare.Perche' questo pessimismo a 15 anni?
18-07-2008 14:27
cancellato2488 parare personale sono daccordo con chi ha scritto quel testo:
ci sono 2 tipi di persone che si vogliono suicidare: quello che vorrebbe vivere sta vita, ma non ci riesce...vuoi depressione, vuoi incapacità della propria persona; e un altro tipo di mente: colui che è consapevole.
C'è chi è consapevole di sta vita, che sa di respirare per una questione meccanica, sa che è portato a farsi domande che mai avranno risposta, sa che secondo la propria razionalità dopo non c'è niente, sa quindi di essere un uomo con una condanna a morte sempre pendente sulla testa, sa che cambia poco o nulla se non hai nessuno che te lo rinfaccia scegliere tra una vita per bene e stuprare ragazzine --> tanto un colpo di pistola e non ci sei più.
Io penso che alcuni depressi, alcuni ipersensibili non siano malati....siano solo più consapevoli di altri e a differenza del resto dell'umanità non vuole prendersi in giro.
Volendo tutti sono capaci di buttare giù un bicchiere di birra, dire che la vita è sempre e comunque bella ecc...ecc...e prendersi in giro...il mondo solitamente vuole questo...chi pensa al suicidio semplicemente è stanco di un velo di ipocrisia e di silenzio che amalgama il tutto.
18-07-2008 14:17
Tristan
Quote:
Originariamente inviata da Sassofonista93
non mi va di leggere tutti i commenti, ma hai perfettamente ragione, io stesso voglio suicidarmi, nessuno vuole capirmi, starmi vicino, e io sono stanco di lottare per nulla, a me non interessa se mi butto dall'ottavo piano o mi taglio le vene, io voglio morire e basta


mi pare ovvio che come tutti direte: non è la soluzione , la vita è preziosa e cose del genere, ma vivere abbandonato dal mondo è inutile,

con la fine tutta la sofferenza se ne va, chi non ha voluto capirti ha comunque la coscienza pulita, perchè alla fine non gliene frega niente a nessuno di come ti senti, la gente ha una vita normale, perchè dovrebbe fregargli di me?
Hai solo 15 anni, dannazione. Perché non darti una scadenza, che so, da qui ai prossimi 15 anni e vedere nel frattempo come va?

Post scriptum: rileggendo mi è venuto in mente che potresti scambiare il tono - volutamente - leggero del mio messaggio per mancanza di considerazione per la tua sofferenza, o peggio con la volontà di volerla sminuire. Non è così. In realtà pensavo soltanto che a quell'età a volte è difficile immaginarsi oltre il proprio presente: se sto male oggi starò sempre così, è finita. E' tipico della tua età, dell'adolescenza. Con questo volevo solo dirti di darti del tempo e di non smettere di cercare chi possa capirti.
18-07-2008 04:01
Sassofonista93 non mi va di leggere tutti i commenti, ma hai perfettamente ragione, io stesso voglio suicidarmi, nessuno vuole capirmi, starmi vicino, e io sono stanco di lottare per nulla, a me non interessa se mi butto dall'ottavo piano o mi taglio le vene, io voglio morire e basta


mi pare ovvio che come tutti direte: non è la soluzione , la vita è preziosa e cose del genere, ma vivere abbandonato dal mondo è inutile,

con la fine tutta la sofferenza se ne va, chi non ha voluto capirti ha comunque la coscienza pulita, perchè alla fine non gliene frega niente a nessuno di come ti senti, la gente ha una vita normale, perchè dovrebbe fregargli di me?
17-07-2008 16:13
HurryUp
Quote:
Originariamente inviata da mezzelfo
mi girano :twisted:
Ma perchè mi hai quotato?
17-07-2008 14:42
HurryUp Mi sembra evidente che il desiderio di suicidarsi abbia le radici in una convinzione di fondo: che la vita sia ingiusta, cioè che non abbia un significato, che sia una beffa per l'individuo, qualcosa che si deve sopportare senza motivo.

I filosofi che cercano un nesso tra logica e ontologia, hanno intuito il principio di ragion sufficiente:
( http://it.wikipedia.org/wiki/Princip...on_sufficiente ), che enuncia, in sintesi, che:

per ogni evento contingente c'è sempre una causa che giustifica l'esistenza di quell'evento.

Inoltre questa causa deve essere tale che, se fosse conosciuta, convincerebbe in modo indubitabile della necessità di quell'evento contingente.

Ma se la natura non permettesse all'individuo di conoscere la ragione sufficiente delle sue esperienze contingenti, l'individuo potrebbe ragionevolmente sentirsi ugualmente vittima di un'ingiustizia (perchè subire un'apparente danno senza poter conoscere la causa di quel danno equivale a subire un'ingiustizia).

Quindi, se si vuole credere che la realtà sia giusta, bisogna necessariamente credere che esista la possibilità di conoscere la ragione sufficiente della propria vita.

Se non si crede nel principio di ragion sufficiente, e nel fatto che la ragion sufficiente sia giusta, implicitamente si crede a una versione variata della storia degli angeli caduti, o all'esistenza dell'inferno (che sarebbe il mondo contingente che stiamo vivendo) .

Tuttavia, se dovessi confrontare le argomentazioni di chi sostiene il suicidio e di chi lo critica, partendo entrambi dal presupposto che la realtà sia ingiusta, indifferente agli esseri che la vivono, considero di gran lunga più folli quelli che lo criticano.

Infatti se si parte dal presupposto che la realtà, in senso lato, nella sua essenza più completa, sia indifferente agli esseri che la vivono, il suicidio acquisirebbe un fondamento razionale ben più forte del suo rifiuto.
17-07-2008 12:08
Chioccioccolata Forse quello che pochi capiscono è che a volte il suicidio è l'unica via possibile.In questi casi si parla di scelta,ma io credo che arrivati ad un certo punto la scelta non ci sia,perchè non si parla di valutare razionalmente le proprie prospettive,ma di non farcela più,di essere arrivati ad un punto tale che l'unica cosa che vuoi è non soffrire più,punto e basta.
Non so se avete mai visto "Mare dentro",è un film che parla di un tetraplegico(completamente paralizzato dal collo in giù),che rivendica il suo diritto al suicidio:i molti che lo vogliono fermare gli dicono che la sua vita può comunque essere accettabile e anzi bella,che ha l'amore di parenti ed amici,che può essere impegnato in molte attività,ecc;lui risponde che non parla a nome di tutti i tetraplegici,che tutte quelle cose possono bastare ad altri per poter avere una vita felice,ma che a LUI non bastano,perchè per lui quella vita è inaccettabile.
E,in questa circostanza(cioè quella in cui il dolore ha raggiunto limiti inimmaginabili),non conta il futuro,ovvero il fatto che le cose possano cambiare in meglio,il dolore che si prova ORA è troppo grande perchè il DOPO possa incidere;credo sia paragonabile ad una persona che,con una gamba in cancrena,deve decidere se farsela amputare,placando così il dolore,o aspettare i soccorsi che però arriveranno fra ore:all'inizio la persona in questione resiste,perchè nonostante il dolore la prospettiva di amputare la propria gamba è inaccettabile,si ripete che si tratta solo di aspettare,poi il tempo passa e il dolore aumenta,finchè diventa così opprimente che è l'unica cosa che sente,l'unica cosa che esiste,e a quel punto non gli importa più della gamba,ma solo di mandare via il dolore.
13-02-2008 14:32
Chitto
Quote:
Originariamente inviata da Serotonino78
ma non è che sono sbagliati i sentimenti di chi vuole suicidarsi, bensi i pensieri, e sono quelli che bisogna contrastare in tutti i modi, e poi sarebbe il colmo se la psicologia appoggiasse gli aspiranti suicidi dicendo loro che è un gesto da tenere in considerazione in caso di bisogno
Io sono per la totale libertà di scelta dell'individuo, in tutti i campi. Se un individuo decide che vuole togliersi la vita, ritengo che abbia pieno diritto di farlo.
Puoi cercare di convincerlo a non farlo, questo sì... puoi cercare di risollevarlo dalla situazione in cui si trova... ma se il volersi uccidere persiste ed è giustificato da una sofferenza fisica o psicologica duratura (quindi non istantanea... chessò... il tipo che si butta dalla finestra perché ubriaco o perché per un istante si sente oppresso/deluso/ecc)... allora ritengo che condannarlo alla vita sia una violenza bella e buona.

Per quello che riguarda la psicologia... sinceramente non mi importa ciò che dice o non dice. Ritengo sia solo una specie di religione atea e niente di più, non certo una scienza come la si spaccia. Una forma di religione ad uso e consumo di chi comanda e che è già stata in passato usata per giustificare crimini su crimini, alla pari di molte altre religioni, e che è tutt'oggi usata alla stesso modo.

Nel mio modo di vedere le cose, l'individuo è sempre centrale a tutto. Io sono un individualista "spinto" da questo punto di vista. L'opinione degli altri può, al limite, essere usata come spunto di riflessione per l'individuo, ma non può mai, in nessun caso e per nessuna ragione essere imposta (e questo è in genere ciò che fanno le religioni, inutile fingere che non sia così).

Dunque, ritengo che se una persona ha deciso di togliersi la vita, e se questa non si tratta di "un momento" ma di una cosa maturata negli anni e persistente... ritengo che quella persona abbia tutto il diritto di fare la scelta che più ritiene opportuna riguardo alla sua vita. Anche scegliere di togliersela.

Se a questa persona voglio bene, oppure mi interessa di lui/lei per qualche ragione, allora è altresì mio diritto cercare di spiegargli/le che la sua scelta farà del male anche a me. Sarebbe mio diritto cercare di dissuaderla MA solo a patto che poi cerchi, attivamente, di capire perché sta male e cercare di eliminarne le cause (con il suo consenso). Ma se non intendo impegnarmi in questa cosa, oppure lo faccio solo perché io personalmente ritengo la vita "sacra" (qualunque cosa questo significhi per me), allora non sto facendo altro che un gesto contro l'individuo. Un gesto particolarmente odioso perché, per le mie sciocche convinzioni, condannerei una persona diversa da me a continuare a soffrire.

Personalmente ritengo che il suicidio non sia una soluzione reale o per lo meno che non sia una soluzione che porta alla felicità dell'individuo. Tuttavia non pretendo di stabilire se sia giusto o sbagliato, ognuno deve essere libero di decidere da solo circa la sua vita (per i principi prima elencati).

Quote:
Originariamente inviata da Serotonino78
e quindi per farlo sentire meno solo cosa fai gli dici: vai, vatti a buttare sotto un ponte che risolvi i problemi!!???..
secondo me la soluzione più logica è cercare di modificare i pensieri di chi tenta il suicidio senza per questo condannarlo, o biasimarlo per il suo desiderio di morte, comprenderlo si ma giustificarlo no nella maniera più assoluta
Non c'è nessun bisogno di giustificarlo, la ragione è che non c'è proprio nulla da giustificare, esattamente come non c'è nulla da condannare.
Cosa puoi fare per una persona che cerca di suicidarsi? Se ti interessa davvero della sua vita puoi come dicevo (e come dici anche tu) cercare di dissuaderla, cercare di fornirle delle motivazioni per vivere, cercare di eliminare le cause che provocano la sua disperazione o il suo dolore. Non sempre però questo è possibile, ed in tal caso, se di quella persona ti interessa veramente e non vuoi invece imporre su di lei il tuo modo di vedere le cose, allora dovresti accettare la sua decisione e, in una società giusta, aiutarla ad affrontare questa ultima parte della sua vita standole vicino. Il concetto di "eutanasia" è proprio questo... aiutare una persona a morire in modo dignitoso e il più possibile indolore... quando le altre strade non hanno dato nessun risultato e quando si è stabilito che questo è proprio ciò che vuole la persona coinvolta.

Quote:
Originariamente inviata da Serotonino78
desiderare di essere capiti e vivere senza essere giudicati, è naturale, è condivisibile, ma se tutti quelli che non riescono a vivere una vita in pieno la pensassero a questo modo ci sarebbero suicidi di massa, con questo , ripeto io non condanno chi vuole togliersi la vita ma il suicidio in se
È naturale sì, ma non è quello che fa la psicologia. Secondo la psicologia se vuoi ucciderti tu sei un malato mentale (permanente o temporaneo), punto. Ciò significa che non sei in grado di intendere e di volere e quindi non sei in grado di decidere. Questo è falso, e se la psicologia non fosse altro che una religione avrebbe l'onestà intellettuale di ammetterlo. E questa è purtroppo l'opinione anche di molte persone (di solito più intossicate dalla religione sono e più convinte sono) che non hanno mai sofferto in vita loro e pensano di poter stabilire ciò che è giusto e sbagliato anche per altri che non condividono i loro principi.

Nel suicidio poi non c'è nulla da condannare, né la persona che fa questa scelta né il suicidio stesso. Ognuno appartiene solo a sé stesso e nessuno può permettersi di decidere circa la vita o la morte di altro essere senziente e autocociente. Seguendo questo principio se ne ricavano automaticamente anche altri principi:
- uccidere è sbagliato
- l'aborto è accettabile solo se effettuato prima del formarsi del cervello, dopo è sbagliato a meno che non sia inevitabile e/o non serva a salvare la vita di un altro essere senziente/autocosciente
- il suicidio non è sbagliato se è il volere evidente dell'individuo
- la società deve attrezzarsi per poter effettuare l'eutanasia assistita da medici nel caso il paziente lo voglia, abbia espresso questo volere in un momento di lucidità (quindi niente alcool o droghe varie) e non abbia cambiato idea in un arco di tempo da stabilirsi.

Come vedi, tutto gravita nel mio modo di vedere le cose, attorno all'individuo e nessun altro può permettersi di interferire nelle scelte personali.

Quote:
Originariamente inviata da Serotonino78
io il suicidio preferisco associarlo alla disperazione più che al coraggio, non ha senso parlare di coraggio in questi casi, è solo un gesto estremo per cancellare le sofferenze, solo che in questo modo oltre alle sofferenze si cancella anche la vita e la prospettiva di un futuro migliore
Si, è vero, hai ragione, ma è quello che ho detto io. Non ho detto "suicidarsi è coraggioso" o per lo meno non intendevo questo... ho detto "bisogna avere coraggio per suicidarsi"... è un po' come la differenza che ci può essere in queste due frasi:
- guidare l'auto è per coraggiosi
- per guidare l'auto bisogna avere il coraggio di farlo

La differenza è sottile ma nella prima frase sto affermando che chi guida l'auto è un temerario, tutti sappiamo che questo è falso. Persone normalissime guidano l'auto. Nella seconda frase sto dicendo che serve una quantità di coraggio che non tutti hanno per guidare l'auto, e questo è vero... diverse persone si sentono intimorite dalla guida o dalle possibili conseguenze e scelgono di non guidare (pur potendolo fare).

Allo stesso modo, io non ho detto "chi si suicida è un temerario", ho solo detto "per suicidarsi ci vuole una grossa quantità di coraggio perché è un gesto che va contro la nostra stessa vita".
Può succedere che queste due cose corrispondano... per esempio, uno potrebbe buttarsi in un fiume per salvare la vita di un bambino che sta annegando pur non sapendo nuotare e immaginando quindi che finirà male... ma non è detto che coincidano sempre.

Io vedo il suicidio come una scelta individuale, né vigliacca né coraggiosa. Solo una scelta. Una scelta per lo più evitabile, ma non evitabile a priori in ogni caso.

Quote:
Originariamente inviata da Serotonino78
su questo non posso darti torto, nessuno decide di essere messo al mondo, ma tieni presente che chi non vuole partecipare alla guerra non proverà mai la gioia della vittoria, io continuo a considerare il suicidio una sconfitta personale.
Forse lo è. Ma resta una scelta dell'individuo. Come ti dicevo, capisco benissimo il voler aiutare qualcuno, specie se questo qualcuno ha un legame di qualche tipo con noi. Io stesso se vedo una persona che sta male cerco di aiutarla, non mi sognerei neanche lontanamente di invitarla ad uccidersi e se vedessi una persona che cerca di ammazzarsi proverei a dissuaderla, se posso proverei a darle ragioni per vivere. Ma non cercherei di interferire con la sua scelta. Potrei fare una cosa simile (e in passato l'ho fatta, chiedendo anche scusa poi in un momento di maggiore calma) se questa persona fosse qualcuno di cui mi importa "troppo", per esempio qualcuno che amo. Ma capisci che lo farei più per mio vantaggio che per suo. Perdere una persona che si ama è una cosa orrenda, capisco bene che si cerchi di impedirne la morte... ma razionalmente parlando è un errore se è fatto contro la volontà dell'individuo stesso. Ed è un errore anche più grande farlo e poi "fregarsene" della persona in questione. Se decidi di impedire ad una persona di suicidarsi, impedendole di fatto di seguire il suo volere, allora poi è tuo obbligo morale occupartene nel tentativo di eliminare, con il suo consenso, le cause che l'hanno portata a questa scelta.

Quindi vedi, se intervieni, violando così il volere di questa persona, sei "scusato" se lo fai in un momento di paura estrema, o persino se prima vuoi avere una chances per cambiare la vita di questa persona (ma sempre con il suo successivo consenso, mai "di forza"). Però, se anche così questa persona, dopo averti dato la tua chance, dopo averti dato ascolto, continua a soffrire, allora è razionalmente oltre che umanamente giusto rispettare la sua scelta, anche se questo ci fa male.

Quote:
Originariamente inviata da Serotonino78
e chi ti dice che io non ne abbia esperienza, in me per più di 5 mesi di inferno passato nella depressione più profonda convivevano queste due forze antagoniste, la vita e la morte, ma io ho deciso di combattere, mi sono curato e sono andato avanti, il pensiero della morte mi ha solo sfiorato, nonostante fossi ridotto male quindi capisco benissimo ciò che si prova, ma non per questo si deve giustificare il suicidio
Non ho detto infatti che tu non ne abbia avuto esperienza.
Ma ti ripeto, non c'è nulla da giustificare nel suicidio, così come non c'è nulla da condannare. È una scelta, niente di più e niente di meno.
13-02-2008 11:54
ilfede Discorso antico come il mondo............. sopratutto per gli esseri umani e il loro bel cervelletto compreso di io/anima/caxxate varie........

Secondo me chi lo fa ha una forza oppure una pazzia molto alta.......... anche io per tanto ci ho pensato ma mai lo avrei fatto....... parlo parlo parlo ma poi appena ho mal di testa mi prendo 2 pasticche perchè odio il dolore fisico...

Personalmente io da una vita credo che oguno è libero di fare quello che vuole della sua vita........e se la gente si facesse a volte + gli affari loro tutto sarebbe + facile.......... ma leggendo quel pezzo ho avvertito anche un disagio non solo causato dall'ambiente ma anche personale..........

Mi ricorderò sempre quella ragazza di roma che si è buttata dalla finestra nonostante fosse amata,studentessa modello,bella sul serio in tutto......eppure la madre disse una cosa che mi ha sconvolto" mia figlia era così sensibile,leggeva molto,era così attenta a tutto, la troppa intelligenza non gli faceva accettare questa vita"

La sensibilità in questo atto è tutto...............pensando ai tanti scrittori,pittori,artisti che lo hanno fatto.....
13-02-2008 03:04
Serotonino78
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Originariamente inviata da chitto
Se c'è una cosa che da davvero fastidio ad uno che sta valutando l'opzione del suicidio è proprio la continua ipocrisia sull'argomento, il continuo volerlo nascondere, il continuo voler parlare d'altro o addirittura la sua totale distorsione, così comune in psicologia. Non c'è niente di peggio che sentirsi dire che i propri sentimenti sono "sbagliati"... il sentirselo dire può, in realtà, far sentire ancora più solo, abbandonato ed incompreso chi li prova.
ma non è che sono sbagliati i sentimenti di chi vuole suicidarsi, bensi i pensieri, e sono quelli che bisogna contrastare in tutti i modi, e poi sarebbe il colmo se la psicologia appoggiasse gli aspiranti suicidi dicendo loro che è un gesto da tenere in considerazione in caso di bisogno

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il sentirselo dire può, in realtà, far sentire ancora più solo, abbandonato ed incompreso chi li prova.
e quindi per farlo sentire meno solo cosa fai gli dici: vai, vatti a buttare sotto un ponte che risolvi i problemi!!???..
secondo me la soluzione più logica è cercare di modificare i pensieri di chi tenta il suicidio senza per questo condannarlo, o biasimarlo per il suo desiderio di morte, comprenderlo si ma giustificarlo no nella maniera più assoluta


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Leggi le sue parole, noterai che quello che voleva lei era solo essere capita. Voleva solo poter vivere in pace senza essere giudicata. Come dice lei, chi si suicida NON vuole morire, vuole vivere una vita piena... ma non potendolo fare, si uccide.
desiderare di essere capiti e vivere senza essere giudicati, è naturale, è condivisibile, ma se tutti quelli che non riescono a vivere una vita in pieno la pensassero a questo modo ci sarebbero suicidi di massa, con questo , ripeto io non condanno chi vuole togliersi la vita ma il suicidio in se

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Il suicidio, al contrario delle sciocchezze che si legge in giro, è un gesto coraggioso. C'è bisogno di una quantità immensa di coraggio per farlo, nessuno vuole morire, nemmeno uno che valuta il suicidio. L'istinto alla sopravvivenza è sempre lì... che ti tira indietro. Chi tenta il suicidio lo fa perché è messo con le spalle al muro, in genere è la società a farlo, ma può essere un famigliare (come nel caso citato), può essere un profondo amore non corrisposto, può essere una condizione di grande sofferenza (fisica o psicologica). Arriva un punto in cui vivere non è più qualcosa di felice, qualcosa di bello... ma è solo una violenza.
io il suicidio preferisco associarlo alla disperazione più che al coraggio, non ha senso parlare di coraggio in questi casi, è solo un gesto estremo per cancellare le sofferenze, solo che in questo modo oltre alle sofferenze si cancella anche la vita e la prospettiva di un futuro migliore

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Si può essere sconfitti solo quando si è in guerra. Ma essere in guerra significa aver in qualche modo accettato di farne parte.
La vita non è, o meglio, non dovrebbe essere una guerra. Alcuni semplicemente si rifiutano di farne parte, del resto... nessuno decide di essere messo al mondo, non credi?
su questo non posso darti torto, nessuno decide di essere messo al mondo, ma tieni presente che chi non vuole partecipare alla guerra non proverà mai la gioia della vittoria, io continuo a considerare il suicidio una sconfitta personale.

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Senti una vera e propria lotta dentro il tuo cervello fra la parte che vuole vivere e la parte che NON vuole morire, ma vuole invece smettere di soffrire. Per capire ciò che si prova... non penso ci sia altro modo che provarlo sulla propria pelle. È una sensazione troppo forte, di cui o hai esperienza oppure semplicemente non puoi fare altro che vedere da molto, molto lontano... e in genere mal-interpretare.
e chi ti dice che io non ne abbia esperienza, in me per più di 5 mesi di inferno passato nella depressione più profonda convivevano queste due forze antagoniste, la vita e la morte, ma io ho deciso di combattere, mi sono curato e sono andato avanti, il pensiero della morte mi ha solo sfiorato, nonostante fossi ridotto male quindi capisco benissimo ciò che si prova, ma non per questo si deve giustificare il suicidio
12-02-2008 21:39
valmor Molto interessante e pieno di spunti di riflessione sul tema del suicidio questo testo di Maria Vittoria Morokovski . :wink:

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Originariamente inviata da Chitto
Odiai tutti coloro che pontificarono sul suicidio definendo, psichicamente labili, coloro che lo mettevano in atto e tutti coloro che parlarono di depressione.

Colui che vuole suicidarsi ama la vita molto più di loro, non sopporta una mezza vita, calpestata, sminuita, violentata.
Premessa: sospetto che in alcuni casi sia vero che il gesto del suicidio non è eseguito dopo una attenta valutazione e premeditazione, ma in un momento di impulsività.

Ma nel caso di questa donna penso si possa dire che è una decisione ponderata che deriva da insoddisfazione per una mezza vita piena solamente di sofferenza, che non è riuscita nè riesce a migliorare, che ormai si è trascinata anche molto a lungo e che probabilmente continuerà ad essere così negli anni a venire.

Si chiede giustamente se vale veramente la pena soprav-vivere, specialmente se non ci sono nuove prospettive all'orizzonte nè si riesce a crearle, vedendo anche l'età che avanza, vivere per soffrire ha davvero qualche senso?

Forse no, per questo le riflessioni di questa donna le trovo molto serie.


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Originariamente inviata da Chtto
Vuole o tutto o niente, certo che il niente sia liberatorio e senz’altro preferibile al presente e, soprattutto al futuro che lo attende.
Su questo non concordo, non credo che chi medita o esegue seriamente un suicidio voglia tutto o niente, magari si accontenterebbe di qualcosa, un pò di amore, persone che lo capiscano, un pò di luce anche per lui/lei.

Che il niente possa essere liberatorio rispetto al presente e al futuro che ci attende - anche se non possiamo saperlo di preciso, ma dopo anni e anni della stessa routine, vedi questa donna, si può prevedere un pò - mi sembra chiaro, almeno per noi illuministi.

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Originariamente inviata da Chitto
Il voler morire è un’affermazione estrema del desiderio di vivere una vita soddisfacente e gratificante.
Più che gratificante, ripeto, io direi che sia "anche un pò felice", non solo sofferenza.

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Originariamente inviata da Chitto
Vorrebbe essere amato da coloro che ama, compreso da coloro che ha cercato di comprendere, si arrende all’evidenza e capisce che bolleranno la sua morte come un atto inconsulto dovuto ad un attimo di debolezza.

La più grande assurdità che affermano a tutte le latitudini, suicidarsi non è facile e non potrebbe mai metterlo in atto un debole; è un po’ come uccidere, si deve oltrepassare una barriera, chi ha ucciso può suicidarsi con facilità, ma chi ha rispettato la vita, persino quella degli insetti, per lui suicidarsi è difficilissimo, non sa come si fa ed ha paura del dolore fisico.
Vero, suicidarsi per me è tutto meno che facile, un gesto coraggioso, annullare la propria vita combattendo contro l'istinto primordiale di conservazione, affrontare il salto nel nulla, prendere una decisione che più permanente non si può. Trovo che sia giusto che chi lo premedita per tanto tempo e vive una vita per lui/lei così triste da voler staccare la spina voglia che gli altri riconoscano la fondatezza e il peso della sua decisione.

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Originariamente inviata da Chitto
Colui che è pronto a morire in qualsiasi momento è uno che ha la coscienza tranquilla e non teme il giudizio di Dio, non sa se Dio esiste, qualora esistesse, non gli farebbe paura, anzi, vorrebbe fare con Lui una bella chiacchierata.
Si, concordo.

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Originariamente inviata da Chitto
Non so come concluderò la mia avventura terrena, ma vi prego, non dite più che la gente che si toglie la vita lo fa perché depressa, in un momento di debolezza o altre scemenze del genere.
Difatti rispetto pienamente le ragioni di chi, a fronte di una vita di sofferenza mentale o fisica o molto triste decide coscientemente di farla finita.

Certo, agli aspiranti suicidi giovani consiglio a priori di mettere da parte l'idea, dato che bene o male c'è ancora tanto tempo davanti, si possono provare molte cose; certo, se tra vent'anni non vedrò cambiamenti affronterò la questione con occhi diversi, ma non è ancora tempo.

Inoltre, come te Chitto, sono favorevole all'eutanasia, prima di tutto per i malati terminali, ma anche per i casi di malattie mentali che non si riescono a curare e che comunque non permettono di vivere una vita anche lontanamente decente.

Dopotutto la vita è propria ed è giusto che ognuno, nel rispetto degli altri, ne faccia ciò che vuole, e in caso sia libero di decidere di non viverla più, senza essere giudicato/a.
12-02-2008 21:22
calipero oggi uno/a si è buttato sotto la metrò, ha bloccato circa 4 fermate
un sacco di gente a piedi che doveva andare a lavorare, tram in superficie strapieni, odio e disprezzo da parte di tutti verso questa persona sconosciuta
questo è il modo peggiore x andarsene, lo avevo già scritto

cmq non lo so chit
e tra l'altro volevo fare anche io un post sulla morte, quindi non anticipo la discussione, però bò, dipende dalla situazione, non si può dire a priori che è più coraggioso vivere o morire
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