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Discussione: "amare" il proprio "nemico" Rispondi alla discussione
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16-12-2012 01:21
Manuela.tr
Re: "amare" il proprio "nemico"

Quote:
Originariamente inviata da lizbon Visualizza il messaggio
io non mi sono mai trovata in una situazione del genere ma al tuo posto non penso che riuscirei ad amare uno che appena mi giro mi fa le scarpe approfittando di un mio momento di malessere e profondo disagio.
Se poi mi avesse causato problemi starei sempre all'erta.
Detto ciò sarei molto felice che qualcuno a cui sono indifferente cambiasse opinione su di me e cominciasse a provare per me apprezzamento e stima tanto da ritenermi una persona indispensabile. Deve essere una bella sensazione che putroppo non ho mai provato anche se ci ho sperato a volte, ma non è facile che capiti.
Non credo infatti ci sia alcuna razionalita'in quello che provo. Pero'neanche la forza di fidarmi e affidarmi completamente.
Prima di questo episodio non c'era una reale indifferenza tra noi.
Piuttosto un rapporto normale, formale per certi versi ma in qualche occasione più profondo, sincero. Lavoro in una piccola realta'dove sarebbe impossibile sottrarsi allo scambio personale e di lavoro con i colleghi.
Ho voluto aprire questo thread perche'e'la prima volta che mi accade di rivedere in modo cosi'deciso la mia opinione negativa su una persona.
E'un problema di comunicazione? Di apertura verso gli altri? E'un voler limitarsi al proprio punto di vista? Non so.
15-12-2012 21:50
OutOfOrder
Re: "amare" il proprio "nemico"

Di solito sono una persona che schifa col cuore chi mi ha fatto torti
Difficilmente dò seconde possibilità.
15-12-2012 21:38
Inosservato
Re: "amare" il proprio "nemico"

Quote:
Originariamente inviata da Manuela.tr Visualizza il messaggio
Forse ho usato termini impropri (amore e nemico) per definire l'argomento del thread che ora passero'ad esporre sperando di non suscitare disapprovazione (mi riferisco ad alcuni luoghi "comuni"in uso qui rivolti essenzialmente alle donne).
Mi sta accadendo qualcosa di strano e se scavo nel passato ne ravviso le origini non alla stato attuale.
Circa un anno fa un collega, con il quale avevo sempre avuto rapporti "normali" ma non di approfondita conoscenza ne'amicizia e verso cui non avevo mai nutrito sentimenti di amore e/o attrazione, "approfittando" di un mio momento di difficolta'legato ai miei disturbi di ansia (che mi porto'ad assentarmi dal lavoro per un certo periodo), prese il mio ruolo, le attivita'che portavo avanti senza poi restituirmeli al momento del ritorno. Dopo un lungo anno di chiarimenti accesi che mi hanno abbastanza provata siamo riusciti a definirci, capirci, aprirci e confrontarci reciprocamente.
Questo scambio duro ma molto profondo e sincero, ci ha portati prima inconsciamente ed ora consapevolmente a rivedere le opinioni sull'altro, ad accoglierlo come non nemico e a considerarlo un supporto valido e soprattutto indispensabile. Il lavoro e'ora di squadra e se egli non ci fosse, se io non ci fossi, se ci fosse l'uno ma non l'altra e viceversa, qualcosa, tanto, mancherebbe anche a livello personale.
Vi siete mai trovati protagonisti di una situazione simile?
E'la prima volta per me. Provo dei sentimenti per una persona che fino a ieri, consideravo il mio nemico e l'artefice dei miei problemi al lavoro.
sì, mi sforzo sempre di fare così, non ci si riesce sempre (quando uno è str... è str... c'è poco da fare) ma in genere è la tattica migliore per stare bene in società...
in più sforzarsi di venire incontro a chi non ci piace secondo me è anche formativo a livello caratteriale, ci si mette in discussione e si cresce come persone
15-12-2012 21:15
Tribe
Re: "amare" il proprio "nemico"

Mai nella vita, se mi fai del male hai finito. Punto.
15-12-2012 20:16
lizbon
Re: "amare" il proprio "nemico"

io non mi sono mai trovata in una situazione del genere ma al tuo posto non penso che riuscirei ad amare uno che appena mi giro mi fa le scarpe approfittando di un mio momento di malessere e profondo disagio.
Se poi mi avesse causato problemi starei sempre all'erta.
Detto ciò sarei molto felice che qualcuno a cui sono indifferente cambiasse opinione su di me e cominciasse a provare per me apprezzamento e stima tanto da ritenermi una persona indispensabile. Deve essere una bella sensazione che putroppo non ho mai provato anche se ci ho sperato a volte, ma non è facile che capiti.
15-12-2012 20:00
Halastor
Re: "amare" il proprio "nemico"

Ah beh si... ma in realtà "nemico" per me infatti è una parola grossa.. cioè io sono molto pacifico.. non è che considero uno nemico solo per qualche screzio o litigio così.. deve avermi fatto proprio qualcosa di grave.. altrimenti ricade sempre nella neutralità.... nel tuo caso avete fatto bene a chiarirvi.
15-12-2012 19:58
Manuela.tr
Re: "amare" il proprio "nemico"

Quote:
Originariamente inviata da Lino_57 Visualizza il messaggio
Sindrome di Stoccolma?
A parte gli scherzi, mi chiedo come sarebbe andata a finire se al posto di un collega avessi avuto una collega. Al tuo ritorno te la saresti mangiata viva?
Però in effetti è strano un lavoro in cui 2 dipendenti possono decidere mansioni e funzioni discutendo liberamente tra loro...
Si lo so che sembra strano. E'cosi'. Non abbiamo un vero e proprio datore di lavoro in senso stretto. L'associazione e'diretta da un insieme di persone pur essendoci un presidente. Inoltre lo spirito di iniziativa, le idee, il supporto volontario sono accolti e favoriti nella maggior parte delle occasioni.
15-12-2012 19:54
Manuela.tr
Re: "amare" il proprio "nemico"

Capisco la posizione netta halastor ma nel caso specifico si tratta di due persone che non comunicavano o non riuscivano a comprendersi.
Il fatto di considerarlo nemico era una mia impressione quando non avevo avuto ancora l'opportunita'di confrontarmi, ascoltarlo, essere a mia volta ascoltata. A distanza di un anno non saprei dire con certezza se il suo sia stato un comportamento scorretto. Per alcuni aspetti credo di si. Per altri ho fatto un passo indietro. Per egii, più o meno lo stesso. Mi vedeva come la persona che avrebbe potuto portargli via, una volta tornata, tutto quello che si era costruito al lavoro con fatica, impegno...
15-12-2012 19:48
Lino_57
Re: "amare" il proprio "nemico"

Sindrome di Stoccolma?
A parte gli scherzi, mi chiedo come sarebbe andata a finire se al posto di un collega avessi avuto una collega. Al tuo ritorno te la saresti mangiata viva?
Però in effetti è strano un lavoro in cui 2 dipendenti possono decidere mansioni e funzioni discutendo liberamente tra loro...
15-12-2012 19:38
Halastor
Re: "amare" il proprio "nemico"

Per me è sempre possibile che un nemico diventi amico, ma per farlo non servono chiarimenti anche perchè non sono possibili. Per me la persona nemica deve cominciare a fare azioni di forza e direzione uguale e contraria a quelle che l'hanno portato a farsi considerare nemica.. e durature per tutto il tempo che è stata nemica.. dopodichè così facendo diventerà prima neutrale e cioè di lui non me ne fregherà una cèppa.. non sarà più un nemico da attaccare direttamente ed attivamente ma nemmeno un amico. Arrivato a quello stadio di "neutrale", potrebbe persino ambire a diventare amico continuando a fare azioni positive. Quindi per me non esiste nè il chiarimento nè il perdono così dall'oggi al domani.. la strada per smettere di essere nemici è lunga e bisogna che ci sia stato proprio un cambiamento nella persona in questione.. viceversa difficilmente la intraprenderebbe. E' un lungo processo per riacquistare reputazione... io non mi fido dei nemici e non scendo a nessun tavolo di discussione con loro... per poterci parlare devono prima tornare neutrali.
15-12-2012 19:22
Manuela.tr
"amare" il proprio "nemico"

Forse ho usato termini impropri (amore e nemico) per definire l'argomento del thread che ora passero'ad esporre sperando di non suscitare disapprovazione (mi riferisco ad alcuni luoghi "comuni"in uso qui rivolti essenzialmente alle donne).
Mi sta accadendo qualcosa di strano e se scavo nel passato ne ravviso le origini non alla stato attuale.
Circa un anno fa un collega, con il quale avevo sempre avuto rapporti "normali" ma non di approfondita conoscenza ne'amicizia e verso cui non avevo mai nutrito sentimenti di amore e/o attrazione, "approfittando" di un mio momento di difficolta'legato ai miei disturbi di ansia (che mi porto'ad assentarmi dal lavoro per un certo periodo), prese il mio ruolo, le attivita'che portavo avanti senza poi restituirmeli al momento del ritorno. Dopo un lungo anno di chiarimenti accesi che mi hanno abbastanza provata siamo riusciti a definirci, capirci, aprirci e confrontarci reciprocamente.
Questo scambio duro ma molto profondo e sincero, ci ha portati prima inconsciamente ed ora consapevolmente a rivedere le opinioni sull'altro, ad accoglierlo come non nemico e a considerarlo un supporto valido e soprattutto indispensabile. Il lavoro e'ora di squadra e se egli non ci fosse, se io non ci fossi, se ci fosse l'uno ma non l'altra e viceversa, qualcosa, tanto, mancherebbe anche a livello personale.
Vi siete mai trovati protagonisti di una situazione simile?
E'la prima volta per me. Provo dei sentimenti per una persona che fino a ieri, consideravo il mio nemico e l'artefice dei miei problemi al lavoro.



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