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Discussione: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza Rispondi alla discussione
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20-02-2013 11:11
Marco Russo
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Quote:
Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Ieri, in ufficio, sono andato a far firmare un documento ad uno dei miei capi, che avrei dovuto consegnare ad una ragazza che m'aspettava nella mia stanza, sulla via del ritorno ho sentito una collega dire una cosa a cui volevo rispondere con una battuta, ma mi sono detto che non era giusto far aspettare la ragazza per cazzeggiare con una collega, così ho lasciato perdere. La domanda è: ho evitato o sono stato semplicemente coscienzioso?

N.B.— Ai miei occhi, la ragazza e la collega erano di bellezza equivalente, quindi non ditemi che ho ragionato col c***o
secondo me hai evitato. Avresti davvero compromesso la tua mission aziendale per pochi secondi di chiacchera?
Ricordo ancora con rammarico quando evitai di prendere l'ascensore assieme a una bellissima collega di cui ero fortemente attratto.
All'epoca evitavo gli ascensori per fare attività fisica, cosí quando mi trovai con lei vicino tentennai, pensai se prendere o meno l'ascensore con lei. Poi optai per le scale. Mi giustificai pensando che comunque mi ero imposto di non prendere l'ascensore salvo in casi di impossibilità, ad esempio per carichi troppo pesanti, ma cazzo potevo avere un po' di flessibilità? lei era una ragazza davvero carina, l'unica dark oltre a me, modella alternativa, ero al tempo stesso attratto dal suo senso estetico simile al mio e da potenziali affinitá musicali, e intimorito dall'aspetto decisamente sopra la media, una ragazza che ritenevo di non poter meritare. Ma cazzo, un po' di chiacchera mica significa che te la porti a letto! Ci sono arrivato dopo....
La mia regola è che se ci ripensi anche dopo un po' di giorni allora è stato evitamento.
20-02-2013 09:37
barclay
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Ieri, in ufficio, sono andato a far firmare un documento ad uno dei miei capi, che avrei dovuto consegnare ad una ragazza che m'aspettava nella mia stanza, sulla via del ritorno ho sentito una collega dire una cosa a cui volevo rispondere con una battuta, ma mi sono detto che non era giusto far aspettare la ragazza per cazzeggiare con una collega, così ho lasciato perdere. La domanda è: ho evitato o sono stato semplicemente coscienzioso?

N.B.— Ai miei occhi, la ragazza e la collega erano di bellezza equivalente, quindi non ditemi che ho ragionato col c***o
11-01-2013 23:06
crome
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

io odio chi bidona poche ore prima di un appuntamento..
io stessa se dico che ci sono ci sono..
ugualmente però non voglio che mi si vincoli..se dico che ho da fare e non sono sicura di esserci non voglio che le persone mi inizino a rompere per costringermi ad uscire...io per prima se una persona mi dice che non è sicura mi organizzo diversamente ma di sicuro non inizio a assillarla..
io poi non amo perder tempo se voglio conoscere nuovi amici voglio anche frequentarli..se chiedo una volta e non può la persona e non mi chiede di vederci un altro giorno per me il discorso è chiuso..non mi metto a pregare nessuno perché voglio che vi sia reciprocità nel rapporto..
va bene l'impegno ma poi chiedimi di vederci la settimana dopo non è che poi tocca di nuovo a me chiederti di vederci perché mi stufo....
se non ti sto simpatica e non vuoi uscire più con me o hai di meglio da fare dillo(sempre in modo gentile) che sparisco dalla vita della persona e nemmeno mi offendo (ovvio se poi ricompare trova la porta chiusa)
26-11-2012 12:23
RagazzoSolo
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
Scusate il titolo cretino, ce l'ho in mente da giorni e non riesco a levarmelo dalla testa... così come il canovaccio di questo post.

Che è che mi sono reso conto che la mia propensione ad evitare in qualche modo è stata incoraggiata/incentivata/inasprita/incancrenita/ecc. da comportamenti evitanti di altri.
Quando ho trovato il coraggio per chiedere a qualcuno/a di uscire a fare qualche attività, mi sono spesso scontrato con un muro di gomma, esperendo il trauma del rifiuto. Bidoni, negazioni, proposte inconcludenti senza una data, sapete i classici "sì, uno di questi ci vediamo!", ecc.

Perché io ad un certo punto inizierò ad evitare, a bidonare, a tenermi sul vago per le proposte di uscita: per paura di esperire ulteriormente il trauma del rifiuto. E così la persona che fa riferimento a me a sua volta esperisce il trauma del rifiuto.
E' un virus memetico!


Voi che ne pensate?
Secondo me è il rimanere irritato da un'attegiamento simile,che porta ad una sorta di vendetta inconscia,che per esorcizzare il "trauma" porta a fare ad altri la stessa cosa che hai subito.
21-11-2012 14:52
Tribe
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Un mio amico (neo fidanzato) mi ha invitato a uscire sabato pomeriggio, ci sarebbe anche una amica della di lui lei. Ho declinato.
19-09-2012 13:05
Tribe
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
Scusate il titolo cretino, ce l'ho in mente da giorni e non riesco a levarmelo dalla testa... così come il canovaccio di questo post.

Che è che mi sono reso conto che la mia propensione ad evitare in qualche modo è stata incoraggiata/incentivata/inasprita/incancrenita/ecc. da comportamenti evitanti di altri.
Quando ho trovato il coraggio per chiedere a qualcuno/a di uscire a fare qualche attività, mi sono spesso scontrato con un muro di gomma, esperendo il trauma del rifiuto. Bidoni, negazioni, proposte inconcludenti senza una data, sapete i classici "sì, uno di questi ci vediamo!", ecc.
Sto reinterpretando in chiave critica questi comportamenti e mi viene da pensare che siano comportamenti da evitanti. Il ché non significa ovviamente che siamo invasi dagli evitanti e ci stanno assimilando! Ma che le dinamiche dell'evitamento, in chiave meno patologica, sono estremamente diffuse.
E contagiose.
Perché io ad un certo punto inizierò ad evitare, a bidonare, a tenermi sul vago per le proposte di uscita: per paura di esperire ulteriormente il trauma del rifiuto. E così la persona che fa riferimento a me a sua volta esperisce il trauma del rifiuto.
E' un virus memetico!

Da questo poi sono arrivato a pensare quanto TUTTE le persone fuori di Milano che hanno avuto a che fare con i milanesi si sono lamentati del carattere del meneghino medio.
Perciò sono arrivato alla conclusione che l'evitanza sia una malattia contagiosa e pandemica nel territorio del milanese.

Voi che ne pensate?
Sono di Milano e quoto in pieno, un classico è "mi faccio sentire io", sopratutto se si tratta di soldi... campa cavallo, non c'entra con l' evitanza, era per buttarla un pò sul ridere.
19-09-2012 12:58
chrissolo
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
Scusate il titolo cretino, ce l'ho in mente da giorni e non riesco a levarmelo dalla testa... così come il canovaccio di questo post.

Che è che mi sono reso conto che la mia propensione ad evitare in qualche modo è stata incoraggiata/incentivata/inasprita/incancrenita/ecc. da comportamenti evitanti di altri.
Quando ho trovato il coraggio per chiedere a qualcuno/a di uscire a fare qualche attività, mi sono spesso scontrato con un muro di gomma, esperendo il trauma del rifiuto. Bidoni, negazioni, proposte inconcludenti senza una data, sapete i classici "sì, uno di questi ci vediamo!", ecc.
Sto reinterpretando in chiave critica questi comportamenti e mi viene da pensare che siano comportamenti da evitanti. Il ché non significa ovviamente che siamo invasi dagli evitanti e ci stanno assimilando! Ma che le dinamiche dell'evitamento, in chiave meno patologica, sono estremamente diffuse.
E contagiose.
Perché io ad un certo punto inizierò ad evitare, a bidonare, a tenermi sul vago per le proposte di uscita: per paura di esperire ulteriormente il trauma del rifiuto. E così la persona che fa riferimento a me a sua volta esperisce il trauma del rifiuto.
E' un virus memetico!

Da questo poi sono arrivato a pensare quanto TUTTE le persone fuori di Milano che hanno avuto a che fare con i milanesi si sono lamentati del carattere del meneghino medio.
Perciò sono arrivato alla conclusione che l'evitanza sia una malattia contagiosa e pandemica nel territorio del milanese.

Voi che ne pensate?
Credo che - come han scritto altri - non tutti danno le "sòle" per problemi di evitanza (spesso è semplice superficialità, disinteresse) e che comunque è vero: si inizia ad evitare perché si viene troppo spesso evitati. E' così che si innesta quel terrificante circolo vizioso che, se non riesci a spezzare in qualche modo, porta alla morte (sociale prima).

E' molto vero quel che hai scritto: infatti anche se preso dalla totale disperazione ti sforzi e vai contro la tua natura e ti costringi ad invitare/proporre qualcosa poi ti scontri solo contro un dannato muro di gomma.. che peggiora a mano a mano che l'età anagrafica aumenta.
19-09-2012 10:45
Marco Russo
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Quote:
Originariamente inviata da Inosservato Visualizza il messaggio
ahahah ma che dici...io sono di Milano eppure...ah no

a sto punto dici che è un virus?

sarà per questo che siamo una razza superiore

vabbè ma allora come si spiega Enrico Ruggeri? I suoi occhiali da estroverso hanno fatto epoca negli anni 80 eppure lui è di Milano
enrico ruggeri era cecato come una talpa da quanto era miope, da cui gli occhiali, che ovviamente ha usato anche come complemento di stile.
Da quando s'è sottoposto alla cheratotomia radiale (antesignana del lasik) non ne ha piú bisogno.
Btw anche gli estró possono essere evitanti o avere tratti evitanti (due cose diverse).
19-09-2012 10:25
DEP81
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Quote:
Originariamente inviata da Inosservato Visualizza il messaggio

a sto punto dici che è un virus?
magari ... basterebbe solo un vaccino
19-09-2012 10:24
Pietro
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

quanto mi stanno antipatici i milanesi..così a occhio
l'evitanza è anche un mio problema
19-09-2012 10:22
DEP81
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Quote:
Originariamente inviata da chopin6630k Visualizza il messaggio
Bè, non sono propriamente d'accordo, in quanto considerare a livello, seppur minore, patologico l'evitamento trovo sia una cosa eccessiva.
il confine tra patologico e non va collocato in base a quanto questo disturbo influisce sulla tua vita quotidiana. Sono un DEP e ti assicuro che mi limita molto !
12-09-2012 08:29
Inosservato
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio

Da questo poi sono arrivato a pensare quanto TUTTE le persone fuori di Milano che hanno avuto a che fare con i milanesi si sono lamentati del carattere del meneghino medio.
Perciò sono arrivato alla conclusione che l'evitanza sia una malattia contagiosa e pandemica nel territorio del milanese.

Voi che ne pensate?
ahahah ma che dici...io sono di Milano eppure...ah no

a sto punto dici che è un virus?

sarà per questo che siamo una razza superiore

vabbè ma allora come si spiega Enrico Ruggeri? I suoi occhiali da estroverso hanno fatto epoca negli anni 80 eppure lui è di Milano
12-09-2012 02:55
lizbon
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio

Che è che mi sono reso conto che la mia propensione ad evitare in qualche modo è stata incoraggiata/incentivata/inasprita/incancrenita/ecc. da comportamenti evitanti di altri.
Quando ho trovato il coraggio per chiedere a qualcuno/a di uscire a fare qualche attività, mi sono spesso scontrato con un muro di gomma, esperendo il trauma del rifiuto. Bidoni, negazioni, proposte inconcludenti senza una data, sapete i classici "sì, uno di questi ci vediamo!", ecc.
Sto reinterpretando in chiave critica questi comportamenti e mi viene da pensare che siano comportamenti da evitanti. Il ché non significa ovviamente che siamo invasi dagli evitanti e ci stanno assimilando! Ma che le dinamiche dell'evitamento, in chiave meno patologica, sono estremamente diffuse.
E contagiose.
io non penso che questi rifiuti siano sempre da assimilare a comportamenti evitanti, non intesi nel senso di disturbo evitante di personalità, magari sono dovuti a tutt'altro.
Quote:
Perché io ad un certo punto inizierò ad evitare, a bidonare, a tenermi sul vago per le proposte di uscita: per paura di esperire ulteriormente il trauma del rifiuto. E così la persona che fa riferimento a me a sua volta esperisce il trauma del rifiuto.
E' un virus memetico!
anche a me è capitato per un lungo periodo di tempo in seguito a una serie di rifiuti di smettere totalmente di fare inviti o proposte, ora qualche volta lo faccio ma diciamo che mi limito a un numero molto limitato di proposte esaurite le quali dico stop se non trovano alcun riscontro positivo. Mi dispiace per quelli che a loro volta potrebbero essere traumatizzati dai miei rifiuti tuttavia non posso farmene una colpa, come non se ne devono fare una colpa quelli da cui ho ricevuto rifiuti io.
12-09-2012 00:13
Rasko
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Sì, è capitato anche a me, dopo diverse proposte respinte, di rinunciare a farne per timore di ricevere un rifiuto che però non era legato ad un atteggiamento evitante dell'altro bensì al suo avere altro di meglio (secondo lui) da fare. Quindi in questo caso non è una questione di trasmissione del virus. Comunque idea arguta.



Quote:
Originariamente inviata da Altamekz Visualizza il messaggio
Penso che ho imparato un nuovo verbo... esperire
no quello già lo conoscevo, mi mancava "memetico" però xd
11-09-2012 23:28
liuk76
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
Scusate il titolo cretino, ce l'ho in mente da giorni e non riesco a levarmelo dalla testa... così come il canovaccio di questo post.
Tu pensa invece com'è strano il mondo...
Io lo trovo intelligente ed interessante, così come buona parte dei tuoi post.
Ok, basta con i complimenti

Quote:
Sto reinterpretando in chiave critica questi comportamenti e mi viene da pensare che siano comportamenti da evitanti.
Io penso, banalmente, che le persone mettano in primo piano loro medesimi e trovo che sia un atteggiamento assolutamente normale e non negativo.
Un po' di egoismo lo preferisco ad un totale altruismo ed inoltre penso che con l'avanzare dell'età si tenda a concentrare il quotidiano su sé stessi, insieme ad un'altra persona, e a ridurre le frequentazioni amicali.

Io stesso sono così in alcune proposte d'uscita e tendo ad essere un lupo solitario, come ho sempre dichiarato.

Non si tratta di evitare il prossimo ma di subordinare la sua frequentazione a quanto mi può dare di spirituale e di materiale ed eventuali defezioni a stati umorali incompatibili con l'interazione, a cali di voglia oppure ad eventi non previsti che hanno per me maggiore importanza e priorità.

Quote:
Perché io ad un certo punto inizierò ad evitare, a bidonare, a tenermi sul vago per le proposte di uscita: per paura di esperire ulteriormente il trauma del rifiuto.
Secondo me non si può avere l'aspettativa che il prossimo non debba mai rifiutare la nostra compagnia perché è irreale così come non significa che il rifiuto è mancanza di considerazione per il prossimo.

A me onestamente non piace essere troppo vincolato alla volontà altrui o forzarmi a far qualcosa che non m'attira o che, per circostanze varie, perde d'interesse.
Tendo ad essere discontinuo nelle frequentazioni, alternare momenti di forte assiduità a momenti di latitanza ma, di fondo, se una persona la ritengo importante nella mia vita, ci sono (con le mie modalità).
Per questo motivo vivo la frequentazione con amici o conoscenti "senza impegno" e non vincolo mai eccessivamente le persone.
Trovo normale disdire un appuntamento anche 1 ora prima così come trovo altrettanto normale accettare un invito in 2 minuti con inizio 10 minuti dopo.

Un esempio nel primo caso è stato proprio con un utente del forum: ho disdetto poche ore prima una serata perché non ero a livello umorale in condizioni tali da uscire.
Nel secondo caso capita in ufficio che 10 minuti prima di uscire qualcuno mi tiri in mezzo per l'aperitivo di turno: se sono di buon umore e non ho voglia di starmene per i fatti miei, in 2 minuti accetti, chiamo casa per dire che ceno fuori e torno tardi e 10 minuti dopo sono al pub con i colleghi e le colleghe per l'intera serata

Comunque è giusto precisare che non sono una persona che tira pacchi sistematicamente, anzi...
Solitamente il rifiuto lo manifesto contestualmente all'invito.

Quote:
Perciò sono arrivato alla conclusione che l'evitanza sia una malattia contagiosa e pandemica nel territorio del milanese.

Voi che ne pensate?
Che in parte è vero: il milanese tende a essere un po' menefreghista ed individualista.
Però è più una mentalità della Milano da bere, da carriera rampante e della movida.

Io vedo questa evitanza e scarsa presenza di milanesi sopratutto nei social network e siti d'incontri.

Il meneghino in realtà ha una propensione sociale ed altruista nella media se non superiore.
11-09-2012 22:38
Altamekz
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
Voi che ne pensate?
Penso che ho imparato un nuovo verbo... esperire
11-09-2012 22:09
Betsy Cherry
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Io non ho mai invitato niente e nessuno da nessuna parte, sono sempre stati gli altri a farlo e tante volte ho accettato, così come pari volte ho evitato...
Penso che se proponessi qualcosa non rifiuterebbero perchè sarebbero totalmente allibiti xD
11-09-2012 21:56
ColorBlind
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio

Perciò sono arrivato alla conclusione che l'evitanza sia una malattia contagiosa e pandemica nel territorio del milanese.

Voi che ne pensate?
proprio a Milano dovevo nascere???

Cmq io non ho certo mai proposto a nessuno di uscire, ma in generale una tendenza a evitare la vedo in molte persone, ma nella maggior parte non è "patologica" diciamo..
Io cmq penso che in una grande città un' evitante vive meglio che in paese, e forse la metropoli ci rende tutti un po' più distanti e distaccati gli uni dagli altri; sappiamo di essere tantissimi, abitiamo magari in un appartamento circondato da altre persone, usciamo e vediamo tantissime persone, ci confondiamo nella folla, e finiamo col vedere che ingranaggio insignificante siamo nel meccanismo della città, dove chiunque altro può avere il nostro ruolo.

Quindi in sostanza penso che la città alimenta l' evitamento, perchè un evitante si trova meglio, perchè non verrà riconosciuto universalmente come quello "strano", "diverso" come accadrebbe in un paese.

Non so, forse ho espresso qualcosa di inutile
11-09-2012 19:28
chopin6630k
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Bè, non sono propriamente d'accordo, in quanto considerare a livello, seppur minore, patologico l'evitamento trovo sia una cosa eccessiva.
Credo, invece, che si tratti semplicemente di gentilezza nei tuoi confronti, al contrario l'evitante evita perché teme il rifiuto. Non so se poi ho capito male ciò che vuoi dire.
Secondo me, gli evitanti sono proprio la minor parte, al contrario della fobia sociale che è molto più diffusa. Analogamente, interpretando ciò che dico sia vero, anche le persone con fobia sociale soffrono per il rifiuto, nel dep però è più pervasivo e intenso. Inoltre, le persone con dep, lo so bene perché lo sono anche io, evitano qualsiasi interazione intensa con gli altri per il timore DEL GIUDIZIO. Quindi l'evitante diciamo è sempre alla ricerca di amici sinceri e profondi, che conquistino la sua sensibilità e fiducia.
11-09-2012 18:51
James86
Re: L'evitanza è una danza che si balla nella latitanza

Evitanti di tutto il mondo unitevi!!!!!!!
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