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21-12-2005 22:55
Lilith vediamo...
stanza del passato: un nonno affettuoso che mi insegnava a leggere i segnali stradali, una nonna che mi cuciva i vestiti, una mamma bellissima, un padre distante che mi incuteva curiosità e paura
un amico che veniva a cercarmi quando mi nascondevo nel cortile della scuola per paura degli altri bambini, il primo bacio (ok, era sempre la stessa persona), la voglia il coraggio e la paura di andare a vivere da sola, un quintale di sogni e ideali, un uomo che ho amato tanto, la nostra prima casa insieme, le infedeltà e il distacco; un lavoro nel quale ho tanto investito, le delusioni che ho intascato; la cagnolina inseparabile compagna del mio girovagare in riva al mare, una coniglietta vissuta e morta fra le mie braccia, un compagno appassionato.
Ed anche persone care che ho visto piangere, soffrire, agonizzare e morire a causa della inspiegabile cattiveria degli uomini o delle dure leggi della Natura.

Stanza del futuro (o della speranza): la laurea che ho abbandonato a pochi passi dal traguardo, un bambino (l'orologio di fronte a me rintocca rumorosamente, ricordandomi l'orologio biologico delle mie gonadi), una vecchiaia di tranquillità e letture, libera da malattie invalidanti, una morte senza sofferenza per me e soprattutto per le persone che amo.
21-12-2005 22:15
odi
Giochetto....

"Io, ad oltre settant’anni, mi sento come un impiegato che ha avuto quattro settimane di ferie e ne ha già fatto tre. Un po’ penso agli anni vissuti e un po’ (non senza preoccupazione) a quelli che mi restano da vivere. Ho la sensazione di stare seduto su una sedia, in un corridoio di passaggio e di gettare lo sguardo in due camere attigue: una, sulla destra, enorme, piena zeppa di ricordi buttati alla rinfusa e l’altra, sulla sinistra, in semioscurità, nella quale riesco a scorgere solo ombre. Davanti a me, un grande orologio segna il tempo mentre, impercettibilmente, le pareti del corridoio si spostano da destra verso sinistra. Più passa il tempo, più diventa grande la camera del passato mentre quella del futuro rimpicciolisce. La camera dei ricordi somiglia ad un gigantesco negozio di antiquariato: una vecchia radio a valvole, il diploma di primo classificato negli 800 metri ai campionati campani del 1951, la mia prima bicicletta da uomo (una Bianchi modello Splendor, nera ), una notte trascorsa a passeggiare con gli amici a parlare di Dio e dell’Universo, una frittata mangiata a Coroglio, al Lido delle Sirene, con mammà che mi conserva la fetta con la crosta più cotta, perché sa che è quella che più mi piace… Nell’altra stanza, invece, quella del futuro, non riesco a distinguere nulla. Vorrei tanto vederci la copertina di quel libro che avrei voluto scrivere ma che non ho ancora iniziato, o i frammenti di un ultimo amore, possibilmente meno sofferto di quelli precedenti…" (Luciano de Crescenzo – Il Dubbio – Mondadori Ed. - MILANO 1992)



Scusate se mi sono fissato con De Crescenzo , spero non mi denunci , pero' questo pezzo mi piace molto perchè mi fa riflettere su che cosa è veramente importante per me , per la mia vita e per il mio futuro. Con una nota struggente al tempo che passando si porta via tutto.

Chi ha voglia puo' scrivere (oltre a tutto quello che vuole ) quelli che sono stati i suoi ricordi e desideri del passato e come vorrebbe che fossero quelli nel futuro.

Attenzione pero' , ho detto passato e futuro , non presente! 8)



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