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Discussione: dr. Jekyll e mr. Hyde Rispondi alla discussione
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08-05-2008 14:36
cancellato2671 Sisi io ho esemplificato molto i concetti, ma è ovvio che esiste una difficoltà, pur volendo, nel capire l'altro: altrimenti non sussisterebbe nemmeno il problema se bastasse l'impegno per capirsi.


P.S: ah oggi ho chiesto a Dorian Gray e m'ha detto che sono a postissimo 8)
07-05-2008 23:09
cancellato2671
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Quote:
Originariamente inviata da hurinthalion
Secondo avere diversi lati del carattere è un conto,
desiderare e allo stesso tempo disprezzare una cosa,
essere dottor Jehkill e Mr Hide significa non accettare che ci sia una zona
grigia che intacchi un certo "perfezionismo" nel bene o nel male.
In questo c'è sicuramente la presenza di un ego molto forte e a dire la verità
Giova infili nelle frasi una serie di iperboli (il più, sono i primi, sono io a fare 44 passi verso chi ha bisogno ecc.)
che sembrano mostrarlo chiaramente :!:
Detto questo condivido molte cose che hai detto ad esempio questo mi è capitato molte volte:
Quote:
E' proprio il guardare negli occhi gli altri è capire il loro disagio/timore in quegli istanti che ti provoca un "magone" dentro e ti spiace e avverti questa leggera conflittualità
penso che in parte derivi da quel perfezionismo di cui sopra, ma anche dal non avere abbastanza pelo sullo stomaco per reggere la "colpa" di aver causato disagio o malessere agli altri :roll: ok in definitiva anche questo è perfezionismo ma spero sia anche altruismo :!:
Quoto tutto. E' esattamente l'impressione che ho avuto io. Dal vivo non so come tu ti esprima e di che natura sia il tuo lato estroverso, come siano le tue battute, le tue frasi consolatorie ecc, ma qui, dove mostri il tuo lato "intimo" quel che traspare sono appunto queste tue iperboli, questo bisogno implicito di dipingerti in un certo modo, di porti al centro dell'attenzione come personaggio (non a caso hai scelto un personaggio letterario come alter ego). Anche il fatto di parlare in terza persona di te stesso trasmette esattamente questo. Ora liquidare le mie parole come inutili perchè io non posso capire in quanto timido mi sembra troppo semplice. Non credo affatto che un estroverso non possa capirmi, semplicemente ci vuole una certa volontà che raramente si trova in giro. Così io credo di poter capire per sommi capi te o animasola, nonostante il vostro ego si senta violato da tale ipotesi. Il senso di colpa per questo tuo dualismo, che sta alla base di quello che tu consideri un problema, non sussisterebbe se in te non risiedesse anche una certa dose di perfezionismo, narcisismo e/o qualsiasi inclinazione caratteriale legata all'immagine del sé. Queste inclinazioni esistono in ogni essere umano, estroversi compresi, quindi non basta dire "io non sono timido/fobico" per tirarsi fuori da esse. Il farti carico del fatto che altre persone non ti capiscano e possano soffrire per questo è il tuo contrasto interno: tu vuoi bene a queste persone anche se in un certo modo cercano di inibirti dall'essere te stesso? Se non ti capiscono alla fine significa anche che non riescono ad accettarti e il fatto che tu voglia insistere con chi non ti accetta (o ti accetta solo quando ridi e scherzi) mi fa molto insospettire. Perchè lo fai? Non sarebbe meglio trovare qualcuno che accetti e capisca ogni tuo lato? Se sei veramente soddisfatto di te stesso e non t'interessa il giudizio degli altri (ma poi tra le parentesi tu stesso un po' smentisci questa cosa) allora dove sta il problema? Qualcuno che soffre per il tuo lato taciturno TI STA GIUDICANDO, perchè non ti comprende e non si sforza di farlo.
non si confonde il perfezionismo con l'altruismo...a me non interessa apparire in nessun modo perfetto in conformità a qualcuno/qualcosa...sono io e stop.
A me spiace che qualcuno (soprattutto eprsone che dimostrano di voler fare 100 passi - altro iperbole, ma è tutta roba voluta che uso nel linguaggio scritto per far capire estremizzando tutti i miei concetti - verso di me) pur volendosi avvicinare a me si senza in questo modo in disagio/intimorita e non riesce a comprendermi (non capendo se la mia sia misteriosità,freddezza,timidezza,paura ecc...ecc...quando la risposta più semplice sarebbe una: sono così).

Il fatto è che comprendo che il "problema" (che poi non mi ritengo tale, ma semplicemente con un mio carattere particolare) non sono gli altri, ma io: cioè o meglio sono gli altri che non possono comprendere me pur sforzandosi.
E' non è questione di cercare: ti posso assicurare di avere legami con persone tra le più dolci e sensibili al mondo, ma il problema sussiste; anzi più sono sensibili/timide (e quindi tendono a non fare la prima mossa) e più il loro timore/disagio si manifesta.
Posso cercare anche tra 1 milione di persone, ma sono sicuro che tra quelle al massimo mi capirebbe (intendo al volo senza spiegazioni) una persona come AnimaSola e poche altre.
Non è che gli altri non capiscono..e che con gli altri c'è bisogno di spiegare, di fermarsi e rallentare per dire "io sono questo e questo...sembra assurdo, ma ve ne rendete conto voi stessi; per questo però non significa che me ne freghi totalmente di voi, non vi voglia parlare o che abbia timori o qualsiasi altra cosa".
Senza parlare gli altri spesso capiscono solo una parte di me...
loro non cercano di inibire nessuno: ripeto non è presunzione o narcisismo, nè bisogno di mitizzare niente e nessuno, ma è un dato di fatto percebile--> per me sentono molto affetto,mi prendono al volo in certi aspetti, ma "purtroppo" per loro sono duttile in un modo incredibile (passo senza farmi problemi dai silenzi a parlare,ridere e scherzare).
La prima impressione solitamente è: "stravaganza", "carattere pazzo", in realtà sono semplice io nel bene e nel male.

Per accettarmi mi accettano anche troppo (e ripeto è un dato di fatto, alcuna presunzione), sia nei lati dolci,sensibili del mio carattere, sia quando ironizzo,parlo loquacemente; il blocco loro spesso avviene quando mi distacco io.
Quando si ride e si scherza, magari l'attimo prima ti st oabbracciando e accarezzando, dandoti buffetti e l'attimo dopo osservo il gruppetto in silenzio pensando tra me e me E alla domanda "perchè?" la risposta è sempre la stessa "perchè ragazzi sapete che ho sti momenti in cui mi devo alternare...perchè sono così e non voglio forzarmi con voi...voglio essere me stesso nel bene e nel male ed io sono così".

Il giudizio degli altri non mi interessa è vero: per me una persona può anche pensare "oh guarda...quel ragazzo o è pazzo o è sfigato o si fa troppe canne". Non mi tange (al massimo mi tocca se è un commento di una persona che "amo"--> ecco lì mi altero probabilmente).
Ma la reazione al mio silenzio non è un giudizio...è un senso di ineguatezza (non mio, ma degli altri che non riescono a comprendermi fino in fondo--> che si rendono conto di stimarmi in tutto anche nei silenzi, ma solo quando essi non vanno oltre un sesso pratico di loro "normalità" ).
Il problema sta lì. Non il perfezionismo, ma tutto sommato una sensibilità per gli altri/altruismo disinteressato. Mi spiace che una persona che fino al secondo prima mi salterebbe addosso riempiendomi di baci e abbraci un secondo dopo riesce a sentirsi inadeguata a capirmi,intimorita e imbarazzata per questa sua incapacità e questo mio atteggiamento.
La stima/il rispetto non cala nemmeno nei momenti di silenzio (permane e lo si legge negli occhi), ma contemporaneamente si legge nei loro occhi anche una domanda "perchè?" a cui non riescono a dare una risposta.
E questi sono discorsi che malvolentieri faccio e rifaccio; perchè prima o poi la domanda oltre che farsela nella mente sentono il bisogno di farla direttamente.
Non giudicano nè me, nè loro...giudicano entrambi (la relazione tra me e loro): e le prime volte la reazione che suscito è "ma perchè con l'altra tua amica vai di baci e abbracci e con me un momento sei dolce e carino e il momento dopo non mi cag*i e stai in silenzio dopo 3-5 mesi che ci conosciamo?)....boh...è così...che te devo dire...mi hai preso nei momenti sì con l'altra mia amica, mentre con te mi alterno come sono solito fare con tutti/e.
Il fatto non è forse nemmeno tanto che non comprendono...è che non possono adeguarsi: insomma li posso anche capire...sono in grado di passare davanti in silenzio, fissare e andare come non fosse successo nulla. Capisco che per qualcuno possa essere un ostacolo e motivo di disagio, timore...
07-05-2008 22:36
bardamu
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Originariamente inviata da hurinthalion
Secondo avere diversi lati del carattere è un conto,
desiderare e allo stesso tempo disprezzare una cosa,
essere dottor Jehkill e Mr Hide significa non accettare che ci sia una zona
grigia che intacchi un certo "perfezionismo" nel bene o nel male.
In questo c'è sicuramente la presenza di un ego molto forte e a dire la verità
Giova infili nelle frasi una serie di iperboli (il più, sono i primi, sono io a fare 44 passi verso chi ha bisogno ecc.)
che sembrano mostrarlo chiaramente :!:
Detto questo condivido molte cose che hai detto ad esempio questo mi è capitato molte volte:
Quote:
E' proprio il guardare negli occhi gli altri è capire il loro disagio/timore in quegli istanti che ti provoca un "magone" dentro e ti spiace e avverti questa leggera conflittualità
penso che in parte derivi da quel perfezionismo di cui sopra, ma anche dal non avere abbastanza pelo sullo stomaco per reggere la "colpa" di aver causato disagio o malessere agli altri :roll: ok in definitiva anche questo è perfezionismo ma spero sia anche altruismo :!:
Quoto tutto. E' esattamente l'impressione che ho avuto io. Dal vivo non so come tu ti esprima e di che natura sia il tuo lato estroverso, come siano le tue battute, le tue frasi consolatorie ecc, ma qui, dove mostri il tuo lato "intimo" quel che traspare sono appunto queste tue iperboli, questo bisogno implicito di dipingerti in un certo modo, di porti al centro dell'attenzione come personaggio (non a caso hai scelto un personaggio letterario come alter ego). Anche il fatto di parlare in terza persona di te stesso trasmette esattamente questo. Ora liquidare le mie parole come inutili perchè io non posso capire in quanto timido mi sembra troppo semplice. Non credo affatto che un estroverso non possa capirmi, semplicemente ci vuole una certa volontà che raramente si trova in giro. Così io credo di poter capire per sommi capi te o animasola, nonostante il vostro ego si senta violato da tale ipotesi. Il senso di colpa per questo tuo dualismo, che sta alla base di quello che tu consideri un problema, non sussisterebbe se in te non risiedesse anche una certa dose di perfezionismo, narcisismo e/o qualsiasi inclinazione caratteriale legata all'immagine del sé. Queste inclinazioni esistono in ogni essere umano, estroversi compresi, quindi non basta dire "io non sono timido/fobico" per tirarsi fuori da esse. Il farti carico del fatto che altre persone non ti capiscano e possano soffrire per questo è il tuo contrasto interno: tu vuoi bene a queste persone anche se in un certo modo cercano di inibirti dall'essere te stesso? Se non ti capiscono alla fine significa anche che non riescono ad accettarti e il fatto che tu voglia insistere con chi non ti accetta (o ti accetta solo quando ridi e scherzi) mi fa molto insospettire. Perchè lo fai? Non sarebbe meglio trovare qualcuno che accetti e capisca ogni tuo lato? Se sei veramente soddisfatto di te stesso e non t'interessa il giudizio degli altri (ma poi tra le parentesi tu stesso un po' smentisci questa cosa) allora dove sta il problema? Qualcuno che soffre per il tuo lato taciturno TI STA GIUDICANDO, perchè non ti comprende e non si sforza di farlo.
07-05-2008 22:21
cancellato2671 ma anche a me la solitudine non crea disagio e anzi da solo me ne sto più che bene.

mi ritrovo davvero in molto....

sisi meglio soli che male accompagnati :lol:

La verità è una ed è lampante: fossero tutti come noi il problema non sussisterebbe :twisted:
07-05-2008 20:17
hurinthalion Secondo avere diversi lati del carattere è un conto,
desiderare e allo stesso tempo disprezzare una cosa,
essere dottor Jehkill e Mr Hide significa non accettare che ci sia una zona
grigia che intacchi un certo "perfezionismo" nel bene o nel male.
In questo c'è sicuramente la presenza di un ego molto forte e a dire la verità
Giova infili nelle frasi una serie di iperboli (il più, sono i primi, sono io a fare 44 passi verso chi ha bisogno ecc.)
che sembrano mostrarlo chiaramente :!:
Detto questo condivido molte cose che hai detto ad esempio questo mi è capitato molte volte:
Quote:
E' proprio il guardare negli occhi gli altri è capire il loro disagio/timore in quegli istanti che ti provoca un "magone" dentro e ti spiace e avverti questa leggera conflittualità
penso che in parte derivi da quel perfezionismo di cui sopra, ma anche dal non avere abbastanza pelo sullo stomaco per reggere la "colpa" di aver causato disagio o malessere agli altri :roll: ok in definitiva anche questo è perfezionismo ma spero sia anche altruismo :!:
07-05-2008 19:14
xanaxworship io non son felice di essere "frammentario"se per frammentario si intende tanti lati della propia personalità coltivati in diversi periodi di vita, e che non possono combaciare e fondersi.e un inferno!a me mi hanno sempre detto questa cos adella "personalità frammentaria"dicendo anche che era una cosa "patologica"nel mio caso.e come avere due persone senza braccia, come si abbracciano?credo dipenda , almeno dal mio caso, dal disamore verso se stessi e dalla insicurezza continua.o forse da una mente troppo aperta che riceve stimoli per ogni cosa, anche se fisicamente e come se non li sentisse.il problema giunge, quando a parte i parametri degli altri, tu stesso non riesci a capire chi sei in realtà.e come se un lato della tua testa lo conoscessi appena e un altro lato per niente.e vivi come se fossi un attore di un film di chissà che genere.pur restando freddo e ancorato alla realtà per metà.io spiego un pò la mia situazione, e come vivo io questa frammentarietà, poi non sò se possa centrare col topic.ciao a tutti. :wink:
07-05-2008 19:13
cancellato2369
Quote:
Originariamente inviata da animaSola2
:lol: :lol: Essendo che ho notato che è stato amore a prima vista tra voi...nn voglio insidiarmi come terzo incomodo

Comunque tornando seri...volevo chiederti 2 cosa giova...la prima è come vivi il senso di solitudine...,se è un qualcosa che ricerchi anche quando sei in compagnia.....oppure è solo un ritaglio di tempo che ti crei per staccati dalla "confusione".....

e la seconda cosa...è come vivi i rapporti d'amicizia...se riesci ad approfondirli e renderli costanti nel tempo..oppure sono semplici presenze...
il divorzio è legale...posso sempre ripensarci :lol:

allora venendo a noi proviamo a rispondere:

per quanto riguarda il senso di solitudine diciamo che è un po' ambo le cose:
diciamo che la "confusione" in sè dopo un po' mi stanca e percepisco il bisogno di cambiare/ascoltarmi; dunque di conseguenza vien da sè che è qualcosa che può capitare di andare a ricercare sia come fattore a sè stante sia come bisogno di chiarimento.

Insomma è verissimo che in compagnia sono premuroso,dolce,ironico, ho spirito d'iniziativa, ma è altrettanto vero che può succedere che senta a volte un bisogno anche di allontanamento (anche solo per chiarirmi)

Per quanto riguarda l'amicizia la questione si fa complicata; diciamo che dipende molto da chi ho davanti:
prima di accorgermi di questo mio cambiamento mi rapportavo e sentivo le relazioni in modo differente.
Oggi credo che chi è disposto a capire tutte le sfaccettature del mio carattere abbia una strada spianata verso di me (insomma a dirla tutta come detto sono uno che basta poco per diventare sensibile e ben disposto nei confronti dell'altro); certo è vero che spesso proprio la difficoltà delle eprsone di riuscire a comprendere i vari aspetti concomitanti del mio carattere possono rendere difficili (almeno inizialmente) dall'altra parte una certa intimità:
esempio banale:
un attimo prima sono io a scherzare, dare qualche buffetto, un abbraccio poco più in là le parole mi si intorpidiscono--> ecco se non mi impegno nel farmi conoscere per bene fin dall'inizio e farmi capire può capitare che inizialmente la persona che ho davanti non sappia come rapportarsi/reagire e se fidarsi o meno.

Diciamo che le amicizie di una volta le ho perse perchè si sono persi i ponti (pur essendo esse molto forti); oggi chi riesce ad accettare tutto di me solitamente è il primo che fa cento passi verso di me per mantenere i rapporti; chi invece trova difficoltà a interelazionarsi con l'altra parte del mio carattere finisce per diventare una semplice presenza (anche se ripeto solitamente c'è una parte di me che sa calamitizzare le attenzioni delle persone); e ancora c'è chi trova nella mia seconda metà di carattere un ostacolo troppo grosso e magari preferisce non allacciarli nemmeno i ponti perchè appunto manderebbe in pappa troppo il cervello per tentare di capire :P

Ti ho soddisfatta abbastanza?
Ti ci ritrovi pure qui o discosti?
07-05-2008 18:28
cancellato2369
Quote:
Originariamente inviata da animaSola2
:lol: :lol: :lol: a parte che mi sn sbragata dalle risate chi sarebbero i 2frustrati?....
ma diciamo io (che sono quello "volubile e lunatico" 8) ) e il moralizzatore Dany.
Non so...vuoi unirti alla combriccola?:lol:

Visto Dany? Il 90% del tempo,forse, parlo come magno, ma almeno su 2 post successivi al mio una ragazzuola si è fatta 2 risate e un 23enne ha confermato pure il mio consiglio che t'ho dato.
Dovrò andare da Giurato o Biscardi per diventare giornalista, ma almeno 2 cose sensate sono riuscite a farle in un solo post.


07-05-2008 18:06
solo85
Quote:
Originariamente inviata da giova88
...cut...
(piuttosto se vuoi sfogarti porta avanti un diario, un blog, un thread qualsiasi)
...cut...
hai ragione....e tra l'altro, lo consiglio a tutti (gia l'ho detto, lo so)
07-05-2008 17:53
cancellato2369
Quote:
Originariamente inviata da Dany_e_Simba
Quote:
Originariamente inviata da 1giova88
...ho classe nell'esternare le cose.
A voce forse sì...ma credo esistano parecchi scolaretti che, con la scrittura, se la cavano con più chiarezza e più concisamente. Non si capisce quel che scrivi...si capisce quel che intendevi scrivere. Insomma...in fin dei conti ti sei espresso comunque e, visto che questa non è la redazione de "Il corriere della sera", tutto sommato è quel che più conta. Questo tuo modo d'essere, secondo me, deriva semplicemente dal tuo multisfaccettato (...come molti...) animo umano...con la differenza che, mentre alcuni sono, per loro natura, dotati di una maggiore stabilità emotiva e "cambiano faccia" con minor frequenza e più difficilmente, altri (...come te...) sono più volubili e lunatici...ma comunque sempre (...e lunaticamente...) se stessi perchè, questa personalità complessa e tendenzialmente metamorfica, non fa altro che svelare i molteplici aspetti della loro psiche: non sei Jekyll (... a volte...) oppure Hyde (...altre volte...), sei entrambi...più l'uno o più l'altro a seconda del tuo umore. Forse...
è arrivato il professorone?:roll:
Guarda in italiano, grazie a Dio, non ho alcun problema (almeno per quanto riguarda i voti scolastici).
In un forum, dal momento che il mio alto ego anarchico mi propone con fervore di non adeguarmi alle regole ove non è necessario, tuttavia non sento questo altissimo bisogno di scrivere con chiarezza e concisione (il tutto lo lascio, appunto, per l'8 nel saggio di quinta o qualora mi chiamasse il Corriere).
In un forum, come nella quotidianità, mi interessa, più che la forma, il contenuto: formalismi vari lasciano il tempo che trovano e piuttosto mi basta comunicare il concetto/sentimento.

Posso proseguire, naturalmente con il permesso del nostro professore, continuando a compiacere il mio animo come me vie' più comodo?

Ecco partendo dal fatto che sperare di sbollire la propria frustrazione, davanti ad uno schermo piatto, sugli altri è alquanto nocivo (piuttosto se vuoi sfogarti porta avanti un diario, un blog, un thread qualsiasi) e dopo il tuo giudizio di fondamentale importanza per il futuro della mia esistenza possiamo andare avanti?
Bene.
Se per lo meno avessi tentato di capire ( non oso dire le mie parole ma almeno quelle di AnimaSola) ti saresti reso conto che noi ci siamo già accorti da un pezzo di essere entrambe le parti in tempi e modi differenti.
Dunque il tuo punto di vista (dall'alto del tuo grandissimo livello culturale e soprattutto psicologico) è a dir poco quanto di più scontato potesse essere detto: caro mio hai scoperto l'acqua calda (ehmm....piaciuto come l'ho detto o per caso avrei dovuto usare toni più formali e qualche virgola/sinonimo di mezzo?)

aaaahhh...almeno i frustrati ora sono 2 e chi guarda dall'esterno è più felice :roll:
07-05-2008 17:18
cancellato2369
Quote:
Originariamente inviata da animaSola
EHHH faglielo capire tu giova che per noi è semplice naturalezza e pur essendo frammentari...siamo felici di esserlo....!
Io non scambierei mai la mia personalità con quella di un altra....,ho impiegato 10 anni per esser ciò che sono..(probabilmente non piaccio al 90% della popolazione,ma non è un problema..perchè io mi piaccio esattamente come sono...abolirei solo la mia depressione e la mia agorafobia ovviamente )...Però se si è un attimino sensibili,comprendi che questi tuoi lati creano disagio negli altri e ovviamente te ne dispiaci...e scatta una piccola sorta di maledizione interna..(che lascia poi però il tempo che trova,perchè in fondo ci si può venire in contro...ma non di certo cambiare solo perchè a pinco fa soffrire quello e a pallo quell altro)....
stessa cosa dicasi per me...può sembrare contraddittorio, ma anch'io ho ribadito fino alla nause più volte che non cambierei me stesso per nulla al mondo.
E' proprio il guardare negli occhi gli altri è capire il loro disagio/timore in quegli istanti che ti provoca un "magone" dentro e ti spiace e avverti questa leggera conflittualità
07-05-2008 17:04
animaSola ...
07-05-2008 16:45
cancellato2488
Quote:
Originariamente inviata da animaSola
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Da ciò che scrivi sembra anche che tu abbia un bell'ego, parli dei tuoi amici quasi come se "dipendessero" da te, in maniera molto marcata. Spesso parli addirittura di te stesso in terza persona. Ti sei mai chiesto il perchè del tuo lato più ciarliero? E' un qualcosa che davvero ti appartiene o di cui hai bisogno per avere quell'approvazione che deriva dal vedere che fai stare bene gli altri? Il tuo lato estroverso ti sfrutta? Secondo me hai fatto progressi partendo da una situazione del tutto introversa, ma ancora non hai eliminato certe parti di te che ti fanno anteporre l'immagine che vuoi dare di te a ciò che sei veramente. Altrimenti non si spiegherebbe nemmeno il fatto che vivi male questa dualità: se la percepissi come tua non potresti fare altro che accettarla e non ti darebbe fastidio il modo in cui sei, al contrario non ti preoccuperesti di chi non ti accetta, anche parzialmente. Non cercare di mitizzarla per mitizzare te stesso: la dualità è sempre sintomo di contrasto interno.

Si può vivere male questa dualità,pur esprimendo sempre se stessi....Io ad esempio amo questi miei lati frammentari,li percepisco come parte di me di cui non potrei farne a meno...e l immagine che do di me...è esattamente ciò che sono......Il problema nasce ogni qualvolta qualcuno non percepisce tutto ciò....e lo scambia per tutt altro....,arrivando al punto di ricamartelo addosso quasi fosse un peso....,ed essendo che non viviamo solo per noi stessi chiusi sotto una campana di vetro,siamo come quasi costretti a dover giustificare qualcosa che per noi è semplice naturalezza.....
oh beh...sei riuscita a sintetizzare in 6 righe e mezzo quello che io ho detto in un romanzo :lol:
devo farteli io gli applausi :wink:
07-05-2008 16:43
animaSola òò..
07-05-2008 16:32
cancellato2488
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Da ciò che scrivi sembra anche che tu abbia un bell'ego, parli dei tuoi amici quasi come se "dipendessero" da te, in maniera molto marcata. Spesso parli addirittura di te stesso in terza persona. Ti sei mai chiesto il perchè del tuo lato più ciarliero? E' un qualcosa che davvero ti appartiene o di cui hai bisogno per avere quell'approvazione che deriva dal vedere che fai stare bene gli altri? Il tuo lato estroverso ti sfrutta? Secondo me hai fatto progressi partendo da una situazione del tutto introversa, ma ancora non hai eliminato certe parti di te che ti fanno anteporre l'immagine che vuoi dare di te a ciò che sei veramente. Altrimenti non si spiegherebbe nemmeno il fatto che vivi male questa dualità: se la percepissi come tua non potresti fare altro che accettarla e non ti darebbe fastidio il modo in cui sei, al contrario non ti preoccuperesti di chi non ti accetta, anche parzialmente. Non cercare di mitizzarla per mitizzare te stesso: la dualità è sempre sintomo di contrasto interno.
ma guarda che io non ho mai nascosto nulla. L'ho sempre detto di aver avuto un passato da ragazzo estroverso e che a 15 anni mi sono ritrovato catapultato in una profonda introversione.
Però altrettanto consapevolmente tutto ad un tratto mi sono ripreso la parte + estroversa di me e ne sono stato ugualmente felice.

Ehmm il parlare in terza persona è del tutto voluto sia perchè forse riesco a valutare sentimenti e persona analizzandoli dall'esterno e sia perchè scrivendo mi viene + naturale nel considerare tutti i vari aspetti dall'esterno...a parole sarebbe tutto molto differente...

Non voglio dire che nessuno dipenda da me: dico solo che con una parte del mio carattere riesco a far sentire le persone a loro agio (almeno quanto qualsiasi altra persona possa farlo...se più o meno spetta gli altri e alle loro reazioni dirmelo); purtroppo allo stesso modo mi rendo conto che l'altra parte del mio carattere (che non nascondo e anzi dichiaro sempre apertamente--> una delle prime cose che dico a chi mi vede estroverso è "no guarda che effettivamente io sono + introverso che estroverso e con il tempo capirai..." --> come detto non temo la mia introversità, anzi è la parte di me che forse + amo; tuttavia sono consapevole che agli altri possa creare un blocco.

Il mio lato + ciarliero? semplicemente è il lato + "immaturo" (ma in senso buono..quello capace di agire senza pensare, quello insomma di quando ero un 12enne che non pensava a nulla se non alla felicità e a ridere).
Altrettanto consapevolmente però so che una buona parte di me è pensiero e dunque di conseguenza silenzi e introversione.
Non ho bisogno ti assicuro di essere qualcosa in più di quel che so di non avere...cioè ben venga se mi accorgo che con le mia parole faccio sentire bene gli altri (ma questo è più per un fatto che sono sempre disposto ad asciugare una lacrima,fare una battuta per far sentire meglio l'altra persona--> perchè principalmente sento il cuore/cervello dell'altro attivo e mi fa piangere il cuore saperlo sofferente); ma altrettanto sono silenzioso e chiuso indifferentemente dal giudizio degli altri (e me ne sto bene così).
Perchè detta come va detta io l'approvazione dagli altri non l'ho mai voluta: come detto preferisco sentirmi disprezzato,odiato che sentire un sentimento a metà (amore, ma diffidenza).
Anzi chi mi conosce sa che pretendo rispetto soprattutto per i miei silenzi e la mia introversione perchè sono una gran fetta di me.
Quello che offro agli altri è la possibilità di rispettarmi o meno:
se mi rispetti sei consapevole del fatto che prendi tutto il pacchetto nel bene e/o nel male; se non mi rispetti ti do 2 calci nel posteriore e forti (e non ti lascio possibilità di mettermi con la testa nel sacco)---> forse mi può dispiacere forse no, ma difficilmente cerco l'approvazione dagli altri (anzi odio se mi sento approvato solo in parte e odio il conformarsi per sentirsi approvati).

Io me stesso mi accetto volentieri. Mi spiace solo che è proprio la stessa accettazione di me a bloccare a volte gli altri.
Perchè? Perchè io di me amo sia i silenzi sia le battute, sia la dolcezza e sia la freddezza.
Gli altri di me apprezzano battute, i silenzi solo se danno un po' di mistero e la dolcezza.
Mi spiace perchè sento che questa situazione (che io accetterei senza problemi) provoca timore negli altri.
E' proprio il mio preoccuparsi sempre dei sentimenti degli altri che mi fa male: mi rendo conto che il mio carattere dualistico provoca in continuazione acontinui distacchi e freni agli altri.
Solo che se per me sono normali (in quanto li vivo direttamente da dentro da qualche anno e so cosa possono stare a significare), per gli altri i rallentamenti sono "timore". mi spiace proprio il fatto di vedere l'attimo prima degli occhi vitali fissarmi e l'attimo dopo (con il mio cambiamento), far nascere negli occhi degli altri timore/imbarazzo di fare la prima mossa.

Cioè comprendo che è difficile da capire e sembra paradossale dall'esterno, ma mi piace essere come sono, ma allo stesso tempo odio l'alternanza di sentimenti che suscito negli altri proprio per come sono:
cioè sentire un attimo prima (magari con un po' di presunzione) la persona che ho di fronte avvicinarsi a me e l'attimo dopo invece è proprio l'altra mia metà di me ad allontanarla (facendola sentire un po' in imbarazzo e un po' addirittura "temendomi"); e l'attimo dopo di nuovo tenta di riprovare ad aprirmi, io che rispondo, ma che prima o poi ritorno ad essere anche l'altra parte (per poi rispuntare fuori nuovamente con il lato B alternando).

Commenti negativi su di me difficilmente li ho sentiti dietro, ma davanti sono le stesse persone a spiegarmi (ma è palese anche dall'interno)che questa mia dualità li fa andare con la testa in pappa perchè non sanno come prendermi e comportarsi e aspettano me...

Non mitizzo nulla, semplicemente osservo molto (reazioni,sentimenti,occhi e poi analizzo con me stesso) e i dati si palesano abbastanza chiari.
Contrasto interno? non contrasto? può essere, come può non esserlo, ma il punto non è questo; io con me stesso so conviverci senza problemi e anche non mi considerasse nessuno sarei felice uguale (vabbeh va per modo di dire)--> sono i continui "Stop and go" che offro io che mi spiace vederli creare un effetto negativo negli altri.


EDIT: esattamente come ha detto Animasola

è come per chi si sente sociofobico far capire la nausea,i timori al sottoscritto (o peggio al primo che passa per strada)

O vivi da interno o è difficile comprendere...non è razionalmente spiegabile, ma te dentro sai che è così...


P.S: lo so che ho classe nell'esternare le cose
:lol:

P.S2: ma gli angolini con cosa li devo smussare?
07-05-2008 16:23
animaSola ...
07-05-2008 15:55
bardamu Da ciò che scrivi sembra anche che tu abbia un bell'ego, parli dei tuoi amici quasi come se "dipendessero" da te, in maniera molto marcata. Spesso parli addirittura di te stesso in terza persona. Ti sei mai chiesto il perchè del tuo lato più ciarliero? E' un qualcosa che davvero ti appartiene o di cui hai bisogno per avere quell'approvazione che deriva dal vedere che fai stare bene gli altri? Il tuo lato estroverso ti sfrutta? Secondo me hai fatto progressi partendo da una situazione del tutto introversa, ma ancora non hai eliminato certe parti di te che ti fanno anteporre l'immagine che vuoi dare di te a ciò che sei veramente. Altrimenti non si spiegherebbe nemmeno il fatto che vivi male questa dualità: se la percepissi come tua non potresti fare altro che accettarla e non ti darebbe fastidio il modo in cui sei, al contrario non ti preoccuperesti di chi non ti accetta, anche parzialmente. Non cercare di mitizzarla per mitizzare te stesso: la dualità è sempre sintomo di contrasto interno.
07-05-2008 15:34
cancellato2488
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Originariamente inviata da animaSola
Mi son ritrovata molto ....in questa tua descrizione..non avrei saputo dipingere me stessa con parole migliori....
Diamoci la mano fratello...
sempre bello sapere di non essere il solo pazzo :lol:

eccoti la mano sorella
07-05-2008 15:29
animaSola ...
07-05-2008 15:26
cancellato2488
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Se quando sei in fase Jekyll vedi che gli altri comunque stanno bene con te, significa che la fase Hyde non li infastidisce più di tanto. Forse confondi la loro preoccupazione per i momenti in cui sei taciturno con fastidio nei tuoi confronti. Se ti senti così diviso è probabile che tu stia forzando una delle due parti, per piacere agli altri o per stare bene con te stesso, oltre la tua naturale indole, così che senti il bisogno repentino di passare all'opposto di quel che eri poco fa, come chi fa una grande fatica sente poi il bisogno di lasciarsi cadere a peso morto, o chi sta troppo fermo sente il bisogno di sgranchirsi e muoversi.
nono, ma infatti...la situazione è questa.
Jekyll sa far stare bene, il problema è quando esce fuori Hide...
e magari lo faccio senza accorgermene e mi ci vuole qualche minuto per intuire che sto allontanando la persona e per tentare di riavvicinare.
Non sento fastidio dagli altri: per null, anzi esattamente il contrario...sento che basta una mia parola, un gesto, un abbraccio, una sola battuta per farli sentire 10 spanne meglio.
Il problema è che allo stesso tempo sento che i momenti in cui sono taciturno un po' li blocca (fa fare 10 passi indietro). Appunto sento la loro preoccupazione: analizzandomi da esterno posso capire...cioè un momento sembro affettuoso e spiritoso e il momento dopo silenzio.
Da esterno capisco che una persona che ha poca iniziativa scambia i miei momenti di silenzio per freddezza/indifferenza nei suoi confronti quasi a volerla allontanare per antipatia/non interesse quando non è solitamente così.

Il problema è che non mi pare di forzarmi nè per l'uno nè per l'altro.
Cioè a volte capita di stare in silenzio e sentire il bisogno di aprirmi,scherzare e parlare e lo faccio senza problemi e mi ci vuole pochissimo per farlo;
poco dopo però posso risentire il bisogno di richiudermi.
Non è questione di forzarsi..è questione che sento dentro davvero un alternarsi di vuoti e pensieri impressionanti.

Il problema è proprio che non mi va di sforzarmi...cioè capisco che per qualcuno questa mia alternanza costituisce tanti punti interrogativi,dubbi e un po' li fa "spaventare" pur conoscendo Jekyll, ma sinceramente appunto a me non va spesso di forzare questa mia alternanza.
Cioè mi accorgo che pur essendo silenzioso non potrei fare a meno di scherzare,provocare, essere dolce, ironico, ma allo stesso tempo sento che pur essendo per metà tutto ciò ho bisogno di essere anche silenzioso e stare con me e il mio cervello.


EDIT: insomma forse molti accetterebbero + una persona o sola introversa e silenziosa (e almeno si metterebbero l'anima in pace) o solo aperta; è l'alternare inconsapevole delle due cose che desta stravaganza e timore...
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