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Discussione: Impossibilità concreta di vivere un amore sereno Rispondi alla discussione
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13-04-2008 22:42
Gaio DONNE PERCHE' NON PARTECIPATE ANCHE VOI?
DITE LA VOSTRA!
13-04-2008 18:53
HurryUp2
Re: Impossibilità concreta di vivere un amore sereno

Quote:
Originariamente inviata da ansiosissimo
Quote:
Originariamente inviata da Gaio
Ho 40 anni e vivo un problema enorme: ogni volta che incontro una ragazza mi succede una cosa bruttissima. Vivo male il rapporto perchè non riesco serenamente ad accettare le sue storie passate, i suoi ex. Dopo i primi momenti insieme mi capita di sentire un forte disagio che si articola in due questioni di base: 1° senso di "estraneità" (guardandola come possibile donna della vita la percepisco come una presenza lontana da me e dal mio mondo) 2° sono invidioso degli uomini che l'hanno avuta.
In effetti ssvviluppo dentro di me come un atteggiamento di accusa nei suoi confronti perchè io non vorrei essere paragonato sessualmente a nessuno dei suoi ex. Tutto ciò razionalmente so benissimo che è un atteggiamento sbagliato ed ingiusto eppure è diventato un automatismo e non posso farci nulla. Nemmeno con l'ausilio di una psicologa ho ottenuto nulla. Mi sento solo e vorrei formare una famiglia ma a questo punto ho perso le speranze. Mi piacerebbe avere risposte sincere soprattutto da donne se è possibile. Grazie! P.s. sono in cura dal neurologo da un anno a causa degli attacchi di panico
E' normalissimo essere geloso degli ex della donna che ami. Se pensi che se la sono scopata altri prima di te il cuore si spacca come una palla di cristallo lanciata dal 5° piano di un palazzo. Quello che ti deve consolare è il fatto che molti che l' hanno avuta prima di te non l' hanno amata come te o non l' hanno amata x niente, l' hanno considerata come un avventura, anzi, ti diro di più: a un certo punto nn vedevano l' ora di levarsela di torno! Se ti ama veramente fregatene, l' unico uomo che esiste sei tu.
Veramente pensare che non l'hanno amata ma l'hanno trattata come un oggetto non mi consola, perchè mi fa pensare tipo che lei si è prestata a fare beneficienza a individui di dubbio valore morale, poi da questo pensiero partirebbe tutta una serie di collegamenti mentali complicati da spiegare che mi darebbero fastidio.
Se mai io mi sentirei consolato se quelli con cui è stata l'hanno amata.
13-04-2008 18:17
ansiosissimo
Re: Impossibilità concreta di vivere un amore sereno

Quote:
Originariamente inviata da Gaio
Ho 40 anni e vivo un problema enorme: ogni volta che incontro una ragazza mi succede una cosa bruttissima. Vivo male il rapporto perchè non riesco serenamente ad accettare le sue storie passate, i suoi ex. Dopo i primi momenti insieme mi capita di sentire un forte disagio che si articola in due questioni di base: 1° senso di "estraneità" (guardandola come possibile donna della vita la percepisco come una presenza lontana da me e dal mio mondo) 2° sono invidioso degli uomini che l'hanno avuta.
In effetti ssvviluppo dentro di me come un atteggiamento di accusa nei suoi confronti perchè io non vorrei essere paragonato sessualmente a nessuno dei suoi ex. Tutto ciò razionalmente so benissimo che è un atteggiamento sbagliato ed ingiusto eppure è diventato un automatismo e non posso farci nulla. Nemmeno con l'ausilio di una psicologa ho ottenuto nulla. Mi sento solo e vorrei formare una famiglia ma a questo punto ho perso le speranze. Mi piacerebbe avere risposte sincere soprattutto da donne se è possibile. Grazie! P.s. sono in cura dal neurologo da un anno a causa degli attacchi di panico
E' normalissimo essere geloso degli ex della donna che ami. Se pensi che se la sono scopata altri prima di te il cuore si spacca come una palla di cristallo lanciata dal 5° piano di un palazzo. Quello che ti deve consolare è il fatto che molti che l' hanno avuta prima di te non l' hanno amata come te o non l' hanno amata x niente, l' hanno considerata come un avventura, anzi, ti diro di più: a un certo punto nn vedevano l' ora di levarsela di torno! Se ti ama veramente fregatene, l' unico uomo che esiste sei tu.
13-04-2008 16:17
Gaio Infatti non è una questione di principio, perchè in un rapporto ci dovrebbe essere una certa empatia.
Dunque l'esigenza di essere compresi è anche mia.

Ma io sono pessimista nello specifico della gelosia retrospettiva.

Dunque io vorrei risolvere quello che è un mio problema prima ancora di iniziare una nuova storia. Anche per questo sono qui, per confrontare ed indagare.
13-04-2008 15:31
HurryUp
Quote:
Originariamente inviata da Gaio
Per quanto riguarda la volontà di ascoltare : credo che è una condizione perfetta per l'amore ma temo solo teorica perchè in pratica non trovi nessuna che veramente sia disposta a compatire oltre un certo limite...
E' vero, ma non vorrei che questa mia esigenza tu la interpretassi come una questione di principio fine a se' stessa.
Se per una persona normale il fatto di trovare una persona disposta ad ascoltare tutto di lui è un dettaglio teorico di cui può fare anche a meno, per me è una condizione necessaria, perchè, ad esempio, se non ho la possibilità di chiarire i veri motivi della mia ansia, verrei sempre equivocato, e quindi questa omissione da parte sua (che tu consideri puramente teorica) io la devo pagare con l'essere incompreso o, peggio, equivocato e quindi escluso.
13-04-2008 14:53
Gaio Una volta le ragazze vergini erano "da sposare" quelle non vergini erano "perdute" e questa era l'etica e la morale.

Per un bel po' della mia vita ho subito questo condizionamento.
Quindi c'è anche stato questo fattore (e forse c'è ancora)...

Per quanto riguarda la volontà di ascoltare : credo che è una condizione perfetta per l'amore ma temo solo teorica perchè in pratica non trovi nessuna che veramente sia disposta a compatire oltre un certo limite...
13-04-2008 13:58
HurryUp
Quote:
Originariamente inviata da Gaio
HurryUp ha scritto:

E' vero, ma secondo me devi anche verificare che lei sia disposta ad ascoltare le ragioni del tuo ego ferito. Se metti da parte quella parte di te per mostrare il tuo amore va bene, ma se lo fai perchè lei sarebbe indifferente a quella parte di te allora non merita il tuo amore.


Io ho provato tutte le volte ma è stato inutile in ogni caso. Nelle ragazze sensibili le mie spiegazioni hanno prodotto acuta sofferenza non sentendosi accettate e anzi disprezzate. Nelle ragazze cafone hanno prodotto viceversa una situazione di disprezzo verso di me perchè non avevano l'apertura d'animo di comprendere e sentendosi rifiutate mi hanno dato del gay e mi hanno sbattuto in faccia gli attributi fisici dei loro ex. Dunque a che serve discutere? E poi, tutto sommato, se la ragazza è innamorata davvero intuisco che non è il caso di parlarne , in fin dei conti il passato non si può modificare e io posso solo cambiare il mio atteggiamento nel presente . L'ego ferito è solo un problema mio insomma, loro non mi conoscevano e non hanno agito così per ferirmi, se no mi metto nella condizione di essere compatito e ciò aumenta il mio senso di inferiorità. MEGLIO TACERE ED ASCOLTARE CIO' CHE DETTA DENTRO SE STESSI IL CUORE. Le competizioni le devo lasciare allo sport di chi pensa e agisce solo in base al motto :"le donne sono tutte zoccole e più me ne faccio più sono maschio e più tu schiatti d'invidia ". Uno sport davvero avvincente, visto e considerato che non esiste un corrispettivo di zoccola al maschile.....................................! (chissà perchè?)
Se il motivo della tua gelosia retroattiva è solo e unicamente la credenza che la tua donna debba stare solo con te, allora la gelosia non ha giustificazioni etiche ne razionali, quindi sono d'accordo con la tua scelta di non parlarne.
L'importante è che questa scelta non sia condizionata dalla percezione di un limite, nella comunicazione, che non può essere oltrepassato.
Secondo me l'etica dell'amore implica la volontà di ascoltare qualunque argomento, anche personale, del partner.
Discorsi come "è un problema tuo" non mi piacciono, in una relazione, sia che siano enunciati esplicitamente, sia che vengano comunicati tra le righe.
12-04-2008 15:51
Gaio HurryUp ha scritto:

E' vero, ma secondo me devi anche verificare che lei sia disposta ad ascoltare le ragioni del tuo ego ferito. Se metti da parte quella parte di te per mostrare il tuo amore va bene, ma se lo fai perchè lei sarebbe indifferente a quella parte di te allora non merita il tuo amore.


Io ho provato tutte le volte ma è stato inutile in ogni caso. Nelle ragazze sensibili le mie spiegazioni hanno prodotto acuta sofferenza non sentendosi accettate e anzi disprezzate. Nelle ragazze cafone hanno prodotto viceversa una situazione di disprezzo verso di me perchè non avevano l'apertura d'animo di comprendere e sentendosi rifiutate mi hanno dato del gay e mi hanno sbattuto in faccia gli attributi fisici dei loro ex. Dunque a che serve discutere? E poi, tutto sommato, se la ragazza è innamorata davvero intuisco che non è il caso di parlarne , in fin dei conti il passato non si può modificare e io posso solo cambiare il mio atteggiamento nel presente . L'ego ferito è solo un problema mio insomma, loro non mi conoscevano e non hanno agito così per ferirmi, se no mi metto nella condizione di essere compatito e ciò aumenta il mio senso di inferiorità. MEGLIO TACERE ED ASCOLTARE CIO' CHE DETTA DENTRO SE STESSI IL CUORE. Le competizioni le devo lasciare allo sport di chi pensa e agisce solo in base al motto :"le donne sono tutte zoccole e più me ne faccio più sono maschio e più tu schiatti d'invidia ". Uno sport davvero avvincente, visto e considerato che non esiste un corrispettivo di zoccola al maschile.....................................! (chissà perchè?)
12-04-2008 15:29
HurryUp
Quote:
Originariamente inviata da Gaio
Quote:
Originariamente inviata da Assorto
Secondo me non si deve amare per ricevere...ma solo amare, il che implica che la tua felicità non deve dipendere dalla partner. Altrimenti avrebbe il potere di accenderla o spegnerla come fosse un interruttore.
Più che la felicità penso che una persona debba ricercare la serenità....e questa deve essere qualcosa presente dentro di noi, a prescindere dagli altri (partner, genitori, amici).
Forse ti aspetti troppo dalla persona con cui stai, per questo rimani deluso.
Volevo dire una cosa più semplice: se la mia gelosia retrospettiva è dannosa in un rapporto perchè mi allontana in qualche modo dalla persona amata devo provare a metterla da parte perchè nel momento in cui colei che mi ama mi vuole sessualmente e io mi nego e la faccio sentire colpevole delle sue passate relazioni in nome del mio ego ferito in realtà sto pensando solo a me stesso. Se la amo invece devo pensare che in quel momento lei sarebbe felice che io mettessi da parte questi pensieri per vivere l'unicità del nostro rapporto senza svilirla. E questo lo si ottiene in relazione solo all'idea di farla stare bene altrimenti il rapporto si distrugge.
E' vero, ma secondo me devi anche verificare che lei sia disposta ad ascoltare le ragioni del tuo ego ferito. Se metti da parte quella parte di te per mostrare il tuo amore va bene, ma se lo fai perchè lei sarebbe indifferente a quella parte di te allora non merita il tuo amore.
12-04-2008 15:16
hermit_nightman Prova a non vederla come una tua proprietà,una donna non lo è mai!!!!
come tu non lo sei di lei,comunque....
due entità che si avvicinano magicamente,rispettandosi....cosi' dovrebbe essere
12-04-2008 15:07
cancellato2488
Re: Impossibilità concreta di vivere un amore sereno

Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Quote:
Originariamente inviata da Dany_e_Simba
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
...una persona che soffriva del tuo problema e che ne è uscita...
Non esistono.
Al massimo può esistere qualcuno che è uscito dalla FS ma...come dicevo, il semplice fatto che uno sia socialfobico, non implica necessariamente che sia uguale a me...anzi...essendo, ogni essere umano, diverso dall'altro ed essendo anche, il concetto di FS, così vago...non potrebbe che essere diverso da me (...ma mi accontenterei di conoscere chi sia o sia stato almeno molto simile a me...). Quello che intendevo dire è che non mi dispiacerebbe se venissero distinti ed "etichettati" i diversi gradi di FS...perchè non vedo che se ne potrebbe fare, un socialfobico (...secondo il mio personale concetto di "socialfobico"...), del bagaglio d'esperienza di un timido: sarebbe come voler intervenire su un cancro al cervello servendosi delle conoscenze aquisite studiando un mal di testa (...poi ovviamente, una persona timida, potrebbe anche aver sofferto quanto o più di me, per altro comunque...). Non che mi dispiacerebbe conoscere un timido...ma...lasciamo perdere...è complicato.
Ok, capisco quello che stai dicendo. Però certe basi (non tutte ovviamente) sono comuni sia ai timidi che ai sociofobici, variano solo in intensità. La paura del giudizio altrui, l'evitamento di situazioni ansiogene, la tendenza ad autoilludersi di certe cose, le difficoltà di comunicazione...
Poi certo, ognuno è uguale solo a sé stesso. Te lo dico io che ancora non ho capito se in passato sono stato o meno sociofobico, e che oggi penso di essere "semplicemente" bloccato dalla mia timidezza residua e dal mio passato.
io sottolinerei bene questo pensiero.
Ma sicuri che la timidezza sia tanto diversa?
E' come avere una ferita: ad uno può fare + male, ad uno più freddo meno.
Io lo ripeto: per come sono, visto la mia sensibilità che mi sono ritrovato tutto ad un tratto da qualche anno a sta parte non sarei m"meglio" di nessuno.
Timidezza? sociofobia? non so nemmeno io se ho l'una o l'altra, o nessuna delle due.
So solo che basta poco per farmi battere il cuore.
La timidezz, la sociofobia...è quello!
La differenza sta nel come si decide a combatterla (anzi no..conviverci...perchè è la parte sensibile di noi stessi).
Guarda davvero. Io se non mi fossi mai sforzato non sarei oggi tanto differente da tanta gente che scrive in sto forum (anzi forse sono identico se non peggio).
Ero estroverso e mi sono svegliato sensibile. Ho dovuto ricoltivare la parte + estroversa di me. Perchè? perchè mi sono accorto che la cosa + facile era rimanere passivi: mi sento timido?sensibile? di poche parole? una volta non lo ero? basta decidere di non essere + sensibili.
L'esempio dell'isola che avevo fatto: non sai nuotare bene? non ti verrà mai l'istinto di stare ore in acqua (semplicemente perchè più di qualche bracciata non la faresti e così ci perdi solo la mano).
Però se tuo fratello sta affogando non ti tuffi? o se arrivi in un punto dove non tocchi non provi a nuotare o stare almeno a galla facendo il morto?
Il cuore batte lo stesso, ma ci provi a salvarlo e/o galleggiare.

La vita è questa. Finchè si riesce a respirare comunque perchè sforzarsi di relazionarsi se siamo imbranati/timidi/sociofobici?Per sentire il cuore impazzire e magari fare una figuraccia?
NOOO.
Se devo viverla provo a viverla come vorrei che fosse: cioè rimanendo sensibile come sono (che per me è la qualità migliore che possiedo davvero + che l'autoironia e lo spirito), ma sforzandomi di "nuotare".
Ero estroverso, ho passato qualche tempo in cui mi sono chiuso (tra i 14 e i 15 anni), poi ho riniziato a mettermi in gioco (quando ho capito di stare diventando uno sconosciuto anche per chi fino al giorno prima vedevo un fratello/sorella) subito di nuovo. Ho ritirato fuori la parte spiritosa che avevo quasi dimenticato e mi sono fregato altamente della parte timida che mi bloccava.
Oggi? oggi c'è da dire quello che ho detto nell'altro thread. Probabilmente senso poco necessario parlare e preferisco un rapporto + diretto e intimo, senza dover parlare per forza.
Ma oggi so alternare i silenzi glaciali al mio vecchio lato spiritoso.

Vi faccio questa domanda: sicuri che io sia/sia stato solo timido?
prima estroverso, poi timido e poi ancora normale?
Che differenza ci sarebbe tra la mia timidezza e una sociofobia?
La differenza sta solo nella decisione in cui si decide di reagire.
Il cuore? quello batte comunque ad entrambi.
E se uno è timido è ovvio che può arrossire...o magari innervosirsi di più e tremare.
Sociofobia...timidezza....il confine è stretto...
anzi direi di più: sono una gradazione dello stesso sentimento.
Se hai paura dei ladri puoi tremare all'idea che uno ti punta una pistola davanti, puoi svenire, può solo batterti il cuore. Ma la paura c'è. E anche se tremi nessuno ti vieta di reagire per dimostrare a te stesso che chi al ladro è indifferente è solo perchè ha imparato ad essere + fredo (o magari perchè semplicemente è freddo).

La sensibilità non è negativa. Riflettete ragazzi: non tutti sanno essere sensibili (certa gente nemmeno a spiegarglielo a tavolino).
Chi è sensibile se si sforza però può essere forte. Può magari inizialment efingere, ma può esserlo.
Può aver paura di rispondere, ma intanto può iniziare ad alzare la mano.
Può fargli male un "sei stupido", ma può rispondere "detto da te è un complimento"...anche se dentro magari ci sei rimasto davvero male, ma fingendo poi si impara a farlo diventare normale.
Può farti tremare l'idea di avvicinarti all'idea di parlare con la ragazza che ti piace (magari la tua compagna di classe pure).E allora? e allora chissene? prendi segui i tuoi piedi anche se la testa vorrebbe solo scappare e teme e si avvicina da dietro...le fai una carezza, le chiedi come va (anche se dentro di te stai tentando in ogni modo di fermare il cervello); ti si impiastra la lingua? Anche se ti senti un imbranato fai passare la tua stessa inettitudine per un qualcosa su cui ridere (e addirittura per cui andare fiero) "oddio...ehmm...a momenti se continuo a fissarti negli occhi mi fai inciampare sulle parole...ho proprio il cuore tenero io...dai dammi una mano per rialzarmi".
E la tua stessa insicurezza diventa nell'altro addirittura sicurezza (veramente...chi mi conosce all'inizio mi prende per il ragazzo + sicuro di sto mondo perchè so' bravo a scherzare sui miei stessi limiti senza temere un giudizio, anzi giudicandomi ironicamente io stesso) e poi viene letta anche la tua sensibilità.

la timidezza è questo; la sociofobia non va molto + lontano.
La soluzione è la stessa.
12-04-2008 12:18
Gaio
Quote:
Originariamente inviata da Assorto
Secondo me non si deve amare per ricevere...ma solo amare, il che implica che la tua felicità non deve dipendere dalla partner. Altrimenti avrebbe il potere di accenderla o spegnerla come fosse un interruttore.
Più che la felicità penso che una persona debba ricercare la serenità....e questa deve essere qualcosa presente dentro di noi, a prescindere dagli altri (partner, genitori, amici).
Forse ti aspetti troppo dalla persona con cui stai, per questo rimani deluso.
Volevo dire una cosa più semplice: se la mia gelosia retrospettiva è dannosa in un rapporto perchè mi allontana in qualche modo dalla persona amata devo provare a metterla da parte perchè nel momento in cui colei che mi ama mi vuole sessualmente e io mi nego e la faccio sentire colpevole delle sue passate relazioni in nome del mio ego ferito in realtà sto pensando solo a me stesso. Se la amo invece devo pensare che in quel momento lei sarebbe felice che io mettessi da parte questi pensieri per vivere l'unicità del nostro rapporto senza svilirla. E questo lo si ottiene in relazione solo all'idea di farla stare bene altrimenti il rapporto si distrugge.
12-04-2008 05:44
Pride Al giorno d'oggi nessuno sa più mandare avanti una relazione.
12-04-2008 00:46
Gaio Mi sono fatto l'idea che probabilmente se mi innamorerò davvero e davvero amerò una donna sarò spinto a mettere da parte molti pensieri legati alla gelosia retrospettiva. Forse non ho ancora scoperto l'amore ma immagino che chi ama desideri veramente la felicità del partner perchè da quella felicità parte la propria!
11-04-2008 00:04
Gaio sto perdendo il filo
10-04-2008 21:09
bardamu
Re: Impossibilità concreta di vivere un amore sereno

Quote:
Originariamente inviata da Dany_e_Simba
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
...una persona che soffriva del tuo problema e che ne è uscita...
Non esistono.
Al massimo può esistere qualcuno che è uscito dalla FS ma...come dicevo, il semplice fatto che uno sia socialfobico, non implica necessariamente che sia uguale a me...anzi...essendo, ogni essere umano, diverso dall'altro ed essendo anche, il concetto di FS, così vago...non potrebbe che essere diverso da me (...ma mi accontenterei di conoscere chi sia o sia stato almeno molto simile a me...). Quello che intendevo dire è che non mi dispiacerebbe se venissero distinti ed "etichettati" i diversi gradi di FS...perchè non vedo che se ne potrebbe fare, un socialfobico (...secondo il mio personale concetto di "socialfobico"...), del bagaglio d'esperienza di un timido: sarebbe come voler intervenire su un cancro al cervello servendosi delle conoscenze aquisite studiando un mal di testa (...poi ovviamente, una persona timida, potrebbe anche aver sofferto quanto o più di me, per altro comunque...). Non che mi dispiacerebbe conoscere un timido...ma...lasciamo perdere...è complicato.
Ok, capisco quello che stai dicendo. Però certe basi (non tutte ovviamente) sono comuni sia ai timidi che ai sociofobici, variano solo in intensità. La paura del giudizio altrui, l'evitamento di situazioni ansiogene, la tendenza ad autoilludersi di certe cose, le difficoltà di comunicazione...
Poi certo, ognuno è uguale solo a sé stesso. Te lo dico io che ancora non ho capito se in passato sono stato o meno sociofobico, e che oggi penso di essere "semplicemente" bloccato dalla mia timidezza residua e dal mio passato.
10-04-2008 13:11
bardamu
Quote:
Originariamente inviata da Lice
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Lice ti vedo bene con una coppola in testa e la lupara a tracolla :lol:
Ti stai giocando la possibilità di degustare un pezzo di Polonia (voi che leggete non fraintendete...non mi sto riferendo alla mia persona, ma ai prodotti tipici della terra a cui appartengo per metà).
Nuooooooooooo!!!!! Gli zoccoletti di Britney Spears nuooooooooooooo!!!!!!!!



:lol: :lol: :lol:
10-04-2008 11:20
HurryUp
Quote:
Originariamente inviata da Lice
[b][i][color=green]
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp2
Secondo me questo atteggiamento di disagio per le esperienze passate della propria donna manifestato da molti uomini è causato da un'invidia, a livello inconscio (ma a volte anche cosciente) per il fatto che la donna ha potuto fare tante esperienze e lui no
Perchè un'uomo "non socio-fobico" dovrebbe supporre che la donna abbia potuto fare tante esperienze se paragonate alle sue?
Perchè un'uomo "non socio-fobico" non avrebbe potuto fare altrettante esperienze che una donna?
1) Non sto parlando del caso in cui l'uomo presuppone, parlo del caso in cui lei ha avuto più esperienze e più facilità ad averle rispetto a lui.
2) io parlo del caso in cui il non socio-fobico ha la sensazione di non aver potuto fare altrettante esperienze, magari perchè non è bravo a sedurle nel modo che vogliono loro, insomma, per motivi che stanno al di fuori di lui.

Quote:
Originariamente inviata da Lice
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp2
unito alla sensazione di non meritare di non aver fatto anche lui esperienze in passato
Perchè un'uomo "non-sociofobico" dovrebbe pensare di non aver meritato di non aver fatto esperienze in passato?
Dato che probabilmente un'uomo "non socio-fobico" di esperienze ne ha fatte.
Io parlo di casi di non socio-fobici che non hanno potuto soddisfare i loro obiettivi nel gioco del corteggiamento, possono aver fatto esperienze, ma che non corrispondevano ai loro obiettivi, possono aver dovuto modificare gli obiettivi e scegliere esperienze diverse da quelle che avevano pianificato.
Nella teoria dei giochi si cambiano obiettivi quando il sistema non ti permette di soddisfarli, quindi è logico che l'uomo può avere la sensazione di non aver meritato di fare esperienze particolari (pensare di non aver meritato non significa volerle fare, ma solo esprimere un giudizio sulla lealtà del gioco, sulla giustizia nelle regole, etc...).

Quote:
Originariamente inviata da Lice
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp2
unito, a sua volta, alla sensazione che gli uomini con cui è stata la propria donna possano averla conquistata facendo meno fatica di lui
Se un'uomo non è socio-fobico, perchè dovrebbe supporre di aver sudato più camicie degli altri per conquistare la sua donna?
Il corteggiamento è un gioco impegnativo, ci sono delle regole da imparare ad applicare, sul come sapersi vendere alla donna, non basta non avere la fobia sociale.
Il fatto che il corteggiamento sia un gioco isomorfo al marketing e alla comunicazione pubblicitaria, alimenta la competizione, e tende a premiare le abilità sociali prima del merito, soprattutto nelle esperienze meno serie come avventure: quindi è logico che può esserci (e c'è) fastidio nel pensare che altri abbiano fatto meno fatica per conquistare la sua donna.


Quote:
Originariamente inviata da Lice
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp2
sentendosi preso per il culo quando la propria donna gli dice "non ti deve importare di non aver fatto altre esperienze prima di stare con me").
Sinceramente credo che ad una donna potrebe capitare di pronunciare quella frase solo se avesse a che fare con un socio-fobico o molto timido.
L'insieme fuzzy dei socio-fobici non è l'unica categoria penalizzata nel gioco del corteggiamento, ne esistono altre osservabili.

Quote:
Originariamente inviata da Lice
Vorrei chiederti una cosa HurryUp, tu sei convinto di poter ragionare come un'uomo "non socio-fobico"?

Io, ad esempio, ammetto i miei limiti...
Non avendo avuto relazioni sentimental-sessuali, mi rendo conto che i miei pareri non sono avvalorati dall'esperienza, quindi sono ipotesi.
Per quanto possa osservare e dedurre come possano ragionare le persone che invece di queste sesperienze hanno beneficiato, mi rendo conto che il gap conoscitivo è enorme...
Tu riusciresti a descrivere a parole a qualcuno qual'è la sensazione che si avverte quando ci si brucia con una fiamma?
E' un dolore diverso da qualsiasi altro se ci rifletti...tagliarsi è diverso che bruciarsi...
Per quanto si possa essere bravi a descrivere quella sensazione, per quanto il nostro interlocutore sia perspicace, non credo che nulla potrebbe sostituire l'esperienza diretta del "bruciarsi".
Quindi una mente socio-fobica o pesantemente timida ragionerà quasi sempre in modo diverso da una "non socio-fobica", fornendo una propria visione della realtà...
Come la tua dinamica della psicologia maschile è, e resta, la dinamica di una psiche maschile socio-fobica.
Non è necessario non essere sociofobici per capire come ragiona un uomo.
Non hai tenuto conto che l'insieme delle pulsioni dei maschi sociofobici e l'insieme delle pulsioni dei maschi non sociofobici non sono due insiemi disgiunti, c'è un'intersezione tra di loro, quella intersezione mi permette di capire certe cose della psiche maschile senza che io sia necessariamente non sociofobico.
Tu vuoi ricordarmi il fatto che le esperienze hanno un effetto destrutturante-restrutturante sulla psicologia dell'individuo, da cui deduci che le esperienza che loro aggiungono alla mia potrebbe modificare i loro pensieri in modo tale da rendere la mia analisi inapplicabile a loro.
Ma questa critica è infondata, perchè le esperienze, per quando possano destrutturare-restrutturare il loro stato mentale, difficilmente possono modificare certe pulsioni di base.
Inoltre le mie non sono solo speculazioni senza valore empirico.
Ho fatto anche dei test a maschi non socio-fobici (a loro insaputa!), verificando come rispondevano a certe mie domande, a certi miei commenti, e le reazioni che avevano erano coerenti con le mie intuizioni, per esempio con il meccanismo psicologico che ti ho descritto.
10-04-2008 10:37
bardamu
Re: Impossibilità concreta di vivere un amore sereno

Quote:
Originariamente inviata da Dany_e_Simba
Dire "socialfobici" è come dire "felini", un gatto ed una tigre sono entrambi dei felini...eppure, fra di essi, c'è un'enorme differenza...e personalmente mi son ***** ** ***** di vedermi spesso equiparato a gente che invece è nettamente e positivamente molto diversa da me. Essendo "gatto" me ne sto coi "gatti"...ma qui...altro che "tigri"...ci son "cani e porci" (...senza offesa, è solo un modo di dire...).
Se proprio ci tieni te lo dico io:
SEI UN CASO DISPERATO, NESSUNO STA PEGGIO DI TE.
Adesso però devi dirmi che aiuto può dare un forum fatto solo di gente che ha perso la speranza o che non è riuscita a fare nessun passo in avanti. L'unica utilità di un forum del genere è crogiuolarsi nel proprio dolore e chiudersi nell'illusoria consolazione del "mal comune mezzo gaudio". Io credo che dovresti distinguere gli utenti ad un altro livello: quelli che vengono qui per sentirsi migliori degli altri e quelli che partecipano perchè hanno vissuto (anche in parte) problematiche sociali, anche in passato, e magari sono riusciti ad uscirne o a superarle in parte, e decidono di trasmettere tale esperienza agli altri. Credo che l'empatia la troverai di più in una persona che soffriva del tuo problema e che ne è uscita, e quindi conosce entrambe le facce della medaglia e riesce a vedere il problema "da fuori", piuttosto che in una persona che è chiusa nel proprio dolore. Tanto lo sappiamo tutti: la fobia sociale è tale appunto perchè ti impedisce a vari livelli di comunicare in maniera spontanea le tue emozioni e i tuoi sentimenti all'altro, empatia compresa. Le persone che sanno farti sentire il loro affetto qua dentro sono quelle che tale problema l'hanno almeno in parte superato. Finché odierai gli altri per il solo fatto che stanno meglio di te non farai altro che stare peggio e di conseguenza coltivare ancora più odio...è un circolo vizioso.
10-04-2008 10:19
HurryUp
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
la parte grossa di questo sentimento è rappresentata secondo me dal retaggio culturale che porta a vedere il sesso come uno strumento di POSSESSIONE dell'altro. Da qui il passo verso una gelosia retroattiva è breve: gelosia per chi ha posseduto quella cosa prima di noi, una cosa che si vorrebbe solo nostra e di nessun altro. Personalmente mi da fastidio quando si parla di sesso in termini di possessione e si utilizzano parole come "possedere" o "fare mia/o", parole che implicano la PROPRIETA' dell'altra persona, perchè sono espressioni che fanno parte di una mentalità in cui l'altra persona diviene pensiero di sottomissione. Vanno bene tutt'al più nell'intimità, nel gioco sessuale, in un contesto interno alla coppia, in maniera analoga all'appellare la propria donna con termini volgari, ma non in un contesto aperto ad altre persone. Questa visione del sesso come proprietà altrui genera tutti quei comportamenti di gelosia e contemporanea svalutazione dell'altro in base al numero di partner avuti in passato.
Non mi convince molto il patto sociale che proponi: l'uomo dovrebbe farebbe lo sforzo di correggere la sua pulsione di possedere, attivandola solo nell'intimità, mentre la donna non farebbe nessuna forzatura alle sue pulsioni sessuali, è un patto sociale che presuppone una visione misandrica delle pulsioni sessuali maschili.
E poi non credo che la gelosia retroattiva sia alimentata da quella pulsione, quell'elemento è necessario ma non sufficiente ad attivarla, il meccanismo ha un'altra logica sottesa.
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