FobiaSociale.com  
     

Home Messaggi odierni Registrazione FAQ
 
Vai indietro   FobiaSociale.com > Fobia Sociale > Trattamenti e Terapie > E' giusto considerarla una malattia?
Discussione: E' giusto considerarla una malattia? Rispondi alla discussione
Il tuo nome utente: Clicca Qui per loggarti
Titolo:
  
Messaggio:

Opzioni addizionali
Opzioni varie

Visualizza l'argomento(prima i nuovi)
18-12-2011 12:49
maury25
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Quote:
Originariamente inviata da vikingo Visualizza il messaggio
la timidezza anche se per chi ne soffre lo e,non e una malattia,e una condizione dell'animo,un link su facebok dice pure che e un privilegio,alla faccia dle privilegio...
Se riesci ad accettarla e a conviverci si, certo che può essere un privilegio.
Tante cose possono esserlo, basta crederci, nel profondo.
18-12-2011 12:20
SoloUnaDonna
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Quote:
Originariamente inviata da Martello Visualizza il messaggio
Si, è giusto e pure invalidante parecchio spesso
Quoto.
Mi ricordo la prima seduta dalla psicologa che mi ha fatto capire che dovevo smetterla di incolpare me stessa e credermi stupida e che dovevo curarmi, come si fa per ogni altra malattia.. se si ha un braccio rotto se lo si fa ingessare.. se si ha un dente malato si va dal dentista a farselo curare.. perché dovrebbe essere diverso per la fobia sociale, soprattutto se ci impedisce di vivere?
Dopo 4 anni di reclusione forzata, di non vita, finalmente ho iniziato a fare qualcosa e a sentirmi anche molto meno depressa e con meno 'pesi' addosso.. ho sempre problemi, ma sto decisamente meglio dell'anno scorso.. e senza medicinali.
18-12-2011 03:09
Martello
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Si, è giusto e pure invalidante parecchio spesso
18-12-2011 02:22
darkness
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Quote:
Originariamente inviata da Acheo Visualizza il messaggio
Premesso che rispetto le tue idee ed il tuo modo di pensare, permettimi di dirti che non penso proprio che il nostro "disagio" dipenda, anche in parte, dal fatto che viviamo in Europa, e, che, magari, vivendo in un Paese "povero" le cose andrebbero meglio.
Spesso nei Paesi così detti poveri la competizione fra gli esseri umani raggiunge livelli veramente allucinanti, perchè ci si contende le poche risorse alimentari ed economiche disponibili in una lotta furiosa di tutti contro tutti, senza contare che sono, quelli del terzo mondo, paesi dove vi sono delle disuguaglianze terribili, in confronto alle quali quelle del nostro Occidente sono molto lievi.
Quindi penso che un socio-fobico in un paese come quello non solo soffrirebbe (come accade qui da noi), ma probabilmente non potrebbe nemmeno vivere in una società come quelle dove la competizione fra "poveri" per un tozzo di pane è qualcosa di spietato.
Forse dici questo perché ragioni non come nascituro in quei luoghi di miseria, ma come un occidentale che è finito a vivere in un paese sottosviluppato.

Noi stiamo così male perché viviamo in una società dove l'aspetto e la parola contano più della sostanza.
Ansia e depressione nascono e si sviluppano dove c'è ricchezza, ne sono convinto.
18-12-2011 01:27
Acheo
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Quote:
Originariamente inviata da darkness Visualizza il messaggio
Io sono malato o è la società che fa in modo che io debba sentirmi così perché non riesco a ritagliarmi uno spazio in questo mondo?
Mi vogliono indurre a pensare di essere sbagliato solo perché parlo poco, non sono allegro ecc?
Io dico di sì.

Se le persone estroverse mi accettassero per come sono non sarei così depresso, non avrei l'ansia da prestazione per ogni cosa, non desidererei di stare da solo lontano da minacce.

Lentamente la mia mente si sente schiacciata e nasce la rabbia e l'indifferenza.

Sono certo che tutto questo non succederebbe in posti dove l'agio non esiste, dove si è tutti uguali; parlo di Paesi dove la povertà copre la gran parte delle persone, dove queste vivono con poco e se lo fanno bastare.
In un contesto sociale di povertà, credo che non ci sarebbe la competizione che schiaccia i più deboli...ci sentiremmo più simili ai nostri "simili".

Di certo, io, europeo, sto veramente perdendo la possibilità di divertirmi, di sentirmi realizzato, di godere degli agi che mi circondano...
Premesso che rispetto le tue idee ed il tuo modo di pensare, permettimi di dirti che non penso proprio che il nostro "disagio" dipenda, anche in parte, dal fatto che viviamo in Europa, e, che, magari, vivendo in un Paese "povero" le cose andrebbero meglio.
Spesso nei Paesi così detti poveri la competizione fra gli esseri umani raggiunge livelli veramente allucinanti, perchè ci si contende le poche risorse alimentari ed economiche disponibili in una lotta furiosa di tutti contro tutti, senza contare che sono, quelli del terzo mondo, paesi dove vi sono delle disuguaglianze terribili, in confronto alle quali quelle del nostro Occidente sono molto lievi.
Quindi penso che un socio-fobico in un paese come quello non solo soffrirebbe (come accade qui da noi), ma probabilmente non potrebbe nemmeno vivere in una società come quelle dove la competizione fra "poveri" per un tozzo di pane è qualcosa di spietato.
18-12-2011 01:15
vikingo
Re: E' giusto considerarla una malattia?

la timidezza anche se per chi ne soffre lo e,non e una malattia,e una condizione dell'animo,un link su facebok dice pure che e un privilegio,alla faccia dle privilegio...
18-12-2011 00:07
bunker
Re: E' giusto considerarla una malattia?

a me se mi accettassero continuerei a non andare ai colloqui di lavoro
18-12-2011 00:01
darkness
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Io sono malato o è la società che fa in modo che io debba sentirmi così perché non riesco a ritagliarmi uno spazio in questo mondo?
Mi vogliono indurre a pensare di essere sbagliato solo perché parlo poco, non sono allegro ecc?
Io dico di sì.

Se le persone estroverse mi accettassero per come sono non sarei così depresso, non avrei l'ansia da prestazione per ogni cosa, non desidererei di stare da solo lontano da minacce.

Lentamente la mia mente si sente schiacciata e nasce la rabbia e l'indifferenza.

Sono certo che tutto questo non succederebbe in posti dove l'agio non esiste, dove si è tutti uguali; parlo di Paesi dove la povertà copre la gran parte delle persone, dove queste vivono con poco e se lo fanno bastare.
In un contesto sociale di povertà, credo che non ci sarebbe la competizione che schiaccia i più deboli...ci sentiremmo più simili ai nostri "simili".

Di certo, io, europeo, sto veramente perdendo la possibilità di divertirmi, di sentirmi realizzato, di godere degli agi che mi circondano...
17-12-2011 21:12
Atlas
Re: E' giusto considerarla una malattia?

io mi rispondo che sono un pirlone inutile che meriterebbe la sla o qualche malattia debilitante invece di baloccarsi inell'asocialità e nella depressione.
17-12-2011 19:11
Kavin Casey
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Quote:
Originariamente inviata da il morto Visualizza il messaggio
Però, anche la nostra moralità è il risultato delle esperienze e degli insegnamenti ricevuti dai genitori, se qualcuno non è stato educato a rispettare gli animali, forse da solo non sarà in grado di sviluppare quella senisibilità..
Le leggi.. legalità non significa giustizia, (ciò che IO ritengo giusto), se pensiamo alle leggi razziali, che obbligavano a denunciare gli ebrei e a non fornirgli riparo, era la legge, se non la rispettavi eri considerato un delinquente. Non se ne esce più da questi argomenti
Questo è vero, ma ci sono state persone che, pur avendo una famiglia socialmente distruttiva e criminosa, sono riuscite ad uscrine.
L'insegnamento dei genitori è un incipt, ma non una via sicura.

Il mio post voleva appunto dire che, avendo una visione del tutto utopistica, l'ideale sarebbe la mancanza di leggi.
Ovviamente ciò non è possibile perchè l'uomo non saprebbe gestire nulla di simile.

Forse è meglio chiudere l'OT, senò non ne usciamo più...se ho voglia creerò un topic.
17-12-2011 18:53
onironauta
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Quote:
Originariamente inviata da Allocco Visualizza il messaggio
ATTENZIONE, QUESTO POST è AMPOLLOSO
L'effetto che hanno (o potrebbero avere) i sintomi, sul presunto malato e su chi gli sta intorno nel senso che se questo ha le visioni ma sa che sono tali e riesce a gestirle del tutto in autonomia, io (io) considererei le sue visioni una parte della sua "visione del mondo", della sua mente, e non un errore strutturale.
Esatto, è proprio ciò che intendo.. Oggi invece per la minima stronzata ti danno un farmaco; è la vita!
Cioè, si sta andando verso queste cose.
17-12-2011 18:39
onironauta
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Quote:
Originariamente inviata da Kavin Casey Visualizza il messaggio
Credo anche io che non esista giusto nè giusto nè sbagliato, ma che la giustizia sia rispettare la propria moralità.
Ovviamente, abbiamo bisogno di leggi, perchè senò la società sarebbe un campo da battaglia ingetibile.

Non avevo mai pensato di trascinare questo ragionamento sulle malattie.
Però, anche la nostra moralità è il risultato delle esperienze e degli insegnamenti ricevuti dai genitori, se qualcuno non è stato educato a rispettare gli animali, forse da solo non sarà in grado di sviluppare quella senisibilità..
Le leggi.. legalità non significa giustizia, (ciò che IO ritengo giusto), se pensiamo alle leggi razziali, che obbligavano a denunciare gli ebrei e a non fornirgli riparo, era la legge, se non la rispettavi eri considerato un delinquente. Non se ne esce più da questi argomenti
17-12-2011 18:34
Allocco
Re: E' giusto considerarla una malattia?

ATTENZIONE, QUESTO POST è AMPOLLOSO

Quote:
Originariamente inviata da il morto Visualizza il messaggio
Ricordo solo di aver letto su un libro di sociologia, [...] fare delle curve, insomma deviare.
Tutto giusto; aggiungo un particolare, ossia che le "malattie" sono definite attraverso specifici organi in una serie di sintomi raccolti in manuali; questi manuali hanno una certa valenza dacché sono ricavati da un ampio (a dir poco) campione statistico.
Ed è questo che differenzia una malattia da una devianza.
E' una questione di terminologia specifica...

Ciò detto, bisogna ammettere che i sintomi che identificano questo o quello spesso si sovrappongono, non sono chiari nella gamma da considerare (ci sono sintomi considerati normali fino a un certo livello, ma quale sia questo livello se ne discute..) e compagnia bella...
Ma alla fine risultano utili per decidere una terapia specifica in casi che altrimenti sarebbero "un po' tutti uguali"...



A mio modesto avviso però andrebbero valutate alcune cose prima di applicare un'etichetta simile:
1 - L'effetto che hanno (o potrebbero avere) i sintomi, sul presunto malato e su chi gli sta intorno, nel senso che se questo ha le visioni ma sa che sono tali e riesce a gestirle del tutto in autonomia, io (io) considererei le sue visioni una parte della sua "visione del mondo", della sua mente, e non un errore strutturale.
2 - Il vantaggio che si può avere dall'etichettamento; nel senso che se dare un nome alla cosa serve come sprono e come stimolo all'autoperfezionamento e al superamento delle impasse (fosse anche solo per decidere una terapia, come scritto prima) allora farlo è cosa buona e giusta. In caso contrario eviterei.
17-12-2011 18:25
Kavin Casey
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Quote:
Originariamente inviata da il morto Visualizza il messaggio
Ricordo solo di aver letto su un libro di sociologia, che i distrurbi mentali, la depressione, insomma tutto ciò che non si riscontra nelle persone "normali", è considerato semplicemente come una deviazione, non una malattia, alla fine cos'è normale? Ad esempio, so che nell'antica Grecia era consentito praticare la pedofilia, oggi invece vieni (giustamente) considerato un malato... quindi si capisce che una cosa è normale o anormale in relazione all'epoca a cui ci si riferisce e quindi in base agli usi e costumi del momento. Sono convinto che tra mille anni, gli stili di vita e le convinzioni delle persone muteranno, e guardando indietro si dirà: ma veramente quelli credevano che una vergine riuscì a restare incinta e che l'uomo falena compare prima dei terremoti? Erano pazzi.. Comunque tornando alla devianza, il libro parlava di una linea retta, che stava a rappresentare i comportamenti più comuni, e per indicare un deviato, si parlava seplicemente di non seguire quella linea, di uscire dai bordi, fare delle curve, insomma deviare.
Così mi istigate a citare De Andrè però

"Questa è una canzone che risale al 1962, dove dimostro di avere sempre avuto, sia da giovane che da anziano, pochissime idee ma in compenso fisse. Nel senso che in questa canzone esprimo quello che ho sempre pensato: che ci sia ben poco merito nella virtù e ben poca colpa nell'errore. Anche perché non sono ancora riuscito a capire bene, malgrado i miei cinquantotto anni, cosa esattamente sia la virtù e cosa esattamente sia l'errore, perché basta spostarci di latitudine e vediamo come i valori diventano disvalori e viceversa. Non parliamo poi dello spostarci nel tempo: c'erano morali, nel Medioevo, nel Rinascimento, che oggi non sono più assolutamente riconosciute. Oggi noi ci lamentiamo: vedo che c'è un gran tormento sulla perdita dei valori. Bisogna aspettare di storicizzarli. Io penso che non è che i giovani d'oggi non abbiano valori; hanno sicuramente dei valori che noi non siamo ancora riusciti a capir bene, perché siamo troppo affezionati ai nostri." (dal commento introduttivo a La città vecchia, Teatro Brancaccio di Roma, 14 febbraio 1998)

Credo anche io che non esista giusto nè giusto nè sbagliato, ma che la giustizia sia rispettare la propria moralità.
Ovviamente, abbiamo bisogno di leggi, perchè senò la società sarebbe un campo da battaglia ingetibile.

Non avevo mai pensato di trascinare questo ragionamento sulle malattie.
17-12-2011 18:22
mondina
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Quote:
Originariamente inviata da Kavin Casey Visualizza il messaggio
Io credo che considerarsi malati può portare a due vie:
1) Sono malato? Bene, rimobocchiamoci le maniche e superiamo la malattia.
2) Sono malato? Ora posso scaricare la colpa dei miei errori sulla malattia che, per l'appunto, non dipende da me. La colpa di tutto ciò che c'è di sbagliato nella mia vita è di questo male oscuro, non mia, non posso farci nulla.

Data la natura della "cosa" (che poi esiste davvero questa cosa?) credo che in genere si è propoensi a parteggiare per la 2)
QUINDI, sconsiglio di definirsi malati.
uhm non è una malattia fisica ma psicologica ragion per cui deriva dall'individuo per la più parte come nel caso dell'anoressia o della bulimia.sono disturbi curabili ma alla fin fine voluti dall'individuo come una sorta di protezione o soluzione ad un problema.quindi direi che non è una scusa quanto mai adottabile.
17-12-2011 18:17
onironauta
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Ricordo solo di aver letto su un libro di sociologia, che i distrurbi mentali, la depressione, insomma tutto ciò che non si riscontra nelle persone "normali", è considerato semplicemente come una deviazione, non una malattia, alla fine cos'è normale? Ad esempio, so che nell'antica Grecia era consentito praticare la pedofilia, oggi invece vieni (giustamente) considerato un malato... quindi si capisce che una cosa è normale o anormale in relazione all'epoca a cui ci si riferisce e quindi in base agli usi e costumi del momento. Sono convinto che tra mille anni, gli stili di vita e le convinzioni delle persone muteranno, e guardando indietro si dirà: ma veramente quelli credevano che una vergine riuscì a restare incinta e che l'uomo falena compare prima dei terremoti? Erano pazzi.. Comunque tornando alla devianza, il libro parlava di una linea retta, che stava a rappresentare i comportamenti più comuni, e per indicare un deviato, si parlava seplicemente di non seguire quella linea, di uscire dai bordi, fare delle curve, insomma deviare.
17-12-2011 17:22
barclay
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Qualunque parola usate per descriverla, non è una condizione divertente.
17-12-2011 17:16
maury25
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Quote:
Originariamente inviata da picio Visualizza il messaggio
Io tendo a non considerarla una malattia,
ma dipende da quanto incide nel tuo stile di vita, nel mio incide tanto.
Eppure non riesco a considerarla tale, e forse è meglio così,
quando vi vedo parlare di normaloni e fobici ragazzi miei mi vengono i brividi.
Le divisioni non sono mai così nette nessuno è normalone la normalità è un concetto e ognuno interpreta questo concetto in maniera sua.
Si, quoto.
17-12-2011 14:56
picio
Re: E' giusto considerarla una malattia?

Io tendo a non considerarla una malattia,
ma dipende da quanto incide nel tuo stile di vita, nel mio incide tanto.
Eppure non riesco a considerarla tale, e forse è meglio così,
quando vi vedo parlare di normaloni e fobici ragazzi miei mi vengono i brividi.
Le divisioni non sono mai così nette nessuno è normalone la normalità è un concetto e ognuno interpreta questo concetto in maniera sua.
17-12-2011 14:37
bunker
Re: E' giusto considerarla una malattia?

siamo malati, abbiamo più difficoltà a fare le cose, ma questo mica ci giustifica se non facciamo nulla op ne facciamo di sbagliate...


vi state invischiando in un loop di analisi grammaticale inutile
Questa discussione ha più di 20 risposte. Clicca QUI per visualizzare l'intera discussione.



Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 19:45.
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.