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Discussione: Come vedo la (mia) timidezza Rispondi alla discussione
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04-12-2011 23:46
Guardianangel
Re: Come vedo la (mia) timidezza

secondo me la fai troppo complicata
cerca di essere educato
se qualcuno ti fa una domanda rispondi in modo completo e ricambia la domanda
esempio pratico in un gruppo in un rapporto a due dove te pare
ciao come va?
bene stamattina mi sono rasato prima del solito grazie alla vicina di casa che si è messa a spostare i mobili
pensa mi ha regalato un'ora di vita =)
e a te come va?
bla bla bla
04-12-2011 23:23
Tabula Rasa
Re: Come vedo la (mia) timidezza

Quote:
Originariamente inviata da animal-akira Visualizza il messaggio
E allora dimmelo, quali capacità dovrei avere per dei parametri sociali tali da condurre una relazione umana vantaggiosa?
dovrei suscitare fiducia, le persone fuggono da chi sentono nemico o estraneo; dovrei suscitare interesse, le persone evitano chi procura loro noia; dovrei essere negli stessi sentimenti positivi, le persone devono riconoscersi l'un l'altro e scoprire qualcosa di nuovo, ma questo rientra nell' interesse
-> da cosa è dato l'interesse?
movimento, la staticità del silenzio e dell'ignorare spesso allontana le persone; riconoscimento, se le persone si riconoscono in te, nelle tue idee, si creano i presupposti per una crescita da ambedue le parti basata sulle differenze che si conciliano in una accettazione del sé ( si fanno proprie le idee dell'altro riconosciuto); attrazione sessuale(non lo prendiamo in considerazione) ; capacità di suscitare emozioni positive dopo il riconoscimento, nello stesso sentimento si intensifica la positività creando benefici influssi sull'altro.
In effetti mi son sempre chiesta anch'io quali sono i parametri per definire una persona interessante e quindi degna di frequentazione

Quote:
Originariamente inviata da animal-akira Visualizza il messaggio
Relazione di gruppo: Problema: il confronto con gli altri può dare luogo alla creazione di classifiche, chi si sente troppo in basso sa che ci sarà qualcuno più in alto che sarà preferito a lui/lei , le capacità divengono relative, schiacciate dal confronto si arriva al dubbio (vedi inizio).
Le relazioni di gruppo mettono in dubbio le capacità, o meglio ingrandiscono il dubbio perchè lo moltiplicano per ogni persona del gruppo, oltre all'influsso della fitta rete di relazioni.
questo lo penso anch'io, infatti evito il confronto con gli altri, perchè sono migliori di me (il più delle volte) ma anche se non lo sono io non ho autostima, quindi loro son sempre migliori di me... purtroppo nella vita il confronto esiste ed esisterà sempre e per vivere bisognerebbe affrontarlo e superarlo vincitori... ma bisognerebbe avere considerazione di se e io non ce l'ho
04-12-2011 22:41
animal-akira
Re: Come vedo la (mia) timidezza

ma dài 195 visite e nessuna risposta, l'ho messo appositamente per avere delle risposte, conferme o critiche; potrei criticarmi da solo, ma la cosa sarebbe egocentrica, deprimente e inutile.

...ma si capisce?

ditemi almeno questo, ci tengo alla cosa

forse sono cose che già si pensavano, ma ci sono elemetni nuovi discutibili

vabbe', datemi un segno
03-12-2011 23:57
animal-akira
Come vedo la (mia) timidezza

Questa è l'ultima versione della mia visione sulla timidezza, da dati empirici; è basata su me non fobico sociale solo timiduccio, quindi potrebbe variare.
è scritto un po' di impulso, ma c'è il ragionamento
Si vogliono critiche e proposte per approfondire la questione



assunto: Penso di avere poche capacità, evito gli altri;

è una valida giustificazione? sì, alla coscienza di essere evitati da tutti è preferibile l'evitamento;
è vero che ho poche capacità? se sì, meglio accettare fin da subito che bisogna ricercare un'alternativa, non uccidersi nel dubbio, e, qualora sorgesse, si deve mettere alla prova le capacità per chiarificare il dubbio, finché non si è sicuri: non è bello stare da soli, ma è meglio che tormentarsi nel dubbio, nel dissidio di volontà fra parlare o evitare, almeno non ti prostituiresti.

Problema: non si riesce ad accettare di essere inadeguati a dei parametri sociali sufficienti a una relazione vantaggiosa; c'è una contraddizione fra ciò si sente di essere e ciò che sembrano dire gli altri, non si vuole il confronto perché potrebbe indicare la prima soluzione, vista come la morte sociale dell'individuo,mmm.... forse bisognerebbe accettare questa eventualità e mettersi alla prova; i metodi indiretti forniscono dati interpretabili, a seconda dell'umore, e non fanno che aumentare il dubbio. Forse non si può controllare la paura della morte, la si può solo accettare razionalmente, ma emozionalmente è troppo forte, ci si può solo imbrogliare, co buoni risultati e buon umore, per sentirsi più sicuri, anche se non è cambiato nulla.
No, non può essere così, voglio provare a trovare una soluzione che mi faccia credere di poter fare realmente qualcosa, questa è forse la più probabile, forse non rimane che mettersi alla prova volontariamente, chi non accetta la realtà deve ingannarsi.
La prima soluzione,dell'accettazione ed evitamento, implica questo: immaginati solo, senza nessuno, parli con gli altri solo per necessità, vivi per te senza nessun'altro, godi di piaceri senza il bisogno di condividerli, rinunci all'amore per le persone, ad essere amato, rinunci all'amicizia, a parlare con qualcuno e ridere contenti nello stesso stato d'animo; rinunci a una vita piena di significato per le relazioni instauratesi fra pari,unici a poter riconoscerti, e qual è l'alternativa? questa è una vita solitaria di piccoli piaceri, felicità e successi che non potranno essere raccontati a nessuno, né dovrai volerlo, serenità si sostituisce alla gioia, ma bisogna accattarlo, una vita solitaria, senza tormenti, né amori umani, scopo?non dovresti averlo, che scopo ci dovrebbe essere se sei da solo, solo la sicurezza, perché non hai nulla da perdere.

E allora dimmelo, quali capacità dovrei avere per dei parametri sociali tali da condurre una relazione umana vantaggiosa?
dovrei suscitare fiducia, le persone fuggono da chi sentono nemico o estraneo; dovrei suscitare interesse, le persone evitano chi procura loro noia; dovrei essere negli stessi sentimenti positivi, le persone devono riconoscersi l'un l'altro e scoprire qualcosa di nuovo, ma questo rientra nell' interesse
-> da cosa è dato l'interesse?
movimento, la staticità del silenzio e dell'ignorare spesso allontana le persone; riconoscimento, se le persone si riconoscono in te, nelle tue idee, si creano i presupposti per una crescita da ambedue le parti basata sulle differenze che si conciliano in una accettazione del sé ( si fanno proprie le idee dell'altro riconosciuto); attrazione sessuale(non lo prendiamo in considerazione) ; capacità di suscitare emozioni positive dopo il riconoscimento, nello stesso sentimento si intensifica la positività creando benefici influssi sull'altro.

Relazione di gruppo: Problema: il confronto con gli altri può dare luogo alla creazione di classifiche, chi si sente troppo in basso sa che ci sarà qualcuno più in alto che sarà preferito a lui/lei , le capacità divengono relative, schiacciate dal confronto si arriva al dubbio (vedi inizio).
Le relazioni di gruppo mettono in dubbio le capacità, o meglio ingrandiscono il dubbio perchè lo moltiplicano per ogni persona del gruppo, oltre all'influsso della fitta rete di relazioni.
Perchè capacità apparentemente indipendenti dall' aspetto fisico e successo vanno a incidere sul dubbio?
Le cause del dubbio (preesistente) sono ricercate da chi ne è preso nell'aspetto fisico, che può influire sull'interesse,ma anche non influire, si crea un nuovo dubbio; nel successo, che viene visto come chiave per suscitare positività negli altri, che essendo deboli ricercano il forte, un punto di riferimento per accrescersi.
Quindi il successo e l'aspetto fisico sono i mezzi per ingannarci( o prendere fiducia, a dir si voglia), mah, forse non c'inganna, ma sì, perchè il vero potenziale è lo stesso, il contenuto è lo stesso, è l'apparenza che cambia e con essa si cerca di nutrire l'interesse iniziale, che comunque dovrà fare i conti con il contenuto. Bisogna avere la forza di superare il dubbio e mettersi alla prova; oppure inganniamoci, ma forse è meglio la prima, sì, ma è impossibile perdere quella paura, la sicurezza dell'apparenza, la garanzia del primo approccio.

Si vogliono critiche e proposte per approfondire la questione



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