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Discussione: Smurov, Amélie e Bartleby Rispondi alla discussione
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27-04-2014 23:21
Demiurgo
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Io mi rivedo molto nella descrizione di Smurov, lo ho sempre pensato di essere un fantasma... passo, tangente alle vite degli altri ma senza mai fondermi con nessuna persona o gruppo...

Magari se dovessi dire anche con un pizzico di Barteby (nella necessità di mantenere fino allo stremo la mia piccola sfera di sicurezza, la mia zona franca... poiché i cambiamenti sono il male u-u).
27-04-2014 22:00
Intotheball
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher Visualizza il messaggio
Quante Amélie, ma lo sapete che Amélie è la mia ragazza ideale?
Mi sa che Amélie è la ragazza ideale di molti evitanti (naturalmente, a livello concettuale). A me, devo dire, la Tautou non dispiace neanche esteticamente
25-01-2012 20:46
SoloUnaDonna
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Mi rivedo un pò in tutti e 3.
25-01-2012 20:10
Kitsune
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Quote:
Originariamente inviata da iNetto Visualizza il messaggio
In amore Amelie, per tutto il resto Smurov (probabilmente finirò come lui ...)
Idem anche io.
25-01-2012 19:59
Carlien
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Anche io mi rivedo decisamente in Amélie. Il suo prendere iniziative, farsi mille filmoni mentali, e poi retrocedere terrorizzata quando le sue aspettative possono essere soddisfatte..
Quel film è di una tenerezza infinita. Almeno lì c'è il lieto fine!
25-01-2012 19:40
Moonwatcher
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Quante Amélie, ma lo sapete che Amélie è la mia ragazza ideale?
25-01-2012 16:49
polla89
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

o dio, amélie in pieno
25-01-2012 16:42
eVito Corleone
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Smurov praticamente in tutto, e per qualcosa mi rivedo Amèlie ma non molto, mentre in Bartleby quasi per niente.
25-01-2012 16:30
wal
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Trovo molte somiglianze con Amélie...
21-08-2011 21:35
Kavin Casey
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Terribile.
"Il favoloso mondo di Amélie" è da sempre uno dei miei film preferiti (tanto che pensavo di imparare a suonare la colonna sonora al piano ) e ho sempre trovato certe somiglianze tra me e Amélie. Poi ho letto il post di moon e mi sono reso conto che siamo praticamente uguali. In tutto.
Dalle fantasie di realtà distorte alla sensazione di rifiuto permanente (degli amici hanno passato un anno invitandomi ad uscire con loro ma io, a causa della sensazione di non piacere agli altri invitati, non sono mai andato) e alla schermatura dell'ansia e della paura. Mi ha colpito notare anche che ho vissuto una situazione simile a quella del bar e che mi sono comportato nello stesso modo: negando tutto preso dall'ansia.
Può sembrare strano, ma in un certo senso mi ha colpito molto questo topic.
Ci sono rimasto male
21-08-2011 12:50
LaBelleDameSansMerci
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Io sono di certo Ameliè. Molto spesso non riesco a rapportarmi agli altri proprio perché mi sento estranea da loro... Per non parlare di quante cose in comune abbia con il personaggio di Ameliè, fra cui la testa fra le nuvole.
02-08-2011 11:48
Casper
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Mi riconosco in tutto sia in Smurov sia in Amélie
02-08-2011 08:56
Moonwatcher
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Quote:
Originariamente inviata da Hamelech Visualizza il messaggio
Non ho letto il thread, preferirei non farlo.
Come vuoi, nessuno ti obbliga!
02-08-2011 03:04
Hamelech
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Non ho letto il thread, preferirei non farlo.
02-08-2011 02:16
Noctis
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Il modo di padroneggiare il distacco è la ricerca del sollievo attraverso l'allontanamento e la ricerca della solitudine. Questa dinamica è spesso favorita ed accompagnata dalla mancanza di abilità sociali, dovuta alla mancanza di esperienza nel vivere e comunicare insieme agli altri, La solitudine è la soluzione apparente ai problemi di estraneità/distacco (che sono quelli predominanti in questo tipo, ndr), capace solo di vivere rappresentandosi personaggi a lui vicini senza incarnarli veramente, ci chiediamo quasi che testimonianza o traccia ha lasciato.
Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Amélie è una ragazza introversa, sensibile, attenta agli altri. Incapace di comunicare per imbarazzo e facilità alla vergogna, tende a fantasticare e a rimanere sola, limita i rapporti con gli altri allo stretto necessario. La sua difficoltà risiede nella necessità, per stare con altre persone, di superare vari ostacoli. Spesso il punto di partenza riguarda l'autoimmagine di inadeguatezza che li porta a sentirsi esclusi dagli altri. Le prove ricevute anche in età infantile fissano ricordi di episodi relazionali legate ad esperienza di umiliazione e rifiuto. Questo atteggiamento già di per sé allontana l'evitante dall'avere rapporti ravvicinati. Il tipico dilemma è tra il desiderio di avere relazioni umane e la difficoltà ad avviarle o, peggio, approfondire. Quando questo avviene lo stato psicologico sarà di timore di perdita di controllo, impaccio o ansia, e timore di vedere concretizzata la propria e definitva esclusione da parte degli altri. La situazione sentimentale non potrà che ricalcare questo schema, magari intrisa di maggiore sofferenza emotiva. Questi incontri desiderati e poi mancati provocano sentimenti di vuoto e di solitudine dolorosi. Altre volte la fantasia porta ad immaginare scene opposte dove l'evitante, pieno di iniziativa, realizza incontri fruttuosi; nella realtà l'evitante per viverle deve entrare nello stato di rivalsa narcisistica, sentendosi potente, capace di tutto e sprezzante. Entrambe le soluzioni ai problemi relazionali non durano più di tanto: l'evitante permane in una sensazione di non appartenenza/esclusione e di incapacità ad avere relazioni intime, e questo gli conferma la propria inadeguatezza e la condizione di chi vive una vita assumendo una prospettiva di osservatore piuttosto che di attore della propria esistenza. L'elemento centrale nel mantenimento del disturbo è il ciclo di inadeguatezza/rifiuto (ndr). L'evitante saprebbe raccontare al suo diario i propri sentimenti, ma non comunicare a parole la dolorosa difficoltà del vivere con gli altri.
Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Talvolta gli evitanti sono in situazioni relazionali o sociali avviate da anni in cui però mantengono una posizione distaccata o di parziale coinvolgimento. La presenza degli altri, che pure è utile nel formulare decisioni o essere presenti nel mondo sociale (soprattutto del lavoro), è vissuta come un'ingerenza da cui proteggersi. solitario, silenzioso, non ha interessi La presenza degli altri, le regole e le incombenze della vita sociale diventano un obbligo da cui difendersi. Vive questa coercizione con rabbia e senso di ingiustizia alla quale ribellarsi. L'evitamento ha a questo punto lo scopo duplice di sottrarsi da tale peso ma anche di proteggersi da eventuali rischi di una reazione rabbiosa. Il sottrarsi rabbiosamente, se avviene, ha inoltre il risultato di sottoporlo al giudizio degli altri, aumentandone il senso di esclusione e di inadeguatezza.
Grosso modo ho cercato di estrapolare le caratteristiche che ho sentito miei dei tre personaggi.
01-08-2011 22:41
Moonwatcher
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Ma Smurov vi sta proprio sul cazzo? A me piaceva meno Bartleby.
29-07-2011 17:21
iNetto
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

In amore Amelie, per tutto il resto Smurov (probabilmente finirò come lui ...)

Quote:
Originariamente inviata da chomsky Visualizza il messaggio
In realtà mi sento pericolosamente simile a Zeno Cosini.
Alle superiori era il mio idolo (che culo eh , però alla fine diventa un boss)
29-07-2011 15:42
chomsky
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

In realtà mi sento pericolosamente simile a Zeno Cosini.
29-07-2011 13:32
Inosservato
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Ah sì, giusto, non ho nemmeno specificato per lei perché ho dato per scontato che tutti conoscano il film Il favoloso mondo di Amélie.
Da quando uscì anni fa quel film ho eletto Amelie quasi mia fidanzata immaginaria ufficiale (il quasi è legato all' imperdonabile errore di tenere i capelli corti)
29-07-2011 13:16
PriccoPracco
Re: Smurov, Amélie e Bartleby

Interessante, finalmente un post coi controchezzi...

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Smurov o del sé estraneo. Gli altri li osservano a loro volta o entrano in contatto con molta diffidenza, colpiti dalla sensazione di distacco che emanano. Ma l'evitante non coglie negli altri questa difficoltà, piuttosto deduce una conferma all'impossibilità di vivere una vita relazionale; si crede allontanato dagli altri e lui per primo si distacca.

Si, mi sento come se a volte "emani negatività"

Quote:
Amélie o del sé inadeguato. Spesso il punto di partenza riguarda l'autoimmagine di inadeguatezza che li porta a sentirsi esclusi dagli altri. Le prove ricevute anche in età infantile fissano ricordi di episodi relazionali legate ad esperienza di umiliazione e rifiuto.
Il tipico dilemma è tra il desiderio di avere relazioni umane e la difficoltà ad avviarle o, peggio, approfondire. Quando questo avviene lo stato psicologico sarà di timore di perdita di controllo, impaccio o ansia, e timore di vedere concretizzata la propria e definitva esclusione da parte degli altri.
Le parti sottolineate, si si :/

Quote:
nella realtà l'evitante per viverle deve entrare nello stato di rivalsa narcisistica, sentendosi potente, capace di tutto e sprezzante.

Mi è capitato di rado, ma mi è capitato :/

Quote:
Entrambe le soluzioni ai problemi relazionali non durano più di tanto: l'evitante permane in una sensazione di non appartenenza/esclusione e di incapacità ad avere relazioni intime, e questo gli conferma la propria inadeguatezza e la condizione di chi vive una vita assumendo una prospettiva di osservatore piuttosto che di attore della propria esistenza. L'elemento centrale nel mantenimento del disturbo è il ciclo di inadeguatezza/rifiuto (ndr). I disturbi di questi evitanti, così come le dinamiche descritte, sono anche qui favoriti da alcuni fallimenti metarappresentazionali: l'evitante è fortemente autocentrato nel monitorare i propri stati interni, soprattutto nell'identificare le emozioni di ansia e imbarazzo e nel cercare di padroneggiarle (deficit di decentramento). L'evitante cerca solo smentite della propria inadeguatezza che sistematicamente non ottiene. A causa di questo si allontana dalle relazioni. Le abilità sociali, che pure esistono, sono fortemente inibite dall'evitamento sociale e dal rifuggire le situazioni relazionali. L'evitante saprebbe raccontare al suo diario i propri sentimenti, ma non comunicare a parole la dolorosa difficoltà del vivere con gli altri.


Quote:
Bartleby o del sé costretto. Talvolta gli evitanti sono in situazioni relazionali o sociali avviate da anni in cui però mantengono una posizione distaccata o di parziale coinvolgimento. La presenza degli altri, che pure è utile nel formulare decisioni o essere presenti nel mondo sociale (soprattutto del lavoro), è vissuta come un'ingerenza da cui proteggersi. La presenza degli altri, le regole e le incombenze della vita sociale diventano un obbligo da cui difendersi. Vive questa coercizione con rabbia e senso di ingiustizia alla quale ribellarsi. L'esito è però il senso di solitudine e noia, le relazioni mancano di fornire stimoli e vitalità. In questo tipo è predominante il ciclo di costrizione/evitamento: adeguandosi al contesto, lo subiranno e, sentendo gli altri costrittivi, si allontaneranno dalla relazione. L'altro, a sua volta ferito dal mancato coinvolgimento nella relazione, giudicherà negativamente o aumenterà le richieste che accresceranno nell'evitante il senso di costrizione e la tendenza alla rottura della relazione.
Mi ci ritrovo parecchio in parte in tutte e tre sti protagonisti...sarò evitante???...booo

Fatto sta che probabilmente per questi motivi che continuo a star solo, soprattutto la difficoltà di non voler approfondire i rapporti e quella sensazione di costrizione ad andare oltre un certo livello di coinvolgimento.


E mo?
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