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Discussione: Teoria del pazzo Rispondi alla discussione
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30-05-2011 13:00
Jokerfs
Re: Teoria del pazzo

NOn è sbagliato, ma se la usi nei rapporti personali devi ricordarti di una cosa: c'è più spontaneità, impressioni personali, giudizi affrettati nei rapporti sociali che nei rapporti politici (fatti di analisi, previsioni, negoziazioni).

Detto ciò esistono molti motivi per cui un comportamento estroverso aiuta nell'appiattire il giudizio altrui su di te (appiattire in senso buono, va inteso come "sentire l'altro vicino a sè come comportamento, indipendentemente da come davvero è, perchè come davvero è non lo sapremo mai, dobbiamo accontentarci di come lo vediamo coi nostri occhi").

Immagina di comportarti in modo introverso: parli poco, stai sulle tue. Questo non evita il giudizio altrui, anzi. Tutti, sempre e in ogni occasione, si creano un giudizio su di te, e se non hanno abbastanza contatti con te su cui giudicare riempiono i vuoti del loro ragionamento con quello che li passa per la testa:

"ma perchè non parla con nessuno? Ha qualche problema? Secondo me si sente poco accettato. Quindi è poco accettato.. Magari c'è un buon motivo per cui è poco accettato".

Quando poi decidi di esporti cosa succede? Che il modo in cui lo fai entra in contrasto con l'iniziale idea che gli altri hanno di te. E addirittura appari poco spontaneo, quando magari il tuo pensiero (e molti sociofobici lo hanno) è "devo essere me stesso".

Se invece si tiene un comportamento estroverso per prima cosa si da agli altri un maggior bagaglio di episodi su cui giudicare (e sono veri lati del tuo carattere: ha un buon rapporto con questo suo amico.. Ci prova con questa ragazza.. Pensa che andare a ballare nei locali non sia divertente.. Ha questi hobby e questi interessi...)

Secondo: un estroverso autogiustifica i propri comportamenti (nella testa degli altri: "vabbè che ci vuoi fare, è fatto così") e paradossalmente risulta più accettato e più spontaneo.

Paradossalmente mica tanto, in ogni caso, perchè se soffri il fatto che stai solo qual'è la tua reazione: creare le condizioni per restare solo? Se non riesci ad avere rapporti personali perchè tutti quelli che hai avuto ti hanno deluso che fai: eviti di provare a creartene altri?

Grazie di aver letto fin qui
30-05-2011 12:23
barclay
Re: Teoria del pazzo

Quando un'introverso perde il controllo, di solito, finisce nella m***a fino al collo. Io preferisco la teoria secondo cui gli estroversi sono una mafia: quando uno di loro fa qualcosa di sbagliato tutti gli altri lo aiutano a coprire le tracce.
30-05-2011 08:35
RainWillEnd
Re: Teoria del pazzo

... avevo letto teoria del palazzo .-.
30-05-2011 08:11
Inosservato
Re: Teoria del pazzo

Quote:
Originariamente inviata da JohnReds Visualizza il messaggio
Bisogna lasciare spazio d'azione al nostro lato irrazionale, imprevedibile, anche aggressivo volendo. Così la gente si accorge che esistiamo. La razionalità non è tutto nella vita.
Secondo me vale nei rapporti d'amicizia come in quelli amorosi


Che ne pensate?
Certo, confermo, è vero......il problema è che siamo sociofobici -___- è tutto lì....non si tratta di follia, si tratta di esternare emozioni, sentimenti, che spesso portano a compiere atti non del tutto razionali alle persone "normali"
30-05-2011 00:48
Nick
Re: Teoria del pazzo

Mmm se l'idea è quella di farsi temere sembrando pazzi allora il risultato può essere raggiunto.
Se l'idea è adottare comportamenti irrazionali pianificati per piacere alla gente, allora stiamo confondendo la spontaneità con l'imitazione della spontaneità.

Però il discorso è interessante perchè mi da modo di esprimere i miei dubbi sulla comportamentale.
Non basta cambiare i comportamenti, bisogna cambiare nel profondo affinchè quei comportamenti ci risultino spontanei.
Bastano le tecniche e gli esercizi per fare questo? Può essere ma ho i miei dubbi.
29-05-2011 23:44
Winston_Smith
Re: Teoria del pazzo

Quote:
Originariamente inviata da JohnReds Visualizza il messaggio
Bisogna lasciare spazio d'azione al nostro lato irrazionale, imprevedibile, anche aggressivo volendo. Così la gente si accorge che esistiamo. La razionalità non è tutto nella vita.
Secondo me vale nei rapporti d'amicizia come in quelli amorosi


Che ne pensate?
Azz, che allora se è così sono proprio fottuto.
29-05-2011 23:27
JohnReds
Re: Teoria del pazzo

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Uhm, a me pare che un certo presidente del consiglio confidi molto nella capacità della gente di dimenticarsi delle balle che dice e delle promesse che non mantiene...
noooo per favore non parliamo di silvio anche qui

La replica di deadinside è sensata: però c'è da dire che nei rapporti tra capi di stato gli incontri sono enormemente rarefatti; nei rapporti personali invece sono continui e molto più intensi, quindi la maggior frequenza e vicinanza sopperisce alla mancanza di documenti
deadinside, dici che la gente dimentica? a me non pare, magari lo fa consciamente, ma istintivamente gli atteggiamenti rimangono: con uno un po' più irrazionale la gente tenderà ad essere accomodante, con una persona totalmente inoffensiva tenderà istintivamente ad essere meno rispettosa..certi meccanismi ho notato che si ripetono anche tra conoscenti che non si vedono per anni.
29-05-2011 23:23
Winston_Smith
Re: Teoria del pazzo

Quote:
Originariamente inviata da DeadInside Visualizza il messaggio
tra politici si tende a non dimenticare a causa della continuità dei rapporti trà nazioni inoltre ci sono riscontri cartacei ed eventuali altre prove documentali.
Uhm, a me pare che un certo presidente del consiglio confidi molto nella capacità della gente di dimenticarsi delle balle che dice e delle promesse che non mantiene...
29-05-2011 23:11
JohnReds
Teoria del pazzo

Una persona timida avrà un comportamento pacato, razionale, rispettoso.
Però com'è che troppo spesso sono i timidi a subire?
Perché spesso sono rispettati maggiormente gli estroversi, magari quelli un po' fumini, imprevedibili. Come mai la gente, nonostante i difetti, viene accettata ("è così, che ci posso fare")?
Mentre chi è troppo pacato al contrario, come si diceva in questo topic, si vede restringere ulteriormente il proprio campo d'azione.



« È importante che "i pianificatori non siano troppo razionali nel determinare [...] quali siano gli obiettivi che contano di più per l'oppositore", che vanno comunque tutti colpiti. "Non è bene dare di noi stessi un'immagine troppo razionale o imperturbabile". "Il fatto che gli USA possano diventare irrazionali e vendicativi, nel caso che i loro interessi vitali siano attaccati, dovrebbe far parte dell'immagine che diamo in quanto nazione." È "giovevole" per la nostra condotta strategica che "alcuni elementi possano sembrare fuori controllo". »
(Noam Chomsky 2000, p. 189)


Chomsky contestualizza e interpreta questo passaggio in questo modo. In seguito al crollo dell'Unione Sovietica, gli Stati Uniti si sono trovati ad affrontare degli stati che prima erano inseriti in una delle orbite contrapposte di USA e URSS o comunque si tenevano nel mezzo (i paesi del mondo «terzo»), e quindi erano relativamente sotto controllo, mentre adesso vi sfuggono e non vogliono assoggettarsi all'ordine mondiale guidato dagli USA (fra questi i cosiddetti «Stati canaglia»).[1] Per avere influenza su questi paesi, gli Stati Uniti sentono la necessità di condurre una politica di deterrenza[2] che a molti sembra risuscitare la cosiddetta teoria del pazzo, attribuita originariamente a Nixon (della cui politica estera sarebbe stata la pietra angolare), il quale avrebbe spiegato la propria gestione della guerra del Vietnam, apparentemente irrazionale, dicendo che voleva far credere che, essendo ossessionato dal comunismo, avrebbe potuto attaccare dovunque e con qualunque forza, anche contro gli stessi interessi degli USA, e che perciò sarebbe stato meglio assecondarlo per evitare rischi.
Usando questa strategia (di cui l'incursione in Cambogia del 1970 sarebbe stata una parte), Nixon convinse il governo del Vietnam settentrionale a negoziare la pace.[1] In realtà pare che il concetto sia stato elaborato in Israele negli anni cinquanta dal governo laburista, il cui primo ministro pacifista Moshe Sharret scrisse nel proprio diario che esponenti del governo «parlavano a favore di atti di follia», e che «noi diventeremo pazzi [se ci faranno arrabbiare]». Tale politica del pazzo ante litteram era diretta in parte contro gli stessi USA, ritenuti ai tempi poco affidabili.



Questa teoria è nata in politica estera. Però secondo me è applicabilissima anche nei rapporti personali. Anche perché la politica estera si basa, più di quanto crediamo, sui rapporti interpersonali di una ristrettissima elite mondiale.

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Bisogna lasciare spazio d'azione al nostro lato irrazionale, imprevedibile, anche aggressivo volendo. Così la gente si accorge che esistiamo. La razionalità non è tutto nella vita.
Secondo me vale nei rapporti d'amicizia come in quelli amorosi


Che ne pensate?



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