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Discussione: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità? Rispondi alla discussione
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18-12-2010 22:39
anonimo
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcherII Visualizza il messaggio
Mi pare che nella tua analisi tu abbia tralasciato una possibilità: ovvero che nel caso di causa endogena la psicoterapia non agisca affatto.
vero, potrebbe darsi...
18-12-2010 21:59
MoonwatcherII
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da anonimo Visualizza il messaggio
volevo dire che: nei casi di disturbo con causa endogena possiamo dire che i farmaci agiscono sulla causa dei sintomi. Se in quei casi sono i farmaci ad agire a livello di causa, allora la psicoterapia deve agire ad un altro livello, essendo diversa dalla farmacoterapia: il livello sintomatico..
Mi pare che nella tua analisi tu abbia tralasciato una possibilità: ovvero che nel caso di causa endogena la psicoterapia non agisca affatto.
18-12-2010 21:05
anonimo
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da TerzaCagna Visualizza il messaggio
è che si vuole tutto e subito... e il farmaco è la soluzione migliore da questo punto di vista
mi sa di si...
18-12-2010 19:38
TerzaCagna
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da anonimo Visualizza il messaggio
non lo so magari uno vuole risolvere il problema velocemente, e in più non gli interessa se i farmaci gli procurano dei piccoli effetti collaterali.. oppure ha paura di aprirsi, magari seguire una terapia gli sembra troppo impegnativo... ecc..
io per esempio sono sempre più tentato di iniziare una terapia farmacologica, senza psicoterapia..
è che si vuole tutto e subito... e il farmaco è la soluzione migliore da questo punto di vista
io ho sempre cercato di farne a meno... evito di prendere farmaci anche per il mal di testa
18-12-2010 19:34
anonimo
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

non lo so magari uno vuole risolvere il problema velocemente, e in più non gli interessa se i farmaci gli procurano dei piccoli effetti collaterali.. oppure ha paura di aprirsi, magari seguire una terapia gli sembra troppo impegnativo... ecc..
io per esempio sono sempre più tentato di iniziare una terapia farmacologica, senza psicoterapia..
18-12-2010 19:01
TerzaCagna
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da anonimo Visualizza il messaggio
volevo dire che: nei casi di disturbo con causa endogena possiamo dire che i farmaci agiscono sulla causa dei sintomi. Se in quei casi sono i farmaci ad agire a livello di causa, allora la psicoterapia deve agire ad un altro livello, essendo diversa dalla farmacoterapia: il livello sintomatico..
di solito si dice che i farmaci non curano la causa ma solo il sintomo, mentre la psicoterapia cura la causa; e invece abbiamo dei casi in cui avviene completamente l'opposto.. poi secondo me il bordello originario sta nella vaghezza che il concetto di causa ha in contesti come quello degli eventi mentali, ma lasciamo subito perdere..


ma in entrambi i casi ci sarebbe una modificazione a livello cerebrale, anche quando questa viene causata da fattori ambientali, mi sembra.. alla fine è questo il motivo per cui anche uno che è depresso a causa di un lutto trova beneficio nell'assunzione di farmaci... il tizio potrebbe risolvere tutto con i farmaci..



boh, probabilmente esistono terapie farmacologiche che funzionano, e altre che non funzionano; poi esistono psicoterapie che funzionano e altre che non funzionano...
Quel che sembra essere statisticamente provato è che in molti casi l'integrazione tra farmacoterapia e psicoterapia ottenga risultati migliori.

A me però sembra nocivo il fatto che molte persone (e molti terapeuti...che è cosa ancora più grave) antepongano il trattamento farmacologico a quello psicoterapico. Ma perchè imbottirsi di farmaci, per placare l'intensità del sintomo, quando si potrebbero ottenere dei risultati efficaci e duraturi con la psicoterapia senza assumere farmaci? ovviamente NON mi riferisco a casi gravi. Se io soffro di episodici attacchi di panico potrei prima provare ad utilizzare delle tecniche cognitivo-comportamentali, espormi alle situazioni ansiogene attraverso una desensibilizzazione sistematica, adottare tecniche di rilassamento etc e provare a risolvere gradualmente la cosa senza fare subito ricorso ad ansiolitici...
18-12-2010 17:51
anonimo
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da TerzaCagna Visualizza il messaggio
faccio un po' di fatica a seguirti, soprattutto l'ultima parte
volevo dire che: nei casi di disturbo con causa endogena possiamo dire che i farmaci agiscono sulla causa dei sintomi. Se in quei casi sono i farmaci ad agire a livello di causa, allora la psicoterapia deve agire ad un altro livello, essendo diversa dalla farmacoterapia: il livello sintomatico..
di solito si dice che i farmaci non curano la causa ma solo il sintomo, mentre la psicoterapia cura la causa; e invece abbiamo dei casi in cui avviene completamente l'opposto.. poi secondo me il bordello originario sta nella vaghezza che il concetto di causa ha in contesti come quello degli eventi mentali, ma lasciamo subito perdere..
Quote:
Originariamente inviata da TerzaCagna Visualizza il messaggio
se penso a un disturbo di natura endogena penso, ad es., a una persona con un disturbo depressivo dovuto a un deficit nella produzione di seretonina o norepinefrina che ha bisogno dunque di assumere degli antidepressivi. Se però il disturbo depressivo è subentrato in seguito a un trauma psicogeno, o ad es. alla morte di un parente... che senso avrebbe in questo caso imbottire SOLO di psicofarmaci il paziente senza pensare a una psicoterapia che possa permettergli di elaborare quel lutto o superare quel trauma?
ma in entrambi i casi ci sarebbe una modificazione a livello cerebrale, anche quando questa viene causata da fattori ambientali, mi sembra.. alla fine è questo il motivo per cui anche uno che è depresso a causa di un lutto trova beneficio nell'assunzione di farmaci... il tizio potrebbe risolvere tutto con i farmaci..

Quote:
Originariamente inviata da TerzaCagna Visualizza il messaggio
esistono cure psicofarmacologiche totalmente risolutive? è una domanda che mi pongo. La psicoterapia invece può essere risolutiva. E questa è una affermazione
boh, probabilmente esistono terapie farmacologiche che funzionano, e altre che non funzionano; poi esistono psicoterapie che funzionano e altre che non funzionano...
18-12-2010 17:07
TerzaCagna
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da anonimo Visualizza il messaggio
mi fai un esempio di problema di natura endogena e uno di natura esogena?

comunque, avevo detto che "c'è un senso in cui è vero che anche la farmacoterapia cura la causa del sintomo"; ora mettiamo che quel senso coincida con il caso che tu chiami endogeno, e aggiungiamo che in quel caso la psicoterapia non curerebbe la causa, ma solo il sintomo: abbiamo un caso dove la farmacoterapia curerebbe la cosiddetta causa e invece la psicoterapia curerebbe soltanto il sintomo..
faccio un po' di fatica a seguirti, soprattutto l'ultima parte
io non sono un'addetta ai lavori, so ben poco, cmq se penso a un disturbo di natura endogena penso, ad es., a una persona con un disturbo depressivo dovuto a un deficit nella produzione di seretonina o norepinefrina che ha bisogno dunque di assumere degli antidepressivi. Se però il disturbo depressivo è subentrato in seguito a un trauma psicogeno, o ad es. alla morte di un parente... che senso avrebbe in questo caso imbottire SOLO di psicofarmaci il paziente senza pensare a una psicoterapia che possa permettergli di elaborare quel lutto o superare quel trauma? E cmq penso che parlando di psicopatologia non possiamo adottare il medesimo punto di vista della medicina classica: se ho bruciore di stomaco una cura di pantoprazolo me lo può far cessare definitivamente, ma se parliamo di disturbi di natura psichica possiamo fare lo stesso ragionamento? esistono cure psicofarmacologiche totalmente risolutive? è una domanda che mi pongo. La psicoterapia invece può essere risolutiva. E questa è una affermazione
18-12-2010 14:43
anonimo
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da TerzaCagna Visualizza il messaggio
Si se parliamo di problemi di natura endogena...
mi fai un esempio di problema di natura endogena e uno di natura esogena?

comunque, avevo detto che "c'è un senso in cui è vero che anche la farmacoterapia cura la causa del sintomo"; ora mettiamo che quel senso coincida con il caso che tu chiami endogeno, e aggiungiamo che in quel caso la psicoterapia non curerebbe la causa, ma solo il sintomo: abbiamo un caso dove la farmacoterapia curerebbe la cosiddetta causa e invece la psicoterapia curerebbe soltanto il sintomo..
18-12-2010 13:52
bunker
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

un ipocondriaco non ci sta bene però, perchè sul mio gruppo ce n'è una e a sentire i problemi degli altri, lei li imita

non dev'essere facile comunque mettere insieme un gruppo di persone diverse con problemi diversi che possono scontrarsi tra di loro...
18-12-2010 13:47
TerzaCagna
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da bunker Visualizza il messaggio
m'hai parlato di gruppo di psicoterapia.... siccome io lo faccio e a riguardo non ho mai letto niente volevo sapere:

per quali malattie è consigliato e per quali è sconsigliato visto che parli di borderline dicendo che è sconsigliato?
quali effetti dovrebbe avere? quali aspettative?


semplice semplice, son terra terra
Bunkerotto io non sono di certo una psicoterapeuta e non ho tutta sta esperienza in campo psicologico, posso solo parlare per via dei libri che ho letto (teoria e niente pratica ).
Parlando di psicoterapia di gruppo (in particolare gruppoanalisi, analisi mediante il gruppo, di stampo Foulkesiano) so che non è indicata in tutti i casi. Ad es. per alcuni disturbi di personalità... ma è inutile farti un elenco, non tutte le persone sono uguali, l'etichetta della patologia non è così pervasiva, nel senso che non tutti i borderline sono uguali etc. Conta molto il buon assortimento del gruppo. Mettere a punto un gruppo del genere non è affatto semplice per un terapeuta, vanno prese in considerazioni moltissime variabili, persone con patologie diverse e contrastanti potrebbero creare un mix pericoloso all'interno del gruppo. Ecco perchè spesso si tratta di gruppi in cui le persone condividono disturbi simili. ..
18-12-2010 13:46
TerzaCagna
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da anonimo Visualizza il messaggio
c'è un senso in cui è vero che anche la farmacoterapia cura la causa del sintomo..
Si se parliamo di problemi di natura endogena...
18-12-2010 13:34
anonimo
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da TerzaCagna Visualizza il messaggio
Cura solo il sintomo? Questa frase la puoi adottare se parli di farmacoterapia! Lo psicofarmaco agisce solo sul sintomo, la psicoterapia agisce sulla causa del sintomo!
c'è un senso in cui è vero che anche la farmacoterapia cura la causa del sintomo..
18-12-2010 13:25
bunker
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

m'hai parlato di gruppo di psicoterapia.... siccome io lo faccio e a riguardo non ho mai letto niente volevo sapere:

per quali malattie è consigliato e per quali è sconsigliato visto che parli di borderline dicendo che è sconsigliato?
quali effetti dovrebbe avere? quali aspettative?


semplice semplice, son terra terra
18-12-2010 13:24
TerzaCagna
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da passenger Visualizza il messaggio
Io vi ricordo - ancora una volta - che la terapia della Gestalt è molto più olistica rispetto alla TCC, che cura solo il sintomo.
Non sono d'accordo! questo è uno dei più grossi pregiudizi sulla TCC! E cioè il fatto che dia dei risultati solo nel breve termine e che non possa dar vita a cambiamenti stabili, duraturi e generalizzati. Ma non è così, ci sono dati scientifici che supportano l'efficacia a lungo termine della TCC.
Cura solo il sintomo? Questa frase la puoi adottare se parli di farmacoterapia! Lo psicofarmaco agisce solo sul sintomo, la psicoterapia agisce sulla causa del sintomo!
18-12-2010 12:57
anonimo
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da passenger Visualizza il messaggio
Io vi ricordo - ancora una volta - che la terapia della Gestalt è molto più olistica rispetto alla TCC, che cura solo il sintomo.
cos'altro vorresti curare?
18-12-2010 12:47
passenger
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Io vi ricordo - ancora una volta - che la terapia della Gestalt è molto più olistica rispetto alla TCC, che cura solo il sintomo.
18-12-2010 12:43
MoonwatcherII
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da TerzaCagna Visualizza il messaggio
secondo te moon è possibile?
Buh!

Quote:
Originariamente inviata da Markettino Visualizza il messaggio
Bellissimo intervento quello di Terza....
Approfondito e decisamente esauriente...
Mi sono fatto una mini cultura in materia praticamente!!!...
E' vero, l'intervento di Terza è più bello di quello del Dott.
18-12-2010 09:54
Markettino
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Bellissimo intervento quello di Terza....
Approfondito e decisamente esauriente...
Mi sono fatto una mini cultura in materia praticamente!!!...
18-12-2010 09:12
TerzaCagna
Re: I diversi approcci psicoterapeutici: integrazione o rivalità?

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcherII Visualizza il messaggio
Ah! Ma che cribbio è la "deiezione ideica"???
è un concetto bellissimo, te lo spiego a parole mie
E' come se ognuno di noi guardasse e interpretasse il mondo attraverso un reticolo fatto di cultura, esperienze, dettami religiosi, norme sociali etc. Nel momento in cui io avvio un rapporto conoscitivo con una persona, non posso non essere influenzata da questo "reticolo" che si frappone tra me e lei. Ebbene, lo psicoterapeuta dovrebbe levarsi questo reticolo, guardare la persona a occhi nudi, senza lasciarsi influenzare da pregiudizi e altro. Si, lo so, questa cosa forse è un po' troppo utopica... secondo te moon è possibile?
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