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19-11-2010 17:46
Robedain
Re: Vi rispecchiate in questa descrizione?

Mi rispecchio molto in ciò che dici, anch'io avevo pensato subito a Zeno...
Penso che nella figura dell'inetto (bruttissima parola) si rispecchino in molti, non solo i sociofobici...
Comunque complimenti per i tuoi progressi sociali Silverhawk, sei un esempio da seguire (almeno per me)...
16-11-2010 18:46
SilverHawk
Re: Vi rispecchiate in questa descrizione?

si riferisce a vari personaggi di Svevo: Alfonso Nitti, di Una vita; Emilio Bretani, di Senilità; e poi proprio a Zeno Cosini il protagonista della Coscienza di Zeno mi pare, o comunque una cosa del genere
16-11-2010 17:58
LordJim
Re: Vi rispecchiate in questa descrizione?

Quote:
Originariamente inviata da SilverHawk Visualizza il messaggio

"...Fa inoltre la sua comparsa in questi romanzi la figura dell'antieroe, un personaggio grigio, dalla volontà debole e spesso in balia del caso. Egli non ha chiari gli obiettivi da raggiungere e, anche quando si pone delle mete, non riesce ad impegnarsi adeguatamente per conseguirle. E' inquieto, insofferente, vive più nella sfera del pensiero, dell'immaginazione che in quella della realtà, perciò elabora nella sua mente mille progetti, si presuppone di assumete determinati comportamenti, ma non riesce a tradurre in atto nessuno dei suoi propositi. Per questa sua incapacità di agire il personaggio della narrativa d'analisi viene spesso definito inetto, e considerato tale dalla totalità dei lettori."

Si riferisce principalmente a Zeno di Italo Svevo?
C'è tutta una letteratura di inizio novecento sull'inetto.

Comunque si, rispecchia abbastanza la mia situazione.
16-11-2010 17:55
SilverHawk
Vi rispecchiate in questa descrizione?

Premetto che non sapevo in che sezione postare e quindi ho postato qua
Durante questa pausa di mezz'ora mi è per caso capitato tra le mani il libro di italiano di Mattia (veramente era finito chissà come nella mia valigia -.-) e guardando le pagine che lui ha da studiare per la scuola mi sono soffermato su queste righe che mi hanno molto colpito. L'argomento era il romanzo d'analisi (poi dico io, che cacchio gliene frega di questa cose ad un quattordicenne...) e mi è sembrato di leggere la descrizione di com'ero io qualche anno fa.

"...Fa inoltre la sua comparsa in questi romanzi la figura dell'antieroe, un personaggio grigio, dalla volontà debole e spesso in balia del caso. Egli non ha chiari gli obiettivi da raggiungere e, anche quando si pone delle mete, non riesce ad impegnarsi adeguatamente per conseguirle. E' inquieto, insofferente, vive più nella sfera del pensiero, dell'immaginazione che in quella della realtà, perciò elabora nella sua mente mille progetti, si presuppone di assumete determinati comportamenti, ma non riesce a tradurre in atto nessuno dei suoi propositi. Per questa sua incapacità di agire il personaggio della narrativa d'analisi viene spesso definito inetto, e considerato tale dalla totalità dei lettori."

Anche se vi sembrerà assurdo, queste righe mi hanno colpito nel cuore. E' così quindi che mi considerava la gente? Un inetto? Questo passaggio descrive passo passo com'ero fatto io prima di cambiare vita, e una persona ridotta così viene evitata dagli altri come la peste, secondo la gente è meglio essere criminali che essere così... Ho chiesto a Mattia che cosa ne pensa lui di una persona così e lui mi ha risposto che secondo lui non possono esistere persone ridotte davvero in questo modo, e che se esistessero la loro vita non sarebbe vita vera... E questo è il pensiero di un ragazzino, che sicuramente persone fobiche non le ha mai incontrate...
Scusatemi, ma non sono riuscito ad articolare bene il mio pensiero, stavolta non riesco a trasformare in parole quello che penso... Arrivando comunque alla domanda del topic, voi vi riconoscete in questa descrizione? O io ero quello messo peggio di tutti (anche se non penso)?

Casomai questo post dovesse in qualche modo urtare la sensibilità di qualcuno (perchè urterebbe la mia) ditemelo che lo cancello all'istante



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