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Discussione: Una visione di esistenza Rispondi alla discussione
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Ieri 18:00
insiemealvento
Re: Una visione di esistenza

Il nostro cuore ripete continuamente i propri battiti in modo che il sangue possa scorrere ripetutamente.
Nel sangue tra le altre cose è presente l'ossigeno che abbiamo assorbito tramite la ripetizione dell'inspirazione seguita dalla ripetizione dell'espirazione e allo stesso modo i polmoni ripetono il loro costante movimento.

La Terra ruota su se stessa ripetutamente e gira intorno al sole ripetutamente e attraverso questo movimento si ripetono il giorno e la notte, le stagioni, gli eventi atmosferici.

Il tempo degli orologi si ripete attraverso i secondi i minuti e le ore.

A livello atomico si ripetono i movimenti delle particelle dentro il nucleo dell'atomo e intorno ad esso andando a formare tutto ciò che esiste nella realtà compreso il nostro corpo di cui fa parte anche il cervello.

I legami chimici si ripetono in strutture.

La ripetizione è la chiave delle nostre esistenze: la ripetizione non è positiva e non è negativa, è quello che ripeti che la caratterizza, e la differenza sta tutta nella consapevolezza. Esserne consapevoli per dirigere la ripetizione e il cambiamento che ne deriva. Esserne inconsapevoli e subire la ripetizione senza poter influire su di essa.

Le nostre esistenze sono fatte di ripetizioni: da quando veniamo al mondo fino a quando andiamo via dal mondo non facciamo altro che ripetere pensieri, parole, gesti.
Ripetendo secondo dopo secondo, minuto dopo minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno, si formano schemi ovvero abitudini che ci modellano e ci rendono ciò che siamo.
Il tempo, lo spazio, l'attenzione e l'importanza che diamo a ciò che ripetiamo va a comporci.

Se concentrerò il tempo dando spazio attenzione e importanza a qualcosa di negativo dentro di me e cercando relazioni con esso fuori di me attraverso situazioni e persone esso crescerà giorno dopo giorno, e lo stesso vale se sostituisco il negativo con il positivo.

Per lungo tempo ho dedicato spazio attenzione e importanza ai videogiochi e alle canne e sono arrivato al punto che il mio tempo libero non era immaginabile senza i videogiochi e le canne, e quando non potevo ripeterli stavo male, mi sentivo perso, non vedevo alternative. Quando ho sentito che qualcosa non tornava, che non traevo più soddisfazione da essi ho continuato a ripeterli perché ne ero diventato dipendente e ripetendo stavo male ma non riuscivo ad andare oltre, in un loop che sembrava impossibile da spezzare. Ho impiegato almeno 10 anni a comprendere e accettare il cambiamento invece di oppormi ad esso continuando a ripetere gli stessi pensieri, le stesse parole e le stesse azioni.
Alla fine mi sono liberato, sono andato oltre, e sono stato meglio.
Se i videogiochi e le canne avessero avuto una loro esistenza intrinseca, autonoma, indipendente, invece di essere composti da tutto un insieme di cause e condizioni, non sarebbe mai mutato il rapporto che avevo con essi e avrei continuato a ripetermi senza via di uscita.

Per lungo tempo ho vissuto insieme al mio migliore amico con il quale condividevo anche le canne e i videogiochi. Stavamo insieme tutti i giorni o quasi, andavamo in vacanza insieme, sembravamo inseparabili e sembrava che nulla potesse cambiare il nostro rapporto. Poi sono cambiate le cause e le condizioni, dopo aver studiato, non essendo ricco mi sono messo a lavorare e il tempo che trascorrevamo insieme è venuto a mancare e giorno dopo giorno, anno dopo anno è cambiato anche lo schema che ci legava, il nostro rapporto abitudinario è cambiato e ormai ci sentiamo e ci vediamo poche volte nel corso di un anno.
Se noi come singoli, e noi come rapporto di amicizia, fossimo stati del tutto indipendenti dall'insieme di cause e condizioni che ci avevano resi tali e che si sono ripetute nel tempo a quest'ora staremmo ancora insieme a ripetere le stesse cose e nulla ci avrebbe potuto fare allontanare.
Ci siamo avvicinati e poi ci siamo allontanati in base a tutta una serie di cause e condizioni interdipendenti che sono mutate nel corso del tempo e allo stesso modo siamo cambiati noi come singoli individui insieme al nostro rapporto.

Potrei farne tantissimi di esempi, relativi alla mia vita o alla vita delle persone che ho osservato nell'arco della mia esistenza, e sarebbero governati dallo stesso schema, dalle stesse ripetizioni di pensieri parole e azioni che hanno influito sulla canne e sui videogiochi e sul rapporto con il mio migliore amico.

L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio.

Italo Calvino, Le città invisibili
26-10-2025 20:36
insiemealvento
Re: Una visione di esistenza

Il principio di indeterminazione di Heisenberg tramite un'espressione matematica indica la relazione tra la quantità di moto, ovvero la velocità, di una particella e la sua posizione, e afferma che nel mondo sub atomico non possiamo mai conoscere contemporaneamente la posizione e la quantità di moto con grandissima precisione e di conseguenza possiamo parlare solo di probabilità. Meglio si conosce la posizione più diventa incerta la quantità di moto, e viceversa.

La stessa incertezza, la stessa indeterminatezza, esiste anche tra l'intervallo di tempo in cui avviene un processo atomico e l'energia in esso coinvolta: un breve intervallo di tempo comporta una grande incertezza nell'energia, e una precisa quantità di energia può essere individuata solo all'interno di un lungo intervallo di tempo.
Quindi: l'incertezza nella posizione di un evento nel tempo è collegata a una incertezza nell'energia allo stesso modo in cui una incertezza nella posizione di una particella nello spazio è collegata a una incertezza nella sua quantità di moto.

In questa ottica il concetto di una particella come entità fisica distinta dal sistema di cui fa parte è una idealizzazione che non ha alcun significato fondamentale, perché tale particella può essere definita solo in rapporto alle sue connessioni con il tutto e queste connessioni non sono certezze ma probabilità: di conseguenza una definizione come "particelle fondamentali della materia" è frutto di una espressione limitata e non veritiera che nasce solo dalla necessità di comunicare ad altre persone tramite il linguaggio ciò che si può osservare e comprendere attraverso gli esperimenti e le formule matematiche.

Quando, uno dei padri della fisica sub atomica, Niels Bohr ricevette una delle più alte onorificenze della Danimarca, gli fu chiesto di scegliere un soggetto adatto al suo stemma:*
lui scelse il simbolo del Tao insieme al motto "contraria sunt complementa" {gli opposti sono complementari}.
In questo modo Bohr riconobbe una profonda armonia tra l'antica saggezza orientale e la scienza occidentale moderna.

Nella fisica sub atomica, la fisica che studia scale di grandezza più piccole di un atomo, le particelle sono sia distruttibili sia indistruttibili, sono sia particelle che onde, la materia è sia continua sia discontinua, forza e materia sono solo aspetti diversi dello stesso fenomeno.
Inoltre non si può mai dire che una particella atomica esiste in un dato punto né che non esiste. Essendo una distribuzione di probabilità, come ci ricorda il principio di indeterminazione, la particella ha tendenza a esistere in luoghi diversi e quindi manifesta uno strano tipo di realtà fisica tra l'esistenza e la non-esistenza. In un dato punto, la particella non è né presente né assente, non cambia la sua posizione né rimane in quiete. Ciò che muta è la distribuzione della probabilità e quindi la tendenza della particella ad esistere in dati luoghi.

E queste sono conclusioni a cui sono arrivati geni della scienza che hanno vinto premi Nobel, e sono le stesse a cui è arrivata la saggezza dei mistici orientali quando afferma che i fenomeni sono vuoti di esistenza intrinseca e interdipendenti, ovvero: che i fenomeni sono e non sono, che esistono ma non esistono in maniera autonoma, indipendente dalle parti che li compongono.
24-10-2025 19:17
insiemealvento
Re: Una visione di esistenza

La mente forma immagini mentali di tutto ciò con cui entra in contatto: persone, oggetti, luoghi, situazioni. Crea un'immagine mentale anche della nostra interiorità e del nostro corpo: io sono fatto così e via dicendo.
Maggiore è la conoscenza, più diventa profonda più parti riusciremo a vedere e maggiori saranno i dettagli su quelle parti.
Minore è la conoscenza, più è superficiale meno parti e meno dettagli di quelle parti riusciremo a vedere.

Il problema è questo: l'immagine mentale è statica, permanente, invece la realtà è dinamica, impermanente e quindi in costante trasformazione.
E questo crea un cortocircuito perché inevitabilmente le cose cambiano mentre l'immagine mentale che si riferisce ad esse no, non viene aggiornata nel corso del tempo, anzi ci attacchiamo ad essa
e pretendiamo che quella sia la realtà e quando ciò che esiste intorno a noi non corrisponde all'immagine mentale ci arrabbiamo o rimaniamo delusi, e soffriamo: io sono sbagliato, quella persona è sbagliata, oppure tu sei cambiato non mi piaci più, la situazione è cambiata che tristezza...e via dicendo.

Le persone però non sono immobili come le immagini mentali, e non sono nemmeno dei pupazzetti da collezione che non vengono mai tirati fuori dalla confezione e se ne stanno lì sulla mensola dentro la loro scatolina di plastica dentro i vari involucri protettivi, e anche quelli in ogni caso sono soggetti al cambiamento, solo che durano di più proprio perché il collezionista li conserva in certe condizioni e il cambiamento è più lento e non percepibile.
Io sono in costante trasformazione, esposto a innumerevoli influssi, cause e condizioni interdipendenti, l'altra persona è allo stesso modo in costante trasformazione e di conseguenza qualsiasi rapporto cambierà nel corso del tempo insieme alle persone che lo compongono, potrà cambiare in positivo o in negativo ma possiamo esserne certi: cambierà è solo questione di tempo e poi cambierà ancora, in modi che nemmeno possiamo immaginare.

Ditemi una sola cosa nell'universo che non sia soggetta al cambiamento, una, anche l'universo stesso è soggetto al cambiamento ed è in espansione: anche i pianeti e le stelle o le montagne cambiano, la pietra cambia, l'unica differenza è che i loro tempi sono così lunghi rispetto ai nostri da farceli sembrare eterni, assolutamente permanenti.
Apparenza, nient'altro che abitudinaria apparenza unita alla mancanza di consapevolezza.

Dopo l'immagine statica che viene creata dalla nostra mente, il secondo problema è che siamo in grado di percepire senza difficoltà i cambiamenti grossolani ma quelli sottili, minuscoli cambiamenti che avvengono costantemente nel corso del tempo, ci sfuggono, almeno fino a quando non danno luogo a risultati che siamo in grado di osservare e comprendere. In genere vediamo la conseguenze e le scambiamo per altro, come succede con i sintomi che sono la conseguenza non la radice del problema. Molto difficilmente siamo in grado di cogliere l'insieme di cause e condizioni, che si tratti di rapporti umani o di altro.
Ecco perché non riusciamo a vedere come cambia un fenomeno, in questo caso un rapporto, cosa lo fa cambiare, tutto quell'insieme di cause e condizioni interdipendenti continuamente in atto; come non siamo in grado di vedere come cambiano le singole persone, compresi noi stessi.

L'immagine mentale che si è creata è quella, rimane fissa, statica, permanente, e con quella continuiamo a relazionarci e insistere con la pretesa che la realtà debba uniformarsi all'immagine che abbiamo di essa, fino a quando qualcosa che non possiamo ignorare ci sbatte la realtà in faccia: e in genere non è piacevole, anzi fa male.
L'immagine mentale ci porta inoltre a credere che i fenomeni siano intrinsecamente esistenti, ovvero che siano autonomi, indipendenti e quindi non composti da parti interdipendenti.

Se vado a sbattere contro un palo con l'automobile nuova non farò fatica ad osservare l'impermanenza, il cambiamento, peggio ancora se qualcuno dentro l'automobile si fa male o muore. Tuttavia la costante usura delle ruote o delle pasticche dei freni, o di tutte le componenti del motore e in generale il costante mutamento di tutto ciò che si trova sotto la carrozzeria non lo vedo e nemmeno lo immagino finché non mi ritrovo per strada a chiamare il carroattrezzi per portare l'automobile dal meccanico, o dallo sfasciacarrozze.

Allo stesso modo se la persona che frequento farà dei vistosi cambiamenti nell'abbigliamento o nel taglio di capelli o in certi comportamenti magari noto qualcosa, però l'aspetto esteriore ovvero le manifestazioni esterne sono come la carrozzeria dell'automobile: sotto ci sta un sacco di roba ben più importante, fondamentale per il funzionamento.
Se due persone rimangono insieme per lungo tempo, anche fosse una vita intera, e parlo anche di rapporti di amicizia, non è che rimangono insieme perché sono state fortunate e per loro tutto è rimasto uguale: significa che in qualche modo seppur imperfetto hanno accettato e cavalcato il cambiamento, a meno che non stiamo parlando della vuota apparenza, della meccanica gestualità, di due manichini in vetrina.
Come detto all'inizio: maggiore è la conoscenza, più diventa profonda, più parti riusciremo a vedere e maggiori saranno i dettagli su quelle parti. Minore è la conoscenza, più è superficiale meno parti e meno dettagli di quelle parti riusciremo a vedere.
E per arrivare a maggiore conoscenza devo prima possedere la consapevolezza riguardo la mia ignoranza, la mia scarsa e superficiale conoscenza, la mia debole attenzione, le mie illusorie convinzioni.

Se non riesco a vedere né comprendere e ancora meno accettare la differenza tra l'immagine mentale della realtà e la realtà non potrò fare altro che soffrire in misura maggiore, subirne le conseguenze in misura maggiore e andare in cerca di colpe che hanno la stessa consistenza di una bolla di sapone tossico.
Certe conquiste però, che sono veri e propri cambi di paradigma, non avvengono da un momento all'altro, non è che ti leggi un libro, ti vedi due video o vai a farti un weekend di meditazione guidata, per quanto interessanti e utili possano essere, e il giorno dopo ti svegli che sei un'altra persona: sono, come ho accennato nel messaggio precedente, percorsi graduali che presuppongono molto tempo e molto impegno.

Se non si dedicano del tempo, dell'attenzione e delle energie ogni giorno ma solo quando capita, quando mi ricordo, ogni tanto, quando ho voglia e non ho altro di meglio da fare {e nella maggioranza dei casi "ho di meglio da fare" corrisponde a "le solite cazzate a cui do importanza"} i risultati saranno inesistenti o se va bene molto scarsi, e i tempi per ottenere qualcosa di significativo diventano ancora più lunghi. E quando non si vedranno risultati apprezzabili la responsabilità non sarà mai la nostra, non sarà mai il "come mi sono applicato" ovvero non sarà relativa allo scarso e incostante impegno, al modo superficiale ed erroneo attraverso il quale ho solo sprecato tempo ed energie, ma si cercheranno scuse e responsabilità esterne che ci assolvono e ci fanno sentire belli comodi.
E a quel punto si lascia perdere.
23-10-2025 18:28
insiemealvento
Re: Una visione di esistenza

Ascoltare
comprendere
mettere in pratica.
Questo è il succo di qualsiasi percorso.

Ascoltare con fiducia ciò che ci viene spiegato dagli altri non basta, è comunque un primo importante passo ma non basta: è come vedere un documentario che ci colpisce e ci emoziona e fa riflettere, poi ritorniamo alla nostra vita quotidiana, alla solita ripetizione di pensieri parole e gesti che non hanno nulla a che vedere con quel documentario che finisce in un angolo, ricoperto da un mucchio di roba, dimenticato.

Dopo la fase dell'ascolto occorre passare alle comprensione e alla pratica, e per comprendere occorre mantenere un'attenzione costante nel tempo, ripetere ancora e ancora e ancora. Fare proprio l'argomento, approfondirlo attraverso esempi che ci riguardano da vicino, coltivarlo attraverso le proprie esperienze, attraverso la pratica, solo così diventa veramente nostro, familiare, assorbito fino a diventare limpido e spontaneo; altrimenti non faremmo altro che ripetere, se va bene, parole e ragionamenti altrui in maniera meccanica, come una filastrocca imparata a memoria ma priva di sostanza, priva di approfondimento, di riflessione e analisi critica che sono farina del nostro sacco. E così facendo non raccoglieremo frutti.
Leggere o ascoltare, senza la riflessione e l'azione costanti, serve a niente nel lungo periodo, serve solo a intrattenerci per il tempo che dura: è come andare dal medico e ascoltare tutta la sua spiegazione sulla malattia e sulla cura, poi tornare a casa senza mettere niente in pratica fino a quando non ci si dimentica della questione.
Non giungeremmo ad alcun risultato concreto.
A cosa è servito andare dal medico?

Se vuoi che il tuo corpo raggiunga determinati risultati dovrai allenarlo e prenderti cura di esso nel corso del tempo.
Se vuoi che la tua mente raggiunga determinati risultati dovrai allenarla e prenderti cura di essa nel corso del tempo.
Non esistono magiche soluzioni che hanno effetto immediato e non richiedono sforzo e attenzione costanti nel corso della vita.
E non esiste nemmeno un tempo che sia uguale per tutti, in base a tutta una serie di cause e condizioni ognuno avrà bisogno di più o meno tempo, come non esiste un percorso che sia uguale per tutti. Tuttavia senza impegno e sforzo costante stai pur certo otterrai, quando va bene, solo scarsi risultati.

Sarà difficile? Senza dubbio.
Sarà faticoso? Senza dubbio.
Arriveranno momenti in cui ci si sente stanchi, delusi, demotivati e viene voglia di lasciar perdere? Senza dubbio.
Occorre tempo per creare nuove abitudini positive, nuovi schemi positivi, occorre ripetere ancora e ancora, quelli negativi si sono formati nello stesso modo.

Si tratta di un lungo percorso fatto di teoria e di pratica, come quello di un musicista che vuole padroneggiare uno strumento finché non diventa come un'estensione del proprio corpo. Oppure come un chirurgo che dopo aver studiato deve impugnare il bisturi, o uno chef che deve stare in cucina. Anche se vuoi fare il muratore o l'idraulico devi possedere conoscenza teorica e fare pratica.
Non si sfugge, è la mente che dirige e il corpo che esegue, vale per qualsiasi percorso.
Mente e corpo sono interdipendenti, come sono interdipendenti le parti che li compongono.
Mente e corpo sono i nostri veicoli naturali e occorre esercitarsi per imparare a guidarli come qualsiasi altro veicolo.
22-10-2025 19:24
insiemealvento
Re: Una visione di esistenza

Il suono è un'onda che si propaga meccanicamente, quindi ha bisogno di un oggetto che vibra e di un mezzo che riceve quella vibrazione e la trasporta.

Se io parlo tu mi senti perché le mie corde vocali vibrano e l'aria {composta principalmente da azoto e ossigeno} riceve e trasporta la vibrazione nello spazio circostante. Tale vibrazione raggiunge il timpano insieme al complesso sistema uditivo dell'orecchio dopodiché nella coclea la vibrazione viene trasformata in impulsi elettrici trasmessi al tronco cerebrale dove vengono decifrati, poi gli impulsi vengono inviati al talamo e infine arrivano alla corteccia cerebrale.
Alla fine del processo il suono è stato elaborato e noi possiamo dire: è la voce di una persona che parla, è un urlo, la sirena di un'ambulanza, la musica di un violinista, è forte o debole, acuto o basso, intonato o stonato, piacevole o spiacevole. Ovviamente occorre anche sapere, ovvero possedere tali concetti, cosa sia un urlo, una sirena e un ambulanza o il violino e la musica, per attribuire a determinati suoni un significato.
E tutto il processo descritto avviene in una frazione di secondo, quindi pensiamo a quante cose avvengono dentro di noi e intorno a noi in ogni istante della nostra vita.

Nello spazio, dove non esiste l'atmosfera e non è presente l'aria e quindi non c'è un mezzo che possa trasportare l'onda sonora, non esistono suoni udibili dall'essere umano.

Se il suono fosse un fenomeno intrinsecamente esistente, se esistesse in maniera indipendente, autonoma, dalle cause e condizioni, dalle parti che lo compongono compresa la persona che ascolta, allora il suono esisterebbe anche nello spazio e non esisterebbero nemmeno persone sorde. Non esisterebbero nemmeno differenti capacità uditive: un musicista esperto o un ingegnere del suono percepiscono e interpretano in modo molto differente rispetto a una persona un po' dura d'orecchio che nel corso della vita non ha attribuito importanza alla musica o allo studio del suono.

Il suono di conseguenza è vuoto di esistenza intrinseca e quindi formato da un insieme di parti, cause e condizioni, interdipendenti.
Inoltre qualsiasi suono non permane costante, sempre uguale, ha una durata e può variare di intensità, e l'intensità dipende dall'ampiezza dell'onda sonora e dal rapporto tra la potenza dell'onda e la superficie attraverso cui si propaga, e questo significa che il suono è anche impermanente e in costante trasformazione. {I singoli suoni possono iniziare e finire ma non esiste assenza di suono assoluta nel corso della nostra vita sul pianeta, perché anche se entrassimo dentro una camera anecoica, costruita appositamente, sentiremmo il suono del nostro respiro, il battito del cuore o qualsiasi altro suono prodotto dal nostro corpo.}

E come il suono, qualsiasi altro fenomeno è composto da molteplici parti in costante dialogo non solo tra di esse ma con tutto ciò che esiste intorno ad esse che è a sua volta composto da parti in relazione con altre parti interdipendenti.
La realtà, e tutto ciò che contiene, si forma attraverso una enormità di fattori e variabili che si relazionano costantemente influenzandosi a vicenda, è intricatissima ed estremamente fitta, ecco cosa significa sorgere interdipendente di tutti i fenomeni: che si tratti del battito d'ali di un moscerino {mille battiti al secondo!!!} di un forno a microonde, dei rapporti tra due o più persone, di una cellula o della salute fisica o mentale.

La rabbia, la generosità, la sofferenza, la gioia, la tristezza, la paura, la gelosia, l'invidia {l'elenco potrebbe continuare mooolto a lungo} sono vuote di esistenza intrinseca e composte da parti interdipendenti, impermanenti e in costante trasformazione.
Non esiste qualcuno che è buono o cattivo, generoso o tirchio, triste o gioioso come caratteristiche personali, innate, fisse, immutabili. A seconda delle situazioni, delle cause e condizioni presenti e passate, la persona assumerà comportamenti positivi o negativi.
Reazioni dovute all'istinto del momento, allo stato psicofisico presente ma influenzate anche dal passato, dalla memoria, e quindi create dalle esperienze, dall'abitudine, dalla ripetizione di schemi, dall'imitazione dell'esempio altrui, dai modelli appresi tramite la cultura di riferimento, insomma da tutta una serie di cause e condizioni presenti e passate.

Se io mi avvicino e ti sorrido e ti saluto in modo gentile avrai una reazione differente rispetto a qualcuno che si avvicina urlando e minacciando e poi ti sputa addosso no? Fermo restando che la reazione, così come l'azione che la genera, non è dovuta solo al mio comportamento ma è anche relativa a tutta una serie di cause e condizioni: hai fame, hai dormito poco, ti senti nervoso o triste per dei ricordi, spaventato o distratto da qualche pensiero, insicuro, pieno di gioia e compassione, incazzato, soffri per un dolore all'intestino, sei ubriaco o sotto trip, per qualche motivo non sei in grado di decifrare chiaramente il comportamento altrui ect etc...

Ecco perché è possibile il cambiamento, in positivo e in negativo: perché i fenomeni sono impermanenti e in costante trasformazione, vuoti di esistenza intrinseca e composti da parti interdipendenti.

Tuttavia l'essere umano vede le "cose", i fenomeni, materiali o immateriali, come se fossero assolutamente indipendenti da se stesso e dalla propria percezione, dalle proprie azioni, dalle parti che le compongono, le vede come se fossero intrinsecamente esistenti, immutabili, permanenti, assolute.
E di conseguenza si attacca alle "cose", e costruisce convinzioni che a forza di essere ripetute diventano certezze, convinzioni riguardo se stesso gli altri il mondo, illusorie certezze che diventano prigioni.

E quando le cose che trova piacevoli cambiano allora soffre, e quando si convince che non cambieranno mai e continuerà a essere preda di ciò che trova spiacevole allora soffre. Non riuscendo a vedere la realtà per quella che è soffre. Generando continui desideri/aspettative/giudizi soffre. Dando costantemente attenzione e importanza all'io e al mio soffre.
Avremmo così tanto da scoprire e comprendere, colmi di sorpresa e stupore, eppure siamo lì a contare i peli sul culo nostro e altrui, a piangere perché l'erba del vicino è sempre più verde, a scavare fossati e sollevare muri perché il mondo fa schifo e noi siamo le anime belle, lì a nutrire la pretesa di avere tutto sotto controllo tranne se stessi.
20-10-2025 19:01
insiemealvento
Re: Una visione di esistenza

Quando si afferma che un fenomeno è vuoto di esistenza intrinseca non significa che tale fenomeno non esista, e di conseguenza non è corretto nemmeno credere che la realtà sia inesistente e quindi frutto solo della mente.

Certi errori sono tipici quando ci si avvicina al concetto di vacuità, e alcune persone possono addirittura cadere nel nichilismo.

Se affermo: un fenomeno è vuoto di esistenza intrinseca, prima di tutto affermo che è. Se è significa che esiste e allora possiede delle qualità/caratteristiche, in questo caso è vuoto di esistenza intrinseca.

Vuoto di esistenza intrinseca significa che non esiste in maniera autonoma, indipendente, ma esiste in relazione con altri parti che lo compongono, compreso l'osservatore del fenomeno.
Quindi la realtà in parte esiste fuori di noi, in parte esiste dentro di noi, ecco perché Heisenberg nel suo Principio di indeterminazione tra le altre cose afferma che l'atto stesso della misurazione perturba il sistema, e questo significa che soggetto e oggetto osservato sono in relazione interdipendente.
Questa è stata una delle conquiste della fisica subatomica, ovvero la fisica quantistica.
(Esattamente la stessa cosa che afferma il Principio del sorgere interdipendente di tutti i fenomeni di matrice buddista.)


Ad esempio un atomo è composto da un nucleo di protoni e neutroni intorno al quale si muovono gli elettroni.
Protoni e neutroni sono a loro volta composti da altre particelle.
Gli elettroni venivano considerati indivisibili ma ad un certo punto delle ricerche hanno tirato fuori spinoni e oloni.

Un tempo l'atomo si riteneva indivisibile, il mattone fondamentale della materia, poi sono saltate fuori decine e decine di particelle sub atomiche reciprocamente interdipendenti, e ovviamente gli studi sono ancora in corso.
18-10-2025 08:54
insiemealvento
Re: Una visione di esistenza

Lo spazio è privo di esistenza intrinseca e composto da parti interdipendenti. Lo spazio all'interno del quale viviamo e definiamo tridimensionale è composto da tre dimensioni in costante rapporto: lunghezza, larghezza, profondità.
L'universo, secondo la corrente teoria, è uno spazio in espansione, questo ha due conseguenze: primo, esiste uno spazio ulteriore che lo contiene e gli permette di espandersi, secondo, espansione significa movimento e quando esiste il movimento esiste la velocità e il tempo e di conseguenza spazio movimento e tempo sono interdipendenti: il tempo è la quarta dimensione.*
Nulla si crea nulla si distrugge e tutto si trasforma.
Questa catena ininterrotta di interdipendenze impermanenti, vuote di esistenza intrinseca e composte da parti in costante trasformazione, non ha inizio e non ha fine.
Senza inizio non esiste fine.
Senza inizio né fine non esiste il tempo né il movimento.
Senza tempo né movimento non esiste lo spazio.
L'infinito esiste?

Cos'è che rende utile lo spazio?
Qualunque tipo di spazio, che sia quello della nostra galassia, tra il nucleo di un atomo e gli elettroni, quello di una stanza, un armadio, uno zaino, un hard disk, oppure il nostro spazio mentale, quello dentro i polmoni e nello stomaco o quello nel palmo della mano.
Ciò che rende utile lo spazio è il vuoto.
Il vuoto non solo offre spazio per contenere ma esiste anche tra una cosa e un'altra, senza di esso non potrebbe esserci un intervallo tra gli oggetti, tra i pensieri, tra le parole o le azioni, tra l'inspirazione e l'espirazione.
Senza il vuoto lo spazio non potrebbe contenere alcunché e non potrebbe consentire il movimento.
Ecco perché occorre fare attenzione a non riempire il vuoto con ciò che non ha importanza e applicazione, e ruba solo spazio tempo ed energie, che si tratti di conoscenza, pensieri, esperienze che occupano il nostro spazio interiore, sia che si tratti di oggetti che ingombrano lo spazio intorno a noi.
Il vuoto e il pieno è necessario che si alternino, altrimenti come faremmo a riempire nuovamente un bicchiere di acqua fresca, o mettere cibo nel piatto?
Come potremmo imparare qualcosa di nuovo, qualcosa di necessario per affrontare nuova vita se prima non facciamo spazio liberandoci di tutta l'inutile zavorra di informazioni che abbiano accumulato come si accumula la polvere sopra una mensola?
Senza lo spazio, senza il vuoto, finiremmo prigionieri non solo degli oggetti ma dei pensieri, di tutti i ricordi che si sono accumulati nella memoria.
Il vuoto è la forma dello spazio, il respiro del tempo, la voce del silenzio, e permette a qualsiasi altra forma, materiale o immateriale, di esistere e trovare la propria collocazione e interconnessione; permette anche di mettere in discussione e rimodulare quello spazio cambiando l'ordine delle cose, semplicemente spostandole oppure liberandoci di esse: se volessi buttare la spazzatura ma non esistesse uno spazio vuoto dove collocarla che fine farebbe?.
L'unica cosa di cui non possiamo liberarci è il vuoto.

*la teoria della relatività di Einstein afferma che tutti gli oggetti dotati di massa-energia curvano lo spazio-tempo, e questa curvatura viene percepita come gravità. Maggiore è la massa-energia maggiore è la curvatura.
I confini dell'universo sono curvati dalla massa-energia dell'universo?
Esiste una massa-energia superiore intorno ad esso?
14-10-2025 22:23
insiemealvento
Una visione di esistenza

Tutti i fenomeni sono impermanenti e in costante trasformazione, vuoti di esistenza intrinseca e composti da parti interdipendenti.
Ogni parte che compone un insieme è a sua volta impermanente e in costante trasformazione, vuota di esistenza intrinseca e composta da parti interdipendenti; e così di seguito in una ininterrotta catena che conduce verso i rapporti fisici e chimici.
Anche la nostra mente, non meno del nostro corpo, è impermanente e in costante trasformazione, vuota di esistenza intrinseca e composta da parti interdipendenti.
La complessa interdipendenza di cause e condizioni presenti e passate, impermanenti e in costante trasformazione, vuote di esistenza intrinseca, composta da una complessa rete di ulteriori cause e condizioni, va a creare tutti i fenomeni, tutti gli oggetti fisici che esistono intorno a noi e tutti gli oggetti mentali, come emozioni pensieri ricordi sentimenti, che esistono dentro di noi.
Anche il tempo è impermanente e in costante trasformazione, vuoto di esistenza intrinseca e composto da parti interdipendenti:
il presente è il futuro del passato.
Passato presente e futuro sono impermanenti e in costante trasformazione, vuoti di esistenza intrinseca e composti da parti interdipendenti.
Passato presente e futuro sono un solo tempo che la nostra percezione mentale divide in 3 tempi separati: il ricordo che viene chiamato passato, il presente dove i 5 sensi percepiscono tutto ciò che esiste intorno a noi e dentro di noi attraverso il sesto senso della mente, e il futuro dove andiamo a proiettare il presente.
Il presente influenza se stesso quando diviene passato, il presente e il passato influenzano il futuro che esiste solo nella nostra proiezione: il domani una volta arrivato sarà l'ennesimo oggi che diventerà ieri.
Questa catena ininterrotta di interdipendenze impermanenti, vuote di esistenza intrinseca e composte da parti in costante trasformazione, non ha inizio e non ha fine.



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