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Discussione: percezione del carcere da parte dell'italiano medio Rispondi alla discussione
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27-11-2025 23:29
pincopallo
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

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Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
A questo punto entra in gioco un'altra percezione dell'italiano medio (e non solo dell'italiano): quella secondo cui la condanna ad una pena detentiva è un marchio indelebile.
Ma infatti quella è un'anomalia. Scontata la pena, il debito con la giustizia è stato pagato. Il carcere serve, perché ha un valore punitivo ed espiazione insostituibile, ma funziona veramente se il detenuto esce dal carcere pentito e, specie nel caso dei reati più gravi, trasformato in una persona migliore.
27-11-2025 19:28
barclay
Quote:
Originariamente inviata da pincopallo Visualizza il messaggio
Questo rischio lo vedrei se questi ragazzi venissero da un contesto sociale degradato, a cui tornerebbero inevitabilmente dopo il carcere. Sono invece figli di famiglie cosiddette normali, che sicuramente hanno grosse responsabilità in campo educativo per non aver saputo vigilare a tempo debito, ma che comunque faranno di tutto perché i loro figli, scontata la pena, si orientino verso una vita normale e non verso una vita da balordi. C'è da dire poi che per adesso sono a San Vittore, che è una casa circondariale (ospita cioè i detenuti in attesa di giudizio e i condannati che devono scontare pene brevi) che, in quanto tale, è sovraffollata e non prevede attività di recupero e di supporto per i carcerati. Quando la sentenza sarà definitiva verranno trasferiti in un carcere penale e lì le condizioni detentive saranno migliori e potranno fruire di attività risocializzanti (istruzione, corsi di formazione, attività culturali) utili per quando usciranno di prigione.
A questo punto entra in gioco un'altra percezione dell'italiano medio (e non solo dell'italiano): quella secondo cui la condanna ad una pena detentiva è un marchio indelebile.
27-11-2025 16:00
pincopallo
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

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Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Giusto per chiarire, per lavori utili alla società io intendo proprio fare una specie di servizio pubblico per ripagare la collettività del danno provocato, per capire come dovrebbe funzionare la vita e per "abbassare la cresta", magari dando una mano a ripulire dei luoghi pubblici, dare assistenza a malati e bisognosi ecc.
Ho capito benissimo quello che intendi, io credo però che i lavori di utilità sociale non possano comunque avere lo stesso effetto del carcere, soprattutto per reati come questo. Il carcere infatti è un'istituzione totale che regolamenta la vita del detenuto durante tutta la giornata e lo costringe a stare sempre chiuso all'interno del perimetro della struttura carceraria. La perdita della libertà si sente quindi in maniera continua. I lavori di utilità sociale invece sono più simili a un impegno fisso, quale può essere l'ordinaria attività lavorativa per un normale cittadino. Non costringono il condannato a stare rinchiuso, lasciano quindi una percezione di libertà. Inoltre non hanno carattere totalizzante, finita l'attività giornaliera il condannato tornerebbe a casa sua.
26-11-2025 17:37
Winston_Smith
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

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Originariamente inviata da pincopallo Visualizza il messaggio
Quando la sentenza sarà definitiva verranno trasferiti in un carcere penale e lì le condizioni detentive saranno migliori e potranno fruire di attività risocializzanti (istruzione, corsi di formazione, attività culturali) utili per quando usciranno di prigione.
Giusto per chiarire, per lavori utili alla società io intendo proprio fare una specie di servizio pubblico per ripagare la collettività del danno provocato, per capire come dovrebbe funzionare la vita e per "abbassare la cresta", magari dando una mano a ripulire dei luoghi pubblici, dare assistenza a malati e bisognosi ecc.
26-11-2025 17:33
pincopallo
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Il carcere però potrebbe restituirli alla società ancora più incattiviti e poco "piegati" nella loro protervia. Per certi stronzi arroganti (non dico sia questo il caso, dipende) essere messi alle dipendenze di qualcuno potrebbe essere più umiliante (e quindi salutare) che prendere la patente di "duri" dopo un soggiorno in carcere. E forse alla società serve più che ripaghino il male fatto per quanto possibile (ovviamente sempre sotto sorveglianza per impedire che ci riprovino), piuttosto che restino a incattivirsi in carcere.
Questo rischio lo vedrei se questi ragazzi venissero da un contesto sociale degradato, a cui tornerebbero inevitabilmente dopo il carcere. Sono invece figli di famiglie cosiddette normali, che sicuramente hanno grosse responsabilità in campo educativo per non aver saputo vigilare a tempo debito, ma che comunque faranno di tutto perché i loro figli, scontata la pena, si orientino verso una vita normale e non verso una vita da balordi. C'è da dire poi che per adesso sono a San Vittore, che è una casa circondariale (ospita cioè i detenuti in attesa di giudizio e i condannati che devono scontare pene brevi) che, in quanto tale, è sovraffollata e non prevede attività di recupero e di supporto per i carcerati. Quando la sentenza sarà definitiva verranno trasferiti in un carcere penale e lì le condizioni detentive saranno migliori e potranno fruire di attività risocializzanti (istruzione, corsi di formazione, attività culturali) utili per quando usciranno di prigione.
26-11-2025 17:22
Winston_Smith
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

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Originariamente inviata da pincopallo Visualizza il messaggio
Anche i lavori di utilità sociale, per quanto coatti, lasciano comunque una certa sensazione di libertà. Di fronte a reati così gravi, commessi per motivi futili e con atteggiamenti da balordi, il carcere è la migliore pena. L'essere chiusi a chiave in cella per un po' di anni farà capire loro che certe cose non si fanno.
Il carcere però potrebbe restituirli alla società ancora più incattiviti e poco "piegati" nella loro protervia. Per certi stronzi arroganti (non dico sia questo il caso, dipende) essere messi alle dipendenze di qualcuno potrebbe essere più umiliante (e quindi salutare) che prendere la patente di "duri" dopo un soggiorno in carcere. E forse alla società serve più che ripaghino il male fatto per quanto possibile (ovviamente sempre sotto sorveglianza per impedire che ci riprovino), piuttosto che restino a incattivirsi in carcere.
26-11-2025 16:42
pincopallo
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Un'alternativa potrebbero essere lavori di utilità sociale, fatti in maniera seria e continuata sotto stretta sorveglianza, con carcere previsto al minimo sgarro.
I domiciliari invece sarebbero stati davvero una beffa.
Anche i lavori di utilità sociale, per quanto coatti, lasciano comunque una certa sensazione di libertà. Di fronte a reati così gravi, commessi per motivi futili e con atteggiamenti da balordi, il carcere è la migliore pena. L'essere chiusi a chiave in cella per un po' di anni farà capire loro che certe cose non si fanno.
26-11-2025 16:19
Winston_Smith
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

Un'alternativa potrebbero essere lavori di utilità sociale, fatti in maniera seria e continuata sotto stretta sorveglianza, con carcere previsto al minimo sgarro.
I domiciliari invece sarebbero stati davvero una beffa.
26-11-2025 12:39
pincopallo
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

Ecco un altro tipico esempio di situazione in cui il carcere è necessario:

https://www.leggo.it/italia/milano/2...o-9210444.html

Questi due ragazzi, assieme ai tre complici minorenni, sono in preda a un delirio di onnipotenza in cui pensano di poter fare quello che vogliono e non si preoccupano minimamente del male che possono fare agli altri.

I domiciliari per loro sarebbero una vacanza, perché li passerebbero giocando ai videogiochi o guardando serie tv, con la mamma che gli lava i vestiti e chiede loro cosa preferiscono da mangiare per pranzo, cena e colazione.

Il carcere, quello vero per adulti perché tali sono avendo compiuto 18 anni, servirà a offrire loro una prospettiva di vita differente e a comprendere a cosa portano le loro azioni da delinquenti.
Impareranno ad adattarsi alla convivenza forzata con soggetti con cui non avrebbero mai voluto avere a che fare, si abitueranno al wc a vista in cella, al freddo in inverno e all'afa in estate, alle docce comuni con lunghe file per lavarsi il più delle volte con l'acqua fredda, allo stare chiusi in cella per la maggior parte delle ore della giornata, Forse dopo questa esperienza capiranno il male che hanno fatto a un ragazzo come loro e come la pena che dovranno scontare (e che si spera essere adeguata) sia il minimo per quello che hanno fatto, perché loro dal carcere un giorno usciranno, la loro vittima invece resterà invalida per sempre.
13-11-2025 09:44
pincopallo
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

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Originariamente inviata da Keith Visualizza il messaggio
Almeno per una volta si è comportato da Uomo.
Non credo si tratti di un comportamento positivo una tantum. Questo ragazzo aveva chiaramente dei disturbi psicologici che lo hanno portato a credere che avrebbe risolto i suoi problemi uccidendo i genitori e il fratellino. Adesso sta iniziando a capire la gravità di quello che ha fatto e a comprendere che avrà un'altra possibilità, ma questa dovrà passare attraverso un percorso di pentimento e di espiazione. Penso che sia lui il primo a volere questo percorso, che sarà molto duro perché passa attraverso tanti anni di privazione della libertà, in cui dovrà anche affrontare il trasferimento in un carcere per adulti dove inevitabilmente le condizioni di detenzione saranno più dure, ma in cui potrà curare le sue turbe e frequentare l'università per laurearsi e prepararsi a una nuova vita da uomo libero una volta che avrà pagato il suo debito con la giustizia.
12-11-2025 16:49
Keith
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

Quote:
Originariamente inviata da pincopallo Visualizza il messaggio
È di qualche giorno questa notizia:

https://tg24.sky.it/cronaca/2025/11/...icorso-appello

Il ragazzo che da minorenne uccise i genitori e il fratellino in primo grado ha avuto una condanna a 20 anni di reclusione, la massima che gli poteva essere data.

I giudici di primo grado però non tennero conto della perizia disposta dal tribunale, che sanciva la seminfermità mentale. Ricorrendo in appello il giovane avrebbe quindi avuto ottime speranze di ottenere una forte riduzione della pena. Ha invece deciso di non fare appello e di accettare la condanna. Questo perchè sente l'esigenza di pagare duramente per quello che ha fatto, ma allo stesso tempo impieghierà il tempo per studiare (si è diplomato in carcere e ora si è iscritto all'università), per riflettere su quello che ha fatto, per essere una persona diversa quando uscirà di prigione. Passerà i migliori anni della sua vita chiuso in cella, ma così facendo darà un senso e un obiettivo alla sua vita futura quando, pagato il suo debito con la giustizia, sarà un uomo libero.
Almeno per una volta si è comportato da Uomo.
12-11-2025 10:59
pincopallo
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

È di qualche giorno questa notizia:

https://tg24.sky.it/cronaca/2025/11/...icorso-appello

Il ragazzo che da minorenne uccise i genitori e il fratellino in primo grado ha avuto una condanna a 20 anni di reclusione, la massima che gli poteva essere data.

I giudici di primo grado però non tennero conto della perizia disposta dal tribunale, che sanciva la seminfermità mentale. Ricorrendo in appello il giovane avrebbe quindi avuto ottime speranze di ottenere una forte riduzione della pena. Ha invece deciso di non fare appello e di accettare la condanna. Questo perchè sente l'esigenza di pagare duramente per quello che ha fatto, ma allo stesso tempo impieghierà il tempo per studiare (si è diplomato in carcere e ora si è iscritto all'università), per riflettere su quello che ha fatto, per essere una persona diversa quando uscirà di prigione. Passerà i migliori anni della sua vita chiuso in cella, ma così facendo darà un senso e un obiettivo alla sua vita futura quando, pagato il suo debito con la giustizia, sarà un uomo libero.
10-11-2025 18:32
Winston_Smith
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

Quote:
Originariamente inviata da pincopallo Visualizza il messaggio
Le pene pecuniarie incidono diversamente a seconda del reddito della famiglia, quindi per qualcuno potrebbe persino essere irrilevante farsi sequestare il macchinone, con i soldi che ha ne compra subito un altro. Oppure potrebbe capitare che la famiglia non abbia invece un tenore di vita particolarmente alto e allora come la mettiamo?
Quanto ai colpevoli del gesto infame, cinque anni di prediche mi sembrano una pacchia per quello che hanno fatto. Possono anche andare bene, ma ci deve essere anche la carcerazione. Vedersi chiusi a chiave in una cella e osservare il cielo a scacchi per almeno due anni farebbe capire la gravità di quello che hanno fatto, ovviamente con attività di rieducazione in carcere e lavori socialmente utili per cinque anni una volta usciti di prigione.
Ho detto che quello che esula dallo stretto mantenimento dovrebbe andare alla famiglia della vittima, ovvero tutto il surplus, tanto o poco che sia. Quindi l'incidenza ci sarebbe comunque. Via villoni, macchinoni e yacht, tipo assegno di mantenimento che ti lascia solo lo stretto necessario per vivere con un minimo di decoro.
Per i colpevoli, avevo tenuto da parte il carcere perché secondo me il percorso che immaginavo avrebbe una maggiore funzione rieducativa, invece di restituirli ancora più incattiviti dopo due anni (e poi essendo minorenni lo farebbero comunque all'acqua di rose).
Comunque si tratta di ipotesi velleitarie, in questo paese i furbi e i prepotenti di solito la fanno franca, con l'applauso anche di una parte non trascurabile della popolazione. Toccare i patrimoni dei ricchi o anche solo degli (auto)percepiti tali, poi, è un tabù più forte di quelli religiosi nel Medioevo, come si è visto in questi giorni.
Immagino che alle tdc in questione faranno fare un (breve) periodo di "servizi sociali" tipo quelli che fece B. a Cesano Boscone, forse saranno "seguiti" da qualcuno per un po', e poi fine, tana libera tutti, pronti a ricominciare.
05-11-2025 16:14
pincopallo
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
https://torino.repubblica.it/cronaca...P2-S1-T1-s3754

Questo è un caso dove le pene alternative al carcere avrebbero un senso, ma se fatte scontare anche alla famiglia:

- risarcimento afflittivo (ovvero, i soldi che esulano dallo stretto mantenimento delle famiglie dei colpevoli devono andare alla famiglia della vittima) + eventuale sequestro di beni voluttuari, macchinoni in primis: il loro tenore di vita ne deve risentire pesantemente
- le teste di cazzo colpevoli devono fare scuola + lavori socialmente utili (di cui una parte a vantaggio della vittima) + tour delle scuole di campagne antibullismo presentati come cattivo esempio da uno dei servizi sociali + mangiare e dormire e basta, con tanto di braccialetto elettronico, non più a fare i ganzi in giro

Tutto questo per almeno 5 anni con pene pecuniarie severe per chi sia preposto al loro controllo e se li lasci scappare.
Le pene pecuniarie incidono diversamente a seconda del reddito della famiglia, quindi per qualcuno potrebbe persino essere irrilevante farsi sequestare il macchinone, con i soldi che ha ne compra subito un altro. Oppure potrebbe capitare che la famiglia non abbia invece un tenore di vita particolarmente alto e allora come la mettiamo?
Quanto ai colpevoli del gesto infame, cinque anni di prediche mi sembrano una pacchia per quello che hanno fatto. Possono anche andare bene, ma ci deve essere anche la carcerazione. Vedersi chiusi a chiave in una cella e osservare il cielo a scacchi per almeno due anni farebbe capire la gravità di quello che hanno fatto, ovviamente con attività di rieducazione in carcere e lavori socialmente utili per cinque anni una volta usciti di prigione.
03-11-2025 11:14
Winston_Smith
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

https://torino.repubblica.it/cronaca...P2-S1-T1-s3754

Questo è un caso dove le pene alternative al carcere avrebbero un senso, ma se fatte scontare anche alla famiglia:

- risarcimento afflittivo (ovvero, i soldi che esulano dallo stretto mantenimento delle famiglie dei colpevoli devono andare alla famiglia della vittima) + eventuale sequestro di beni voluttuari, macchinoni in primis: il loro tenore di vita ne deve risentire pesantemente
- le teste di cazzo colpevoli devono fare scuola + lavori socialmente utili (di cui una parte a vantaggio della vittima) + tour delle scuole di campagne antibullismo presentati come cattivo esempio da uno dei servizi sociali + mangiare e dormire e basta, con tanto di braccialetto elettronico, non più a fare i ganzi in giro

Tutto questo per almeno 5 anni con pene pecuniarie severe per chi sia preposto al loro controllo e se li lasci scappare.
22-10-2025 20:18
insiemealvento
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

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Originariamente inviata da Michael Noir Visualizza il messaggio
credete che la gente stia a giudicarvi costantemente e parli di voi h24 quando, nella realtà, a nessuno frega un cazzo di nessuno che non sia nella sua ristretta cerchia sociale (e spesso non gli frega niente manco di quelli).
questa, nella maggioranza dei casi e salvo le solite eccezioni che confermano la regola, è la nuda e cruda verità

sul tema generale della discussione:

certo sarebbe bello se il carcere fosse un luogo di accoglienza dove i detenuti venissero trattati con rispetto e compassione e dignità da chi gestisce il carcere, dove la solidarietà e l'empatia e la gentilezza regnassero sovrane tra i detenuti, sarebbe bello se i detenuti non venissero visti con pregiudizio da chi detenuto non è

ma certe condizioni non esistono nemmeno tra le persone che il carcere non l'hanno mai visto {anche se il carcere l'hanno costruito dentro la propria testa} e mai lo vedranno
22-10-2025 15:53
Michael Noir
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

Quote:
Originariamente inviata da untipostrano Visualizza il messaggio
Mmh non credo! Io penso che finire dentro sia un'onta che ti segna a vita perché cmq bisogna considerare che al trauma dell'esperienza carceraria in sè si aggiungono poi tutta una serie di "effetti collaterali" che ti perseguiteranno per sempre: l'eterno pregiudizio della gente, le difficoltà di (re)inserimento nel mondo del lavoro ( di sti tempi poi già è difficilissimo per un incensurato figuriamoci per un ex galeotto), il ripudio dei famigliari etc etc....insomma verrai sempre giudicato come una persona di serie b pur essendo magari effettivamente cambiato a pena espiata; è per questo che, quantomeno nei casi di reati minori, ritengo giusto che la legge contempli la possibilità di ricorrere a misure alternative!!
Sul forum credete tutti che la gente stia a giudicarvi costantemente e parli di voi h24 quando, nella realtà, a nessuno frega un cazzo di nessuno che non sia nella sua ristretta cerchia sociale (e spesso non gli frega niente manco di quelli).
il pregiudizio da parte di qualcuno magari c è, ma la stragrande maggioranza non sa nemmeno chi sei e se ti sposti di un quartiere o nel paese vicino sei a posto, non vai in giro con la scritta ex detenuto sulla fronte.
In ogni comune anche di poche migliaia di persone in ogni dato momento ci sono almeno una decina di persone sottoposte a restrizione della libertà personale tra obblighi di firma, domiciliari, affidamento al lavoro, divieto di uscire dal comune etc etc (l ho visto nei registri dei carabinieri)

E chi li conosce? Son del mio paese di 4k anime ma chi caz ne ha mai sentito parlare... si conoscono al massimo solo quelli "ad alta visibilità" che fan casino nel paese ripetutamente.. son finito in carcere con uno che ha sparato a due suoi paesani ed era del mio paese e ci stava da 20 anni, chi caz l aveva mai visto (e prima uscivo quasi tutti i giorni) o sentito parlare di lui da qualcuno?

Il lavoro non c è nessun problema, chi vuole lavorare dopo lo fa, basta mentire sul curriculum come fanno anche tutti gli incensurati e chiudere il buco, nessuno controlla niente, oppure sfruttare le conoscenze. Tanti infatti lavorano tranquillamente. Uno è finito in carcere, aveva lavorato in cartiera prima per 20 anni, finiti i 2 anni è andato a lavorare in un altra cartiera, non gli ha semplicemente detto che è stato in carcere, fine (però quando dovrà farsi il restante anno e mezzo in pena alternativa voglio vedere che gli dice.. per il momento non ci pensa, se ne riparlerà tra anni, intanto lavora e acchiappa stipendi). Un altro posa la fibra ottica, uno è andato a lavorare in edilizia con lo zio, e via così discorrendo...
io personalmente ho trovato un mucchio di lavori (7 o 8) di cui due in vigilanza addirittura, dove in teoria serve avere la fedina penale pulita, ma in pratica nessuno ha controllato niente in entrambi i casi, figurati in qualsiasi altro posto di lavoro (e conosco anche un altro che aveva fatto 5 anni di carcere che lavora nell antitaccheggio in un supermercato); pensa te come stanno messe le aziende in italia, pareva surreale pure a me, e invece.

Un ragazzo del mio paese l han beccato per la seconda volta con qualche panetta di fumo, la prima volta niente, bruciata la condizionale e basta, la seconda domiciliari per un anno... non l han manco licenziato dal posto di lavoro in cui era già da 4-5 anni e difatti aveva il permesso di andare a lavorare dai domiciliari (te lo concedono spesso se hai un lavoro), son passati anni e ancora lavora li, ormai in tutto saran 10 anni; e io che pensavo che almeno l avrebbero licenziato, no manco quello (e qui si ritorna al "giudizio della gente"... evidentemente non gliene frega niente, ed è un azienda di 50 persone per cui ho lavorato anche io molto tempo fa, non son 3 gatti)

Tra l altro non vi pensate che quelli che finiscono in carcere siano tutti disagiati, moltissimi lavoravano prima e "arrotondavano" con altro, per esempio uno faceva il camionista e spacciava coca, un altro lavorava al banco di un mercato e guadagnava pure bene, l amico faceva il cartongessista, solo che nei weekend andavano a farsi qualche rapina, per la precisione erano dentro perchè avevano rapinato la cassaforte del titolare del tizio dei mercati (tra l altro tutti stranieri, per questo mi vien da ridere quando la gente fa distinzione tra immigrati regolari e irregolari... come se i regolari con casa lavoro e una vita inserita non potessero delinquere tale e quale come gli irregolari xD ).

Un altro, italiano, lavorava alla pirelli e guadagnava pure bene, ma gli piaceva la bella vita e per pagarsela lo stipendio non bastava, quindi andava a far le rapine in banca anche lui. Con un altro con cui ho lavorato in fabbrica ho scoperto dopo che era stato in carcere, perchè me l ha detto lui, altrimenti cosa ne sapevo?

Solo per gli impieghi statali si può avere qualche problema, ma non ho ancora provato, dovrei, secondo me non controllano un caz manco li; però conosco una signora che dopo aver fatto 10 anni di carcere è finita a fare l impiegata al palazzo della regione, quindi con la giusta conoscenza arrivi dappertutto.
22-10-2025 14:44
untipostrano
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

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Originariamente inviata da pincopallo Visualizza il messaggio
A mio parere,se il carcere venisse utilizzato anche per punire reati più lievi, che sono quelli che anche persone che non sono certo delinquenti abituali o efferati, finirebbe anche questa connotazione di discarica sociale che si porta dietro. Sto dicendo, per capirci, che se il reato prevede il carcere, è giusto che chi viene condannato vada in carcere, anche se la pena è magari solo di tre mesi.
Mmh non credo! Io penso che finire dentro sia un'onta che ti segna a vita perché cmq bisogna considerare che al trauma dell'esperienza carceraria in sè si aggiungono poi tutta una serie di "effetti collaterali" che ti perseguiteranno per sempre: l'eterno pregiudizio della gente, le difficoltà di (re)inserimento nel mondo del lavoro ( di sti tempi poi già è difficilissimo per un incensurato figuriamoci per un ex galeotto), il ripudio dei famigliari etc etc....insomma verrai sempre giudicato come una persona di serie b pur essendo magari effettivamente cambiato a pena espiata; è per questo che, quantomeno nei casi di reati minori, ritengo giusto che la legge contempli la possibilità di ricorrere a misure alternative!!
22-10-2025 12:40
Keith
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

Quote:
Originariamente inviata da Norlit Visualizza il messaggio
Ma come e' possibile che sto qui non fosse mai dimagrito in carcere? Di solito ti danno poco e nulla da mangiare, si nascondeva il cibo da qualche parte??

https://www.msn.com/it-it/notizie/ot...pphireappshare
Di solito quello che ti danno è sufficiente, però di certo non ingrassi.
Poi c'è il sopravvitto, se hai i soldi puoi comprare a parte più o meno qualsiasi cosa.
22-10-2025 12:35
Michael Noir
Re: percezione del carcere da parte dell'italiano medio

Quote:
Originariamente inviata da Norlit Visualizza il messaggio
Ma come e' possibile che sto qui non fosse mai dimagrito in carcere? Di solito ti danno poco e nulla da mangiare, si nascondeva il cibo da qualche parte??

https://www.msn.com/it-it/notizie/ot...pphireappshare
te lo puoi comprare a parte eh, fai la spesa e ti cucini o ti ammazzi di merendine biscotti patatine e porcherie varie
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