ci penseranno le nostre morti premature a risanare la sanità italiana tra qualche anno saremo la nazione piu giovane d'europa e quindi con meno malati da curare .... vabbè non saremo , saranno .
farei un ecatombe generazionale prematura solo per vedere dall alto se dopo quei stronzi c hanno il coraggio di abbassare l età pensionabile
28-07-2025 00:10
Keith
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da Sikerhoof
Hai ragione a dire che non tutto si risolve con più fondi: servono anche competenza, meritocrazia e controlli più seri. Ma attenzione a non generalizzare o proporre soluzioni semplicistiche per problemi complessi.
È vero che ci sono medici impreparati, così come in ogni categoria. Ma la sanità pubblica italiana, con tutti i suoi limiti, continua a salvare milioni di vite ogni anno, spesso con stipendi e condizioni di lavoro non degni. Piuttosto che dire che le lauree si regalano, forse dovremmo chiederci perché tanti bravi medici vanno a lavorare all’estero o scappano dal pubblico verso il privato.
Sul tema invalidità: ci sono senz’altro abusi da combattere, e sono il primo a dire che chi può lavorare, dovrebbe avere un’occasione. Ma non si può decidere a occhio chi ha la forza fisica per fare lavori manuali. Ci sono invalidità psichiche, neurologiche, autoimmuni, croniche, che non si vedono ma che rendono il lavoro impossibile o destabilizzante. Non si risolve spingendo le persone a forza nel lavoro, ma creando percorsi personalizzati, flessibili e dignitosi.
Infine, l’idea che il lavoro dato agli extracomunitari “dovrebbe andare agli italiani” funziona solo sulla carta. La verità è che molti di quei lavori vengono rifiutati, o che spesso mancano proprio percorsi di inserimento per persone fragili. E lì sì, lo Stato dovrebbe fare di più.
Un giorno quando avrò voglia mi andrò a guardare le statistiche degli invalidi in Italia e all'estero.
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27-07-2025 22:18
Gufetto
Re: Marginalità e welfare in Italia
Penso che l'italia sia un paese finito, di certo non arriverà a 100 anni..neanche adesso si può considerare fatto dal dopoguerra visto che al sud maledicono garibaldi e si sentono depredati dal nord
Io per quel che serve ho fatto un fondo pensione ma mi sa che è inutile, non so se ci arriverò...
Lo stato non da niente, la politica è una perenne campagna elettorale e non esiste una gestione del paese, una guida, una presenza statale..si percepisce che è tutto allo sbando, imrovvisazione, un paese della cuccagna...il welfare fra pochi anni non esisterà più, l'inps imploderà...
27-07-2025 22:17
Sikerhoof
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da Keith
C'è il problema dei medici oberati di lavoro, ma c'è anche il problema di medici che non sono capaci. Anche se vai a pagamento non ti sanno curare, non azzeccano quasi mai la diagnosi. Sarà perché oggi le lauree le regalano.
Ci sono milioni e milioni di giovani classificati invalidi, ma magari potrebbero fare dei lavori manuali e semplici, perché la forza fisica c'è l'hanno. Invece questi si lasciano senza lavorare, gli si paga la pensione ( che è bassissima, e con la quale faranno sempre una vita di merda e di rinunce) e il lavoro che potrebbe fare questa gente viene dato all'extracomunitario.. e allora si dice che l'extracomunitario è indispensabile..e invece no, è indispensabile perché non si costringe/non si vuole dare il lavoro all'italiano.
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Hai ragione a dire che non tutto si risolve con più fondi: servono anche competenza, meritocrazia e controlli più seri. Ma attenzione a non generalizzare o proporre soluzioni semplicistiche per problemi complessi.
È vero che ci sono medici impreparati, così come in ogni categoria. Ma la sanità pubblica italiana, con tutti i suoi limiti, continua a salvare milioni di vite ogni anno, spesso con stipendi e condizioni di lavoro non degni. Piuttosto che dire che le lauree si regalano, forse dovremmo chiederci perché tanti bravi medici vanno a lavorare all’estero o scappano dal pubblico verso il privato.
Sul tema invalidità: ci sono senz’altro abusi da combattere, e sono il primo a dire che chi può lavorare, dovrebbe avere un’occasione. Ma non si può decidere a occhio chi ha la forza fisica per fare lavori manuali. Ci sono invalidità psichiche, neurologiche, autoimmuni, croniche, che non si vedono ma che rendono il lavoro impossibile o destabilizzante. Non si risolve spingendo le persone a forza nel lavoro, ma creando percorsi personalizzati, flessibili e dignitosi.
Infine, l’idea che il lavoro dato agli extracomunitari “dovrebbe andare agli italiani” funziona solo sulla carta. La verità è che molti di quei lavori vengono rifiutati, o che spesso mancano proprio percorsi di inserimento per persone fragili. E lì sì, lo Stato dovrebbe fare di più.
27-07-2025 21:50
Keith
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da Sikerhoof
Quando si parla di sanità e invalidità bisognerebbe evitare le semplificazioni. È vero che il sistema è in difficoltà, ma le cause sono complesse e richiedono soluzioni strutturate, non capri espiatori.
Per quanto riguarda la sanità, il problema principale è la cronica mancanza di personale e risorse. Gli ospedali sono spesso sotto organico, i medici e gli infermieri sono stremati, e la medicina territoriale è stata progressivamente smantellata. Occorrerebbe investire di più in ambulatori, medici di base, prevenzione e salute mentale, che è una vera emergenza silenziosa. Anche digitalizzare meglio il sistema sanitario, con una cartella sanitaria elettronica davvero funzionale, aiuterebbe a rendere tutto più efficiente.
Sull'invalidità, è chiaro che ci sono abusi, ma non bisogna usare l'esistenza di alcuni furbi per gettare discredito su milioni di persone che soffrono davvero. I controlli esistono, ma vanno resi più efficaci, intelligenti e trasparenti. Si potrebbero incrociare meglio i dati tra INPS, ASL e fisco, rafforzare le verifiche nei casi sospetti, e punire più duramente chi truffa. Ma servono anche strumenti per tutelare chi denuncia abusi interni, e commissioni meno influenzabili.
Insomma, se vogliamo che lo Stato funzioni meglio, dobbiamo chiedere più rigore e più efficienza, non meno diritti. E soprattutto, ricordarci che chi sta male davvero merita rispetto e protezione, non sospetto generalizzato.
C'è il problema dei medici oberati di lavoro, ma c'è anche il problema di medici che non sono capaci. Anche se vai a pagamento non ti sanno curare, non azzeccano quasi mai la diagnosi. Sarà perché oggi le lauree le regalano.
Ci sono milioni e milioni di giovani classificati invalidi, ma magari potrebbero fare dei lavori manuali e semplici, perché la forza fisica c'è l'hanno. Invece questi si lasciano senza lavorare, gli si paga la pensione ( che è bassissima, e con la quale faranno sempre una vita di merda e di rinunce) e il lavoro che potrebbe fare questa gente viene dato all'extracomunitario.. e allora si dice che l'extracomunitario è indispensabile..e invece no, è indispensabile perché non si costringe/non si vuole dare il lavoro all'italiano.
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27-07-2025 20:30
Sikerhoof
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da Keith
In Italia c'è troppa gente malata, che sta male di salute. Forse sarà per il caldo, o per i medici che non sanno curare, oppure per l ostile di vita troppo frenetico. Quest'ultimo penso sia il motivo principale. Con tutta questa gente bisognosa di asssistenza medica lo stato non ce la fa.
Poi troppi invalidi che in realtà non sono invalidi veri e propri, è più che altro gente che non ha voglia di lavorare. Con milioni di pensioni di invalidità lo stato va in sofferenza, e all ostesso tempo manca la forza lavoro.
Quando si parla di sanità e invalidità bisognerebbe evitare le semplificazioni. È vero che il sistema è in difficoltà, ma le cause sono complesse e richiedono soluzioni strutturate, non capri espiatori.
Per quanto riguarda la sanità, il problema principale è la cronica mancanza di personale e risorse. Gli ospedali sono spesso sotto organico, i medici e gli infermieri sono stremati, e la medicina territoriale è stata progressivamente smantellata. Occorrerebbe investire di più in ambulatori, medici di base, prevenzione e salute mentale, che è una vera emergenza silenziosa. Anche digitalizzare meglio il sistema sanitario, con una cartella sanitaria elettronica davvero funzionale, aiuterebbe a rendere tutto più efficiente.
Sull'invalidità, è chiaro che ci sono abusi, ma non bisogna usare l'esistenza di alcuni furbi per gettare discredito su milioni di persone che soffrono davvero. I controlli esistono, ma vanno resi più efficaci, intelligenti e trasparenti. Si potrebbero incrociare meglio i dati tra INPS, ASL e fisco, rafforzare le verifiche nei casi sospetti, e punire più duramente chi truffa. Ma servono anche strumenti per tutelare chi denuncia abusi interni, e commissioni meno influenzabili.
Insomma, se vogliamo che lo Stato funzioni meglio, dobbiamo chiedere più rigore e più efficienza, non meno diritti. E soprattutto, ricordarci che chi sta male davvero merita rispetto e protezione, non sospetto generalizzato.
27-07-2025 19:58
muttley
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da Sasuke
Concordo è pieno di evasori fiscali che si lamentano ma hanno rubato per tutta la vita.
Incredibile ma vero, siamo molto d'accordo su questo.
27-07-2025 19:55
Keith
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da Sikerhoof
In Italia c'è troppa gente malata, che sta male di salute. Forse sarà per il caldo, o per i medici che non sanno curare, oppure per l ostile di vita troppo frenetico. Quest'ultimo penso sia il motivo principale. Con tutta questa gente bisognosa di asssistenza medica lo stato non ce la fa.
Poi troppi invalidi che in realtà non sono invalidi veri e propri, è più che altro gente che non ha voglia di lavorare. Con milioni di pensioni di invalidità lo stato va in sofferenza, e all ostesso tempo manca la forza lavoro.
27-07-2025 19:27
Sikerhoof
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da lone 73
In Germania la sanità è privata come in America,400 euro per un ambulanza, anche in Olanda. Fantastici invece gli stati sociali scandinavi.
Hai ragione nel dire che anche in alcuni paesi europei ci sono aspetti problematici, come i costi della sanità in Germania o in Olanda, dove infatti il sistema è basato su assicurazioni obbligatorie, non sul modello italiano. Tuttavia, resta il fatto che il livello generale di welfare (inteso come protezione sociale, sussidi, accesso alla casa, reinserimento lavorativo, e dignità delle condizioni di vita) è spesso più solido e meno umiliante che da noi.
Gli stati scandinavi, come dici, sono sicuramente un riferimento. Ma anche in Francia o in Germania, per quanto perfettibili, esistono misure strutturate che impediscono a molte persone di scivolare del tutto ai margini. In Italia, invece, spesso si va avanti a colpi di bonus estemporanei e assistenza lasciata alle reti familiari o al volontariato.
Non voglio fare idealizzazioni, ma nemmeno difendere lo status quo: credo che si possa guardare agli altri paesi non per copiarli, ma per capire dove e come si potrebbe fare di meglio.
27-07-2025 13:32
Miky
Re: Marginalità e welfare in Italia
che palle sti stati Scandinavi che si prende sempre come riferimento di civiltà, progresso, diritti e quant'altro.
Facile fare gli stati virtuosi, come la Norvegia, uno degli stati più ricchi al mondo, grazie al petrolio del mare del nord. Se non ci fosse sto petrolio, hai voglia di pescare salmoni, per garantire il walfare al popolo
27-07-2025 12:18
lone 73
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da Sikerhoof
Oggi stavo riflettendo su un tema che forse riguarda più persone di quanto sembri: la marginalità sociale.
Non parlo solo di povertà estrema o senzatetto, ma anche di quelle situazioni più “grigie” e silenziose, in cui tante persone finiscono per essere invisibili agli occhi dello stato.
•Persone senza un lavoro né una rete familiare, ma troppo “funzionanti” per essere considerate disabili.
•Persone con disturbi psichici non certificati, che non ricevono assistenza.
•Anziani che, pur avendo lavorato, non hanno contributi sufficienti per accedere a una pensione, e restano anni senza un reddito.
•Persone semplicemente troppo fragili per “competere”.
In teoria, viviamo in uno stato sociale.
In pratica, chi non produce o non rientra in certe categorie viene lasciato fuori.
Lo stato si aspetta che a pensarci siano:
•la famiglia (anche se non c’è),
•il volontariato (se lo trovi),
•o la persona stessa, attivandosi anche quando non è in grado di farlo.
Ma può l’Italia definirsi una nazione civile?
In paesi come Germania, Francia, Olanda o quelli scandinavi, esistono:
•redditi minimi garantiti,
•sistemi di sostegno stabili e meno umilianti,
•case popolari molto più accessibili.
E soprattutto una cultura del welfare che mette al centro la persona, non solo la produttività.
In Germania la sanità è privata come in America,400 euro per un ambulanza, anche in Olanda. Fantastici invece gli stati sociali scandinavi.
27-07-2025 11:00
Sikerhoof
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da Lost75
Comunque come in tette le cose chi fa la voce grossa, chi sbraita, chi batte il pugno sul tavolo ha più possibilità di avere qualcosa, magari anche a discapito di chi avrebbe più bisogno.
Il problema è che a furia di premiare chi urla più forte, si crea un sistema distorto, dove l’arroganza viene scambiata per forza e il disagio silenzioso viene ignorato. E alla fine, chi ha più bisogno davvero... resta fuori.
27-07-2025 10:47
Lost75
Re: Marginalità e welfare in Italia
Comunque come in tette le cose chi fa la voce grossa, chi sbraita, chi batte il pugno sul tavolo ha più possibilità di avere qualcosa, magari anche a discapito di chi avrebbe più bisogno.
27-07-2025 10:45
Sikerhoof
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da Sasuke
Io ho fatto tutti e due la differenza è che lavori in nero all'inizio per obbligo se sei dipendente non specializzato ma poi è interesse del datore di lavoro assicurarti se produci ed è tuo dovere cercare o altro o di farti regolarizzare sto mito del lavoro per forza in nero è un falso mito, comunque il danno maggiore lo fanno gli evasori fiscali, cioè coloro che pagano solo una parte del dovuto, e si trovano con pochi contributi per la pensione, quei lavori che ti spacchi la schiena io li ho fatti già da prima che ci fosse l'euro per tanto tempo quindi io sono uno di quelli sia che ha pagato quello che definisci il prezzo più alto sia uno di quelli che continua a lavorare pagando fior di tasse anche per chi non ha raggiunto un minimo di pensione decente, eh si hai il privilegio di scegliere come lavorare, che non vuol dire dall'oggi al domani, io pur di lavorare e portare qualcosa a casa per una decina di anni ho fatto lavori sottopagati pesanti, alcuni fra i più pesanti, per poi trovare qualcosa di decente anche come salario, la differenza fra chi sta a casa oggi e me è che io ho dovuto lavorare per qualsiasi cosa, per avere una casa, per vestirmi, per mangiare, per avere un'auto, per avere una pensione decente, il sistema pensionistico italiano è completamente assistenzialista e non meritocratico quindi chi ne giova dovrebbe avere la decenza di non lamentarsi, e mi riferisco sempre a individui sani in grado di lavorare, per persone malate inabilitate la pensione andrebbe aumentata.
Capisco il tuo punto di vista, ma non tutti partono dalle stesse condizioni, e non tutti hanno avuto la forza, la salute o il contesto per risollevarsi come hai fatto tu.
È vero che ci sono furbi, opportunisti ed evasori (nessuno lo nega) ma esiste anche un’altra realtà: quella di chi ha lavorato tutta la vita in nero o a intermittenza, spesso perché non ha avuto alternative concrete, non per scelta.
Dire che “il lavoro nero è un falso mito” è pericoloso, perché normalizza lo sfruttamento e colpevolizza le vittime. In certe situazioni, non puoi alzarti e dire “no, io voglio il contratto”. Se lo fai, ti lasciano a casa. E se hai una famiglia o non hai nessun altro, accetti per sopravvivere.
Non tutto è bianco o nero. C’è chi ha preso tutto quello che poteva, e c’è chi ha dato tutto quello che aveva… senza riuscire ad arrivare a una pensione “decente”.
La tua storia è importante, ma non cancella quella di chi ha avuto meno fortuna o strumenti per farsi strada.
Le generalizzazioni non aiutano nessuno, soprattutto in un Paese dove troppe disuguaglianze vengono trattate come colpe personali.
27-07-2025 10:21
Sasuke
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da Sikerhoof
E a quelli che hanno lavorato per anni in nero (spesso perché non avevano alternative, in settori dove il contratto era un lusso ) non ci pensi?
Parlo di persone che si sono spaccate la schiena in lavori faticosi e sottopagati, magari senza ferie, senza malattia, senza contributi.
Non tutti hanno avuto il privilegio di scegliere come lavorare.
Dire che chi ha la pensione minima dovrebbe “tacere” è una generalizzazione che offende proprio chi ha già pagato il prezzo più alto.
Io ho fatto tutti e due la differenza è che lavori in nero all'inizio per obbligo se sei dipendente non specializzato ma poi è interesse del datore di lavoro assicurarti se produci ed è tuo dovere cercare o altro o di farti regolarizzare sto mito del lavoro per forza in nero è un falso mito, comunque il danno maggiore lo fanno gli evasori fiscali, cioè coloro che pagano solo una parte del dovuto, e si trovano con pochi contributi per la pensione, quei lavori che ti spacchi la schiena io li ho fatti già da prima che ci fosse l'euro per tanto tempo quindi io sono uno di quelli sia che ha pagato quello che definisci il prezzo più alto sia uno di quelli che continua a lavorare pagando fior di tasse anche per chi non ha raggiunto un minimo di pensione decente, eh si hai il privilegio di scegliere come lavorare, che non vuol dire dall'oggi al domani, io pur di lavorare e portare qualcosa a casa per una decina di anni ho fatto lavori sottopagati pesanti, alcuni fra i più pesanti, per poi trovare qualcosa di decente anche come salario, la differenza fra chi sta a casa oggi e me è che io ho dovuto lavorare per qualsiasi cosa, per avere una casa, per vestirmi, per mangiare, per avere un'auto, per avere una pensione decente, il sistema pensionistico italiano è completamente assistenzialista e non meritocratico quindi chi ne giova dovrebbe avere la decenza di non lamentarsi, e mi riferisco sempre a individui sani in grado di lavorare, per persone malate inabilitate la pensione andrebbe aumentata.
27-07-2025 09:49
Sikerhoof
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da Sasuke
Chi ha la pensione minima dovrebbe avere la decenza di tacere visto che non ha lavorato abbastanza per pagarsela, ovviamente parlo di persone sane.
E a quelli che hanno lavorato per anni in nero (spesso perché non avevano alternative, in settori dove il contratto era un lusso ) non ci pensi?
Parlo di persone che si sono spaccate la schiena in lavori faticosi e sottopagati, magari senza ferie, senza malattia, senza contributi.
Non tutti hanno avuto il privilegio di scegliere come lavorare.
Dire che chi ha la pensione minima dovrebbe “tacere” è una generalizzazione che offende proprio chi ha già pagato il prezzo più alto.
27-07-2025 09:22
Sikerhoof
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da Hor
L'Italia non ha tanto un problema di welfare, quanto un grosso problema di gestione del welfare, per cui certo lo Stato non spende cifre piccole, ma le ha spese e le spende molto male, a partire dagli anni in cui sono stati inventati i baby pensionati, qualcosa che pesa ancora tantissimo sulle generazioni che sono venute dopo, che si sono ritrovate progressivamente impoverite anche per quelle scelte e per scelte come quelle.
Altri paesi europei magari sono messi relativamente meglio, ma un po' in tutti lo stato sociale è in affanno e infatti al potere ci finiscono partiti che parlano di taglio delle tasse e meno assistenzialismo (poi ci sono anche partiti che vogliono al contempo meno tasse e più pensioni e più welfare, tipo la Lega, non si capisce in base a quale formula magica).
Se un po' ovunque lo stato sociale scricchiola per motivi intrinsechi e inevitabili o per cause contingenti, tipo la denatalità e l'invecchiamento della popolazione, lo lascio ai solutori più che abili (io una mia idea me la sono fatta).
È vero che il problema non è tanto quanto lo Stato spende, ma come gestisce il welfare. E sono d’accordo sul fatto che scelte miopi del passato (come il fenomeno dei baby pensionati) abbiano creato squilibri pesanti per le generazioni successive.
È altrettanto vero che in molti paesi europei lo stato sociale è sotto pressione, a causa della denatalità e dell’invecchiamento, e che anche lì crescono le spinte politiche verso modelli meno assistenzialisti.
Tuttavia, credo che in Italia il problema sia più profondo e specifico. Il nostro welfare è storicamente più sbilanciato verso chi ha lavorato e versato contributi, mentre chi è ai margini, resta spesso fuori da tutto.
In altri paesi europei (penso soprattutto al Nord Europa, ma anche in parte alla Francia o all’Olanda), esistono sistemi di base più inclusivi: redditi minimi garantiti, sussidi meno umilianti, accesso più equo alla casa e alla salute. E soprattutto, esiste una cultura politica più radicata del diritto alla protezione sociale, che va oltre il merito lavorativo o contributivo.
Qui da noi, invece, chi è fragile ma non “ufficialmente” invalido, o chi non ha una famiglia alle spalle, è come se fosse invisibile. Lo Stato, più che garantire un minimo comune di dignità, sembra dire: “arrangiati”.
Quindi sì, ci sono problemi comuni in Europa, ma l’Italia ha una sua specifica responsabilità, fatta di scelte sbagliate, modelli disfunzionali e una certa indifferenza verso gli ultimi.
E questa, più che una crisi del welfare, è una crisi di civiltà.
27-07-2025 00:27
Sikerhoof
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da 3stm
chi sarebbero questi anziani senza pensione?
Gente che ha lavorato una vita in nero e oggi si ritrova a 60 anni senza contributi versati, quindi senza pensione.
Considera che per accedere alla pensione sociale bisogna aspettare i 67 anni.
E parliamo comunque di appena 534 euro al mese.
Uno che si è fatto il mazzo per anni (magari in un lavoro faticoso e sottopagato) meriterebbe decisamente più di questo, non credi?
Ti faccio un esempio concreto: conosco una persona che ha lavorato anni in una pescheria, poi per motivi di salute ha dovuto smettere.
Ora vive solo con la pensione d'invalidità, perché non ha ancora l’età per la pensione sociale (che comunque, ripeto, è una miseria).
Nella sfortuna ha avuto la “fortuna” di avere il marito anch’egli invalido (a causa di un ictus), e solo sommando le due pensioni riescono a cavarsela, anche grazie al supporto di familiari e amici.
Ma c’è chi non ha questa rete: persone che magari hanno perso il lavoro a 50 anni, o hanno dovuto chiudere l’attività (quante imprese hanno chiuso dopo il Covid?), e oggi vanno alla Caritas per mangiare.
26-07-2025 21:58
Sasuke
Re: Marginalità e welfare in Italia
Quote:
Originariamente inviata da 3stm
Secondo me siamo in tanti a dover tacere. Sicuramente la maggior parte di quelli che parlano. e purtroppo chi invece dovrebbe parlare non lo fa.
con 'parlano' intendo che si lamentano delle condizioni di vita in italia.
Concordo è pieno di evasori fiscali che si lamentano ma hanno rubato per tutta la vita.
Ho letto di recente che il giappone è la nazione che più di tutte sta spingendo verso l automazione e la robottizzazione anche a causa del costante invecchiamento della popolazione, sono lo stato con il più alto tasso di robot lavoratori al mondo (circa 300 robot ogni 10.000 lavoratori); anche perchè sono restii a ricorrere all immigrazione per questioni culturali e di convenienza.
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