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Discussione: Raccontami una storia... Rispondi alla discussione
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07-12-2023 20:48
AvolteRitorno
Re: Raccontami una storia...

Stasera mi andava di leggere le cazzate che scriveva un me di dieci anni più giovane (ero io skyl) e ho ritrovato questa discussione. Io da tempo non scrivo più storie inventate, mi bastano quelle reali , ma mi piaceva l'idea di leggere quelle degli altri e mi piace ancora. Magari qualcuno ha voglia di condividere.
11-05-2014 22:23
dintei166
Re: Raccontami una storia...

Complimenti a tutti
Io scrivo solo noiosissime robe filosofiche stanca cervelli...
11-05-2014 22:17
Skyl
Re: Raccontami una storia...

Forse un pochino forzato lo è, non è un romanzo Harmony... Non sarebbe il mio stile, non sarebbe quello che della vita ho visto fino a qui... Esclameresti: "Ma vaffanculo..." Questo invece di demotivarmi mi inorgoglisce perchè ho suscitato in te un senso di delusione, di ingiustizia... Che era esattamente quello che volevo fare scrivendo una storiella del genere ( ormai nel lontano 2011)


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07-05-2014 16:02
Ventolin
Re: Raccontami una storia...

Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac Visualizza il messaggio
Erano gli anni 80
brillantemente misogino

Quote:
Originariamente inviata da Skyl Visualizza il messaggio
Un anno, cinque mesi e ventidue giorni
la storia mi aveva preso, ma capisco che sono cose che possono succedere (perchè no?) ma il finale mi pare un pò forzato. Se fosse stato un film direi qualcosa tipo "ma vaffanculo!" e mi alzerei dal tavolo, oppure mi metterei a ridere perchè quando le cose diventano forzatamente tragiche, mi viene da ridere. Mi è capitato ad esempio per il finale del film Espiazione.

Vabò, solo per dire.
07-05-2014 15:10
Bluevelvet93
Re: Raccontami una storia...

Quote:
Originariamente inviata da Skyl Visualizza il messaggio
Per fortuna no...


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Ah, ok, già mi stava venendo il magone
07-05-2014 13:14
Winston_Smith
Re: Raccontami una storia...

Da tempo sto rimuginando su qualcosa...che però non è proprio un racconto.

(e non è neanche tutta farina del mio sacco, per essere precisi )
07-05-2014 12:46
Skyl
Re: Raccontami una storia...

Per fortuna no...


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06-05-2014 22:35
Bluevelvet93
Re: Raccontami una storia...

Quote:
Originariamente inviata da Skyl Visualizza il messaggio
Un anno, cinque mesi e ventidue giorni


Era un pomeriggio di tante estati fa, quando solo come sempre mi recai alla gelateria del mio paese per prendermi un caffè.

Capii subito che non era un giorno come gli altri, nell'aria c'era qualcosa di diverso, un profumo gradevole di deodorante fruttato, sguardi incuriositi degli avventori abituali, una frenesia insolita che si interruppe quando a un certo punto dal locale dietro il bancone uscisti tu.
Un metro e settanta, due incredibili occhioni verdi, gambe lunghe e abbronzate coperte solo da un ridotto paio di jeans, una canotta bianca dove ricadevano una cascata di riccioli neri e quel profumo di buono che ti seguiva dovunque andassi.

Ti seguivo con lo sguardo mentre nel tuo ruolo di nuova cameriera distribuivi sorrisi "durbans" a tutti i clienti, vedevo da come ti muovevi che per te era naturale stare in mezzo alla gente e che conquistavi tutti con il tuo buon umore.
Ci misi una settimana e svariate consumazioni solo per scoprire che il tuo nome era Sarah e ci tenevi a specificare che si scriveva con l'acca finale. Ti eri trasferita da poco in paese con il tuo fidanzato ed eri studente fuori corso all'università.

Non immagini il colpo al cuore quando pronunciasti la parola "fidanzato", immagini di anelli e proposte di matrimonio affollavano la mia mente, volevo sprofondare li in quel momento e credo i miei occhi te lo abbiano fatto capire anche senza che io lo volessi.
Sapevo di non essere per nulla il tipo di ragazzo che tu avresti guardato con interesse: bruttino e goffo, sempre indeciso su cosa dire per via della timidezza.
Ma prima di scoprirti accasata un labile pensiero che per una volta poteva andarmi bene finalmente era passato per la mia mente.

Col passare dei mesi diventammo amici, io più sciolto forse per il fatto di non avere speranze e tu estroversa come al solito. Cercavo comunque di non avvicinarmi troppo a te e al tuo carattere contagioso per paura di farmi troppo male, tu eri mia amica ma io di te ero innamorato.
Quando mi raccontasti, seduta in quello stesso bar, della tua infanzia e della morte dei tuoi genitori quando eri ancora molto piccola non riuscì a trattenere qualche lacrima, tu me le asciugasti con la mano dicendomi: "Grazie per questo, mi fa capire che ho trovato un grande amico".

Passarono le stagioni e tu mi confessasti che a breve te ne saresti andata, non stavi più bene con il tuo lui e avevi deciso di fare armi e bagagli in direzione ignota, molto probabilmente verso l'estero. Avevo una voglia irrefrenabile di stringerti fra le mie braccia, baciarti e dirti che dovunque tu fosti andata io sarei stato al tuo fianco.
Ma non lo feci.
Per fortuna ti prendesti del tempo per pensare a una meta adatta a te, nel frattempo cambiasti solo domicilio da un bilocale ormai troppo affollato a un monolocale.
La tua "singleitudine" non passò inosservata, infatti dopo qualche giorno che vivevi nella casa nuova venisti a dirmi che la sera saresti uscita con un tipo che conoscevo ( e mi stava molto antipatico già da prima ). Riuscì solo a dirti: "Divertiti mi raccomando".

Per qualche giorno non mi presentai alla gelateria, ed evitati di risponderti al telefono e ai messaggi. Non sopportavo l'idea di vedere nei tuoi occhi la presunta felicità che potevi aver trovato con quell'individuo.
"Driiinnnnnn Driiiiinnnnn...." qualcuno di molto insistente si attaccò al mio campanello di prima mattina, stanco e scoglionato, già pronto a fare una scenata mi affacciai al balcone e c'eri tu.
Dimentico di tutto ti feci salire e senza bisogno di tanti giri di parole mi dicesti: "Ho passato una serata anonima, non mi frega nulla di quello, ciò che mi ha fatto stare male è che il mio migliore amico sia sparito senza motivo..."
Non sapevo che dire, non volevo farti capire che ero geloso anche della terra che calpestavi, e puntualmente mi inventai delle scuse per non farti capire.

Tutto si risolse, tornammo "amici" come volevi tu, solo quando scegliesti la tua meta estera trovai la forza di dirti che non volevo te ne andassi.
Eravamo al bar, tu dovevi iniziare il turno a minuti ma volevi parlare della Spagna.
A un certo punto qualcosa che covava dentro di me da parecchio ruppe gli argini e si riversò su di te con tutta la sua forza.
"Io non voglio che tu te ne vada, non voglio vivere senza di te, so che per te sono solo un amico ma io ti amo."
Silenzio generale. Poi tu ti alzi, io penso che stai per scappare e invece mi dici una cosa che mi lascia basito: "Un anno, cinque mesi e ventidue giorni". Poi entri nel bar senza voltarti.

Straziato dal dubbio, estremamente confuso dalle tue parole ci misi parecchio a raccapezzarmi, mi alzai, entrai a mia volta nel bar e ti costrinsi a darmi ascolto...
"Un anno, cinque mesi e ventidue giorni cosa vuol dire...????"
Ricordo ancora il gestore allibito quando con uno sguardo gli feci capire che non era il caso di interrompermi in quel momento, mentre tu intrappolata dalle mie braccia mi rispondevi: " E' un anno, cinque mesi e ventidue giorni che aspetto questo momento, che aspetto che tu mi dica quello che provi, perchè io provo esattamente la stessa cosa e iniziavo a dubitare che ti saresti deciso prima o poi ad uscire allo scoperto..."
Mentre le mie gambe iniziavano a diventare molli, il mio cervello a partire per universi lontani aggiungesti: " Non è bastato uscire con qualcuno che odiavi per farti reagire, ho dovuto minacciare di andarmene, sei proprio un testone ma che posso farci se ti amo..."
In quel momento tutti i torti subiti, le ingiustizie e i pianti fatti mi sembrarono un prezzo addirittura basso per aver vissuto un momento del genere.

Non ti baciai li e me ne pentirò per sempre, nessuno avrebbe avuto nulla da ridire ma il fatto che tu stessi lavorando e tutti erano li a guardarci mi frenò persino in quel momento. Ti dissi solo che ti aspettavo da me dopo il lavoro, per una cena, la nostra prima cena.... e tu mi sussurrasti all'orecchio che non vedevi l'ora.
Non riuscivo a crederci, ero al settimo cielo, finalmente per una volta tutto era andato come doveva,tutte le amarezze della mia vita cancellate con un colpo di spugna in un istante, quasi quasi davanti a una gioielleria stavo per entrare a prendere un anello talmente ero convinto che nulla ci avrebbe più separato.
Ma non andò così...

Io non ti ho mai baciata, non ti ho mai stretto tra le mie braccia, non ho mai comprato quell'anello...
Quella sera mentre venivi da me con lo scooter, un camionista ubriaco ha deciso che per noi non c'era continuazione... non è servita la corsa all'ospedale, gli svariati interventi o l'aver mandato a sua volta il tuo assassino all'ospedale.

Tu te ne sei andata "Un anno, cinque mesi e ventidue giorni" dopo che ci siamo conosciuti ed io in tutto quel tempo ho lasciato che tu te ne andassi...
Ma ti è capitata veramente?
06-05-2014 22:13
rocketmail_89
Re: Raccontami una storia...

Io non so scrivere. Non sono proprio portato per la scrittura (non che lo sia nel linguaggio parlato eh!)
06-05-2014 16:23
Ventolin
Re: Raccontami una storia...

Quote:
Originariamente inviata da Skyl Visualizza il messaggio
Ventolin devo farti i miei complimenti, l'ho appena letta mi ha tenuto incollato allo schermo e il finale mi ha fatto scompisciare.
Si vede che hai un enciclopedica conoscenza di Tolkien, Bibbia, Angelodemonologia, divinità olimpiche ecc ecc.
Posso dirti che mi ha ricordato un' ironia alla Benni a tratti.

Maledetto Meucci chissà dove ha imboscato il numero.
Grazie per le belle parole, mi fanno davvero piacere. Vorrei sapere anchio dov'è finito quel numero, ma se non lo sa Dio, figurati io.

Comunque per essere onesti, non ho una conoscenza enciclopedica di un tubo, anche perchè il mio cervello ha una RAM ridicola. Ma scrivendo su un pc e con una connessione internet, si possono imparare (leggasi - citare) moltissime cose.

La vicenda di Fatima che mescola il semolino ad esempio, non è mia. Mi serviva una storia lamentosa da contrapporre a quella di Giuseppe, e per caso ho trovato quella della Mano di Fatima, che cadeva a fagiolo. http://it.wikipedia.org/wiki/Mano_di_Fatima

Immagino che più si scriva, più roba si venga a conoscere.
06-05-2014 10:58
Skyl
Re: Raccontami una storia...

Ventolin devo farti i miei complimenti, l'ho appena letta mi ha tenuto incollato allo schermo e il finale mi ha fatto scompisciare.
Si vede che hai un enciclopedica conoscenza di Tolkien, Bibbia, Angelodemonologia, divinità olimpiche ecc ecc.
Posso dirti che mi ha ricordato un' ironia alla Benni a tratti.

Maledetto Meucci chissà dove ha imboscato il numero.
04-05-2014 14:53
utopia?
Re: Raccontami una storia...

Quote:
Originariamente inviata da Ventolin Visualizza il messaggio
Letta anche l'altra storia. E' vero, hai uno stile immediato, non-sense (il mio umorismo preferito, probabilmente) e molto divertente che gradisco un sacco, per questo tipo di storie. Ma personalmente già so che se tentassi di scrivere un romanzo, e non una serie di storielle/novelle, tenderei ad essere serio e prolisso, e starei ore e ore a correggere uno stupido periodo. Il motivo principale per cui non mi ci sono mai messo di impegno. Ci perdo troppo tempo. Forse dovrei fare più come fai tu. Periodi brevi, poche descrizioni e buona la prima...o la seconda, non so.
ribadisco che quelle storie le scrissi anni or sono (2009, e per l'età che ho son relativamente abbastanza)
dovrei provare a scrivere qualcosa ora, per vedere che ne verrebbe fuori
se mi vien qualcosa la posterò senz'altro

Quote:
Come letture però (anche se non sono di certo un gran lettore) preferisco uno stile più "serioso" per i romanzi, non cerco quelli divertenti, anzi forse li scanso...ma si, questa è un altra storia.
io non riesco a leggere proprio i romanzi...a meno che non abbiano un che di "realmente accaduto", di "insegnamento" o "simbolico da interpretare", o ancora che siano così nonsense da meritare
per lo più sono un grande fan delle favolette popolari (fratelli grimm, ad esempio) e per bambini...così semplici e "sognanti"

Quote:
La questione dei "casi psicologici", a ben pensarci...certo la cosa si nota più nei racconti di Stef e di Skyl, ma in effetti è vero, non si vede un lieto fine neanche a cercarlo col lumicino, con umorismo o senza umorismo
ora che ci faccio caso in effetti, molte delle altre storie che ho scritto finiscono con un nuovo inizio, con un nulla di fatto, con un "tanta polvere alzata per nulla"
ne ho trovata anche un altra, ho una cartella piena, le posterei ma finirei col monopolizzare il tread
Quote:
warlordmaniac
semplice e apparentemente fine a se stessa, ma il senso "evolutivo" e i "segni del cambiamento dei tempi" si colgono bene tra le righe
04-05-2014 14:20
Warlordmaniac
Re: Raccontami una storia...

Erano gli anni 80, la stagione delle mie prime cotte; all'ex foro boario di Ferrara si facevano delle serate danzanti; ricordo i miei compagni di scuola con cui c'incontravamo sempre: Daniela, Roberta, Lucia, Marco, Enrico, Edy, GianLuca e c'era un figo che era parente a Gianluca, poi c'erano quelli di Milano, i fratelli Nucci, certe volte veniva mio cugino che si portava un amico tonto appresso. Eh sì che tempi!!

Erano gli anni 90, l'ex foro Boario fu abbattuto, e viene costruito un centro commerciale; dentro al Centro commerciale ci costruirono anche delle sale giochi e poi anche un bowling. Era il ritrovo di noi ragazzi; sì eravamo tutti: Marcella, la mia migliore amica, con cui poi litigai, Fabio, il mio ex, Davide, Andrea con cui ebbi una storia, Roberto, che amai in segreto; lì conobbi la mia futura cognata, Silvia, con le sue amiche, Diana, Lucia e Rachele, coi loro corrispettivi fidanzati, Gino, Manuel e Massimo, che venivano spesso con uno poco loquace, che era di Ferrara e che veniva anche durante le sagre parecchi anni prima. Poi c'erano dei fiorentini, due fratelli di Napoli ecc ecc. Eh sì che tempi!

Era il 2003, il centro commerciale diventò una mega-disco, lo Zoo Animal Sound, che poi diventò Madame Butterfly; veniva gente da fuori, ogni volta gente nuova, qualche pasticca, qualche avventura, i tentativi di arruffianarsi con quelli dello staff, per i pass. Mi ricordo quelli che ci provavano, ad alcuni dissi di sì, ad alcuni non li cagai nemmeno; ricordo quel figo di Roger, Costantino, Gerry, Luigi, quegli sfigati di Alberto e Giulio che si portavano spesso uno che parlava pochissimo, che già avevo visto chissà quante volte; dicevano che gli piacevo; poi fortissime erano le ragazze dello staff, Mary era bellissima, strafiga, Gioia, una ragazza aperta col coraggio di un maschio, Claudia che si scopava tutti i migliori ragazzi e soprattutto c'era Giorgia, il mio amore, che veniva sempre con me.

Arrivò il 2011, il Madame Butterfly venne trasformato in Palacongressi e all'occorrenza Palasport o cinema. Il Fattoriland, si chiamava. Venne ingrandito. Spesso per lavoro mi mandavano lì, poi c'erano concerti e feste di gala. Veniva spesso i più illustri della Ferrarabene, il marchese Ottoni, con le sue amanti, l'assessore Ahkmerabad, Costanzo il produttore, l'on. Mazarescu, poi Ahmed, con qualche suo amico figo, Shu con Lisa, il centravanti della Spal di cui non ricordo il nome, l'ex-presidente della squadra di basket, Kaers, che era uno degli principali azionari della Ferrari, ma venivano anche i soliti imbucati, Bellin, il panettiere, l'ex-presidente della Pro-loco, Ignazio, che veniva spesso con uno che non sembrava molto sveglio, che conoscevo bene di vista; Ignazio poi mi fece la dichiarazione e ovviamente dissi di no. Che ricordi!


Arriva il 2030. Il Fattoriland è diventato un centro di realtà virtuale. Ovviamente ha cambiato diversi nomi ed è stato ingrandito. Il comune di Ferrara è spostato nelle sue vicinanze. Il VTKF è l'attrazione di Ferrara. Io lavoro lì. Vengono molti ospiti illustri a mostrare i loro programmi virtuali. Ci sono delle riunioni dove emiliani e non, vengono regolarmente. L'ex moglie del figlio di Fattori gestisce tutto da casa attraverso un telecomando. Si vendono sofisticate bibite emotive. I viaggi virtuali stanno diventando accessibili ai più; qui al VTKF incontro spesso alcuni amici di mio marito, qualche mio ex collega dell'anagrafe e spesso viene un signore molto gentile ed educato che conoscevo di vista già da tempo immane. Non è neanche sposato.
04-05-2014 14:13
Ventolin
Re: Raccontami una storia...

Quote:
Originariamente inviata da Skyl Visualizza il messaggio
Perche? (del marzo 2008)
grandioso, mi hai messo una tristezza infinita

Quote:
Originariamente inviata da tizio Visualizza il messaggio
quel che penso quando scrivo qualcosa è: se fossi un lettore e mi ritrovassi davanti questo, lo leggerei?
e dato che, riguardo alla letteratura di "romanzi, storie e simili" non riesco mai ad andare oltre la terza pagina per noia...quando scrivo cerco di far prevalere gli avvenimenti e l'avanzamento della trama alle descrizioni

leggi quest'altra breve storiella' ad esempio, critta più o meno nello stesso periodo di quell'altra (è piena d'errori pure questa)
Letta anche l'altra storia. E' vero, hai uno stile immediato, non-sense (il mio umorismo preferito, probabilmente) e molto divertente che gradisco un sacco, per questo tipo di storie. Ma personalmente già so che se tentassi di scrivere un romanzo, e non una serie di storielle/novelle, tenderei ad essere serio e prolisso, e starei ore e ore a correggere uno stupido periodo. Il motivo principale per cui non mi ci sono mai messo di impegno. Ci perdo troppo tempo. Forse dovrei fare più come fai tu. Periodi brevi, poche descrizioni e buona la prima...o la seconda, non so.

Come letture però (anche se non sono di certo un gran lettore) preferisco uno stile più "serioso" per i romanzi, non cerco quelli divertenti, anzi forse li scanso...ma si, questa è un altra storia.

Quote:
Originariamente inviata da tizio Visualizza il messaggio
la tua storia non era male, anzi, l'ho letta volentieri ed era abbastanza random da poter essere apprezzata dal sottoscritto

in ogni caso mi son reso conto d'una cosa...in gran parte delle storie che stiamo postando ci son "casi psicologici"
nella storia di stefania, il robot che vorrebbe provare emozioni mentre l'umano dice che è meglio non provarne; in quella di ventolin una certa disillusione; nella mia la "fuga individualistica" rappresentata dal "vecchio contadino rintanato nella sua fattoria che detesta i cittadini" e, infatti, da quei cittadini rimane fregato
coincidenze?
Grazie del complimento, a me quel racconto non piace affatto e ammetto tranquillamente che non ha senso di esistere, ma non ho scritto altro di compiuto o meritevole di menzione, quindi amen.

La questione dei "casi psicologici", a ben pensarci...certo la cosa si nota più nei racconti di Stef e di Skyl, ma in effetti è vero, non si vede un lieto fine neanche a cercarlo col lumicino, con umorismo o senza umorismo
04-05-2014 13:31
Ventolin
Re: Raccontami una storia...

Quote:
Originariamente inviata da Stefania90 Visualizza il messaggio
Grazie mille, heheh lo so che lo sci-fi non è un genere propriamente femminile, ma io ne sono appassionata da sempre, infatti io scrivo un sacco, e tutte le storie che scrivo sono fantascientifiche. Poi non guardo un film un telefilm o non leggo un libro se non ha un pò di fantascienza nella trama. Per quanto riguarda la trama della mia storia lo so è un pò inflazionato come tema, ma ho scelto un tema abbastanza banale perchè lho scritta per un contest e non doveva essere una storia lunga quindi mi sarei potuta concetrare poco sui dettagli. Quando devo scrivere una trama un pò più "arzigogolata" mi ci devo concentrare a pieno perchè ogni minimo particolare è importante e va curato per non scadere nella banalità e nel clichè. Comunque anche tu scrivi molto bene, hai uno stile molto accattivante che ti fa rimanere incollato alla pagina e poi la storia mi ha fatto ammazzare dalle risate. Pubblica qualcosaltro, aspetto con ansia mi raccomando!
anchio adoro lo sci-fi...ma sono un fan dell'ultimora a dire il vero. Diciamo che mi è salita la classica "scimmia"...quindi se mai tu postassi qualcosaltro, lo leggerei sicuramente con molto interesse. Se fosse roba troppo lunga e volessi passarmelo in PV, lo leggerei comunque.

Anche a me piacerebe tantissimo scrivere un racconto di genere, ho anche provato a iniziarne uno, ma sono bloccato perchè purtroppo mancano le idee e non so proprio dove pescarle...e a parte la carenza di idee, non sono mai soddisfatto nè di come scrivo nè di quello che scrivo...anzi se hai delle dritte da dare ad un aspirante scrittore senza idee (mi pare un ossimoro) sono tutto orecchie.

Comunque sono contento che questo raccontino ti abbia intrattenuta e soprattutto che ti abbia divertita
04-05-2014 12:53
Stefania90
Re: Raccontami una storia...

Quote:
Originariamente inviata da Skyl Visualizza il messaggio
Bravi ragazzi... Vedo che state superando le vostre remore nel pubblicare...

Stefania la tua storia mi è piaciuta molto e mi piacerebbe leggerla per intero, quindi non sminuirti e pubblicala ( scherzo, fai quello che ti senti ).

Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk


Vedrò se pubblicare quaclosaltro, comunque aspettiamo anche qualche tua altra storia, la tua storia è molto triste ma scritta molto bene quindi aspettiamo dell'altro.
04-05-2014 12:45
utopia?
Re: Raccontami una storia...

Quote:
Originariamente inviata da Skyl Visualizza il messaggio
Tizio grazie per il finale... Molto arzigogolata la vicenda... Ma chi urla dal bunker se sono statue di cera? ( forse ho capito male io... )
quelli che urlavano erano quelli che erano stati nascosti nel bunker per far credere fossero morti, mentre nelle tombe c'erano le statue di cera che li ritraevano

Quote:
al di là di come si è risolta la storia, ho trovato il racconto molto divertente, creativo e fantasioso. Sei in gamba. Anchio ho scritto una novella in 4 atti ma al contrario della tua è ridondante, lunga e noiosa, piena di citazioni a personaggi ed eventi mitici, letterari, o religiosi, di cui mi sono scordato persino il significato
quel che penso quando scrivo qualcosa è: se fossi un lettore e mi ritrovassi davanti questo, lo leggerei?
e dato che, riguardo alla letteratura di "romanzi, storie e simili" non riesco mai ad andare oltre la terza pagina per noia...quando scrivo cerco di far prevalere gli avvenimenti e l'avanzamento della trama alle descrizioni


la tua storia non era male, anzi, l'ho letta volentieri ed era abbastanza random da poter essere apprezzata dal sottoscritto

in ogni caso mi son reso conto d'una cosa...in gran parte delle storie che stiamo postando ci son "casi psicologici"
nella storia di stefania, il robot che vorrebbe provare emozioni mentre l'umano dice che è meglio non provarne; in quella di ventolin una certa disillusione; nella mia la "fuga individualistica" rappresentata dal "vecchio contadino rintanato nella sua fattoria che detesta i cittadini" e, infatti, da quei cittadini rimane fregato
coincidenze?
04-05-2014 12:43
Mr. Blue Sky
Re: Raccontami una storia...

Siete tutti bravissimi a scrivere

Io è un po' di tempo che mi sono messo in testa di scrivere una robba semi-comica abbastanza contorta, non vi sto a spiegare la trama per conservare quel minimo di reputazione che mi sono conquistato a fatica

Questa è una bozza del primo capitolo.



Se ne stava tranquillo in un angolino, muovendo ogni tanto la coda per rimanere in asse, mentre osservava placido e meditativo lo scorrere delle bollicine. Dal suo comportamento non sembrava quindi essere consapevole di avere ancora pochi minuti di vita. Chissà cosa avrebbe fatto, in quel poco che gli rimaneva, se solo avesse saputo della fine imminente. Forse avrebbe fatto un’ultima nuotata attorno a tutte quelle attrazioni che gli avevano accuratamente disposto, forse si sarebbe fatto prendere dal panico e avrebbe tentato un’improbabile fuga dall’acquario, forse avrebbe rotto gli indugi tipici dei pesci e avrebbe cominciato a parlare. Molto più probabilmente, invece, sarebbe restato lì, tranquillo in un angolino, muovendo ogni tanto la coda e osservando le bollicine. Quindi si potrebbe concludere che non sapremo mai se fosse stato davvero consapevole di avere ancora pochi minuti di vita. Ma la sostanza non cambia, il povero pesce stava comunque vivendo i suoi ultimi minuti, consapevole o meno.

Vide entrare nella stanza un bambino che aveva l’aria di chi sta per compiere qualcosa di cui non è ancora in grado di capire le conseguenze. Lui odiava i bambini. Da giovane dovette assistere inerme ad un autentico genocidio al negozio di animali, causato dal sadismo di un bimbo che staccò brutalmente la spina della corrente che alimentava tutti i dispositivi di un complesso acquario, vitali per i delicatissimi pesci dell’oceano indiano che ci vivevano dentro. Ricordava a memoria i nomi di tutti quei martiri.

Il bambino spostò il coperchio dell’acquario. Il pesce, avendo a questo punto la conferma che quella piccola peste fosse proprio interessata a lui, si andò frettolosamente a nascondere nel relitto di una piccola automobile che giaceva sul fondo. Tra tutte le attrazioni che erano collocate nell’acquario, l’auto era quella che preferiva. Forse fantasticava spesso di metterla in moto, sfondare una parete dell’acquario e darsi alla fuga. Più probabile che non sapesse nemmeno cosa fosse un’automobile. Il bambino prese qualcosa di piccolo dalla mano e la gettò in acqua. Dopo qualche esitazione, il pesce trovò il coraggio di guardare in alto, e vide scendere una palla di una materia indefinita, che piano piano si calò fino a posarsi sul fondo, proprio fuori dalla portiera dell’autovettura.

«Mirko!», una voce femminile tolse l’inquietante sguardo del piccolo dal pesce. «Mirko dove sei?». Il bambino si girò e comunicò con la madre che nel frattempo si trovava al di là della porta, fuori dalla stanza. Il pesce era troppo confuso per capire quale fosse l’oggetto della conversazione, ma essa non fu molto lunga. Nel frattempo approfittò del diversivo e uscì dall’automobile, avvicinandosi a quella palla indefinita. In un attimo si rese conto di come quella sostanza fosse semplicemente qualcosa da mangiare, e di come il fanciullo volesse solo nutrirlo. Così, dopo aver circumnavigato per bene la preda, la inghiottì, e se ne tornò nella sua automobile.

Pensò a come si stesse bene in quella serata di dicembre, ora che cominciava a sentire lo stomaco pieno. Quando si ha la pancia piena, la vita assume tutto un altro colore. Nel frattempo il faccione del bambino era tornato a imprimersi sulla superficie della parete dell’acquario, ma non faceva più inquietudine. Il pesce voleva solo riposare tranquillo per digerire quell’ottimo pasto che gli aveva donato. Forse era stato un pasto anche troppo abbondante, dato che cominciava a percepire qualche difficoltà digestiva. Il bambino gettò altre palline spugnose nell’acqua, che si calarono come mine sottomarine tutte attorno all’autovettura, ma il pesce stava cominciando ad avere degli spasmi non molto rassicuranti.
04-05-2014 12:39
Stefania90
Re: Raccontami una storia...

Quote:
Originariamente inviata da Ventolin Visualizza il messaggio
Invece non è male. Magari ricalca un pò l'abc della fantascienza, ma chi non lo fa dopotutto? è un genere così inflazionato.

Oltretutto hai uno stile scorrevole. Di recente ho letto "Blade Runner" di Dick, suppongo tu lo conosca già, e non è che lo stile di Dick fosse poi tanto arzigogolato come mi aspettavo, considerando la fama dello scrittore.

Comunque pensavo che lo sci-fi fosse un genere più da maschietti che da femminucce, quindi sono piacevolmente sorpreso. E' sempre bello costatare la fallacità degli stereotipi.
Grazie mille, heheh lo so che lo sci-fi non è un genere propriamente femminile, ma io ne sono appassionata da sempre, infatti io scrivo un sacco, e tutte le storie che scrivo sono fantascientifiche. Poi non guardo un film un telefilm o non leggo un libro se non ha un pò di fantascienza nella trama. Per quanto riguarda la trama della mia storia lo so è un pò inflazionato come tema, ma ho scelto un tema abbastanza banale perchè lho scritta per un contest e non doveva essere una storia lunga quindi mi sarei potuta concetrare poco sui dettagli. Quando devo scrivere una trama un pò più "arzigogolata" mi ci devo concentrare a pieno perchè ogni minimo particolare è importante e va curato per non scadere nella banalità e nel clichè. Comunque anche tu scrivi molto bene, hai uno stile molto accattivante che ti fa rimanere incollato alla pagina e poi la storia mi ha fatto ammazzare dalle risate. Pubblica qualcosaltro, aspetto con ansia mi raccomando!
03-05-2014 19:52
Ventolin
Re: Raccontami una storia...

III

Pensa che ti ripensa, il tempo passava e di telefonate neanche l’ombra. E infine arrivò come ogni anno il giorno di un’importante festività, ed Eru si diresse verso l’enorme sala da pranzo, dove l’aspettavano sua moglie e suo figlio, più ovviamente la servitù tutta indaffarata a disporre la cena per centinaia e centinaia di ospiti. Molti uomini laggiù credono, chissà poi per quale motivo, che Eru non sia sposato, il che ha dell’assurdo perché come saprà qualsiasi persona dotata di buon senso, dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna. E infatti Egli è sposato, e ha un figlio: Jeshua. Quella cena era un evento importantissimo ed erano stati invitati proprio tutti, infatti era il giorno del ringraziamento in cui si celebra la nascita di Eru, il figlio diretto dell’Universo. Questi ovviamente sedeva a capotavola, con la moglie Amaterasu alla sua sinistra e il figlio Jeshua alla sua destra. La sala risplendeva sfarzosa di una luce dorata e bianca, troppo forte per qualsiasi essere umano. Non mancava proprio nessuno: c’erano gli Æsir e i Vanir, i Greci e i Romani, Gli Ainur, i Valar e i Maiar. Poi c’erano Mitra, Sìva e Visnu, e pure gente molto anziana e poco conosciuta, come Ahuramazdah e Uitzilopochtli. Ovviamente c’era pure Nabu, anche se avrebbe preferito essere milioni di km lontano da quel luogo, considerato che era seduto proprio di fronte al tremendo Ba'al zĕbūb. Nabu teneva saldamente in braccio il telefono, il cui lungo filo era stato fatto passare dalla porta accanto (dove stava proprio la sala del telefono). Tra gli altri invitati non mancavano nemmeno Muhammad e la sua splendida figlia Fāṭima al-Zahrā che era intenta a chiacchierare animatamente col vecchio Yosef di Nazareth, mentre vuotavano grossi calici di birra. “Il matrimonio ti dico” vociava lei già un po’ rubiconda in viso “è da evitare come la peste! Guarda me, ho fatto tutto il mio meglio per essere una brava moglie, ero buona cara e gentile, e lui sai come mi ha ricambiato? Andandosene con delle sgualdrine! Voleva persino prendere una moglie in più, quel cane, perché è ovvio, Fāṭima da sola non gli bastava! Una volta l’ho beccato mentre…” – “Mentre faceva le zozzerie con una concubina” intervenì Yosef sbadigliando sonoramente “ti cadde il cucchiaio con cui stavi cuocendo il semolino e continuasti a mescolare la cena con la mano, senza sentire tralaltro alcun dolore”. Fāṭima guardò Yosef e le si allargò in volto un sorriso un po’ triste, stupendo e straziante allo stesso tempo, cosicchè Yosef sorridendole di rimando continuò con piglio più ironico “conosciamo tutti questa storia Fāṭima, e gli uomini ti ringraziano sentitamente per quella tua mano…ma io piuttosto cosa dovrei dire? io che ho vissuto la mia esistenza con una moglie vergine??” – “prego, un po’ di silenzio!!” si sentì tuonare a un certo punto Ζεύς, che non voleva mai rinunciare a stare al centro dell’attenzione (e che proprio per questo motivo, ogni anno litigava con Thor, altra testa calda), ora è il momento di ascoltare i soavi canti degli Ainur e…di giocare a chi ha più mira con le saette! Oh oh oh!”. E alla faccia del canto degli Ainur, Thor e Ζεύς cominciarono ad azzuffarsi e a reclamare ad alta voce la propria superiorità in fatto di fulmini e saette, fino al punto in cui il Sommo proprio non ce la fece più. “Nabu passami quel telefono!” disse all’improvviso alzandosi dal trono, e i due contendenti si bloccarono all’istante. Poi, senza attendere nemmeno che l’ordine fosse eseguito, il Sommo stesso percorse la stanza, all’improvviso divenuta muta come una tomba, in direzione del telefono. Tra lo stupore generale e il sorriso soddisfatto di Mithrandir, Egli prese la cornetta in mano. Un boato di eccitazione scoppiò nella sala, e tra urli di gioia e compiacimento si creò un gran trambusto, fra angeli e arcangeli che brindavano, Ainur che cantavano la melodia della creazione, Ζεύς e Thor che si abbracciavano (mentre Óðinn scattava loro una foto singhiozzando per la commozione) e il cane Xolotl che ululava felice insieme allo sciacallo Anubis. Persino Fāṭima e Yosef ora ridevano e si stringevano forte, immemori del triste passato. Gli unici che non sembravano eccitati da quell’improvviso gesto erano solo Ba'al zĕbūb, Ἅιδης e Melkor, che invece sparlottavano tra di loro visibilmente indignati. Gli occhi del Sukkal Nabu erano rigati da lacrime di gioia mentre poggiava il telefono sul tavolo e indicava alla platea con ampi gesti che era arrivata l’ora di fare silenzio. Finalmente era giunto il momento tanto atteso di ascoltare il primo scambio di parole tra un comune mortale e Lui, l’Altissimo, Il divino Signore di tutto. Egli compose un numero, e il silenzio cadde come una piuma nell’abisso.

IV

Il telefono squillò per pochi interminabili istanti, poi una voce maschile, ad occhio e croce appartenente ad un uomo di buona volontà sulla quarantina, finalmente rispose:

-“Si, pronto?”
-“Salve! prallo conasa diaceto?, sonìo, Antani!”
-“Come scusi? Non ho capito…chi cerca?”
-“Antani! Occhiello di previdenza come se fosse antani per lei, ispettore tombale”
“emh….cosa?”
“PUPPA!!!”.

E fu così che Dio sbattè violentemente il telefono in faccia agli uomini di buona volontà.



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