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Discussione: Coming out al lavoro Rispondi alla discussione
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22-11-2023 00:55
froschio
Re: Coming out al lavoro

è difficile mettersi nei tuoi panni, immagino sia relativamente facile dirti cosa fare quando la sensazione di timore e imbarazzo relativa a questa specifica situazione non siamo noi ad averla.

Comunque mi pare di capire che è un ambiente abbastanza tollerante visto che ci sono più persone che sono molto aperte a riguardo. Se proprio ti mette a disagio questa cosa, dovresti trovare il coraggio uno di questi giorni per chiedere ad un tuo collega omosessuale di parlare in privato perché devi dirgli una cosa importante.
A quel punto gli chiedi se lui ti può aiutare in questo processo di coming out, poi da lì decidete insieme se fare una sorta di avviso o di far passare l'informazione a tutti per vie più implicite e confortevoli.

Magari confessarti con un solo collega che certamente ti capirà sarà più facile che trovare il coraggio di dirlo a tutti in una sola volta, e magari da lì verrà più facile. Però dovrai sempre trovare quel coraggio iniziale per tuffarti. Io a volte mi scrivo una sorta di sceneggiatura per pianificare cosa dire nello specifico.

Ti dico questo, la maggior parte della paura brulica prima della cosa. Una volta che ti tuffi, ci può essere sempre ansia, ma il peso che ti togli dalla mente la bilancia di una buona quantità.
22-11-2023 00:53
gaucho
Re: Coming out al lavoro

Dove lavoro adesso è pieno di omosessuosi nonostante sia un settore molto più maschilista rispetto al precedente
22-11-2023 00:33
Meninblack90 Negli ultimi mesi sono arrivati nuovi colleghi dichiaratamente omosessuali, però purtroppo non sono riuscito ad aprirmi nemmeno con loro. Loro non hanno problemi a parlare dei loro compagni e lo fanno con una naturalezza che invidio molto. Io invece mi sento sempre in ansia non appena si toccano questi discorsi perché ho paura che mi vengano rivolte domande più personali. Mi sento davvero male a riguardo perché non riesco ad “integrarmi” nemmeno con loro. E se non loro con chi? Mi fa sentire un fallito e uno smidollato. Voi che fareste?
27-08-2023 17:09
TãoSozinho Non sei obbligato a parlarne.
Se vuoi e se RIESCI puoi parlarne con il tuo collega gay.
Considera che hai la fortuna di lavorare in un ambiente gay friendly, cosa che io non ho, ma a ogni modo anche quando ho lavorato in ambienti meno ostili, non mi sono mai dichiarato.
Se le tue colleghe vogliono sapere di te, magari potrebbero chiedertelo invece di provocarti.
Comunque ripeto che non sei obbligato.
Puoi raccontare i viaggi che fai col tuo ragazzo ma eludendo il fatto che tu ce l'abbia. Puoi dire che vai in giro con amici...


Altrimenti puoi parlare di altre cose. Comunque leggendo varie tue discussioni in questo forum, mi sembra di leggere me stesso, siamo anche dello stesso anno.
27-08-2023 16:25
Scott
Re: Coming out al lavoro

Quote:
Originariamente inviata da Meninblack90 Visualizza il messaggio
Effettivamente persone con cui si passano 8 ore ogni giorno a stretto contatto, dopo un po’ non sono più estranei. E dopo quasi 2 anni c’è della confidenza. È un ambiente molto aperto dove tutti raccontano della loro vita privata, ovviamente niente di che ma insomma ognuno parla dei propri compagni/e con naturalezza…ad esempio cose che fanno nel weekend o in casa ecc..io sono sempre rimasto inibito da questo. Non è assolutamente un ambiente omofobo, anzi come dicevo c’è un collega apertamente dichiarato che racconta del compagno, altri sono sicuramente gay ma ne parlano in modo più velato, un’altro che non è fisso nel mio ufficio una volta ha menzionato il compagno…insomma credo che è assolutamente un ambiente gay friendly, però ho sempre avuto “paura” a mischiare vita privata e lavoro. Molte colleghe sono curiose di sapere definitivamente se sono gay o meno, spesso con allusioni o provocazioni, perché come dicevo 8 ore al giorno non sono mica poche. Però mi sento bloccato nel farlo, forse avrei dovuto mettere le carte in tavola sin dall’inizio, ora più si andrà avanti e più sarà “difficile”. Il problema magari è solo mio perchè sono io che ho comunque avuto un percorso di accettazione e di coming out con gli altri decisamente lungo…ad esempio lo sanno solamente le persone fidate (tipo famiglia e amici stretti)…ad esempio i parenti più lontani tipo cugini ecc. non sanno nulla, quindi immaginate quanto possa essere difficile parlarne a lavoro, che comunque vuoi o non vuoi (per quanto possa essere anche un ambiente gay friendly e fantastico) è un posto “delicato” dove si è lì per lavorare sostanzialmente…
Se dovessi ascoltare il mio istinto continuerei a nascondermi (con difficoltà) mentre se dovessi fare una scelta razionale magari inizierei a parlarne molto lentamente…ma con altrettanta difficoltà.
Che caos che ho in testa!
Io ti consiglio vivamente di non dirlo ne farti scrupoli a nascondere ciò,te lo detto che razza di popolo siamo,e l'ho visto ulteriormente nel mio attuale ultimo lavoro,la tua vita privata , è solo tua,agli sconosciuti non deve interessare niente su niente
27-08-2023 13:15
Meninblack90 Effettivamente persone con cui si passano 8 ore ogni giorno a stretto contatto, dopo un po’ non sono più estranei. E dopo quasi 2 anni c’è della confidenza. È un ambiente molto aperto dove tutti raccontano della loro vita privata, ovviamente niente di che ma insomma ognuno parla dei propri compagni/e con naturalezza…ad esempio cose che fanno nel weekend o in casa ecc..io sono sempre rimasto inibito da questo. Non è assolutamente un ambiente omofobo, anzi come dicevo c’è un collega apertamente dichiarato che racconta del compagno, altri sono sicuramente gay ma ne parlano in modo più velato, un’altro che non è fisso nel mio ufficio una volta ha menzionato il compagno…insomma credo che è assolutamente un ambiente gay friendly, però ho sempre avuto “paura” a mischiare vita privata e lavoro. Molte colleghe sono curiose di sapere definitivamente se sono gay o meno, spesso con allusioni o provocazioni, perché come dicevo 8 ore al giorno non sono mica poche. Però mi sento bloccato nel farlo, forse avrei dovuto mettere le carte in tavola sin dall’inizio, ora più si andrà avanti e più sarà “difficile”. Il problema magari è solo mio perchè sono io che ho comunque avuto un percorso di accettazione e di coming out con gli altri decisamente lungo…ad esempio lo sanno solamente le persone fidate (tipo famiglia e amici stretti)…ad esempio i parenti più lontani tipo cugini ecc. non sanno nulla, quindi immaginate quanto possa essere difficile parlarne a lavoro, che comunque vuoi o non vuoi (per quanto possa essere anche un ambiente gay friendly e fantastico) è un posto “delicato” dove si è lì per lavorare sostanzialmente…
Se dovessi ascoltare il mio istinto continuerei a nascondermi (con difficoltà) mentre se dovessi fare una scelta razionale magari inizierei a parlarne molto lentamente…ma con altrettanta difficoltà.
Che caos che ho in testa!
27-08-2023 09:52
Maffo
Re: Coming out al lavoro

Quote:
Originariamente inviata da Teal Visualizza il messaggio
Peraltro il concetto di “coming out” mi sembra una di quelle puritanate o puttanate importate dalla cultura americana, per rientrare nelle loro etichette e nelle loro classificazioni bianco o nero, una “accettazione” in modo “inclusive” che nella pura chiarezza illude di trovare la felicità. E di fatto un’implicita ammissione di una necessità di espiazione.
Se si parla di celebrità (molto attrezzate soprattutto dal punto di vista economico e quindi molto in grado di sbattersene di quasi ogni eventuale conseguenza) che vogliono diffondere la consapevolezza o di chi vuole lottare per certi diritti potrei capire, per la maggior parte delle persone non credo ci sia nulla da “rivelare” a nessuno.
A noi comuni mortali basta dire "sapevi che sono gay?" ed è finita lì.
27-08-2023 09:43
zoe666
Re: Coming out al lavoro

Quote:
Originariamente inviata da Barracrudo Visualizza il messaggio
pero non sono cose di cui si parla a lavoro o con sconosciuti, bisogna avere anche una certa condotta al lavoro queste sono cose private
beh oddio non definirei sconosciuti persone con cui lavori ogni giorno da dieci anni. Ci son casi e casi, e ambienti lavorativi molto diversi tra di loro.
27-08-2023 09:36
Barracrudo
Re: Coming out al lavoro

Ce da dire che essere gay e essere lesbiche sono due cose molto diverse agli occhi delle persone .. quindi starei nel argomento gay xké e quello che dice il topic, in genere si riconoscono abbastanza i gay x il loro modo di fare e parlare ma esattamente non capisco xké si debba parlare di queste cose a lavoro, forse se salta fuori spesso argomenti sul che ragazza ti piace allora e non c'è la fai più e ti dà fastidio gli dici no guarda io sono gay e bo.. pero non sono cose di cui si parla a lavoro o con sconosciuti, bisogna avere anche una certa condotta al lavoro queste sono cose private

Io pure da etero mi sentirei a disagio a parlare delle cose intime della relazione con la mia ragazza xké sono cose private e di certo non le racconto a colleghi o gente sul lavoro, il tuo collega sarà più aperto ma bo al di là del dire cosa si e fatto il weekend cosa bisogna parlare della propria relazione...
27-08-2023 09:24
Hassell
Re: Coming out al lavoro

Quote:
Originariamente inviata da zoe666 Visualizza il messaggio
ma non è questione di come sia facile convivere con un gay che fa un pò la macchietta di se stesso volutamente, sarebbe stato lo stesso se fosse stato una persona tranquilla e riservata di cui semplicemente si sapeva il suo orientamento.

Era per dire che son quella tipologia di persone con cui si può scherzare senza troppi problemi, con cui non c'è l'ansia di dire una cosa sbagliata.

Poi nel nostro ufficio son praticamente tutte donne, dovrebbe essere più complicato per le ragazze gay che per i maschi, ma è proprio un ambiente molto aperto da questo punto di vista.
Mi fa piacere che non sia questo il caso. Evidentemente il tuo ambiente è migliore di certi altri in cui ho a che fare io.
Ogni tanto eseguo un test sulle persone che ho davanti, faccio riferimenti velati all'omosessualità e vedo le reazioni: non c'è uno e dico uno, anche il più progressista, che accetta la cosa con ironia, tutti arrivano a sottolineare con più o meno forza il loro rifiuto.
Da me addirittura c'è un ragazzo che sospetto sia gay per vari indizi, ma persino lui, probabilmente per riserbo e timore, ha l'atteggiamento da maschio alpha che "basta che non mi passino dietro".
27-08-2023 09:06
zoe666
Re: Coming out al lavoro

Quote:
Originariamente inviata da Hassell Visualizza il messaggio
Uno dei tipici modi per farsi accettare. Per molti è più facile convivere con un gay che scherza sulla propria condizione. Analizzando a fondo, anche questa è omofobia velata, secondo me, meno pericolosa e meno pesante, ovviamente, ma comunque presente.
ma non è questione di come sia facile convivere con un gay che fa un pò la macchietta di se stesso volutamente, sarebbe stato lo stesso se fosse stato una persona tranquilla e riservata di cui semplicemente si sapeva il suo orientamento.
Era per dire che son quella tipologia di persone con cui si può scherzare senza troppi problemi, con cui non c'è l'ansia di dire una cosa sbagliata.
Poi nel nostro ufficio son praticamente tutte donne, dovrebbe essere più complicato per le ragazze gay che per i maschi, ma è proprio un ambiente molto aperto da questo punto di vista.
27-08-2023 08:53
Hassell
Re: Coming out al lavoro

Quote:
Originariamente inviata da zoe666 Visualizza il messaggio

Nel mio ufficio c'è un ragazzo dichiaratamente gay, che ironizza tanto sulla cosa ed è ben visto da tutti ).
Uno dei tipici modi per farsi accettare. Per molti è più facile convivere con un gay che scherza sulla propria condizione. Analizzando a fondo, anche questa è omofobia velata, secondo me, meno pericolosa e meno pesante, ovviamente, ma comunque presente.
27-08-2023 08:24
zoe666
Re: Coming out al lavoro

nel mio caso non ne ho mai fatto uno formale, semplicemente ho sempre parlato di relazioni con ragazze e non con ragazzi e quindi è venuto da se.
Nel mio ufficio c'è un ragazzo dichiaratamente gay, che ironizza tanto sulla cosa ed è ben visto da tutti e recentemente è arrivata anche un'altra ragazza gay ( di cui ho scoperto solo perchè me l'hanno comunicato in quanto il mio gay radar non funziona bene, ma anche lei aveva parlato della sua relazione con una donna attuale quindi era venuto fuori così ).
27-08-2023 00:15
Scott
Re: Coming out al lavoro

Quote:
Originariamente inviata da Meninblack90 Visualizza il messaggio
Da qualche anno lavoro in un nuovo ufficio. Prima causa Covid si andava meno, ora abbiamo ripreso ed andando tutti i giorni passo molto tempo con i miei colleghi. Al di là del fatto che io sia molto timido ed impacciato e non ho costruito relazioni molto profonde con gli altri, c’è una questione che mi mette ansia: ho paura di fare coming out. Ho un collega gay che parla apertamente della sua vita e della sua relazione, mentre io sono totalmente bloccato nel farlo.
Ovviamente i discorsi sulla vita privata sono all’ordine del giorno in pause e cose varie e io mi sento sempre super in ansia perché non so come comportarmi.
Ho fatto un percorso molto lungo per accettarmi e ho fatto coming out solo con amici stretti e conoscenti fidati. Ho una relazione quindi è anche difficile per me non parlarne in ufficio, ma proprio faccio un enorme fatica. Il motivo non lo so e questa situazione mi genera tantissima ansia…
Voi che fareste?
e meglio che non lo dici,l'italia è un paese generalmente omofobo,poi vedi me,sul lavoro attualmente,anche se son etero ci si attacca a tutto per perculare,continua a non dirlo agli sconosciuti.
la gente estranea è feccia,a volte s'attacca a tutto pur di rompere l'anima agli altri,poi vedi te
magari il tuo collega gay viene sparlato alle spalle e lui non lo sa
o tu potresti divenire oggetto di dileggio,meglio non cacciarsi in certe situazioni scabrose
poi è vero,ho notato c'e questo malcostume di farsi sempre i cazzi degli altri sul lavoro,vita privata ecc
è una cosa abbastanza fastidiosa,per non dire insopportabile.
27-08-2023 00:00
Hassell
Re: Coming out al lavoro

Io ci dovrei pensare non due ma tre volte, per fare coming out.
Nella mia azienda ci sono vari omosessuali, alcuni dichiarati altri presunti. Purtroppo la maldicenza è sempre dietro l'angolo.
Il caso più eclatante capitò con un caporeparto: mi stava parlando, quando il nostro collega gay passa dietro di lui e io lo saluto normalmente. Il mio interlocutore, così dal nulla e senza sapere se io avessi una qualche interazione fuori dal lavoro col collega in questione (poteva essere un mio caro amico, o magari anche un parente, non poteva saperlo), inizia una invettiva cattivissima verso di lui e i gay in generale, denigrandoli in maniera brutale, ero sconvolto da tanto aspro fervore. Io ribatto: "ma che problema hai, che ti hanno fatto, ma ti rendi conto di quello che dici", ma ovviamente parlavo con un ottuso ignorante.
Ho sofferto a sentire quelle cose.
26-08-2023 21:59
Keith
Re: Coming out al lavoro

Quote:
Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio
Non sempre è facile negare. Ammiro molto chi ha la battuta pronta e riesce a tramutare la domanda in una figura di m...a per chi la fa, al punto che non ci riprovano più; anni fa conoscevo due o tre geni in questa difficile arte.
Battuta pronta non ne ho, però col tempo ho imparato a fare melina, se mi fanno domande imbarazzanti ti attuo un catenaccio che Trapattoni fermati proprio! Alla fine perdona la voglia di continuare.
26-08-2023 21:52
pokorny
Re: Coming out al lavoro

Quote:
Originariamente inviata da Keith Visualizza il messaggio
E anche qualora chiedano.. negare sempre, sviare, cambiare discorso. Al lavoro uno su 50 sono belle persone, ma è molto più facile imbattersi nelle altre 49 su 50.
È importante sapere che TUTTO quello che noi diciamo sarà riferito ai capi. C'è gente che lo fa di professione. IN TUTTE le aziende.
Non sempre è facile negare. Ammiro molto chi ha la battuta pronta e riesce a tramutare la domanda in una figura di m...a per chi la fa, al punto che non ci riprovano più; anni fa conoscevo due o tre geni in questa difficile arte.
26-08-2023 21:50
pokorny
Re: Coming out al lavoro

Quote:
Originariamente inviata da Teal Visualizza il messaggio
Peraltro il concetto di “coming out” mi sembra una di quelle puritanate o puttanate importate dalla cultura americana, per rientrare nelle loro etichette e nelle loro classificazioni bianco o nero, una “accettazione” in modo “inclusive” che nella pura chiarezza illude di trovare la felicità. E di fatto un’implicita ammissione di una necessità di espiazione.
Se si parla di celebrità (molto attrezzate soprattutto dal punto di vista economico e quindi molto in grado di sbattersene di quasi ogni eventuale conseguenza) che vogliono diffondere la consapevolezza o di chi vuole lottare per certi diritti potrei capire, per la maggior parte delle persone non credo ci sia nulla da “rivelare” a nessuno.
E' lo stesso retropensiero di "ho amici ebrei/africani/vulcaniani/trisessuali/etc". E' una evidente ammissione che per chi lo dice è un problema e vuole esorcizzarlo così. Ci sono invece amici, non amici, santi, bastardi, eccetera e basta.

Bisogna anche dire che non è facilissimo arrivare a fare questa riflessione. Da adolescenti potrebbe essere un sincero modo per prendere le distanze da brutti modi di pensare e può essere una fase evolutiva della propria vita. E' preoccupante se lo dice gente di 50 anni, e ne conosco. Guarda caso sono tutte persone che per un motivo o per l'altro trovo inaffidabili e di non splendida compagnia.
26-08-2023 21:08
Teal
Re: Coming out al lavoro

Peraltro il concetto di “coming out” mi sembra una di quelle puritanate o puttanate importate dalla cultura americana, per rientrare nelle loro etichette e nelle loro classificazioni bianco o nero, una “accettazione” in modo “inclusive” che nella pura chiarezza illude di trovare la felicità. E di fatto un’implicita ammissione di una necessità di espiazione.
Se si parla di celebrità (molto attrezzate soprattutto dal punto di vista economico e quindi molto in grado di sbattersene di quasi ogni eventuale conseguenza) che vogliono diffondere la consapevolezza o di chi vuole lottare per certi diritti potrei capire, per la maggior parte delle persone non credo ci sia nulla da “rivelare” a nessuno.
26-08-2023 21:06
Keith
Re: Coming out al lavoro

Quote:
Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio
Per quello che vale mi accodo a Hor del cui post sottoscrivo tutto. Nessuno è tenuto a dire niente e a maggior ragione al lavoro dato che ci si passa una quantità di tempo tale che il minimo passo falso produce casini a valanga.



Non dico che si debba fare la mummia ma giusto ieri ho preso una birra con un amico con un'esperienza di vita che sarebbe adatta al soggetto di un film mozzafiato. Per altri motivi si parlava di argomenti di questo genere (convivenza sul luogo di lavoro) e la frase è stata "io mi sono sempre fatto i cxxxxi miei", detto da uno così è da scolpire su una lastra di marmo. E' una frase banale ma non è mai abbastanza ricordarla.



Chiaro che far diventare tutto questo una forma di sorda sfiducia è altrettanto dannoso ma se nessuno chiede niente, perché dovremmo dire i cavoli nostri senza che ce ne venga alcun vantaggio?
E anche qualora chiedano.. negare sempre, sviare, cambiare discorso. Al lavoro uno su 50 sono belle persone, ma è molto più facile imbattersi nelle altre 49 su 50.
È importante sapere che TUTTO quello che noi diciamo sarà riferito ai capi. C'è gente che lo fa di professione. IN TUTTE le aziende.
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