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Discussione: Sto bene perché sto male Rispondi alla discussione
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29-03-2023 20:11
edward00767
Re: Sto bene perché sto male

Quote:
Originariamente inviata da Maximilian74 Visualizza il messaggio
Si, come quando dicono "prendi, esci e fai quello che fanno gli altri che prima o poi i tuoi problemi passano e starai bene..."
Purtroppo molta gente non ha capito che quando si supera la soglia di cui parli tu, soprattutto con il vuoto alle spalle, non c'è più modo di riempire quei vuoti, molte cose e situazioni andavano vissute e fatte nei tempi e nei periodi giusti e sarebbero dovute servire come percorso di vita, un percorso di vita normale che hanno quelli che non soffrono di questi problemi.
Materialmente parlando, é vero che io posso prendere, vestirmi e uscire e andare dove vanno gli altri, ma se fosse solo lì il problema...
Il discorso è che se dal punto di vista personale sei una persona sola, problematica, che non è mai stata capace di entrare nei meccanismi della società, se non hai avuto la palestra di vita, fatta dei primi amori, le prime cotte, le esperienze alle varie età, esperienze in relazioni eccetera le quali servono, servivano a costruire una propria identità, una propria personalità e abilità sociali, una propria fiducia, autostima e sicurezza, allora sei tagliato completamente fuori e obiettivamente pensare di rientrare in determinati meccanismi sociali, riavere quello che non si è mai vissuto e sperimentato è alquanto improbabile.
Il divario di esperienze, abilità sociali, dimestichezza con gli altri è talmente elevato che non si vede la possibilità di recuperare il terreno perduto.
il succo del discorso è :non basta prendere, uscire e buttarsi, come dice qualcuno.
Buttarsi dove? A farsi prendere per il culo da gente che ha una vita normale fin da giovani e io mi ritrovo a 49 anni senza aver mai avuto nulla?
Puoi uscire, andare dove ci sono diecimila persone, ma se sei solo, tagliato fuori dalla società, la tua condizione quella rimarrà.
Mi dispiace empatizzo molto con ciò che dici, io ho 26 anni ma sento le stesse sensazioni, e al giorno d'oggi è un capolinea già i 24/25, dove si inizia a capire che il mondo gira in un certo modo e crollano le certezze e l'illusione dell'adolescenza, io dai 24 soffro ogni singolo giorno per le mie esperienze non fatte, avendo vissuto un'adolescenza in una bolla di evitamento.
29-03-2023 19:01
insiemealvento
Re: Sto bene perché sto male

ti capisco

mentre ero ancora in ospedale pensavo:

cazzo sono 20 anni che mi porto dentro questa malattia, una parte di me gli è in qualche modo affezionata, mi riempiva le giornate e tra le altre cose era anche un'ottima scusa se ne avevo bisogno, vuoi vedere che ti mancherà e ti sentirai anche un po' perso, come se avessi perso una fedele compagna?

eppure mi stava letteralmente uccidendo, e non è che ora sia scomparsa, hanno tolto la parte peggiore, però è comunque qualcosa che ti viene a mancare, qualcosa che conoscevi bene, che delimitava con precisione il mio spazio-tempo, qualcosa che dava anche un senso alla mancanza di senso

dovrai abituarti a stare meglio, è qualcosa di nuovo a cui dovrai fare l'abitudine come prima ti sei abituato a stare male

ho paura di stare bene e di mettermi alla prova
29-03-2023 17:24
Maximilian74
Re: Sto bene perché sto male

Quote:
Originariamente inviata da untipostrano Visualizza il messaggio
negli anni ci è stato sempre inculcato il messaggio che c'è sempre tempo per cambiare le cose, per dare una svolta alla propria vita, basta solo rimboccarsi le maniche bla bla...ma sono soltanto frasette fatte del cazzo!! A volte si arriva ad una soglia oltre la quale ormai non c'è più nessun margine di miglioramento se non molto limitato....
Si, come quando dicono "prendi, esci e fai quello che fanno gli altri che prima o poi i tuoi problemi passano e starai bene..."
Purtroppo molta gente non ha capito che quando si supera la soglia di cui parli tu, soprattutto con il vuoto alle spalle, non c'è più modo di riempire quei vuoti, molte cose e situazioni andavano vissute e fatte nei tempi e nei periodi giusti e sarebbero dovute servire come percorso di vita, un percorso di vita normale che hanno quelli che non soffrono di questi problemi.
Materialmente parlando, é vero che io posso prendere, vestirmi e uscire e andare dove vanno gli altri, ma se fosse solo lì il problema...
Il discorso è che se dal punto di vista personale sei una persona sola, problematica, che non è mai stata capace di entrare nei meccanismi della società, se non hai avuto la palestra di vita, fatta dei primi amori, le prime cotte, le esperienze alle varie età, esperienze in relazioni eccetera le quali servono, servivano a costruire una propria identità, una propria personalità e abilità sociali, una propria fiducia, autostima e sicurezza, allora sei tagliato completamente fuori e obiettivamente pensare di rientrare in determinati meccanismi sociali, riavere quello che non si è mai vissuto e sperimentato è alquanto improbabile.
Il divario di esperienze, abilità sociali, dimestichezza con gli altri è talmente elevato che non si vede la possibilità di recuperare il terreno perduto.
il succo del discorso è :non basta prendere, uscire e buttarsi, come dice qualcuno.
Buttarsi dove? A farsi prendere per il culo da gente che ha una vita normale fin da giovani e io mi ritrovo a 49 anni senza aver mai avuto nulla?
Puoi uscire, andare dove ci sono diecimila persone, ma se sei solo, tagliato fuori dalla società, la tua condizione quella rimarrà.
29-03-2023 17:07
untipostrano
Re: Sto bene perché sto male

negli anni ci è stato sempre inculcato il messaggio che c'è sempre tempo per cambiare le cose, per dare una svolta alla propria vita, basta solo rimboccarsi le maniche bla bla...ma sono soltanto frasette fatte del cazzo!! A volte si arriva ad una soglia oltre la quale ormai non c'è più nessun margine di miglioramento se non molto limitato....
29-03-2023 15:42
Fiore Di Loto
Re: Sto bene perché sto male

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma se è così non è più male per quella persona.
Secondo me in parte è vero anche quello che dici tu. Uno può non volersi muovere proprio perchè reputa che facendo diversamente avrebbe ancora più dolori e problemi. Ma nel mentre sta comunque male!
29-03-2023 12:42
XL
Re: Sto bene perché sto male

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Non sono d'accordo con XL.
Non condivido l'idea che non si cerchino vie di fuga da una situazione perché si ha paura di stare peggio (questo è la teoria della comfort zone). Non è sempre così almeno. C'é anche chi nel dolore, nello stare male trova un significato al proprio esistere, al proprio auto rappresentarsi, in sostanza trova la propria identità. Soffrire significa esistere in quanto persone, ci si auto attribuisce il ruolo dello svantaggiato, del reietto, di colui che è in credito verso il mondo e la vita. Si sceglie di soffrire per darsi un significato e un'identità, non necessariamente per evitare sofferenze peggiori.
Ma se è così non è più male per quella persona.

E' paradossale credere che un tizio voglia stare male e non bene riconoscendo lui stesso questo male come male e un'altra situazione accessibile senza sforzi come bene.

Ci dev'essere qualche errore di valutazione o altro, non credo sia sensato pensare che una persona voglia star male perché è affezionata al male riconoscendolo lei stessa come tale.

Male e bene sono concetti relativi, io dico che per un soggetto non può essere vero che voglia star male (male secondo il suo punto di vista) perché è affezionato a questo.

O commette un qualche errore di valutazione a qualche livello, nel senso che crede sia bene ciò che per lui stesso alla luce di certi fatti sarebbe male ma non lo riconosce ancora come tale, o altrimenti per me non regge.

Se a te piace che una donna ti mordicchi il pisello per te questa cosa è un bene, se invece non ti piace diventa un male.
Ma non può essere che tu stesso riconosci che questa cosa è male e chiedi alle persone di farlo, il masochista non si comporta comunque così, nel dolore riconosce un qualche bene. A uno gli piace che gli strizzino i capezzoli a un altro dà fastidio. Ma il punto è che se una persona riconosce una situazione come negativa e un'altra accessibile come positiva, transiterà dall'una all'altra senza alcuna resistenza, perché motivi di resistenza non ce ne sono.

Il motivo dell'affezione al male è un motivo farlocco, perché se uno è affezionato a quella situazione, quella situazione probabilmente tanto male non è per quella persona in termini soggettivi rispetto alle altre a cui potrebbe accedere tramite percorsi più o meno accidentati e con certe incognite.

Non la riconosce ancora come realmente più negativa delle altre accessibili tramite certi percorsi, anche se a parole può mettersi a dire quel che vuole, che ama il male e così via, il comportamento parla e ci fa capire che non ci crede davvero a quel che dice.

Se uno davvero fosse persuaso fino in fondo e disponesse di tutti i mezzi, non starebbe più là dove sta. Si ripete ad uno che vuole il proprio male, ma in concreto penso che nessuno mai sulla faccia della terra dall'inizio dei tempi abbia mai voluto davvero il proprio male, questa leva psicologico-retorica l'ho sempre trovata confusa e anche dannosa. Sarebbe più corretto dire che bisogna far riconoscere ad una persona che l'etichetta che ha appiccicato a qualcosa "migliore rispetto ad altro" secondo il suo stesso modo di valutare in realtà è "peggiore". Ma non è detto che si riesca sempre, può essere che davvero a monte c'è un conflitto di valori e valutazioni tra chi cura e chi è curato, e non c'è modo di aggiustare le cose, se uno è un nazista e l'altro ha idee liberali i loro concetti di bene e male si trovano agli antipodi, non sono sicuro che si possano curare le persone facendole aderire tutte allo stesso modo di valutare cose situazioni e persone. Un grosso problema delle psicoterapie è che sono spesso già pesantemente compromesse con certi schemi di valori e valutazioni che potrebbero non essere condivisi.

E' chiaro che poi uno dirà che il nazista vuole il proprio male se poi gli altri si incazzano e lo appendono, ma alla fine il nazista valuta le cose diversamente rispetto al tizio liberale.

Credo che siano sempre tutti abbastanza convinti che stanno facendo bene (il loro bene) a fare quello che fanno, se fossero persuasi davvero del contrario inizierebbero a comportarsi in un altro modo.
28-03-2023 21:00
Lasker1868
Quote:
Originariamente inviata da Maximilian74 Visualizza il messaggio
Ma soprattutto, (e questo è un messaggio a tutti quelli che dicono "ma cazzo, sbattiti, datti da fare, se vuoi migliorare devi sopportare anche disagi, umiliazioni, rifiuti, prese per il culo eccetera eccetera..."), non è nemmeno scontato che a fronte di immani sforzi si ottengano risultati, neanche i più modesti, anzi potrebbero non esserci proprio i risultati, neanche minimi.
Cioè, stravolgere la propria condizione, non si ha comunque nessuna garanzia preventiva che possa bastare a qualcosa.
Per persone che fin da piccole o comunque dalla giovane età sono rimaste praticamente fuori da tutto e da tutti, e che ora hanno magari 40 o 50 anni, da sole, senza nessuno, senza una prospettiva di rientrare in determinati meccanismi, rapporti, situazioni, relazioni, è difficile che possa bastare uno sforzo immenso solo per nulli o modesti risultati.
Poi il problema è sempre il solito. Se si hanno questi problemi, gli altri non si soffermano ad aspettare che uno li risolve. Perché? Il perché è semplice. C'è una strada corta, anzi cortissima, che è la più sbrigativa ed efficace. Passano oltre e stop. Cercano chi questo genere di problemi non li ha, e la questione è risolta.
Oppure veramente si vuole credere che la fuori la gente, sta lì ad aspettare, capire, cercare uno di 30,40,50 anni che è a zero in tutto, che non ha esperienze, che non sa socializzare eccetera eccetera?
No, io credo che l'unica possibilità sia di trovare una persona, o poche persone che per miracolo capiscano davvero la situazione, ma obiettivamente, per i motivi che poco sopra ho spiegato, nessuno, nessuna, secondo me perderebbe tempo e le proprie energie con chi soffre di questi problemi.
Sì ok ma come dici anche tu non si può pretendere che gli altri facciano i nostri crocerossini per salvarci la vita, qualcosa dobbiamo metterlo anche noi e soprattutto non dobbiamo vergognarci di una situazione difficile se questa non è colpa nostra, gli altri ti giudicano per come tu ti presenti davanti a loro, non per quello che hai alle spalle, se poi non vogliono o non riescono a capire il vuoto del tuo passato la colpa non è tua, sono loro che probabilmente non erano le persone adatte a te.
28-03-2023 20:15
Scott
Re: Sto bene perché sto male

Quote:
Sto bene perché sto male
tarapia tapioco?
brematurata la supercazzola o scherziamo,no mi permetta.
Anyway mio consiglio
STA LONTANO DALLE PASTICCHE
non risolvono il problema potenzialmente te ne creeranno altri
lo dico per esperienza
28-03-2023 19:58
Fiore Di Loto
Re: Sto bene perché sto male

Quote:
Originariamente inviata da Chamomile Visualizza il messaggio
Questa storia del bicchiere mezzo pieno o vuoto è già fuori dal mio modo di pensare, come pure la maggior parte delle affermazioni di psicologi e simili. Per me il bicchiere o è pieno o non è abbastanza pieno, il resto sono robe che la gente ci ricama sopra ma che alla fine non cambiano la situazione. Se la mia vita è uno schifo posso anche impegnarmi per "accettarla" o "vedere il buono" in essa, ma nei fatti resta sempre uno schifo.
Se il bicchiere è troppo vuoto, allora l'unica potrebbe essere riempirlo a poco a poco
28-03-2023 18:53
Chamomile
Re: Sto bene perché sto male

Questa storia del bicchiere mezzo pieno o vuoto è già fuori dal mio modo di pensare, come pure la maggior parte delle affermazioni di psicologi e simili. Per me il bicchiere o è pieno o non è abbastanza pieno, il resto sono robe che la gente ci ricama sopra ma che alla fine non cambiano la situazione. Se la mia vita è uno schifo posso anche impegnarmi per "accettarla" o "vedere il buono" in essa, ma nei fatti resta sempre uno schifo.
28-03-2023 15:46
Stan Kezza
Quote:
Originariamente inviata da Fiore Di Loto Visualizza il messaggio
È un po' lo stesso motivo per cui ad es il membro di una coppia (spesso la donna) non si allontana dalla situazione anche se è tossica e piena di abusi/violenze. Ti farà male, ma è qualcosa che CONOSCI. L'ignoto è una tra le cose che può provocare più paura in assoluto. La differenza tra chi vive una vita piena e chi si limita sta in come tale ignoto si "riempie" col proprio immaginario. Se si è sfiduciati, tristi, arrabbiati o quant'altro, lo si immaginerà pieno di tutta la merda che la nostra mente può partorire. Se si sta bene e si vede la vita positivamente, si potrebbe addirittura esagerare in senso opposto. Un po' bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. In medio stat virtus.
Sad but true
28-03-2023 14:32
Fiore Di Loto
Re: Sto bene perché sto male

Quote:
Originariamente inviata da Maximilian74 Visualizza il messaggio
Ma soprattutto, (e questo è un messaggio a tutti quelli che dicono "ma cazzo, sbattiti, datti da fare, se vuoi migliorare devi sopportare anche disagi, umiliazioni, rifiuti, prese per il culo eccetera eccetera..."), non è nemmeno scontato che a fronte di immani sforzi si ottengano risultati, neanche i più modesti, anzi potrebbero non esserci proprio i risultati, neanche minimi.
Se non si ottengono risultati positivi, allora forse non è la strada giusta. Non è utile nemmeno voler strafare. Bisogna umilmente tarare i giusti passi per la propria situazione. Altrimenti si crea un divario enorme, frustrante e doloroso tra aspettative e risultati, che ovviamente poi fa passare la voglia. Se hai 40-50 anni e versi in una certa situazione, molto probabilmente pensare di poter vivere esperienze tipiche dei teenagers o dei ventenni è un po' irrealistico. Poi capisco che forse manchino le basi per cui poter vivere la vita come un cinquantenne "normale" relativamente in pace con se stesso, non avendo sperimentato cose che sarebbe stato meglio provare prima. Non esistono proprio situazioni o gruppi con professionisti psicologi/sociologi/educatori che magari riescano a far sperimentare qualche esperienza utile in termini di ABC relazionale e emozionale?
28-03-2023 14:25
Fiore Di Loto
Re: Sto bene perché sto male

Quote:
Originariamente inviata da Black_Hole_Sun Visualizza il messaggio
Un po difficile parlare di equilibrio, comfort zone o evoluzione quando ti hanno ridotto peggio di un animale.

Facile per chi vive da essere umano e viene trattato come tale, esci ed entri da dove ti pare quando hai il sostegno.

A quelli come viene data una cuccia e una ciotola per il cibo e l'acqua, per il resto stai fermo e muto.

Non ho idea di quale possa essere davvero la tua situazione, però ovviamente ce ne sono di più o meno difficili, e non ci sono soluzioni buone per tutti.
28-03-2023 14:19
Maximilian74
Re: Sto bene perché sto male

Ma soprattutto, (e questo è un messaggio a tutti quelli che dicono "ma cazzo, sbattiti, datti da fare, se vuoi migliorare devi sopportare anche disagi, umiliazioni, rifiuti, prese per il culo eccetera eccetera..."), non è nemmeno scontato che a fronte di immani sforzi si ottengano risultati, neanche i più modesti, anzi potrebbero non esserci proprio i risultati, neanche minimi.
Cioè, stravolgere la propria condizione, non si ha comunque nessuna garanzia preventiva che possa bastare a qualcosa.
Per persone che fin da piccole o comunque dalla giovane età sono rimaste praticamente fuori da tutto e da tutti, e che ora hanno magari 40 o 50 anni, da sole, senza nessuno, senza una prospettiva di rientrare in determinati meccanismi, rapporti, situazioni, relazioni, è difficile che possa bastare uno sforzo immenso solo per nulli o modesti risultati.
Poi il problema è sempre il solito. Se si hanno questi problemi, gli altri non si soffermano ad aspettare che uno li risolve. Perché? Il perché è semplice. C'è una strada corta, anzi cortissima, che è la più sbrigativa ed efficace. Passano oltre e stop. Cercano chi questo genere di problemi non li ha, e la questione è risolta.
Oppure veramente si vuole credere che la fuori la gente, sta lì ad aspettare, capire, cercare uno di 30,40,50 anni che è a zero in tutto, che non ha esperienze, che non sa socializzare eccetera eccetera?
No, io credo che l'unica possibilità sia di trovare una persona, o poche persone che per miracolo capiscano davvero la situazione, ma obiettivamente, per i motivi che poco sopra ho spiegato, nessuno, nessuna, secondo me perderebbe tempo e le proprie energie con chi soffre di questi problemi.
28-03-2023 13:48
Black_Hole_Sun
Re: Sto bene perché sto male

Quote:
Originariamente inviata da Fiore Di Loto Visualizza il messaggio
C'è bisogno di un sano equilibrio tra le due cose. Della comfort zone c'è bisogno per rilassarsi, ricaricarsi, leccarsi le ferite, riflettere a bocce ferme. Senza uscirci, qualche volta e a proprio modo, non può esserci evoluzione.
Un po difficile parlare di equilibrio, comfort zone o evoluzione quando ti hanno ridotto peggio di un animale.

Facile per chi vive da essere umano e viene trattato come tale, esci ed entri da dove ti pare quando hai il sostegno.

A quelli come viene data una cuccia e una ciotola per il cibo e l'acqua, per il resto stai fermo e muto.
28-03-2023 13:34
Crepuscolo
Re: Sto bene perché sto male

Questa cosa della resistenza al cambiamento mi rappresenta perfettamente, infatti non ho combinato nulla nella mia vita, sono sempre rimasto fermo nello stesso punto. Il fatto è che neanche mi interessa cambiare più di tanto, sono quello che sono e mi va bene così. Vorrei solo fare i cambiamenti più indispensabili per rendermi una persona un minimo indipendente.
28-03-2023 13:27
Chamomile
Re: Sto bene perché sto male

Molto spesso il "miglioramento" che si può ottenere è assai modesto in confronto all'impegno che ci si deve mettere e alla sofferenza che si prova nel raggiungerlo o può essere addirittura nullo nei casi in cui la soluzione sia solo "accettare la situazione". O, come già detto, le probabilità di avere successo possono essere scarse. Ha senso provarci? Per qualcuno si, per altri ovviamente no. Personalmente sono più per il no. Anche il discorso sul "trovare la propria identità nel male" penso che difficilmente si applichi, io se mi dicono che per stare meglio devo "accettare la mia vita" mi sento presa in giro e non mi va di impegnarmi per continuare a vivere nelle fogne ma con gli occhiali rosa a cuore, qualcuno potrebbe dire che è perché mi piace stare male ma in realtà è solo che, se l'alternativa è quella lì, penso che non abbia senso e che non ne valga la pena.
28-03-2023 13:21
Fiore Di Loto
Re: Sto bene perché sto male

Quote:
Originariamente inviata da Black_Hole_Sun Visualizza il messaggio
Tutti cercano lo comfort-zone di cui tanto male si parla come se fosse il male assoluto. Tutto quello che le persone fanno è indirizzato alla ricerca di una stabilità e non di azzardi e rischi perpetui in cerca sempre di qualcos'altro. Ci sono alcune persone "avventurose" ma sono una minoranza, l'essere umano per natura cerca ia sua isola felice dove vivere nella stabilità.
C'è bisogno di un sano equilibrio tra le due cose. Della comfort zone c'è bisogno per rilassarsi, ricaricarsi, leccarsi le ferite, riflettere a bocce ferme. Senza uscirci, qualche volta e a proprio modo, non può esserci evoluzione.
28-03-2023 13:14
Black_Hole_Sun
Re: Sto bene perché sto male

Tutti cercano lo comfort-zone di cui tanto male si parla come se fosse il male assoluto. Tutto quello che le persone fanno è indirizzato alla ricerca di una stabilità e non di azzardi e rischi perpetui in cerca sempre di qualcos'altro. Ci sono alcune persone "avventurose" ma sono una minoranza, l'essere umano per natura cerca ia sua isola felice dove vivere nella stabilità.
28-03-2023 13:01
muttley
Re: Sto bene perché sto male

Non sono d'accordo con XL.
Non condivido l'idea che non si cerchino vie di fuga da una situazione perché si ha paura di stare peggio (questo è la teoria della comfort zone). Non è sempre così almeno. C'é anche chi nel dolore, nello stare male trova un significato al proprio esistere, al proprio auto rappresentarsi, in sostanza trova la propria identità. Soffrire significa esistere in quanto persone, ci si auto attribuisce il ruolo dello svantaggiato, del reietto, di colui che è in credito verso il mondo e la vita. Si sceglie di soffrire per darsi un significato e un'identità, non necessariamente per evitare sofferenze peggiori.
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