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28-06-2022 15:53
Lele1997
Re: Fobia sociale come un esame costante

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Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Fidati che dura: si può imparare a fare cose che fanno paura, ma continueranno a far paura.
Continueranno a far paura? Bene, ma sempre meno e sempre meno. Non voglio illudermi, so bene che le ricadute possono essere molto frequenti, che possono esserci periodi di crollo quasi totale, ma la speranza deve essere l’ultima a morire soprattutto quando si sono sperimentate ogni tanto delle felici condizioni e si sa sotto sotto che forse con le giuste esperienze ci si può stabilizzare nel lungo termine. Altrimenti che viviamo a fare se non per provare a superarci?
28-06-2022 13:39
barclay
Re: Fobia sociale come un esame costante

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Originariamente inviata da Lele1997 Visualizza il messaggio
Ovvio che questa logica non può durare, deve trovare la sua fine.
Fidati che dura: si può imparare a fare cose che fanno paura, ma continueranno a far paura.
28-06-2022 12:07
Lele1997
Re: Fobia sociale come un esame costante

Non dico che non ci siano “prestazioni” nella vita di tutti i giorni, non dico che in realtà tutte le situazioni sociali siano semplici, ma noi mettiamo sullo stesso piano magari prestazioni che sono molto differenti tra loro. Conoscere una persona sconosciuta per esempio per noi può essere sullo stesso piano di sostenere un esame universitario complesso come fonte di ansia..
questo ci frega, veniamo destrutturati da situazioni che per noi sembrano come dover scalare una montagna ed invece sono soltanto semplici situazioni di vita ordinaria che non richiedono tutta questa dispersione di energie. Ovvio che questa logica non può durare, deve trovare la sua fine.
26-06-2022 13:44
Darby Crash
Re: Fobia sociale come un esame costante

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Si ma alla fine è sempre il soggetto che riceve il giudizio a dare o non dare valore al giudizio suddetto e quindi a renderlo importante nella sua testa. Immaginiamo che Tizio ascolti prog anni 70 e diciamo che il 99% della gente giudica questa genere come noioso e da sfigati, in tal caso se Tizio è piuttosto sicuro e orgoglioso dei suoi gusti, se ne fregherà del pensiero comune. Diversamente se Tizio si vergogna di questa sua preferenza, per forza di cose sentirà il giudizio altrui come un marchio di infamia e se ne mortificherà vita natural durante.
sì, sono sostanzialmente d'accordo.
La valutazione positiva o negativa avviene prima di tutto nella nostra testa.

Il fatto è che di ascoltare prog anni '70 si può andare orgogliosi; invece è difficile immaginare qualcuno che sia orgoglioso di non fare niente dalla mattina alla sera o di vivere con la mamma a 40 anni.

Inoltre, se una persona riceve un giudizio negativo su qualcosa di cui è sicuro e per cui non prova vergogna non sarà ferito, questo è vero. Tuttavia il giudizio negativo può compromettere l'instaurarsi di un rapporto. Teoricamente ci possono essere persone sicure di sé e con buona autostima ma che suscitano cattive impressioni negli altri e restano sole - penso siano casi poco frequenti, ma resta una possibilità.
26-06-2022 13:18
muttley
Re: Fobia sociale come un esame costante

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Originariamente inviata da Darby Crash Visualizza il messaggio
beh insomma, ci dobbiamo mantenere razionali. Un semplice saluto quando mai sarà visto negativamente? Se invece vai a conoscere una persona e non hai nulla di interessante da raccontare, allora sì che è probabile essere valutati negativamente. Oppure se sei brutto, impacciato, se balbetti, se vivi ancora con la mamma a 40 anni etc.
Si ma alla fine è sempre il soggetto che riceve il giudizio a dare o non dare valore al giudizio suddetto e quindi a renderlo importante nella sua testa. Immaginiamo che Tizio ascolti prog anni 70 e diciamo che il 99% della gente giudica questa genere come noioso e da sfigati, in tal caso se Tizio è piuttosto sicuro e orgoglioso dei suoi gusti, se ne fregherà del pensiero comune. Diversamente se Tizio si vergogna di questa sua preferenza, per forza di cose sentirà il giudizio altrui come un marchio di infamia e se ne mortificherà vita natural durante.
26-06-2022 11:15
Darby Crash
Re: Fobia sociale come un esame costante

Quote:
Originariamente inviata da Lele1997 Visualizza il messaggio
Qui sta il paradosso della nostra condizione, passiamo tanto tempo a prepararci per superare situazioni che temiamo e che in realtà non richiedono che si abbia una preparazione
chi lo dice che queste situazioni non richiedono una preparazione? Secondo me quasi tutte le situazioni la richiedono.

Se due persone si comportano in modo spontaneo, una può ottenere grandi risultati e l'altra pochi: di conseguenza, non basta essere se stessi.

Quote:
tutto quanto come prestazione potenzialmente valutata negativamente, dalla quale proteggersi.
beh insomma, ci dobbiamo mantenere razionali. Un semplice saluto quando mai sarà visto negativamente? Se invece vai a conoscere una persona e non hai nulla di interessante da raccontare, allora sì che è probabile essere valutati negativamente. Oppure se sei brutto, impacciato, se balbetti, se vivi ancora con la mamma a 40 anni etc.

Quote:
Sono 3 mesi interi che esco ogni sera, ho costruito amicizie nuove e ripreso molte amicizie vecchie, non mi tiro indietro
se fai tutto questo è perché le tue difficoltà non avevano basi razionali.
Buona uscita dal club dei fobici
26-06-2022 09:07
Blue Sky
Re: Fobia sociale come un esame costante

Tutto vero. Non penso che per tutti sia esattamente così, penso che la fobia sociale possa avere anche altre vie per manifestarsi (ad esempio il puro panico, il disagio non razionalizzato...), però per molti lo schema è questo, della paura dell'inadeguatezza ad una certa azione sociale.

Penso che a livello cognitivo si possa agire almeno un po'. Sia ragionando sull'accettabilità delle imperfezioni nelle singole azioni ansiogene (puoi arrossire un po', puoi inciampare con le parole ecc.), sia prendendola larga e cercando di interiorizzare l'idea, che evidentemente è mancata in certi momenti della crescita, che la vita è imperfetta e noi non facciamo eccezione, e che la vera chiave della socialità è il rapporto con l'altro, comunque avvenga, anche con forme sbagliate.
26-06-2022 01:26
vikingo Io l'ultimo anno il sabato lo passo sempre solo,se non cambia città non vedo più prospettive..i problemi di salute economici carattere,e rispuntato un collega diuniverdita ma si aggrega ad un gruppo di chiesa,non so neanche cosa fanno..discutono di cosa,non vorrei fosse una setta..
25-06-2022 23:09
Lele1997
Re: Fobia sociale come un esame costante

La logica della prestazione andrebbe affrontata a testa alta. Perché, almeno parlando per me, vedo prestazioni ovunque, dal semplice saluto, al parlare di argomenti x,y,z ecc.. e poi figuriamoci con le donne..
tutto quanto come prestazione potenzialmente valutata negativamente, dalla quale proteggersi. Questa logica deve essere smontata passo passo penso con le giuste esperienze e con una grande dose di volontà e di percorso terapeutico, trovare le giuste amicizie sicuramente aiuta ma non basta, vedo la salvezza soltanto in una buona terapia altrimenti non se ne esce.
Sono 3 mesi interi che esco ogni sera, ho costruito amicizie nuove e ripreso molte amicizie vecchie, non mi tiro indietro, cerco di affrontare tutto a testa alta ma.. se sono qui è perché avverto le difficoltà.. per questo dico che le amicizie non bastano, e neanche avere una ragazza penso basti.
25-06-2022 20:51
Lele1997
Fobia sociale come un esame costante

Buonasera a tutti, vorrei buttare giù soltanto qualche pensiero e qualche riflessione semplicemente per potermi confrontare con voi.
La maggior parte di noi sicuramente conosce bene quelle famose fasi tipiche dell’ansia sociale.
1- Ansia anticipatoria
2- Evitamento
o non evitamento (con il rischio eventuale di non riuscire a superare l’ansia e le inibizioni)
3- Sollievo alla fine della situazione temuta, soprattutto quando praticamente nulla di quello che si temeva si è avverato.

Penso che, per quanto complessi, stratificati e più o meno intensi possano essere gli stati d’animo durante queste fasi, si giochi nel bene e nel male tutto quanto qui.
Pur razionalizzando capita spesso che non si riesca minimamente a sventare la minaccia che ci porta a sviluppare l’ansia anticipatoria, mentre senza dubbio a tutti sarà capitato di aver provato sollievo immediato nel caso dell’evitamento (anche se accompagnato sempre da successiva sfiducia, senso di impotenza, frustrazione ecc..) e soprattutto grande è il sollievo quando non soltanto si “supera” la situazione temuta ma la si supera bene o brillantemente.

Insomma come se la nostra vita di ogni giorno fosse un esame universitario da sostenere, per il quale non ci sentiamo quasi mai sufficientemente preparati e per il quale temiamo di essere bocciati, per il quale siamo convinti di fallire, diamo per scontato il fallimento e ci sentiamo sollevati solo a posteriori quando ci rendiamo conto di aver superato l’esame.
Una costante logica della prestazione, una costante “maschera” della prestazione dalla quale penso chiunque di noi desideri in fondo disfarsi.

Alla fine passiamo molto del nostro tempo a costruirci quella strana condizione ideale per superare l’esame, vogliamo controllare le nostre emozioni e le nostre reazioni, tutto deve essere sotto controllo, non deve trasparire l’ansia, dobbiamo mostrarci “brillanti”, evitare le debolezze, evitare di far vedere che siamo ansiosi ed insicuri (perché potrebbe rovinare la nostra prestazione), tutto questo miscuglio di calcoli consapevoli e non consapevoli per sostenere un esame che
spessissimo non ha nemmeno luogo. Qui sta il paradosso della nostra condizione, passiamo tanto tempo a prepararci per superare situazioni che temiamo e che in realtà non richiedono che si abbia una preparazione e nel frattempo perdiamo quanto di più sacro possa esserci: la spontaneità del nostro modo di essere, la spontaneità di dire e di fare, la leggerezza, il sapersi lasciare andare.

Grazie al cavolo che certe volte tentiamo di darci all’alcol, lo facciamo soltanto per evitare di sopportare tutto questo miscuglio di agitazione, controllo, inibizione, mancanza di spontaneità ecc.. vogliamo sentirci più dionisiaci, perdere quella maschera-gabbia. Peccato che con l’alcol non si ottenga niente di stabile.



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