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Discussione: Terapia e punto morto Rispondi alla discussione
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14-03-2020 15:58
choppy
Re: Terapia e punto morto

Se non riesci a dire tutto, perché hai paura di bloccarti, scrivi prima, racconti un po' seguendo la traccia che ti sei fatta e poi parli liberamente.
29-09-2019 17:43
Joseph
Re: Terapia e punto morto

Dipende dagli approcci, se è più analitico la cosa sensata suppongo sarebbe riflettere proprio sul fatto che a uno sembra di non aver da dire niente di nuovo o si ripetono sempre le stesse cose.
Se invece è più alla tcc, quindi l'applicazione sostanzialmente meccanica di protocolli sostanzialmente meccanici, ad un impulso tenderà a corrispondere un solo risultato.

Di fronte a un silenzio chiunque potrebbe tirare fuori un'enciclopedia di domande, affermazioni, consigli, soluzioni, però difficilmente può essere questo il senso di un rapporto paziente-psicoterapeuta.
29-09-2019 13:37
Zaira Il punto è priprio quello..non ci sono fluttuazioni.ogni seduta diventava uguale alla precedente..
29-09-2019 12:49
Green Tea
Re: Terapia e punto morto

In teoria quando smetti di parlare dovrebbero tirare fuori i loro studi ed esserti d'aiuto, altrimenti si tratta solo di introspezione e quella puoi farla gratuitamente a casa tua.
29-09-2019 09:25
Kitsune
Re: Terapia e punto morto

Avevo questo problema, forse lo ho ancora.
Sembra quasi che siano gli psicologi/psichiatri ad avere bisogno di me, non sono io a cercarli ma il contrario salvo quando sono i miei genitori che li incalzano.
Mi si devono tirare fuori le parole di bocca, farmi le domande giuste altrimenti non mi racconto.
Passando la vita al pc tra web, film, videogiochi e anime non sai esattamente cosa raccontare allo psicologo. Il mio primo psicologo diceva che era molto incuriosito dalle mie avventure sul web in particolare quando avevo approcci con altri persone.
Dentro di me tutto tace, o magari no ma comunque io non percepisco fluttuazioni e quindi gli psicologi non sanno su cosa lavorare.
Ora la mia vita reale è più movimentata ma paradossalmente mi han detto che ho meno bisogno di sedute.
Ho sempre pensato di essere un caso difficile per gli psicologi perché sostanzialmente non sentivo il desiderio di cambiare, non chiedevo aiuto, non avevo criticità su cui lavorare nella mia vita piatta, mi ero adagiato.
La paura di chi mi sta vicino è sempre stata che oggi come oggi il mare era calmo ma che un bel giorno le cose sarebbero precipitate rapidamente e senza piani di salvataggio e quindi bisognava lavorare su quelli.
Quindi sostanzialmente faccio questo arrivato al punto morto, lavorare per creare un futuro con piani di salvataggio quando arriveranno tempi bui.
29-09-2019 06:10
Zaira
Terapia e punto morto

Quale miglioramento si può avere a andare dallo psicologo se dopo le prime volte in cui ti racconti è parli del tuo passato arrivi a un punto morto? Ho provato diverso psicologi ma poi si arriva sempre a questo punto morti fatti di silenzi e di imbarazzo alla loro richiesta di novità..quali novità ci possono essere se il quadro è fatto di assenza di relazioni e monotonia in casa e se al momento ce pure nel lavoro. Quando non ce più niente da dire come prosegue la terapia? Io ho sempre interrotto convinta del idea che sono tutti dei pecoroni e non hanno soluzioni..voi come vi trovate?



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