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Discussione: progettare un futuro da freelance-worker Rispondi alla discussione
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02-12-2019 11:16
lisbeth_
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Quote:
Originariamente inviata da TheCopacabana Visualizza il messaggio
Come va lo spicchi inglisci?
Hai imparato qualche parolaccia nuova?
Continuo a spiccare l'inglisci come si può, ma le parolacce le so
02-12-2019 08:54
TheCopacabana
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Come va lo spicchi inglisci?
Hai imparato qualche parolaccia nuova?
27-11-2019 17:33
Idiota
Quote:
Originariamente inviata da debb_ Visualizza il messaggio
Volendo si può imparare tutto? (O quasi ovviamente)

Stavo leggendo questo blog: https://www.esperienzeviaggimondo.co...ita-a-30-anni/
Non c'è limite a quello che si può imparare, il punto è se ciò che impari in tarda età ti permetterà di avere un reddito. Quando nel tuo stesso ambito di competenza si ha la concorrenza di gente con una decina di anni in meno, che ha già maturato esperienza nel lasso di tempo in cui tu hai fatto altro, la vedo dura emergere, a meno che non sia presente una domanda spropositata per il servizio offerto.

Il signore del blog intanto non ha problemi relazionali...
27-11-2019 17:15
Idiota
Quote:
Originariamente inviata da nattydread Visualizza il messaggio
"parole sconfortanti: per toglierti lo sprint" XD

"da oggi con il simpatico uomo medio in omaggio"
Chiaramente le parole derivano dalla mia esperienza.

In ciò che per me era appassionante mi sono sempre impegnato molto, a partire dalla musica (alle superiori invece di studiare mi esercitavo 4/5 ore ogni giorno al sax) fino ad arrivare all'università. Purtroppo però se si hanno problematiche sociali, malattie mentali o non si riesce nonostante il duro lavoro ad ottenere competenze minime per stare al passo con gli altri, gli esiti sono tutt'altro che positivi.

A chi ci circonda interessano i risultati, non l'impegno. Se fossi un ragioniere e ogni volta in cui bisogna fare dei calcoli sbagliassi tutto, non penso che ai superiori interesserebbe granché della mia dedizione...
27-11-2019 16:50
debb_
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Quote:
Originariamente inviata da Idiota Visualizza il messaggio
Per essere sopra la media bisogna avere talento sopra la media. L'impegno affina solamente le capacità preesistenti che, se scarse, non permetteranno di raggiungere traguardi soddisfacenti. In più non è detto che ciò in cui si eccelle possa permettere il sostentamento attraverso il lavoro.
Volendo si può imparare tutto? (O quasi ovviamente)

Stavo leggendo questo blog: https://www.esperienzeviaggimondo.co...ita-a-30-anni/
27-11-2019 16:46
nattydread
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Quote:
Originariamente inviata da Idiota Visualizza il messaggio
Per essere sopra la media bisogna avere talento sopra la media. L'impegno affina solamente le capacità preesistenti che, se scarse, non permetteranno di raggiungere traguardi soddisfacenti. In più non è detto che ciò in cui si eccelle possa permettere il sostentamento attraverso il lavoro.
"parole sconfortanti: per toglierti lo sprint" XD

"da oggi con il simpatico uomo medio in omaggio"
27-11-2019 14:22
Idiota
Quote:
Originariamente inviata da nattydread Visualizza il messaggio
si potrebbe vivere di qualsiasi cosa, in fondo basta essere sopra la media in quel che vuoi fare.. palate di disciplina

che alla fin fine è anche l'unico modo sensato di prendere la vita
Per essere sopra la media bisogna avere talento sopra la media. L'impegno affina solamente le capacità preesistenti che, se scarse, non permetteranno di raggiungere traguardi soddisfacenti. In più non è detto che ciò in cui si eccelle possa permettere il sostentamento attraverso il lavoro.
27-11-2019 13:39
nattydread
Re: progettare un futuro da freelance-worker

si potrebbe vivere di qualsiasi cosa, in fondo basta essere sopra la media in quel che vuoi fare.. palate di disciplina

che alla fin fine è anche l'unico modo sensato di prendere la vita
27-11-2019 13:34
Da'at
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Sono sulla tua stessa barca, grossomodo.

Dopo una vita da dipendente non riesco più a immaginarmi un capo che mi rompe i coglioni perché la notte prima ho avuto problemi a dormire e mi sono trovato a far tardi, anche se all'atto pratico non c'era nessuna contingenza a giustificare la mia presenza in ufficio.

Ma per entrare nel mondo del freelancing prima di tutto è necessario professionalizzarsi nell'ambito della gestione burocratica, finanziaria e fiscale. In altre parole, bisogna ragionare da imprenditori.

Cos'è un'impresa? E' un'attività che trasforma dei beni/servizi in altri beni/servizi. E' insomma una funzione di trasformazione, in cui il plusvalore è derivato dalla differenza tra il bene/servizio offerto e i beni/servizi utilizzati per offrirlo.

All'atto pratico se non ragioni nell'ottica della domanda di beni/servizi esistenti, di quello che tu potresti offrire e delle risorse di cui disponi, rischi di incappare in una sonora delusione.

Ad esempio, io potrei aver in mente il più bel romanzo di fantascienza filosofica mai scritto (incidentalmente la cosa è pure vera ); ma la domanda per questo servizio è attualmente zero (il romanzo è solo nella mia mente). I beni/servizi richiesti per produrlo invece sono notevoli. Supponendo di scrivere 20 pagine al giorno (molto velleitario) e pianificando un prodotto finito di 800 pagine, avrò bisogno di:
  • cibo per 40 giorni
  • un tetto e un letto sempre per lo stesso periodo
  • acqua luce e gas
  • materiale per documentarmi: libri, film e serie tv, giornali, riviste, viaggi, consulenze di personale esperto
  • contatti sociali nell'ambito dell'editoria
  • un computer e un'accesso a internet
  • spese di trasporto varie
  • ...e chissà cos'altro.

Diciamo che me la cavo con 1000 euro, perché il computer già ce l'ho, la documentazione la ricavo in libreria, ecc.
Se per ogni romanzo venduto ci ricavo 5 euro, potrei raggiungere il pareggio vendendo 200 copie del romanzo. Da lì poi si inizia a guadagnare, con un bel po' di fortuna.

Questo è il cosiddetto rischio imprenditoriale. E' da tenere in conto.

Ma se mi domandi a proposito della fattibilità: beh, c'è chi lo fa. E molti ci campano anche bene.


Quello che farei io nei tuoi panni (che poi è quello che sto cercando di fare) è trovare un lavoro part-time spegnicervello, in un bar o come commessa o simili -cosa che ti permetterebbe peraltro di tener allenate le competenze sociali e sfidarti nelle tue difficoltà, anziché sfuggirle (come osserva Muttley). Nel frattempo inizierei a cercare clienti e mi informerei sull'aspetto fiscale e contributivo del freelancing (se non erro sotto un certo fatturato la p.iva non è necessaria). La differenza sostanziale tra la libera professione e il lavoro dipendente è che nella prima sei te la prima responsabile della risoluzione dei problemi dei tuoi clienti; mentre il dipendente deve "solo" fare ciò che il capo dice, lasciando che sia il datore di lavoro a preoccuparsi di far incontrare la domanda con l'offerta.


Il vantaggio di avere un lavoro part-time è che ti permette di avere un'entrata fissa che compensi le fisiologiche fluttuazioni di mercato; inoltre se risparmi il più possibile puoi costruirti un tesoretto da utilizzare per eventuali investimenti (ad esempio un sito e relativo SEO/marketing), i quali se ben studiati accelererebbero parecchio la costruzione del tuo portafoglio clienti.


Tutto ciò ovviamente non vale nel caso di una fobia sociale gravemente invalidante. In quel caso ti direi di rinunciare a meno che tu non sia un genio dell'informatica.
Ho conosciuto geni dell'informatica che si sono ritirati a vivere nella loro stanza (o nel bel mezzo della foresta amazzonica!): campano di lavori su commissione, non comunicano coi clienti se non per via telematica e sono talmente autonomi che non hanno neanche bisogno di un posto specifico da dove lavorare.
Ma questi sono casi estremi. La maggioranza delle persone necessita di abilità sociali e relazionali minime per potersi sostenere: devi capire se il tuo è un bisogno di fuggire da un problema che ti sembra irrisolvibile, oppure la presa di consapevolezza che, pur sapendoti sforzare per relazionarti agli altri, la tua indole è prevalentemente solitaria. Nel primo caso lascerei perdere questo discorso almeno per il momento e mi dedicherei a curare la fs con un percorso psicologico/psichiatrico ben definito.
27-11-2019 12:48
debb_
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Quote:
Originariamente inviata da Milo Visualizza il messaggio
Hai mai pensato di fare un lavoro statale?stipendio basso ma sicuro,contratto a tempo indeterminato una marea di diritti e in molti casi un ritmo di lavoro tranquillo almeno paragonato al privato,io lo valuterei.
Dipende dove vai.. ad esempio dove ero io era tutto meno che un posto tranquillo purtroppo
Hai in genere molto a che fare con il pubblico, sempre se non hai fortuna e riesci a farti spostare in un posto come un archivio o un piccolo ufficio.
Però è comunque sempre un essere visti come dei poveretti con problemi Mentre gli altri, anche se dipendenti pubblici, li vedi che sono "normali"..
27-11-2019 12:45
debb_
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Quote:
Originariamente inviata da lisbeth_ Visualizza il messaggio
Guarda, io potrei fare questa domanda...
E se non ti rinnovano il contratto da dipendente che hai, cosa fai?

Ormai anche se hai un lavoro da dipendente non hai chissà quali garanzie, eh...
Come ti hanno suggerito, l'unica per noi è un lavoro statale, almeno di non fare grosse cavolate di certo non possono licenziare.

Anche se ovviamente anche come dipendenti statali bisogna fare le cose fatte bene, sennò ti possono (se vogliono) buttarti fuori (scarso rendimento principalmente).

Ma comunque è sempre meglio che da dipendente di un privato, lì hai ancora meno tutele..
27-11-2019 10:22
Milo
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Hai mai pensato di fare un lavoro statale?stipendio basso ma sicuro,contratto a tempo indeterminato una marea di diritti e in molti casi un ritmo di lavoro tranquillo almeno paragonato al privato,io lo valuterei.
27-11-2019 10:11
lisbeth_
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
C'é un errore di impostazione: l'idea di cercare un lavoro come rimedio ad una situazione che non si tollera (il lavoro a contatto con altre persone) invece che come percorso finale di un desiderio di autorealizzazione.
Si riesce laddove ci si sente bravi, laddove quello che si fa dà vita a sogni ed ambizioni. Non riesce e/o non si rimane soddisfatti se invece si cerca una scappatoia al malessere. Conviene invece imparare a fare i conti con l'ansia e, possibilmente a vincerla, per poi concentrarsi su quello che si vuole e in cui ci si sente bravi.
Muttley, io penso di aver lottato tanti anni provando a cimentarmi in lavori normali affiancando anche un percorso di psicoterapia, penso anche di aver sviluppato una serie di miglioramenti di cui vado fiera...però questi miglioramenti non bastano mai nel contesto del lavoro, e ovunque sia andata ho lasciato insoddisfazione e sensazioni di disagio.
Penso che sia un segno di maturità arrivare a comprendere i propri limiti, accettarli, e lavorare sulle proprie virtù e in ciò che si riesce meglio: io riesco meglio nei lavori in autonomia e che non richiedono capacità di interazione e collaborazione.
Tra l'altro perderei lavoretti che neanche sono definibili formalmente lavori, quindi non starei perdendo niente di che. Nonostante anni di esperienza, risulto ancora "inoccupata" perchè la mia esperienza si limita a mille forme di tirocinio, volontariato, servizio civile etc etc...quindi per lo stato italiano io non ho mai lavorato.
Attualmente "lavoro" per una associazione, il che significa che ricevo un contributo spese come socia di un'attività che in teoria non dovrebbe essere a scopo di lucro. Lavoro part-time per una paga che di per se' è misera, e inoltre quando non servo mi lasciano a casa (e le ore non lavorate non sono pagate, yee). Poi mi trovo a lavorare con colleghi meno qualificati di me, ma che hanno quello sprint caratteriale che io non ho, questo crea notevoli problemi che mi mortificano..
che senso ha continuare così? il mese scorso ho portato a casa poco più di 400 euro. Ovviamente se lasciassi, non potrei prendere la disoccupazione perchè di fatto non sono occupata
27-11-2019 10:02
lisbeth_
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Quote:
Originariamente inviata da debb_ Visualizza il messaggio
Ma credo che anche per i "normali" poter lavorare da casa sarebbe un sogno.

Io alla fine arrivavo a 700€ al mese circa ma era una noia, oltre sempre all'ansia "Se mi buttano fuori / non trovo altro ecc come farò a pagare le bollette e fare la spesa?".

Se come freelancer stai bene ma poi non trovi più lavori come fai? Io non ce la facevo più con "Ma tanto qualcosa troverò sempre", il mercato è sempre in movimento, oggi puoi fare anche 10.000€ al mese per esempio e poi magari esce qualcos'altro e non lavori più..
Guarda, io potrei fare questa domanda...
E se non ti rinnovano il contratto da dipendente che hai, cosa fai?

Ormai anche se hai un lavoro da dipendente non hai chissà quali garanzie, eh...
27-11-2019 01:22
Idiota
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Quote:
Originariamente inviata da debb_ Visualizza il messaggio
Ma credo che anche per i "normali" poter lavorare da casa sarebbe un sogno.
Non so in realtà quanti rinuncerebbero del tutto al contatto umano senza avere amici, fidanzati, famiglia al di fuori del lavoro. In campo traduttivo il cliente non lo vedi nemmeno più in faccia.

Quote:
Originariamente inviata da debb_ Visualizza il messaggio
Io alla fine arrivavo a 700€ al mese circa ma era una noia, oltre sempre all'ansia "Se mi buttano fuori / non trovo altro ecc come farò a pagare le bollette e fare la spesa?".
Come ha scritto muttley, anche solo un minimo di interesse per quello che si sta facendo è estremamente importante, altrimenti resistere alle dinamiche del mondo del lavoro attuale (aggiornamento continuo, concorrenza spietata...) sarebbe insostenibile.

Quote:
Originariamente inviata da debb_ Visualizza il messaggio
Se come freelancer stai bene ma poi non trovi più lavori come fai? Io non ce la facevo più con "Ma tanto qualcosa troverò sempre", il mercato è sempre in movimento, oggi puoi fare anche 10.000€ al mese per esempio e poi magari esce qualcos'altro e non lavori più..
Ci si attacca purtroppo. Il mercato funziona così. Non che mi piaccia, anche perché sono ansioso pure io, però a questo non c'è soluzione. Il fatto che, quando si perde il lavoro a una certa età, non ci si possa più reinserire in nessun settore mi fa imbestialire; si pretende che il lavoratore sia flessibile e poi, nel momento in cui flessibilità presenta i suoi conti, ecco l'impossibilità di ricominciare da capo.
27-11-2019 01:07
Angus
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Infatti, uno dei problemi del freelancing è la mancanza di garanzia e tutele.
Un conto è avere trent'anni, un altro averne cinquanta e trovarsi a dover competere su un mercato, magari con molto meno entusiasmo di quello con cui si è partiti. Bisogna mettere in conto di diventare molto bravi e qualificati per non ritrovarsi con una vita difficile da riportare sui binari.

Detto questo, è comunque una scelta che ha i suoi indubbi vantaggi. Se si riesce a guadagnare decentemente (e in questo lo spazio per un po' di intraprendenza c'è), la possibilità di decidere su cosa lavorare e su cosa no, di gestirsi gli orari in tutto e per tutto, di poter lavorare in qualsiasi luogo sono benefit meravigliosi. Partendo da questo, la prospettiva di un lavoro 8/5 non entusiasma, almeno da giovani.
27-11-2019 01:05
debb_
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
C'é un errore di impostazione: l'idea di cercare un lavoro come rimedio ad una situazione che non si tollera (il lavoro a contatto con altre persone) invece che come percorso finale di un desiderio di autorealizzazione.
Si riesce laddove ci si sente bravi, laddove quello che si fa dà vita a sogni ed ambizioni. Non riesce e/o non si rimane soddisfatti se invece si cerca una scappatoia al malessere. Conviene invece imparare a fare i conti con l'ansia e, possibilmente a vincerla, per poi concentrarsi su quello che si vuole e in cui ci si sente bravi.
Bisogna capire bene in cosa si è appunto bravi, cosa si vuole diventare, cosa si è disposti a sopportare (compromessi come stress del lavoro, avere troppi colleghi, dover interagire troppo ecc).

Uno potrebbe essere comunque bravo in qualcosa ma poi sul lavoro non riuscire lo stesso a lavorare bene.

Se ad esempio uno fa il lavoro dei suoi sogni (ma poi alla fine esiste veramente il lavoro dei propri sogni?) ma si è circondati da colleghi str*****?
E anche qui si potrebbe dire che in qualunque lavoro si hanno colleghi così, chi poco chi tanto.

E comunque ci sono lavori più o meno a contatto con le altre persone.. il problema è capire quali sono e soprattutto diventarlo.
27-11-2019 00:44
muttley
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Quote:
Originariamente inviata da lisbeth_ Visualizza il messaggio
Il mio obiettivo sarebbe quello di riuscire tra qualche anno ad abbandonare il lavoro da dipendente per potermi dedicare esclusivamente a lavori da freelance (ripetizioni private, traduzioni, aiuti nella stesura delle tesi di laurea, altre forme di lavoro freelance da svolgere anche da pc comodamente a casa). Vorrei svolgere queste attività come lavoro serio e in regola, versare regolari contributi e riuscire a camparci. Dite che è fattibile?
Avete suggerimenti?
C'é un errore di impostazione: l'idea di cercare un lavoro come rimedio ad una situazione che non si tollera (il lavoro a contatto con altre persone) invece che come percorso finale di un desiderio di autorealizzazione.
Si riesce laddove ci si sente bravi, laddove quello che si fa dà vita a sogni ed ambizioni. Non riesce e/o non si rimane soddisfatti se invece si cerca una scappatoia al malessere. Conviene invece imparare a fare i conti con l'ansia e, possibilmente a vincerla, per poi concentrarsi su quello che si vuole e in cui ci si sente bravi.
27-11-2019 00:28
debb_
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Quote:
Originariamente inviata da Idiota Visualizza il messaggio
Per chi ha un carattere ipersensibile non ho dubbi che un lavoro freelance sia la scelta migliore, purché si guadagni abbastanza. La sicurezza ormai non è garantita da nessun contratto, i datori di lavoro possono lasciarti a casa quando vogliono e qualora non ci riuscissero, potrebbero demansionare o mobbizzare per spingerti a licenziarti da solo. I problemi di lavorare in proprio sono i costi della partita iva, la burocrazia e farsi pagare quando gli adorabili clienti si rifiutano di farlo.

La cosa più importante è cercare un lavoro che permetta di mantenere la propria salute psicofisica intatta... anche se c'è sempre meno scelta.
Ma credo che anche per i "normali" poter lavorare da casa sarebbe un sogno.

Io alla fine arrivavo a 700€ al mese circa ma era una noia, oltre sempre all'ansia "Se mi buttano fuori / non trovo altro ecc come farò a pagare le bollette e fare la spesa?".

Se come freelancer stai bene ma poi non trovi più lavori come fai? Io non ce la facevo più con "Ma tanto qualcosa troverò sempre", il mercato è sempre in movimento, oggi puoi fare anche 10.000€ al mese per esempio e poi magari esce qualcos'altro e non lavori più..
27-11-2019 00:17
Idiota
Re: progettare un futuro da freelance-worker

Quote:
Originariamente inviata da debb_ Visualizza il messaggio
ma alla fine meglio freelance, con libertà sì ma senza nessuna certezza per il futuro, oppure un lavoro "tradizionale", sicuro ma dover sopportare le angherie degli altri? Sentendosi poi sempre inferiori perché non belle/simpatiche/socievoli ecc?

Io ancora non mi sono data una risposta.. forse dipende anche dal tipo di lavoro, cambia se ad esempio devi fare un lavoro come portiere rispetto a segretaria con gente che ti arriva a chiedere cose ogni 5 minuti.
Per chi ha un carattere ipersensibile non ho dubbi che un lavoro freelance sia la scelta migliore, purché si guadagni abbastanza. La sicurezza ormai non è garantita da nessun contratto, i datori di lavoro possono lasciarti a casa quando vogliono e qualora non ci riuscissero, potrebbero demansionare o mobbizzare per spingerti a licenziarti da solo. I problemi di lavorare in proprio sono i costi della partita iva, la burocrazia e farsi pagare quando gli adorabili clienti si rifiutano di farlo.

La cosa più importante è cercare un lavoro che permetta di mantenere la propria salute psicofisica intatta... anche se c'è sempre meno scelta.
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